Il volume curato da Maria Teresa Antognazza raccoglie interventi e articoli scritti da Eugenio Zucchetti, sociologo dell’Università Cattolica e presidente per molti anni dell’Azione Cattolica milanese, fra il 1993 e il 2005, tracciando una sorta di percorso ideale attraverso il quale l’autore ci guida nella scoperta dei tratti distintivi del nostro tempo, soffermandosi in particolare sulla dimensione umana e spirituale del lavoro, sui cambiamenti della famiglia e della società e sulle interpellanze che essi pongono alla Chiesa e alle comunità cristiane. Si tratta di testi che mantengono intatta la loro pregnante attualità, lasciando trasparire la grande passione del sociologo milanese per l’uomo, per la società in cui viviamo e per la Chiesa.
Abate della basilica di San Paolo fuori le mura a Roma dal 1980 al 1987, don Giuseppe Nardin (1931-1990) fu un 'testimone del Regno'. A vent'anni dalla morte, l'azione pastorale, le riflessioni, la grande carica umana e l'intensa spiritualità che lo hanno contraddistinto sono sedimentati nel cuore di tanti come un tesoro prezioso da condividere. Così i capitoli del volume ricostruiscono il suo sentire attraverso gli ambiti nei quali ha dispiegato la propria attività. Sono parole di lui e su di lui, perché il profilo è delineato attingendo abbondantemente dai suoi scritti: «Aspirava a rendere il monachesimo una presenza viva oggi, ma con lo sguardo verso il futuro» (P. C. Carini, abate emerito dell'abbazia S. Pietro, Assisi); «Il tempo di Nardin è stato quello di una bella primavera ecumenica il cui profumo è ancora tra noi» (pastore R. Bertalot). «Qual è il ruolo della vita religiosa oggi?», gli fu chiesto in pubblico. Senza esitazioni rispose: «Formare persone felici e soddisfatte»; e il cardinale benedettino P. A. Mayer sottolinea divertito che molti religiosi si scandalizzarono: non sapevano - nota - che questo è «lo spirito di san Benedetto».
Il volume offre una panoramica delle scelte operate dall’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, a livello del governo centrale, nel campo dell’animazione della Pastorale giovanile, intesa come il servizio che la comunità ecclesiale realizza sotto la guida dello Spirito di Gesù, per dare pienezza di vita e di speranza alle nuove generazioni e per aiutarle nelle loro concrete situazioni esistenziali a incontrare Cristo e a rispondere al dono gratuito della salvezza.
Nell’attuale contesto attraversato dalla ricerca di significato, da nuovi orizzonti antropologici, invocante giustizia ed equità nelle relazioni tra i popoli, la scommessa sul futuro si radica nella riscoperta continua del passato perché la proposta educativa del carisma salesiano possa esprimersi in tutta la sua ricchezza.
La ricerca condotta da Mara Borsi per l’Ambito per la Pastorale giovanile si rivolge alle/agli operatori di pastorale e a quanti hanno a cuore la loro formazione.
La Pastorale giovanile delle Figlie di Maria Ausiliatrice si presenta come realizzazione concreta della missione educativa che, radicata nel dono carismatico, trova in Cristo Signore, e in Maria sua Madre, i riferimenti fondamentali per la maturazione della personalità, la scoperta del progetto di vita e la costruzione di un mondo più umano, solidale e rispettoso del creato. Una pastorale fortemente radicata nell’esperienza ecclesiale, in cui si riconosce il primato dell’evangelizzazione che impegna a favorire l’incontro esplicito e cosciente delle/dei giovani con Cristo. Il rinnovato riconoscimento dell’importanza dell’educazione ribadisce l’originalità della Pastorale giovanile salesiana chiamata oggi, in un clima di crisi di significato e di speranza, a costruire reti educative, valorizzando una pluralità di figure e di istituzioni.
Turbamento e disagio hanno insidiato da sempre ogni scelta umana, nelle relazioni dei soggetti con il mondo, con gli altri soggetti, con l'insieme sociale. E la letteratura ha sempre cercato di dar voce al dolore, all'infelicità, alla deviazione, alla rottura, all'assenza, all'impossibilità; ha sempre interrogato il senso del malessere psichico, anche in quelle forme estreme (dalla nevrosi alla follia) che sono state oggetto di cura da parte della psichiatria moderna. Nel nome del grande psichiatra e scrittore Mario Tobino, questo volume (che raccoglie i saggi presentati al convegno Il turbamento e la scrittura, tenutosi a Lucca nel dicembre 2008, curato dalla Fondazione Mario Tobino) propone, con l'intreccio di voci diverse - e con tre contributi di scrittori contemporanei -, una fitta e problematica riflessione sui modi in cui il turbamento e il disagio psichico vengono percepiti, compresi, interrogati, vissuti sia nel quadro clinico che nello spazio della letteratura: nella convinzione che nel rapporto di conoscenza e di cura con la malattia e con i suoi diversi gradi un rilievo imprescindibile tocchi alla parola e al linguaggio, nelle loro molteplici forme e possibilità.
Cosa si intende per "Libri per tutti"? È una formula di comodo per definire testi riprodotti in serie prevalentemente legati alla consueta forma libro e destinati alla larga circolazione. Stampati, per lo più, ma non esclusivamente, dato che per secoli anche la riproduzione a mano ha potuto garantire una buona diffusione. In altri tempi li si sarebbe chiamati "libri popolari". Ma, com'è noto, l'aggettivo popolare non qualifica esattamente prodotti che, se ebbero e hanno tuttora uso e destinazione popolare, sono altresì caratterizzati da una circolazione in ambiti diversi della società. Popolari quindi, ma non solo. Libri che possono capitare nelle mani di chiunque, dotto o incolto che sia, da non confondere con la moderna categoria del bestseller, legata alla narrativa di consumo dell'età contemporanea, le cui fortune sono destinate ad esaurirsi nel volgere di pochi anni. Una parte significativa di questa produzione è se mai da ascrivere alla tipologia del longseller, ovvero di quei titoli che non compaiono nelle classifiche, ma che restano disponibili negli anni e talvolta anche nei secoli, incidendo con discrezione, ma in profondità, sulle abitudini culturali. I libri per tutti sono in genere destinati alla dispersione. Esiste una sorta di pregiudiziale colta che seleziona la memoria dei libri e delle letture penalizzando sistematicamente i più diffusi e familiari. Spesso non sono venduti nelle librerie, come non sono destinati a venire conservati nelle biblioteche.
Si tratta di una traduzione dell’edizione pubblicata dalle Figlie di San Paolo di Boston. Il libro narra, a partire dalla sua infanzia, le vicende di San Giovanni Maria Vianney, da tutti conosciuto come il curato d’Ars. Attraverso scene di vita vissuta racconta l’ambiente familiare, il contesto storico-sociale, l’ambiente ecclesiale, le vicende della sua formazione sacerdotale, l’approdo ad Ars, l’attività di parroco nel paesino fino agli ultimi giorni della sua vita.
Il linguaggio è semplice, ma coinvolgente, lo stile aneddotico, adatto ai più giovani.
Alcune immagini in bianco e nero, dallo stile fumettistico, semplice, si alternano lungo la narrazione.
Segue, in appendice, una preghiera a San Giovanni Vianney e un glossario che spiega in parole semplici i termini più specifici.
Punti forti
Il racconto della vita di San Giovanni Maria Vianney, narrato con linguaggio e stile semplici. Il glossario, in appendice, con la spiegazione dei termini più difficili.
Destinatari
Ragazzi di 10-13 anni, loro genitori e parenti, educatori, insegnanti di religione, catechisti,animatori.
Autore
Elisabeth Marie dedomenico, suora paolina di Boston.
San Agustín fue un gran educador, tanto en su tarea de maestro de retórica como en su tarea de sacerdote y de obispo. En algunos de sus escritos se centró en el tema de la educación, sin embargo, no se encuentra explícitamente un concepto de educación en su pensamiento. Por ello, el objetivo principal de esta investigación ha sido identificar el concepto de educación que subyace en las obras de San Agustín, mediante el análisis del uso que hace este autor de ciertos términos latinos que denotan la educación. La concepción pedagógica agustiniana se sostiene, según la autora, sobre un sólido fundamento antropológico-teológico, que no excluye ninguna dimensión de la persona humana (física, afectiva, moral, social, intelectual, religiosa) –adelantándose varios siglos a algunos planteamientos pedagógicos actuales–, y que tiene en el amor su clave de interpretación
Da chi mai i santi hanno preso animo e fortezza per sopportare le persecuzioni, i tormenti e la morte, scrive sant'Alfonso in quest'opera, se non dalle pene di Gesù crocifisso? Cosa fare per amare perfettamente Dio? Il Signore rivelò a s. Alfonso che per giungere al perfetto amore non c'è esercizio più adatto che meditare spesso sulla sua Passione. Quest'opera preziosa aiuterà sulla via della santità chiunque la legga con attenzione e amore.
En vísperas de la celebración de la Cumbre del Vaticano contra los abusos, que se celebrará del 21 al 24 de febrero en Roma, el papa Francisco comparte con el lector esta obra con sus reflexiones surgidas a raíz de épocas tumultuosas para la Iglesia. En ellas nos refleja su personalidad y pensamiento, así como su modo de afrontar las tribulaciones.
La obra está dividida en dos partes. La primera consiste en una colección de ocho cartas de dos padres generales de la Compañía de Jesús, Lorenzo Ricci y Jan Roothaan. Fueron escritas en los siglos XVIII y XIX en momentos en que la Compañía sufrió dudas y persecuciones. Asimismo, constituyen un tratado acerca de la tribulación y el modo de sobrellevarla.
Las «cartas de la tribulación» propuestas en la segunda parte del libro fueron escritas después del viaje del papa Francisco a Chile y Perú en enero de 2018. En ellas, el Papa asume la responsabilidad y encara la «vergüenza» del escándalo de los abusos a menores cometidos por prelados en Chile y su mala gestión posterior. Con una sólida guía de lectura por parte del P. Antonio Spadaro, el P. Diego Fares y el P. James Hanvey, la lectura de este volumen ofrece una profunda reflexión con destellos de esperanza ante los acontecimientos de mayor desolación para la Iglesia.
Questa raccolta di poesie presenta l'esperienza spirituale e religiosa dell'autore in preghiere poetiche ed in poesie oranti. Sono state composte in momenti diversi, scritte inizialmente di getto e solo in seguito riviste dal punto di vista letterario conservando integralmente sentimenti e contenuti. Sorprendono per la contenutezza delle emozioni pur profonde e la semplice quotidianità di poche immagini, che pure comunicano.
Nel corso del Commento a Matteo, Origene esprime la sintesi delle parabole e similitudini presenti nel Vangelo parlando del Cristo come Regno-in-sé. Le parabole scelte e pubblicate in questo volume sono cinque: il tesoro e la perla; la rete e lo scriba del regno dei cieli; i due debitori; gli operai nella vigna; gli invitati al banchetto.
In tutto l’arco delle parabole considerate l’Alessandrino nota la parzialità del rapporto che s’istituisce tra la parabola e il significato che essa indica simbolicamente, perché si ha come una duplice linea di inadeguatezza: dalla parte della realtà, sempre eccedente rispetto alla sua raffigurazione in immagine, come dalla parte della similitudine, da assumersi sempre selettivamente nei suoi contenuti rappresentativi; questa asimmetria tra realtà e immagine è un elemento che bene si inserisce nell’orizzonte teologico origeniano, per il quale la comprensione delle realtà divine non solo spinge costantemente la ricerca a nuovi approfondimenti, ma trascende le stesse possibilità espressive della parola umana. Le parabole diventano così diverse declinazioni dello stesso messaggio, ossia di un Dio che continua a farsi debole per potere essere accolto dalla debolezza della creatura. Un Dio che si umilia, facendosi uomo, e che, attraverso lo spiraglio che l’umanità permette, agisce con la sua potenza rigeneratrice, riconducendo l’uomo, nelle nozze escatologiche, alla sua originaria vita divina.
segui la rotta dell’amore percorsi biblici per giovani di Maria Rosaria de Ninno.
Il testo invita a un cammino di fede attraverso un progressivo addentrarsi nell’esperienza d’amore o di rifiuto dell’amore, raccontata dagli apostoli: Giuda, Pietro, Matteo…. Presenta «una galleria di volti che si anima, interpella, indica strade, schiude orizzonti». In modo colloquiale gli apostoli parlano della propria vita accanto al Maestro, cercando di capire le motivazioni dei discorsi e dei gesti di Gesù ma anche il perché delle proprie reazioni, atteggiamenti e scelte. Lo stile coinvolgente, un linguaggio immediato e un contenuto vicino al vissuto quotidiano dei giovani favoriscono un’esperienza diretta ed empatica del mondo interiore degli apostoli, incoraggiano un’identificazione del lettore nei vari personaggi, sollecitano a quel «di più», presente in ogni cuore giovane.
punti forti
Linguaggio fresco: frasi brevi, incisive, coinvolgenti.
Contenuto catechetico-vocazionale.
Citazioni bibliche e riproposta di alcune frasi del testo precedente per approfondire la conoscenza di ogni apostolo. Possibile riespressione creativa attraverso la drammatizzazione.
Testo utile per incontri di catechesi, campi-scuola, riflessione personale.
destinatari
Adolescenti e giovani.
Animatori ed educatori che cercano linguaggi per parlare di Dio ai giovani.
autrice
Maria Rosaria de Ninno è una Figlia di Maria Ausiliatrice, laureata in Scienze dell’Educazione con specializzazione nell’ambito della catechetica. Ha collaborato alla stesura di testi per le scuole elementari quale responsabile del settore storico. Si è occupata della formazione degli educatori tramite incontri, conferenze, organizzazione di corsi e convegni nell’ambito della pastorale, e ha prestato servizio all’USMI nazionale in qualità di responsabile dei settori catechetico ed ecumenico. Attualmente vive a Subiaco, nella casa di preghiera «San Biagio»: tiene incontri di Lectio divina, insegna Sacra Scrittura nella scuola di teologia per laici della diocesi di Tivoli (sede di Subiaco), scrive icone e organizza esperienze di preghiera contemplativa, partendo dalla scrittura dell’icona.