
Un trentennio di profondi rivolgimenti quello testimoniato nell'ultimo volume dell'Atlante del ventesimo secolo. Il colpo di Stato in Cile, la sconfitta americana in Vietnam, lo scandalo del Watergate e le dimissioni del presidente Nixon. In Europa, mentre la Spagna torna alla democrazia, l'Italia vive l'incubo del terrorismo. Dal 1978 la Chiesa cattolica guidata da Giovanni Paolo II, il polacco Karol Wojtyla, svolge un ruolo decisivo nella politica mondiale favorendo la crisi del mondo comunista. Nel 1979 la rivoluzione khomeinista in Iran cambia gli assetti in una delle regioni più conflittuali del pianeta, nel 1989 crolla il muro di Berlino, agli inizi degli anni Novanta gli scandali di Tangentopoli delegittimano la classe politica italiana e consentono l'affermarsi di Berlusconi, figura dominante della Seconda repubblica.
Giuseppe Mazzini, il maestro, Felice Orsini, il terrorista, Carlo Pisacane, il terrone: il Risorgimento, i furori, gli arresti, i sogni, i tradimenti, le bombe, le amicizie di un'avventura rivoluzionaria.
Il tempo dei forti sentimenti, degli ideali certi, dei sicuri orizzonti da raggiungere entra nell'ultimo decennio dell'Ottocento nello spazio inedito e difficile di una modernità improvvisa. Il passaggio al secolo successivo non sarà una pacifica transizione, ma il tramonto di un'epoca di cui il Novecento e il 'novecentismo' si approprieranno totalmente. Grazie alla tecnica, alla scienza, alla filosofia, ai più liberi comportamenti individuali e collettivi. In Italia come in Europa. In "Notturno italiano" Lucio Villari suggerisce una lettura attenta di vent'anni della nostra storia, trascurati e soffocati da eventi, idee, miti precedenti e successivi e che invece sono all'origine di una modernità energica e inarrestabile, della vitalità della materia e della spiritualità del corpo, del turbamento del futuro, del rifiuto della subordinazione economica e sociale, di una diversa percezione dell'incanto e del disincanto, fino alle ombre di una guerra che fu l'ultima estate dell'Europa. Il 'notturno' è qui evocazione di atmosfere e di sentimenti inediti e attuali.
22 febbraio 1861 "Oggi Sua Santità ha fatto chiamare l'abate dandogli l'incarico di raggiungere Torino per sondare gli umori e i progetti del Conte di Cavour rispetto al ruolo che s'intende assegnare alla Chiesa nel prossimo assetto dell'Italia. Una mossa tale da suscitare l'irritazione del Segretario di Stato Giacomo Antonelli, che ne era ignaro. Appena un'ora dopo è stata diffusa una smentita, ispirata dalle alte sfere vaticane. Vi si contraddice 'la voce' che la Santa Sede stia segretamente trattando con il governo piemontese." 2 marzo 1861 "Nel ricordo dell'assedio di Gaeta, che sta diventando un mito benché dolente (e perciò, forse, più suggestivo), domina la figura della Regina, Maria Sofia - Pussi, nel soprannome domestico. È l'adolescente sconfitta, la moglie mitteleuropea di un Re forse esageratamente tacciato di ignavia; privo comunque dell'ascendente che deriva alla consorte dall'essere figlia di un'arciduchessa d'Austria, e di annoverare fra le sorelle maggiori quella Elisabetta, detta Sissi, che è andata sposa all'imperatore Francesco Giuseppe. Con molta più pertinacia di suo marito, Pussi rischia ormai di diventare l'incarnazione di ogni legittimismo. I meglio informati parlano di un'iniziativa in atto a Parigi: nel sobborgo di Saint-Germain un gruppo di dame influenti raccoglie fondi per inviare un dono alla ex sovrana di Napoli. Si tratta di un cofanetto che porterà incise in rilievo sui quattro lati, le scene principali dell'assedio di Gaeta."...
Il 9 giugno del 53 a.C, sulla pianura di Carre nell'Alta Mesopotamia, un esercito di cavalieri venuti dall'Iran e dall'Asia centrale sbaraglia un'armata di oltre cinquantamila uomini, inviati da Roma a conquistare l'impero rivale dei Parti. Oltre metà dei legionari trovano la morte sul campo, molti altri sono presi prigionieri e deportati, e quel che è peggio i nemici si impossessano delle insegne militari, estremo disonore per anni nella coscienza collettiva romana. Il generale, Marco Licinio Crasso, è massacrato poco dopo la battaglia, e il suo cadavere oltraggiato rimane insepolto. Lo scontro segna una battuta d'arresto per Roma: la sua avanzata verso la conquista del mondo, ritenuta fino ad allora inarrestabile, è bloccata da un'armata di cui erano state sottovalutate la perizia militare, la forza d'urto e, soprattutto, la capacità di resistere al temibile dispositivo della legione.
Nell'arco di cinque anni, fra il 1969 e il 1974, in Italia si sono contati 4.000 attentati e sei stragi: in piazza Fontana, a Milano, nella sede della Banca dell'Agricoltura (12 dicembre 1969), sulla Freccia del Sud presso Gioia Tauro (22 luglio 1970), a Peteano (31 maggio 1972), alla questura di Milano (17 maggio 1973), in piazza della Loggia a Brescia (28 maggio 1974) e infine sul treno Itali-cus (4 agosto 1974). Il bilancio è stato di 50 morti e di circa 2.700 feriti. Tanti i fatti e gli elementi anomali e inquietanti: ripetuti errori nella conduzione delle indagini, rivalità fra forze dell'ordine e apparati dello stato, l'azione dei servizi segreti, l'esistenza di piani di difesa in caso di invasione, l'intervento della criminalità organizzata. Su questo complicatissimo intreccio si è poi innestata la teoria della cosiddetta strategia della tensione. A districare questa matassa, ancora così delicata e scottante, si è dedicato Massimiliano Griner con un lungo lavoro di raccolta e studio delle sentenze, di scavo negli archivi e di rigorosa rilettura delle testimonianze dei protagonisti. L'analisi di Griner ha soprattutto cercato di eliminare le false piste e le deviazioni, le leggende e i miti, per raccontare i fatti e, quando non era possibile appurarli, per proporne la ricostruzione più verosimile e ragionevole. Questo libro è dedicato a chi ha vissuto quelle tragedie, ma soprattutto a quanti ancora vogliono capire.
Questo libro narra la storia del figlio di Napoleone Bonaparte e della sua seconda moglie, Maria Luisa d'Austria. Nato nella porpora il 20 marzo 1811 e destinato a essere l'erede e il continuatore del padre, il piccolo Napoleone II diventa invece, all'età di soli tre anni, ostaggio delle potenze ostili alla Francia. Con la caduta dell'impero napoleonico infatti, viene condotto dalla madre in Austria, alla corte del nonno Francesco I Imperatore, e lì abbandonato, sacrificato alla "ragion di stato" e costretto a una forzata germanizzazione. Un destino doloroso lo attende, perché il bambino non rivedrà mai più il padre, oramai esule a Sant'Elena, né potrà, una volta cresciuto, regnare. Una vicenda che si apre con grandi aspettative e prosegue con tremende disillusioni, nella quale il re di Roma (che sarà anche noto nella storia come Aiglon) è solo uno strumento di forze molto maggiori della sua, a cui deve costantemente piegarsi, sino a morire a soli ventun'anni di tisi. Alessandra Necci ricostruisce questa storia con una precisione al tempo stesso fedele e appassionata mettendo in evidenza le difficoltà incontrate nel percorso di vita di un bambino, e del suo complesso rapporto con i genitori, ma soprattutto le leggi spietate che regolano la politica, di fronte alla quale la vita dei singoli esseri umani conta poco o nulla.
La guerra partigiana in Jugoslavia, combattuta tra 1941 e 1945, viene raccontata in questo volume dal punto di vista di chi la visse da protagonista. È il diario di Milovan Djilas, figura chiave del movimento di Liberazione e della scena politica jugoslava nel secondo dopoguerra. L'autore rievoca con grande efficacia eventi di alta drammaticità, approfondendone la lettura con un sapiente lavoro di introspezione psicologica unito a una lucida analisi politica.
Nell'incessante lotta per la supremazia aerea durante la Grande Guerra, due tipi di velivoli furono in prima linea. Il Sopwith Camel, un biplano, e il triplano Fokker Dr I, entrambi caccia con motore rotativo, benché relativamente lenti per l'epoca, furono considerati le macchine più manovrabili prodotte durante il conflitto, oltre che gli antagonisti ideali nel combattimento serrato a distanza ravvicinata e ad armi pari. Nel libro, Jon Guttman ripercorre l'affascinante vicenda del progetto e dello sviluppo di questi nemici mortali. Resoconti di prima mano e illustrazioni particolareggiate della visuale dall'abitacolo si traducono in un'appassionante ricostruzione dell'esperienza dei piloti nei primi duelli aerei della storia, contribuendo alla comprensione dei loro successi e delle loro sconfitte.
All'inizio di "Cultura e rivoluzione industriale" Williams mette in evidenza come tra la metà e la fine del Settecento sia cambiato il significato di alcune parole chiave: 'industria', 'democrazia', 'arte', 'cultura'. La prima, dal senso precedente di 'abilità', diviene un termine collettivo per significare le istituzioni produttive. La seconda abbandona la sua collocazione letteraria echeggiante l'antica Grecia, per introdursi nel vocabolario politico. 'Arte' cambia di significato, e da abilità professionale diviene una capacità legata alla produzione creativa. 'Cultura', da 'cura dello sviluppo naturale' diviene 'cultura' tout court.
Da diversi anni un gruppo di studiosi ha avviato un'indagine sul rapporto fra i linguaggi, intesi come sistemi di comunicazione fra gli individui, la storia delle idee e le pratiche culturali nell'età moderna. Questo progetto si è posto l'obiettivo di comprendere in che modo i diversi contesti culturali hanno potuto condizionare le forme di comunicazione verbale e non verbale, creando infine linguaggi tipici di un'epoca o di un determinato ambito sociale. L'attenzione si è concentrata sulla cultura europea della seconda metà del XVIII secolo nel momento in cui è stato possibile individuare nell'opera di Filangieri il laboratorio per la nascita di una modernità espressa anche nel rinnovamento del lessico comune europeo. La consapevolezza che il linguaggio del tardo Illuminismo non è costituito solo da parole e da concetti ma anche da segni linguistici più antichi, ha spinto anche l'attenzione verso lo studio di simboli i cui significati vennero ripresi e rielaborati nell'età dei Lumi per essere infine consegnati al Romanticismo e alla cultura contemporanea.