
Le premesse perché il mosaico di popoli balcanici divenisse "la polveriera d'Europa" vengono da molto lontano. Dai tempi in cui la penisola fu conquistata dai Turchi fino alla nascita, nell'Ottocento, degli Stati nazionali, allo scoppio della prima guerra mondiale fino al riordino seguito alla Seconda, imperniato sull'egemonia esercitata dall'Unione Sovietica e andato in frantumi insieme col muro di Berlino. Una storia di identità nazionali, di culture e religioni che lottano per la sopravvivenza, di minoranze irredentiste e di strumentalizzazioni politiche.
Mauthausen, Theresienstadt sono nomi che riportano alla memoria gli eccidi nazisti del secondo conflitto mondiale: ma questi luoghi furono anche i centri di raccolta dei 600.000 prigionieri italiani catturati nella guerra del 1915-18, che in quei campi, e in molti altri, vissero e morirono: di essi più di 100.000 non fecero ritorno alle loro case. Il volume fa luce su questo drammatico evento, illustrando la colpevole volontà dello Stato italiano di non evitare quelle morti.

