
All'inizio del 1943 i genitori di Magda Ritter inviano la loro figlia presso alcuni parenti in Baviera, sperando di tenerla al sicuro dalle bombe alleate che piovono su Berlino. Dalle giovani donne tedesche, in tempi così duri, ci si aspetta che facciano il loro dovere lavorando per il Reich e sposandosi per dare alla patria figli forti e in salute. Assegnata al rifugio di montagna di Hitler, solo dopo settimane di addestramento Martha scopre ciò che dovrà fare: sarà una delle giovani donne che assaggiano il cibo del Führer, offrendo la propria vita per evitargli di essere avvelenato. Così sperduto tra le montagne, il rifugio sembra lontanissimo dalla cruda realtà della guerra. Ma Magda, nonostante abbia cominciato ad abituarsi a quella pericolosa occupazione, non può fare a meno di accorgersi delle atrocità del Reich e si trova sempre più invischiata in intrighi che metteranno alla prova la sua lealtà. In gioco ci sono la salvezza, la libertà e la vendetta.
Questa commovente raccolta riunisce alcune incredibili storie scritte durante l'olocausto da ragazzi tra i dodici e i ventidue anni. I protagonisti erano rifugiati o abitanti dei ghetti, o ancora giovani costretti a nascondersi dalla violenza delle leggi razziali. Sono pagine di diario, appunti, scritti in presa diretta, spontanei e toccanti, il cui valore di testimonianza ha pochi eguali nella storia. Quasi tutti i loro autori, infatti, morirono prima della Liberazione. Questo libro, vincitore del National Jewish Book Award, testimonia in modo vivido le impressioni e la sofferenza di chi visse sulla propria pelle lo sterminio nazista, compone il reportage inconsapevole di bambini e ragazzi alle prese con le difficoltà giornaliere dettate dalle persecuzioni. I loro pensieri, le loro idee e i loro sentimenti avvicinano il lettore a un livello più profondo di comprensione degli orrori dell'Olocausto.
Un ormai famoso filmato d'epoca girato dai soldati sovietici nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, ha tramandato ai posteri l'immagine di Michael Bornstein bambino mentre, a soli quattro anni, viene portato fuori dal campo di Auschwitz tra le braccia della nonna. "Il più giovane prigioniero di Auschwitz" racconta la straordinaria storia dei Bornstein, ebrei originari di Zarki, in Polonia, e le incredibili traversie che permisero ad alcuni di loro di sopravvivere al campo di concentramento nazista più terribile e tristemente noto. Attraverso documenti personali e numerose interviste ai superstiti e ai parenti che hanno condiviso con i Bornstein l'orrore dell'Olocausto, Michael ha ricostruito, con l'aiuto della figlia Debbie Bornstein Holin-stat, la straziante esperienza vissuta in un inferno dal quale in pochi sono potuti tornare indietro. Un libro documentatissimo, ma soprattutto una narrazione diretta ed empatica che permette al lettore di ritrovarsi catapultato all'interno delle baracche di Auschwitz e capire come i Bornstein siano riusciti a sopravvivere e ad attraversare una delle più umilianti e terribili pagine della storia moderna.
Nel 1939 Waitstill Sharp, giovane ministro della Chiesa unitariana, e sua moglie Martha, assistente sociale, accettano di partecipare, dopo il rifiuto di molti confratelli, alla delicata missione in Europa organizzata dall'American Unitarian Association. Lasciano così i propri figli a Wellesley, in Massachusetts, e vanno a Praga per tentare di aiutare i tanti rifugiati perseguitati dal regime di Hitler. Con un budget iniziale di 40.000 dollari, Waitstill e Martha imparano presto a operare in segreto e ad affrontare situazioni ad alto rischio. Sfuggiti per miracolo alla Gestapo, i coniugi Sharp non si arrendono ma sono costretti ad abbandonare la Cecoslovacchia e a ripiegare l'anno dopo nella Francia occupata dai nazisti, dove continuano il loro lavoro paziente e coraggioso. Una storia di resistenza che descrive come una semplice coppia, ispirata dai principi della propria fede e dal sentimento di giustizia sociale, riuscì a salvare centinaia di ebrei e dissidenti politici dall'orrore nazista.
Si tratta di un libro sotto forma di intervista ad alcuni fra gli ultimi testimoni della Shoah, che sono molto spesso invitati nelle scuole, e quindi vengono a contatto con i ragazzi: Liliana Segre, Nedo Fiano e Piero Terracina.
Il libro si arricchisce delle testimonianze dei maggiori specialisti italiani in materia: Mantelli, Sessi, Sarfatti, Santerini, Chiappano.
Il testo si compone di 6 capitoli: i primi tre con le interviste ai testimoni, il quarto sulla situazione degli ebrei in Italia al tempo delle leggi razziali del 1938, il quinto sul dibattito riguardo le modalità più efficaci per fare Memoria e sull’utilità dei viaggi ad Auschwitz, il sesto sulla didattica della Shoah nella scuola, che presenta anche il lavoro di approfondimento compiuto dagli studenti del liceo classico Tito Livio di Milano.
Punti forti
L’importanza del tema, di attualità storica, connesso alla difficile questione di come fare efficacemente memoria della Shoah sia al presente sia nel futuro, quando verranno a mancare i testimoni. Collegato a questo, il tema del ruolo degli storici e degli specialisti e delle varie iniziative che sono già in atto. Infine il tema dell’insegnamento della Shoah in Italia, che coinvolge la formazione degli insegnanti e implica la trasmissione della Memoria alle nuove generazioni interessando pluralità di voci che si interrogano anche su temi correlati, come l’antisemitismo e il revisionismo.
La prefazione del testo è di David Bidussa, storico e saggista, esperto di ebraismo.
Destinatari
Studenti e insegnanti; pubblico in particolare giovane.
Autrice
Stefania Consenti, quarantasei anni, laureata in filosofia, giornalista professionista dal 1995, vive a Milano dove lavora per il quotidiano Il Giorno. Nella stessa collana ha già pubblicato "Binario 21. Un treno per Auschwitz" (2010).
Nel giorno del suo quindicesimo compleanno, Eva viene arrestata dai nazisti ad Amsterdam e deportata ad Auschwitz. La sua sopravvivenza dipende solo dal caso, e in parte dalla ferrea determinazione della madre Fritzi, che lotterà con tutte le sue forze per salvare la figlia. Quando finalmente il campo di concentramento viene liberato dall'Armata Rossa, Eva inizia il lungo cammino per tornare a casa insieme alla madre, e intraprende anche la disperata ricerca del padre e del fratello. Purtroppo i due uomini sono morti, come le donne scopriranno tragicamente a mesi di distanza. Ad Amsterdam, però, Eva aveva lasciato anche i suoi amici, fra cui una ragazzina dai capelli neri con cui era solita giocare: Anne Frank. I loro destini - seppur diversissimi - sembrano incrociarsi idealmente ancora una volta: nel 1953 Fritzi, ormai vedova, sposerà Otto Frank, il padre di Anne. La testimonianza di Eva (scritta in collaborazione con Karen Bartlett) è dunque doppiamente sbalorditiva: per la sua esperienza personale di sopravvissuta all'Olocausto e per lo straordinario intreccio del destino, che l'ha unita indissolubilmente a quella ragazzina conosciuta molti anni prima.
Nel 1944 Denis Avey, un soldato britannico che stava combattendo nel Nord Africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di lavoro per prigionieri. Durante il giorno si trova a lavorare insieme ai detenuti del campo vicino chiamato Auschwitz. Inorridito dai racconti che ascolta, Denis è determinato a scoprire qualcosa in più. Così trova il modo di fare uno scambio di persone: consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero di Auschwitz e si fa passare per lui. Uno scambio che significa nuova vita per il prigioniero mentre per Denis segna l'ingresso nell'orrore, ma gli concede anche la possibilità di raccogliere testimonianze su ciò che accade nel lager. Quando milioni di persone avrebbero dato qualsiasi cosa per uscirne, lui, coraggiosamente, vi fece ingresso, per testimoniare un giorno la verità. La storia è stata resa pubblica per la prima volta da un giornalista della BBC, Rob Broomby, nel novembre 2009. Grazie a lui Denis ha potuto incontrare la sorella del giovane ebreo che salvò dal campo. Nel marzo del 2010, con una cerimonia presso la residenza del Primo ministro del Regno Unito, è stato insignito della medaglia come "eroe dell'Olocausto".
Sam Pivnik, figlio di un sarto ebreo, nasce a Bedzin in Polonia e trascorre una vita normale fino al primo settembre del 1939 - giorno del suo tredicesimo compleanno - quando i nazisti invadono la Polonia e la guerra spazza via in un attimo ogni possibilità di futuro. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Sam conosce il ghetto, i divieti imposti dai nazisti, il coprifuoco, gli stenti, il terrore per le strade. Poi, dopo un rastrellamento, tutta la sua famiglia viene deportata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Strappato alla sua famiglia, che trova la morte nelle camere a gas, Sam subisce terribili soprusi e atrocità, e ogni giorno, alla famigerata Rampa di arrivo dei treni dei deportati, vede compiersi sotto i suoi occhi la più inenarrabile delle tragedie. Sopravvissuto alla crudeltà delle SS e dei Kapo, ai lavori forzati nella miniera Fürstengrube e alla "marcia della morte" nel rigido inverno polacco, Sam è infine tra i prigionieri sulla nave Cap Arcona, bombardata dalla Royal Air Force perché luogo di esperimenti dei nazisti su donne e bambini da parte delle SS. Ma ancora una volta, miracolosamente, riesce a salvarsi. Questo libro racchiude la sua testimonianza: la storia di un uomo che ha attraversato tutti i gironi dell'inferno nazista, ed è sopravvissuto per portare ai posteri la testimonianza di un orrore indicibile che non dovrà mai più ripetersi.
Da Augusto a Costantino: sette giorni per attraversare la città e rivivere la sua storia attraverso le gesta di chi l'ha resa unica, donandole monumenti che il tempo ha conservato. Sette percorsi per scoprire Roma, ognuno sotto l'egida di un imperatore. Si inizia con Augusto, dalle sue case e da quella di Livia, si prosegue con Tiberio, visitando tra l'altro il Teatro di Marcello e la Domus Tiberiana. E poi ancora con Domiziano, che ci conduce al palazzo che porta il suo nome e all'Anfiteatro Flavio. Passando per Commodo si arriva a Settimio Severo e al suo arco, in costruzione sotto di lui. Per concludere con Aureliano e Costantino. Questo percorso ci porta a Ponte Milvio, alla Basilica di Massenzio e sotto le Mura Aureliane, completate con Costantino. Un viaggio nel passato, alla scoperta di riti e tradizioni ormai scomparsi, ma anche un tuffo nel presente di una città che proprio alla presenza così viva di secoli e secoli di storia deve la sua "grande bellezza".
Le ossessioni, la retorica, i tradimenti, il tragicomico narcisismo del duce in un piccolo libro che fa riflettere. Denis Mack Smith è lo storico inglese più noto nel nostro Paese.