
La società romana rigida e conservativa, in linea di principio, fu molto più elastica di quanto noi moderni possiamo immaginare. Attraverso la ricostruzione concreta di personaggi e ambienti, una visione completamente rinnovata della civiltà e della cultura romane.
Un grande classico della storiografìa italiana: la risposta neoliberale all'lnterpretazione gramsciana del Risorgimento come rivoluzione agraria mancata. Una lettura indispensabile per chiunque voglia capire a fondo le caratteristiche originarie del sistema economico italiano.
Nel Medioevo i poeti e i cavalieri fanno atto di omaggio alla donna, cui dedicano i loro canti e le loro imprese. Ma era proprio così emergente e privilegiata la posizione della donna nel Medioevo? Risponde Georges Duby, confermando ancora una volta la sua straordinaria capacità di divulgare nuove chiavi di lettura di un'epoca conosciuta spesso in termini solo favolistica. Georges Duby (1919-1996) è stato uno dei più grandi storici del Medioevo. Ha insegnato per oltre vent'anni Storia delle società medievali al Collège de France.
"...volevo vedere più chiaramente chi fossero, nella Francia del XII secolo, le donne che erano chiamate dame perché avevano sposato un signore, conoscere quale destino fosse loro assegnato nell'ambiente in cui vivevano, nel bel mondo, ai gradi superiori di quella società brutale e raffinata che chiamiamo feudale".(Dall'Introduzione) Eleonora d'Aquitania, lussuriosa e traditrice; Maria Maddalena, peccatrice pentita; Eloisa, ribelle e trasgressiva; Isotta, vittima innocente di un filtro d'amore: queste e altre ancora le figure che Georges Duby descrive in questo volume.
"La ricerca per Jacques Le Goff non è mai finita. Poiché il Medioevo che ha studiato è molto più di un "periodo". Jacques Le Goff ha presto avuto l'intuizione di incontrare un mondo, una civiltà, molto vicini e molto lontani. Nonostante l'intensa opera di rimozione - talvolta di negazione - che permette alla nostra cultura di affermarsi contro le sue origini, il grande millennio che appassiona Jacques Le Goff ci tocca da vicino. Ecco il nostro problema: siamo spesso "medievali" quando ci vantiamo di essere moderni; e spesso siamo soltanto "medievaleggianti" quando crediamo di radicarci nel tempo delle cattedrali, dei cavalieri, dei contadini e dei mercanti." (dalla Prefazione di Jean-Maurice de Montremy)
Sanzioni, obblighi, espulsioni, privazioni, fino all'internamento e alla deportazione: l'Italia non fu seconda a nessuno per la meticolosità e la severità delle misure imposte agli ebrei. Enzo Collotti, già professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Firenze, è membro del direttivo dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.
"Una delle pagine più cupe dell'ultima stagione del nazifascismo: la deportazione degli ebrei d'Italia nei campi di concentramento. Titti Marrone gestisce tutto questo magma storico tenendo forte la rotta della schietta testimonianza. Abbassa questa barbarie all'altezza dei bambini. Visto da loro il male mostra il lato più spaventoso." (Marco Maugeri, l'Unità). È un treno a rapire i tre bambini di questa storia ed è un treno a restituirne due nel dicembre 1946. Nel mezzo di questo essere portati via e essere restituiti, c'è l'indicibile del campo di sterminio. Questo libro racconta di tre bambini deportati ad Auschwitz con le loro madri. Titti Marrone è responsabile delle pagine culturali del "Mattino" di Napoli.
Ciò che continuiamo a chiamare sviluppo, l'insieme dei processi economici e sociali che nell'ultimo mezzo secolo ha moltiplicato i redditi individuali degli occidentali, elevato il loro benessere materiale, innalzato il loro orizzonte culturale, esteso gli spazi di libertà e rafforzato la loro partecipazione democratica, si è concluso: anzi si è rovesciato nel suo contrario. Oggi il meccanismo spontaneo della crescita non garantisce però benessere materiale ai cittadini. Piero Bevilacqua passa in rassegna le spie rosse che lampeggiano impazzite nella nostra paradossale "civiltà del benessere". La sua non è la "consueta lamentazione dell'ambientalismo" ma un'indagine su scala mondiale e a vasto spettro di ambiti sociali, alla ricerca di una spiegazione all'inspiegabile: perché nelle società più ricche, come gli Usa e il Giappone, la crescita del reddito monetario degli individui si accompagna a un sensibile aumento della loro privata infelicità, a un perdita sempre più evidente di relazioni sociali, a un impoverimento affettivo dei rapporti umani, al precipitare degli individui in una dimensione di competizione affannosa? Perché il mondo del lavoro richiede ai cittadini una flessibilità che non ha nulla di umano e impedisce una normale pianificazione di vita? Perché nel Terzo Mondo, a fronte dei pochi nuovi ricchissimi, dilaga la miseria e una vera e propria schiavitù di ritorno? Come si spiega la paralisi della politica di fronte a questo panorama dissestato?
Questo libro contiene molti ricordi, ma non è propriamente un'autobiografia. Le vicende di cui si parla nelle sue pagine sono molte, quasi tutte le più importanti che hanno attraversato la vita italiana e internazionale nel corso degli ultimi decenni. Lungo il percorso si trovano i nomi di molti degli uomini che hanno fatto la storia del secolo scorso, da Mussolini a De Gasperi, da de Gaulle a Gorbacëv, fino ai nostri giorni, con il capitolo dedicato ai personaggi di Tangentopoli. Incontri, retroscena e giudizi vengono raccontati ed espressi con un equilibrio che l'esperienza non priva di un innato humour.
"Quel che accadde in una calda estate a Parigi, nel 1789, si cominciò a conoscere dopo giorni e settimane grazie alle lettere affidate ai postiglioni, ai racconti che volavano di bocca in bocca, ai pochi giornali, alle testimonianze dei viaggiatori stranieri. Da quel momento, per molto tempo, la Francia fu al centro del mondo, mentre il secolo si chiudeva nella più profonda, emozionante inquietudine. Furono anni di violenza e di speranze, anni che accesero paure e sogni di riforme nuove e audaci. Si trattava di dare un senso concreto a tre valori fondamentali: la libertà, la fraternità e l'eguaglianza. Su di essi, più di duecento anni dopo, si continua ancora a discutere. Anche perché riguardano il nostro futuro." I protagonisti, i luoghi, i tempi e i segreti della più grande rivoluzione dell'età moderna: un racconto che è un piacere leggere, adatto anche ai più giovani. Età di lettura: da 11 anni.