
Girolamo Cardano (1501-1576) fu un personaggio poliedrico: medico, filosofo, matematico, letterato, oltre che astrologo apprezzato. Il libro di Grafton ne analizza la carriera, dall'elaborazione dei primi pronostici al raggiungimento della fama e dell'autorevolezza.
Il volume si rivolge in primo luogo agli studenti universitari dei corsi di base, a cui solitamente vengono consigliati manuali di liceo (quelli "universitari" sono troppo complessi rispetto alle esigenze dei corsi attuali soprattutto per il triennio, dopo il varo della riforma), ma può essere apprezzato anche dagli appassionati della materia.
Dalle grandi rivoluzioni di fine Settecento alla Prima Guerra mondiale: è la periodizzazione di questo volume pensato esplicitamente per la didattica universitaria. Una periodizzazione che vede l'Ottocento come un "secolo lungo" - dalla rivoluzione americana ai primi anni del secolo - e che è non solo largamente invalsa a livello storiografico, ma anche consacrata dai programmi scolastici e fatta propria dai nuovi ordinamenti universitari e dalla logica modulare che li contraddistingue.
Il terrore si diffonde per mano di un innocuo postino: le lettere all'antrace hanno scatenato la psicosi da attacco biochimico. Ma virus, batteri e tossine non costituiscono l'unica minaccia. Sfogliando il catalogo del terrore, troviamo altri composti chimici: dal famoso Agente Orange, il defoliante usato dagli americani nella guerra del Vietnam, fino al gas Sarin che procurò 20 morti nella metropolitana di Tokyo. La scienza ha un doppio volto: un libro per capire e informarsi.
"Nell'odierna storiografia artistica si tende a sorvolare sull'idea di progresso. È un'idea che abbiamo superato, insieme a quella di decadenza. Qualunque universitario al primo anno sa già che Michelangelo non vale più di Giotto, bensì è soltanto diverso. Io sono della stessa opinione, ma mi sembra valga la pena isolare le diverse concezioni dell'idea di progresso che hanno prodotto una certa confusione nel linguaggio." (E. H. Gombrich)
Tredici specialisti fanno rivivere la Roma moderna, tra i primi del Seicento e la metà dell'Ottocento, analizzando le istituzioni, l'amministrazione della giustizia, le sorti della corte pontificia, lo sviluppo dell'arte, dell'architettura e della scienza.
Grazie alla sua conversione all'Islam, l'ex tiranno ugandese Idi Amin Dada vive in esilio in Arabia Saudita. Non si pente del suo passato. Anzi, continua a occuparsi di oscure guerre africane. Prima di morire povero in una dimora diroccata, l'ex imperatore del Centrafrica, Jean-Bédel Bokassa, si proclama il tredicesimo apostolo della Chiesa e parla dei suoi incontri segreti con il Papa. Il colonnello Menghistu difende la campagna del Terrore Rosso che sconvolse la sua Etiopia. La vedova Hoxha giustifica mezzo secolo di isolazionismo dell'Albania stalinista e maoista guidata dal marito Enver. Idi Amin, Bokassa, Menghistu, Hoxha, Duvalier, Jaruzelski, Milosevic: cosa è successo ai grandi dittatori della storia contemporanea?
Isotta nasconde il proprio amore per Tristano con una bugia e sfugge così alla condanna per adulterio. È il punto di partenza per un appassionante viaggio all'interno della mente e del costume medievale. Attraverso il linguaggio delle immagini tipiche dell'età medievale (la vita come libro o come teatro, il mondo naturale come 'macchina', la società come organismo corporeo) si può risalire ai modi di vivere e di pensare del tempo: l'amore, la donna, il peccato, il corpo, il potere, la giustizia, la religione. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri insegna Storia della filosofia medievale nell'Università degli Studi di Milano.
Dal racconto di chi l'ha conosciuto da vicino, dalle carte degli archivi storici, dalla memoria della famiglia, risorge la figura di uno dei gerarchi più chiacchierati ma meno conosciuti del regime fascista: le origini, l'incontro con Mussolini, l'ascesa del Partito nazionale fascista, la guerra dei dossier, la guerra in Etiopia, la disgrazia politica, l'isolamento e infine la morte che seppe affrontare con coraggio e dignità.
Tra settembre del 1943 e la primavera del 1945, nei territori della Venezia Giulia occupati dal Movimento Popolare di Liberazione Jugoslavo del maresciallo Tito, migliaia di uomini e donne scomparvero nelle foibe, le cavità naturali che si aprono nel Carso. "Infoibati": in questo termine sono racchiusi la memoria degli scomparsi e l'orrore di una tragedia della quale, a distanza di decenni, è ancora impossibile tracciare un bilancio definitivo, anche se furono più di 5.000 le persone deportate che non fecero ritorno. Con documenti di fonte jugoslava, inglese e italiana, con fotografie e testimonianze dirette di parenti e sopravvissuti, vengono ricomposti i tasselli di questa tragedia nazionale che per decenni è stata dimenticata e rimossa. Il contesto storico, i rapporti tra comunisti italiani e slavi, le uccisioni e gli infoibamenti dal 1943 in poi, i ritrovamenti del periodo bellico e del dopoguerra, i silenzi di Stato: un lavoro di ricerca senza precedenti che ricostruisce una pagina oscura della nostra storia e che, senza pregiudizi ideologici, ridà voce alle vittime delle foibe.