Il testo affronta diverse tematiche che devono far riflettere su come certe argomentazioni tendono a porre in essere un modo per "valutare" alcuni strumenti di valutazione, che in qualche modo dovrebbero essere efficaci a dare una attenta lettura all'azioni sociali che predominano la scena dell'azione. Sono ancora irrisolti i temi sull'immigrazione, sul tabagismo, sui modelli di consumi, sul suicidio, sulle violenze familiari e sui bisogni in famiglia; sul tema dei giovani secondo la visione sturziana, ma anche cosa sono le terapie che muovono per il benessere relazionale; e perché no passare da Pelto a Simmel secondo un'argomentazione che tenta di mettere d'accordo l'annoso problema della teoria e della sperimentazione. Il testo offre così degli spunti che rimandano ancora alle continue ricerche dello scienziato sociale: egli è ancora chiamato alle soluzioni di sempre questioni aperte dello Stato Sociale.
DESCRIZIONE: Paolo Ricca ci invita a fare quello che ogni essere pensante dovrebbe avere interesse a fare: liberarci dai cliché e dai pregiudizi. Nel caso di Calvino il primo, e più ingombrante, è quello dello spietato e freddo riformatore, uccisore del mite e ottimo Serveto. Va detto che – lo testimoniano le biografie e le sue parole – anche Calvino era mansueto e tenero negli affetti, desideroso di pace e di concordia. Questo non lo assolve certo dall’aver assecondato (non eseguito) la condanna al rogo di Serveto. Ma una volta di più dovrebbe rendere a noi più problematico il nodo che si ripresenta in tutta la cristianità – come in tutte le “fedi”, religiose o meno – del nesso tra la certezza del bene e la possibilità dell’errore.
In secondo luogo, se cerchiamo di esercitare “critica” invece di “pre-giudizio”, forse arriveremo a capire che anche la dottrina della predestinazione, inconcepibile, se assunta in maniera schematica da noi, figli della postmodernità, se invece considerata dialetticamente ci può aiutare a rimettere a fuoco, quanto meno, il dramma del rapporto tra destino e libertà, e, biblicamente, il dramma del conflitto tra la volontà di Dio e la decisione che spetta a ogni singola creatura.
Paolo Ricca ci esorta a prendere in considerazione, nel proporci di conoscere Calvino, la vera posta in gioco della Riforma: una ricerca intorno alla “verità”.
(Gabriella Caramore)
COMMENTO: Il pensiero di Giovanni Calvino nella lettura chiara e partecipata del massimo storico protestante italiano. La teologia, la dottrina della predestinazione, le vicende della Riforma, l'attualità.
BENEDETTO CARUCCI VITERBI è docente emerito di Storia della Chiesa presso la Facoltà Valdese di teologia a Roma. Per l’editrice Claudiana cura le Opere scelte di Martin Lutero. Presso la Morcelliana ha pubblicato: Le dieci parole di Dio. Le Tavole della libertà e dell’amore (20012); Il pane e il Regno. Commento al Padre nostro (2001); Evangelo di Giovanni (2005).
Un testo per chi ha bisogno di tenerezza, per chi invoca misericordia e chiede tutto questo a Dio, sapendo di riceverlo in dono per le mani di Maria, madre di Gesù e madre nostra. Si intrecciano le braccia della mamma e del suo bambino; si intrecciano le braccia delle persone innamorate; si intrecciano le mani del credente davanti a Dio e davanti al suo Mistero. Si intrecciano anche le pagine di questo libro, quando si sfogliano con l'umile pretesa di penetrare qualcosa del grande mistero della tenerezza e della misericordia, per esprimerlo con semplici parole e con immagini piene di luce.
A cent'anni dalla nascita di Tullio Vinay, la figlia Paola ne ripercorre la vita e la straordinaria vicenda dell'impegno, insieme religioso e sociale, a favore degli oppressi e dei perseguitati.
Fondatore del Centro ecumenico Agàpe nelle Valli valdesi del Piemonte e del Servizio Cristiano di Riesi, nel cuore di una Sicilia gravata da pesanti servitù sociali e culturali, strenuo difensore dei prigionieri politici nel Sud Vietnam, senatore della Repubblica da indipendente di sinistra, nel 1981 Vinay ricevette l'onorificenza di "Giusto delle Nazioni" dallo Stato di Israele per aver salvato numerosi ebrei dalla deportazione.
La biografia di Tullio Vinay scritta da sua figlia Paola rende giustizia a un personaggio essenziale nella storia del nostro paese lungo il Novecento.
Nella grandiosità monumentale e storica di Roma molti sono i riferimenti che hanno un valore simbolico per l'Urbe; ma un posto di privilegio in tal senso spetta proprio a Castel Sant'Angelo, carico di storia e pieno di un misterioso fascino che attrae in maniera particolare. Nato come luogo di religiosità e di silenzio, ha continuato nei secoli ad essere teatro di avvenimenti importanti per la storia di Roma e del Papato; ma è stato alla fine del XV secolo, nella logica della cultura rinascimentale di esaltare l'immagine come strumento di comunicazione, che Castel Sant'Angelo ha avuto i maggiori interventi di ricostruzione tale da divenire, vicino e contrapposto alla basilica di San Pietro principale riferimento della spiritualità della Chiesa di Roma, l'antitetico riferimento, e non solo teorico, del potere temporale del papa re. È proprio in tal senso dei monumenti di Roma è stato tra quelli più frequentemente illustrati, sia nella pittura che nelle stampe, fornendo anche una ricca ed animata documentazione storica di alcuni aspetti della vita dei romani in quella zona. Questa riedizione del volume sue stampe" esce arricchita con un'aggiunta di altre trentasei stampe, oltre in appendice una descrizione di più di quaranta stampe, tra cui alcune importanti, non facenti parte della collezione, al fine di fornire una base informativa più completa dell'iconografia stampata di Castel Sant'Angelo.
Questo testo è innanzitutto un manuale introduttivo alla psicologia generale, la disciplina che studia le relazioni dell'uomo con se stesso e con l'ambiente - fisico e sociale - che lo circonda; ma è anche qualcosa di più. Tutti i temi classici della psicologia vengono qui proposti e analizzati dal punto di vista delle interazioni tra l'individuo, inteso come funzione psicologica e struttura/funzione biologica, e il suo ambiente strutturale e funzionale. L'impostazione che sottende la trattazione è quella che contraddistingue il metodo di studio delle scienze naturali, opportunamente declinata in modo da adattarsi a una materia tanto sfuggente e complessa come il comportamento umano, inteso non già come banale azione/movimento ma come insieme di funzioni cognitive, emotive e (anche) motorie. Il volume si rivolge dunque a quanti in particolare studenti e giovani studiosi - si accostano alla psicologia per comprendere meglio l'uomo e le sue relazioni.
A metà fra biografia all’americana e analisi sociopolitica, Guzzanti vs Berlusconi
mostra l’uomo pubblico e quello privato, ne mette in luce la naïveté popolaresca,
l’indole rampante e sfrontata, ne coglie i vizi, i tic e le idiosincrasie, fino a far
emergere gli istinti, la mentalità e le idee che hanno orientato e trasformato
profondamente la società italiana dell’ultimo quindicennio.
Chi è davvero Silvio Berlusconi? “L’uomo del fare”, come si autodefinisce, “l’uomo dei miracoli”, come viene descritto dagli adoratori, oppure il male in persona, come sostengono gli antiberlusconiani duri e puri? Per decidere da che parte stare, senza fingere di non stare da nessuna parte, ecco una biografia del Cavaliere per nulla compiacente, anzi dissacrante e a tratti feroce, ma senza la solita litania di accuse.
Paolo Guzzanti, uomo di grandi passioni, è una delle menti più lucide e anticonformiste del giornalismo italiano. Tutti sanno del suo “innamoramento” per il Cavaliere, nel quale ha creduto invano di riconoscere il possibile leader di una rivoluzione liberale italiana. Già in tempi non sospetti il giornalista aveva denunciato la progressiva ibernazione del Parlamento, la mancanza di democrazia interna al partito e la selezione del personale politico secondo criteri di sex appeal.
Uscito dall’orbita del Cavaliere, Guzzanti ne restituisce un ritratto molto ravvicinato, personale e indiscreto, e ripercorre anche la sua storia familiare attraverso due lunghe interviste esclusive, entrambe inedite, a Berlusconi e alla madre Rosa.
Due testimonianze che rivelano una personalità che non ha mai sopportato “lacci e lacciuoli”, che si trattasse di soci, partner o superiori, o delle istituzioni con le loro regole.
La “storia italiana” del Cavaliere mostra anche un popolo pericolosamente diviso fra le due sindromi del berlusconismo e dell’antiberlusconismo, in uno stato di guerra civile mentale e permanente.
L’“autobiografia” di Berlusconi si apre con un Silvio enfant prodige, capace di fare miracoli fin da bambino, quando mungeva le vacche per sostenere la famiglia durante la guerra, e prosegue con l’episodio in cui, già adulto e a capo di varie società, ricevette un sonoro ceffone dalla madre. Poi il Milan, naturalmente, e il «Giornale» di Montanelli, passando per l’inossidabile amicizia con Confalonieri, fino all’ascesa come costruttore e il “miracolo urbanistico” di Milano 2. Notevole l’aneddoto del giovane Berlusconi, studente a Parigi, che si esibisce nei locali notturni e convive con una stripteseause, finché il padre Luigi non va a riprenderselo. La lunga intervista inedita è dunque il fil rouge di questo irriverente libro, che analizza la fenomenologia del Cavaliere dalla nascita del Biscione alla “guerra di Segrate”, passando per la discesa in campo e le molteplici grane giudiziarie, senza rinunciare a un doveroso excursus sulla mignottocrazia (termine coniato proprio da Guzzanti).
Paolo Guzzanti (Roma, 1940) è giornalista professionista, scrittore, conduttore televisivo e senatore. È stato inviato dell’«Avanti!», redattore capo e inviato speciale di «Repubblica», e della «Stampa» negli Stati Uniti. Ha lavorato al «Giornale» ed è stato editorialista di «Panorama». Eletto al Senato, ha presieduto dal 2002 al 2006 la Commissione d’inchiesta sul dossier Mitrokhin. Da questa esperienza è nato il libro-denuncia Il mio agente Sasha, uscito per Aliberti nel maggio 2009. Tra le sue pubblicazioni, I presidenti della Repubblica da De Nicola a Cossiga (Laterza, 1992), L’Italia del 2000 (La Stampa, 1996), Ustica, verità svelata (Bietti, 1999), Abbasso la dieta mediterranea (Aliberti, 2009).