Le parole ritrovate di Paolo VI accompagnano i credenti nel cammino verso la Pasqua. Una Via crucis in grado di toccare il cuore di ogni uomo: "Gesù chiama il dolore a uscire dalla sua disperata inutilità e a diventare, se unito al suo, fonte positiva di bene, fonte non solo delle più sublimi virtù - che vanno dalla pazienza all'eroismo e alla sapienza -, ma altresì alla capacità espiatrice, redentrice, beatificante propria della Croce di Cristo". Con le illustrazioni di Amedeo Brogli.
Grazie a un lavoro decennale di ricerca e di studio delle fonti, Stefania Falasca illustra la genesi delle lettere "Illustrissimi", qui presentate in edizione critica con l'apparato delle note e delle varianti. "Illustrissimi" è una raccolta di quaranta lettere idealmente indirizzate a personaggi storici e mitici di varie epoche, scritte da Albino Luciani quando era ancora patriarca di Venezia e pubblicate mensilmente nella rivista «Messaggero di sant'Antonio» dal 1971 al 1975.La quarta edizione di Illustrissimi, esce per le edizioni Messaggero di sant'Antonio con l'imprimatur papale siglato alcuni giorni prima della sua morte. Emblema della formazione e della personale biblioteca di Giovanni Paolo I, la silloge porta a riflettere sulla stretta familiarità del pontefice con la dimensione letteraria e al contempo con la solida formazione teologica. Espressione di una geniale sintesi di sacro e profano, di erudizione e chiarezza che arriva a tutti, di un magistero piantato nella radicale scelta teologica di un linguaggio semplice, conversevole e accessibile a chiunque.
Questo volume raccoglie nella prima parte tutti i discorsi e gli insegnamenti di Giovanni Paolo I, così come sono stati pronunciati a braccio dal Papa, ma anche nella loro trascrizione ufficiale. Nella seconda parte vengono riprodotte, per la prima volta in assoluto, le pagine dell'agenda personale usata da Giovanni Paolo I durante il pontificato e il suo block-notes per gli appunti personali. Il libro ripercorre con chiarezza e rigore i 33 giorni del pontificato di Giovanni Paolo I, mettendo in evidenza le capacità innovative dei suoi gesti e dei suoi discorsi, sottolineando il suo essere precursore di una nuova fase nella vita della Chiesa. Eletto il 26 agosto 1978, sin dai primi discorsi anticipa in un certo senso quelli che poi saranno i temi centrali del magistero di Bergoglio: una Chiesa povera e per i poveri, la preoccupazione per la pace nel mondo, la misericordia di Dio, l'umiltà dei ministri della Chiesa.
In occasione del secondo anniversario della canonizzazione (14 ottobre 2018), un volume con testi inediti e tanti scritti autografi di Paolo VI, dai quali emerge come l'impegno principale di tutta la vita di Giovanni Battista Montini-Paolo VI sia stato quello di avvicinare dio e cristo al mondo. Mons. Leonardo Sapienza ha preparato un nuovo volume in cui, mediante alcuni documenti inediti e autografi di Paolo VI, ci fa toccare con mano come egli sia stato veramente il Papa del dialogo: dialogo con l'uomo, con il mondo, soprattutto con i lontani. Da Arcivescovo di Milano, famosa è la missione che egli ha voluto, nel 1957, per la città di Milano, di cui adesso viene pubblicato il messaggio ai "lontani": «Fratelli lontani, perdonateci! ». Da Papa, poi, continua è stata la sua ansia missionaria per le terre lontane, soprattutto la Cina comunista di Mao Tze-tung, che perseguitava i cristiani, e a cui Paolo VI si rivolge in un'omelia, durante il suo viaggio apostolico in Estremo Oriente, il 4 dicembre 1970, e ora riportata nel volume, con le correzioni, limature e aggiustamenti, fatti fino all'ultimo. Di particolare importanza è la trascrizione del colloquio avuto da Paolo VI il 10 luglio 1970 con il Cardinale Bernard Alfrink, Arcivescovo di Utrecht, sul celibato sacerdotale, fino adesso conservata in Segreteria di Stato, e ora qui pubblicata per volere di Papa Francesco.
Giovedì 9 maggio 1974 Paolo VI inaugura la nuova sede della Conferenza Episcopale Italiana alla Circonvallazione Aurelia in Roma. Con questo dono di Montini alla Chiesa italiana, si dimostrava una volta di più il suo particolare legame con la CEI, quale Vescovo di Roma e Primate d'Italia. La sua ansia era che l'episcopato italiano fosse modello ad altri, e avesse a compiere una preziosa missione nella comunità internazionale. Per questo ha sempre incoraggiato i Pastori a far prendere alla Chiesa italiana coscienza della sua nuova esistenza storica, del suo patrimonio morale e religioso. Sorprendentemente, ricevendo la Conferenza Episcopale italiana nel maggio 2014, Papa Francesco ha voluto consegnare ai Vescovi il discorso - qui riportato - che Papa Montini aveva pronunciato il 14 aprile 1964. Le parole di Paolo VI si intrecciano con quelle di Papa Francesco, che stimola i Vescovi italiani a favorire l'apostolato dei laici, la formazione del clero, la vita pastorale, la scuola, la stampa cattolica, i migranti, i poveri, l'applicazione dell'eredità del Concilio, la famiglia, i disoccupati...
Si può dire che Giovanni Battista Montini sia cresciuto con i santi; in seguito, durante il pontificato, ha proclamato 61 beati e 83 santi. Ricorda monsignor Pasquale Macchi: «I testi delle omelie per le beatificazioni o canonizzazioni dei cristiani da lui proclamati degni della gloria degli altari, sono tutti di alta qualità e ciascuno esprime qualche cosa anche della sua spiritualità». Sorprende oggi leggere alcune pagine dell'arcivescovo Montini e di Paolo VI e ritrovare in esse spunti di grande attualità e di stimolo a quel cammino di santità popolare sollecitatoda papa Francesco nell'esortazione Gaudete et Exsultate. Così, ad esempio, l'omelia dell'arcivescovo Montini per la festa di Tutti i Santi del 1957 sintetizza efficacemente il concetto di santità "possibile" mentre il testo del 1959 sul santo Curato d'Ars sviluppa in maniera molto attuale il tema della santità sacerdotale, richiamando il dovere dei preti di seguire «il programma di Cristo» e non fare del proprio ministero una «fonte di speculazione» o di arricchimento personale. Molto belle, poi, le parole di Paolo VI sulla santità dei giovani e degli operai, in relazione alla figura di Nunzio Sulprizio, che con don Vincenzo Romano e Maria Caterina Kasper ha il singolare destino di essere stato prima beatificato da papa Montini e poi canonizzato da papa Francesco insieme allo stesso Paolo VI il 14 ottobre 2018.
Le meditazioni di Montini offrono un itinerario spirituale per fare della propria esistenza una vita di sequela di Gesù dentro le vicende e le sfide del tempo. Sono pagine ormai lontane negli anni, in un tempo storico decisamente diverso da quello contemporaneo, ma che conservano una freschezza spirituale e un'efficacia evangelica straordinarie. Sono pagine che possiedono ancora la forza di accompagnare un giovane o un adulto a scoprire (o riscoprire) la propria vocazione e a viverla giorno dopo giorno. Si tratta, se si vuole, di un "manuale", nel senso più bello del termine, che si fa compagno di strada a chi intende dare alla propria vita un senso e una direzione secondo il Vangelo di Gesù. Si tratta di una regola di vita che mette ordine nel cammino di chi intraprende la strada del discepolo con il desiderio di essere pienamente se stesso nella relazione con la propria biografia, con l'altro e con la storia.
Paolo VI è stato un «grande Papa», un «coraggioso cristiano», un «instancabile apostolo», il «timoniere del Concilio», per usare le parole del suo successore Francesco. La dirompente attenzione mediatica che ha accompagnato e caratterizzato i più recenti papati ha certamente contribuito a velare l’immagine di un uomo mite quale fu papa Paolo, riservato, dotato di vasto sapere e nello stesso tempo profondamente legato a un’intensa vita spirituale. Il tempo non ha sbiadito il suo magistero che è ancora attuale e pieno di novità. E anche i suoi «discorsi» al Carmelo valgono nell’oggi della Chiesa come sprone e illuminazione.
23 marzo 1975, domenica delle Palme. Dopo aver "personalmente pregato in silenzio", Paolo VI invita i giovani del mondo a ritrovarsi in Piazza San Pietro per esprimere e testimoniare "fede e gioia", e per celebrare "Cristo amico della nostra vita". A ragione si può credere che quel primo incontro di giovani con il Papa, nell'Anno Santo del 1975, ha portato poi Giovanni Paolo II ad istituire la Giornata mondiale della gioventù che, da un altro Anno Santo, quello del 1985, si celebra nella domenica delle Palme. Paolo VI ha amato i giovani. E certamente è stato il primo Papa a parlare in numerosi interventi al loro cuore; ad incontrarli; ad invitarli ad uscire dalla mediocrità, per fare della vita qualcosa di grande. In vista del Sinodo dei Vescovi, che nell'autunno del 2018 Papa Francesco ha voluto dedicare ai giovani, abbiamo voluto estrarre dai numerosi discorsi di Paolo VI ai giovani, 137 pensieri più significativi, per aiutare la riflessione e la preparazione del Sinodo.
Le tre esortazioni apostoliche, "Evangelii nuntiandi", "Gaudete in Domino", "Evangelica testificatio",che qui proponiamo come contributo alla memoria di Paolo VI, riguardano il vasto e decisivo tema dell'annuncio del Vangelo e, sotto vari punti di vista, esse costituiscono dei documenti illuminanti, non solo per approfondire il tema dell'evangelizzazione, ma anche per riscoprire il ruolo svolto da un pontefice nel suo umile quanto appassionato servizio a Cristo, alla Chiesa e all'uomo. Al tempo stesso, ci introducono nel cuore di un'epoca inquieta e lacerata, nella quale Paolo VI ha saputo guidare con coraggio e lungimiranza la Chiesa al rinnovamento di sé e al dialogo con il mondo moderno.
In occasione della sua beatificazione, il volume raccoglie le sette encicliche firmate da papa Montini, rendendole accessibili al grande pubblico in formato tascabile e a prezzo contenuto. Il testo è fornito nella sola lingua italiana.
Sei intensi discorsi di Giovanni Battista Montini, pronunciati da arcivescovo di Milano e poi da pontefice, che suonano con grandissima attualità come messaggio di speranza e di incoraggiamento ai giovani di tutti i tempi. Il nuovo beato Paolo VI stupisce per la lucidità e il coraggio con cui, persino negli anni più duri della contestazione studentesca (1968), affida le sorti della Chiesa e del mondo alle nuove generazioni, riconoscendo in loro le energie, il coraggio e la dedizione necessari per costruire il nuovo mondo. Parole intense anche per l'oggi, per tenere alti il desiderio e la speranza nel futuro.