
L'universo di Roma antica sfugge a una decifrazione immediata. Il patrimonio sterminato di architetture, sculture, pitture e arti minori è letto spesso come un insieme di capolavori isolati, mirabilia estrapolati da ogni contesto. Andrea Carandini - uno dei massimi archeologi contemporanei, artefice di quello straordinario tour de force erudito e intellettuale che è "L'Atlante di Roma antica" - tenta in questo libro un esperimento singolare: consegnarci una lettura organica dell'Urbe durante un periodo capitale della sua storia, quello dell'ascesa al potere e del lunghissimo principato di Ottaviano Augusto, attraverso il racconto di 100 monumenti giunti come rovine fino a noi. Edifici amministrativi, luoghi di culto, infrastrutture, costruzioni commerciali, spazi per lo spettacolo, monumenti onorari, abitazioni private e aree funerarie - l'intero programma urbano del princeps - sono illustrati da immagini e testi illuminanti che formano una guida della Roma augustea tra il 44 a.C. e il 14 d.C. Centro simbolico, oltre che fisico, di questo itinerario è la domus Augusti, lo straordinario complesso architettonico palatino e primo "palazzo" da cui il principe governava il mondo. Idee, fantasie, forme artistiche e azioni politiche sono, per Carandini, inseparabili dal luogo in cui sono state concepite e attuate. È cosi che dalla descrizione minuziosa della prima residenza imperiale emerge prodigiosamente un inedito ritratto del suo inventore e abitante.
Chi uccise Mussolini? Dove finì l'oro di Dongo? Quante persone furono vittime della strage avvenuta per nascondere furti e altre azioni delittuose? Roberto Festorazzi indaga su tali questioni da 30 anni e si è fatta largo in lui una convinzione, a proposito della morte del dittatore: e cioè che la versione ufficiale dell'esecuzione, per quanto non del tutto convincente, rappresenti comunque un punto fermo dal quale è difficile, se non impossibile, prescindere; e che, viceversa, le versioni antagoniste rendano ancora più lontano e complicato l'accertamento di una verità definitiva. Questo libro contiene anche molte novità: ad esempio il reale ruolo avuto da Cadorna nella decisione di sopprimere il Duce, una testimonianza pure inedita sulle ultime ore di Graziani a Como e una dettagliata ricostruzione sulla presenza incombente, infiltrante e decisiva degli Alleati. Inoltre, di grande interesse è un'articolata testimonianza del figlio del leader comunista Luigi Longo. Una sezione iconografica include una selezione di immagini storiche, e di fotografie contemporanee, tale da formare un vero e proprio percorso "visivo" alla scoperta dei luoghi in cui si consumò la fine del Duce.
Rivisitare la missione e l'opera di alcuni Cappellani Militari - 210 per la precisione - attraverso le relazioni-testimonianze inviate al Vescovo di Campo mons. Angelo Bartolomasi al termine della Grande Guerra, è un atto di amore e un'opportunità di omaggio. Facciamo così memoria di tutti i sacerdoti, Cappellani Militari e Pretisoldati, che offrirono la vita sul campo, in trincea, accanto ai soldati impegnati in duri e aspri combattimenti: in particolare ricordiamo i 93 Cappellani Militari caduti. Martiri e testimoni di una carità senza confini: 3 Medaglie d'Oro; 137 Medaglie d'Argento; 299 Medaglie di Bronzo; 94 Croci al V.M. Un atto di fraterna solidarietà ricordare l'impegno, per tutto l'arco della guerra, dei 2048 Cappellani (e dei circa 500 Aiuto- Cappellani). Né vanno dimenticati i circa 20.000 Preti-soldati e Chierici mobilitati, non tutti in cura d'anime, impiegati, la maggior parte, nelle Sezioni di Sanità.
Questa miscellanea (in inglese), in onore della studiosa Leah Di Segni dell'Università ebraica di Gerusalemme, tocca i principali campi di interesse e di ricerca nei quali la stessa ha lavorato in quarant'anni di attività e legati soprattutto all'epigrafia classica, all'archeologia e alle antichità cristiane.
Si raccolgono qui i risultati della seconda fase del progetto di ricerca di interesse nazionale dedicato alla costruzione dell'atlante storico dell'istruzione negli stati italiani dall'età delle riforme fino alle soglie dell'unità nazionale, che sono stati presentati al convegno "Per un atlante storico dell'istruzione maschile e femminile in Italia tra '700 e '8002 (Perugia, 28-31 maggio 2008), e si compie così un ulteriore passo nell'avanzamento dei lavori. Al volume dei saggi è allegato il tomo della cartografia, che raccoglie ottantuno nuove carte storiche, che si affiancano alle precedenti quarantasette, e che forniscono così i primi elementi iconografici omogenei di comparazione tra le diverse realtà politiche studiate.
Giuseppe Gullino, ordinario di Storia moderna, presso l'Università di Padova, ci guida nell'affascinante viaggio della Repubblica Veneta, rivelandoci fatti e personaggi di ieri sorprendentemente vivi e attuali. Le invasioni longobarde, franchi e bizantini, la leggenda di san Marco, le Crociate, le Repubbliche marinare, Marco Polo, i dogi e i papi, la peste, Galileo e Paolo Sarpi, e, sul finire, Casanova e Napoleone seguiti dal feldmaresciallo Radetzky e sulla scena rimane, intramontabile, il faro della Serenissima.
Questo studio ripercorre i tratti salienti del fascismo e presenta ai lettori gli snodi più interessanti, quali ad esempio le diverse posizioni sulla presa del potere, la svolta totalitaria o la questione razziale. Ampio spazio è lasciato alla parte documentaria, costituita da discorsi, programmi di governo e regole di partito, interventi ufficiali o note interne.
Quali sono stati i percorsi e le aporie del "fare" gli italiani fra età liberale, fascismo e repubblica? Un integrativo declinato in questo saggio tracciando due itinerari, solo apparentemente divergenti. Da un lato, i dibattiti e gli argomenti di una pedagogia nazionale di natura antipolitica, antiparlamentare e antiburocratica, alla ricerca di altre "agenzie", oltre allo Stato, meglio adeguate alla pedagogia nazionale rispetto alle istituzioni scolastiche. La scuola stessa poteva meglio assolvere al suo ufficio educativo se praticava un'antipedagogia del vitalismo e della spontaneità. D'altro canto, la riflessione sugli strumenti di selezione e formazione delle classi dirigenti, propria del discorso sull'istruzione superiore, identifica un preciso compito dello Stato.
Uno racconto che l'autore ha tratto dalla viva voce dello zio Salvino, un contadino che la grande guerra strappa alla famiglia e alla campagna per portarlo al fronte ed esporlo alla fame, al freddo, alla paura, alla morte, in una quotidiana lotta per la sopravvivenza. Un vivo affresco dell'Italia contadina tra secondo Ottocento e primi decenni del Novecento.

