
Pietro Stella fu un maestro nel senso più nobile del termine. Questo volume è una riflessione su temi a lui congeniali, in cui ha impresso un’impronta storiografica decisiva.
La sua prima lezione, come mostra Maria Lupi (Università degli Studi Roma Tre), è costituita da un singolare itinerario scientifico e da una personalissima metodologia. Egli ha costruito i suoi contributi scientifici a partire dall’analisi di una miriade di opere a stampa e da una vastissima documentazione archivistica. La sua ricerca ha dato ampio spazio alla produzione del libro religioso. Il saggio di Roberto Rusconi (Università degli Studi Roma Tre) ne illustra la rilevanza: la letteratura biblica, patristica, teologica, morale, devozionale, catechetica, manualistica e trattatistica, colta e popolare, ha costituito la fonte delle sue ricerche. Secondo ambito privilegiato è stato lo studio del giansenismo italiano. Paola Vismara (Università degli Studi di Milano) inserisce il suo lavoro nella vasta saggistica italiana e straniera, sottolineandone le caratteristiche, gli apporti originali e l’incisività. Il terzo importante campo di ricerca è la figura e l’opera di don Bosco, di cui Stella fu biografo innovativo. Aldo Giraudo (Università Pontificia Salesiana) ripercorre le tappe di tale itinerario storiografico, intrecciato strettamente con la sua vocazione di religioso salesiano. Altro tema favorito, quello del clero in età moderna e contemporanea, è illustrato da Mario Rosa (Scuola Normale Superiore di Pisa), che dimostra come esso sia propedeutico agli altri argomenti preferiti dall’autore.
Completano la trattazione i contributi di allievi e amici, che rievocano scambi di opinioni e sinergie scientifiche, come Marina Caffiero (Sapienza Università di Roma), o la collaborazione in ambito accademico, feconda di preziosi insegnamenti, come Giovanna Da Molin (Università degli Studi di Bari) e Mario Tosti (Università degli Studi di Perugia).
Nelle conclusioni, Daniele Menozzi (Scuola Normale Superiore di Pisa), aiuta a leggere in modo unitario i saggi presentati, dando un ulteriore contributo alla riflessione sullo spessore dell’eredità storiografica di Pietro Stella.
In appendice viene pubblicata la trascrizione di una lezione che il professor Stella ha tenuto nella Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana, a pochi mesi dalla scomparsa, in cui ripercorre il suo itinerario di studioso. Conclude il volume la sua bibliografia aggiornata, con le numerose recensioni pubblicate in riviste italiane e straniere.
È il racconto della vita quotidiana, del lavoro, dei viaggi, degli incontri e dei momenti più difficili e toccanti in un mondo devastato dalla guerra, diviso tra la voglia di democrazia e il ritorno dei Talebani, sospeso tra modernità e integralismo, segnato da bombe, attentati e da un conflitto che non è mai cessato. Il diario di Marco Henry narra l'anno di un civile italiano tra eserciti militari di differenti nazioni, a volte sopraffatto dalla paura e dalle forti emozioni che si possono vivere in un teatro di guerra. Un luogo in cui le precauzioni non sembrano mai sufficienti. In cui il rischio e la fortuna sono alleati con cui scendere a patti. Marco ha un compito, e intende portarlo a termine nel miglior modo possibile: deve occuparsi dei rifornimenti per i 2200 militari italiani che si trovano tra Kabul e Herat. Non si tratta dell'epopea di un eroe, ma delle gesta di un uomo che compie con grande professionalità il proprio lavoro, e che in queste pagine ricostruisce la realtà di una guerra senza fine.
Una serie di avvincenti viaggi nel tempo per essere protagonisti di quei momenti che hanno fatto la storia di Roma e del mondo intero: immaginate di assistere in prima persona all’omicidio di Giulio Cesare, o di passeggiare tra i vicoli di Trastevere nel Medioevo, o ancora di stare a fianco dei nostri avi nelle sommosse popolari del Risorgimento, durante gli assedi stranieri, oppure stretti nel buio di un rifugio antiaereo mentre tuonano le bombe su Trastevere. Percepirete l’angoscia dei rastrellamenti nazisti, per poi ritrovarvi, spensierati, a partecipare ai giochi olimpici di Roma, al carnevale romano o a goliardiche serate all’osteria nell’Ottocento. Sarete viaggiatori di tutti i tempi, vi unirete all’autore fino a incrociare lo sguardo di Romolo, ammirare le movenze degli imperatori in corteo trionfale, la regalità dei papi e la nascita dei capolavori dell’arte italiana. Pagina dopo pagina, Roma sarà sempre con voi, così come la gente comune di ogni epoca, a condividere questo meraviglioso viaggio senza tempo, a spasso attraverso la storia. Per rivivere Roma in prima persona: dall’antichità fino ai giorni nostri. Avventure incredibili che, come per magia, faranno immergere il lettore in un mondo lontano
Nell'Italia e nell'Europa della prima metà del Cinquecento, percorse da eserciti in armi, provate da lotte di religione, si svolge la vicenda umana di uno straordinario personaggio: Lorenzino de' Medici. Una vita non lunga, la sua, ma ricca di avventure, nel susseguirsi di avvenimenti che lo vedono protagonista, intento a recitare un suo misterioso copione, sospeso fra l'ironico gioco di una commedia dell'arte e il dramma dalle tinte più fosche. Lorenzino detto Lorenzaccio, il "filosofo", come lo hanno chiamato i fiorentini del suo tempo, quello che "né Cristo né il Diavolo vorranno", come un detto popolare lo ha bollato, vaga di terra in terra, dalla Firenze degli anni di Leone X che lo vede nascere, a Venezia, a Roma, a Costantinopoli, in Francia e ancora a Venezia, dove, raggiunto dai sicari di Firenze, tragicamente si chiude la sua vicenda. Questo libro è la storia di Lorenzino, ma è anche quella di un mondo intero che con lui convive, colto nella sua verità quotidiana come nelle più vaste pieghe della vita politica, nelle sue luci e ombre. L'autore, attratto da molte curiosità, gioca alla riscoperta, alternando pagine storiche ad altre di costume. È in questo clima, fra narrativa e storia, fra divagazioni sociologiche e note di scienza, che Lorenzaccio torna alla ribalta dopo tanti anni di oblio.
Se Roma ha costruito un impero durato oltre due millenni, gran parte del merito va agli uomini che l'hanno fatta crescere e l'hanno resa solida, e quindi alle grandi famiglie e alle gentes cui appartenevano. I Giuli, i Claudi, gli Aureli, i Corneli, gli Emili, i Valeri, i Semproni e tanti altri hanno tenuto nelle loro mani le sorti dell'Urbe, muovendo le trame della sua storia attraverso vincoli di parentela, tradizioni comuni, rituali ancestrali, conflitti e tradimenti. A loro spettavano quasi tutte le massime cariche militari e religiose, nonché le principali decisioni in Senato. Alcune "gentes" sono riuscite a detenere il potere per secoli, lottando spietatamente per la propria sopravvivenza politica, altre si sono estinte presto, ma ciascuna ha una storia che merita di essere raccontata. In questo libro gli autori narrano l'esaltante, spesso mitica, ascesa delle dinastie più importanti e longeve, ricordando le imprese dei loro esponenti più celebri, ma anche il loro declino tra proscrizioni e guerre civili, condanne all'esilio e la costante minaccia dei parvenu. Tra aneddoti e segreti di ogni stirpe, il lettore scoprirà protagonisti famosi o personaggi più in ombra, e ne seguirà le vicende che li hanno visti condottieri, statisti, consoli, imperatori, letterati e perfino santi e papi.
I teoremi matematici interessano solo gli scienziati e le aule universitarie? La risposta di questo libro è: no! E infatti chi leggerà queste pagine si troverà a fare un viaggio appassionante nella storia delle teorie matematiche che hanno cambiato il mondo e che interessano chiunque. Spesso è stata l’esigenza umana di risolvere un problema apparentemente impossibile a dare l’impulso alla formulazione di alcuni dei più celebri teoremi matematici. Altre volte la loro scoperta è stata del tutto casuale o accidentale. La matematica, poi, grazie all’aiuto di altre discipline – la filosofia per prima – è stata in grado di dare un ordine al mondo, così come lo conosciamo, fornendo una spiegazione teorica a tutti i fenomeni che ci circondano. Si può quindi comprendere la bellezza con la teoria dei frattali, misurare la distanza di punti irraggiungibili con il teorema di Talete, o, ancora, calcolare in modo esatto il numero delle perdite riportate dopo una battaglia con il teorema cinese dei resti. Tramite questo libro chiunque lo voglia potrà avvicinarsi a teorie che riteneva distanti e astruse, alle curiosità che le riguardano e alle vite di chi le ha rese note.
«Lo storico non è un fiancheggiatore che solo il suono dei tamburi mette in marcia, ma è in marcia perché pensa: un pensare, il suo, che libera dai dubbi, dalle oscurità dell'azione immediata, intendendone egli nel passato i motivi profondi. [...] La storia non è un artigianato tradizionale, ma un impegno totale di comprensione: una comprensione che parte dalla pienezza di vita e che più ampia e profonda diventa non per l'apporto di nuove tecniche di ricerca, ma per la ricchezza, la complessità, l'urgenza dei problemi che lo Storico avverte e suscita in se stesso. Dunque vivere la vita è la condizione essenziale per vivere la storia. E barbaro o imbarbarito, perché fattasi vuota la sua coscienza, è nel nostro concetto di civiltà chi non è in grado di vivere la storia. L'incontro con la storia è l'occasione per gli uomini di capire se stessi e anche di misurare quanto sono disposti a pagare per capire, serenamente, gli altri uomini». Con uno scritto di Chiara Frugoni.
In un'isola, Tolita, che si trova alla foce del fiume Santiago si conserva la maggiore e piu preziosa quantita di resti archeologici della cultura Tumaco-Tolita (500 a.C.-500 d.C.)
Il ritorno della democrazia in Peru, tra sentimenti di riconciliazione e necessita di giustizia.
La fine del libro cartaceo si avvicina? Qualche anno fa, i primi e-book non facevano certo temere per un'estinzione del sapere stampato; di recente, tuttavia, la tecnologia ha molto migliorato la funzionalità del libro elettronico, rendendolo più maneggevole ed efficace. Alcuni si entusiasmano per le innumerevoli possibilità editoriali che questo cambiamento epocale comporta; altri, invece, evocano scenari apocalittici. Poco meno di seicento anni fa, la comparsa del libro stampato aveva suscitato altrettanti entusiasmi e timori in una società che sino ad allora aveva conosciuto solo la scrittura a mano. A Venezia, città che aveva intensamente vissuto la nascita e gli sviluppi dell'"ars typographica" il rapido propagarsi della stampa aveva rivoluzionato i meccanismi socio-culturali, provocando situazioni contrastanti. Se disponiamo di ampie testimonianze circa le vicende giuridiche e amministrative relative ai primi esperimenti editoriali, documentare le diffidenze e i timori che li avevano accompagnati è invece impresa meno agevole. Qualche interessante testimonianza ci proviene da pochi e frammentari scritti marginali (in genere poesie), stesi talvolta a corredo di opere più importanti e raccolti ora in questa antologia. Grazie a essi, l'euforia e l'ostilità nei confronti della stampa, conosciute soprattutto attraverso cifre e statistiche industriali, trovano anche un'espressione lettetaria.
Carlo Mazzantini è nato a Roma nel 1925. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 si unisce ai superstiti di un battaglione di Camicie nere e combatte sui monti della Valsesia e della Val d'Ossola dove conoscerà gli orrori, le lacerazioni e le contraddizioni della guerra civile. Catturato rischia la fucilazione ma è poi liberato. Ha vissuto a lungo all'estero insegnando nel liceo di Tangeri e all'università irlandese di Galway. In questo libro Mazzantini torna ai giorni della sua resa, ne evoca il clima drammatico e violento e ricorda i motivi di una scelta sbagliata opponendoli al calcolo e all'opportunismo di chi invece prese la strada giusta.
DESCRIZIONE: In questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1967, si trova la formulazione di una tesi destinata a divenire famosa: lo Stato liberale secolarizzato vive di presupposti che non può garantire. Tesi successivamente definita come «il detto», «il paradosso» o «il dilemma» di Böckenförde.
In poche pagine si trovano ripresi, in modo essenziale e in una prospettiva storica, i grandi temi della filosofia politica moderna affrontati da autori come Jean Bodin, Thomas Hobbes, Hegel o Marx. Al tempo stesso sono in esse anticipate molte delle coordinate teoriche della discussione contemporanea sui fondamenti dello Stato liberale e democratico, che hanno animato le riflessioni di autori come John Rawls, Jürgen Habermas, Joseph Ratzinger: dallo sfondo delle guerre civili di religione al problema della libertà di coscienza, dalla neutralità dello Stato alla dimensione formale della pace secolare, dalla relazione tra Stato e società civile al problema del rapporto tra libertà e Stato del benessere. Tutto ciò fa pensare che queste pagine appartenganoa quella serie di testi che consideriamo "classici".
COMMENTO: Il testo che è alla base dell'ormai celebre dibattito Ratzinger-Habermas. L'autore indaga nascita e crisi dello Stato moderno nei suoi rapporti con la religione e la secolarizzazione. È uno dei saggi più importanti (ormai un classico) della filosofia politica contemporanea.

