
Al suo culmine l'impero romano annoverava innumerevoli culture, lingue, climi e regimi alimentari; comprendeva tribù nomadi e agricoltori stanziali, popolazioni primitive e culture raffinate, briganti e filosofi neoplatonici. Come era governato? Quali erano le forze di coesione che lo tenevano insieme? Quale fu il risultato del confronto tra le istituzioni di Roma e quelle locali, tra usanze e valori così differenti da provincia a provincia? In che modo la società e la cultura della stessa capitale imperiale riuscirono a convivere con le influenze straniere, in particolare greche e orientali?
Inviato speciale ed editorialista per il quotidiano "La Repubblica", Guido Rampoldi firma questo libro, insieme racconto e reportage, saggio e cronaca che ha lo scopo di smascherare l'innocenza del male, quello degli esecutori materiali e quello dell'indifferenza di chi dovrebbe condannare. Tesi di fondo del libro è che quasi tutte le società stigmatizzano lo sterminio come il male assoluto, il crimine contro l'umanità, ma al tempo stesso lo utilizzano come una tecnica politico-militare di grande efficacia e successo.
Hera è gelosa, Afrodite si innamora, Ares è ferito, Atena ordisce vendette: gli dei greci hanno una vita quotidiana, le loro giornate sono assolate, le loro notti scure come le nostre. Hanno una residenza (l'Olimpo), hanno un corpo, si lavano e si profumano, dormono e si svegliano, viaggiano, si riuniscono a banchetto, si nutrono di ambrosia. Ma, soprattutto, sono vittime come noi delle passioni: desiderano e si innamorano, si arrabbiano e si impietosiscono, pilotano a loro arbitrio le vicende terrene. Nonostante la severa signoria di Zeus, la loro società gerarchizzata è spesso sconvolta da dissapori e rivalità. Gli autori raccontano la vita di questi dei-uomini.
"Posta alla convergenza di tematiche diverse, e sotto certi aspetti perfino contrastanti, l'astrologia antica è come il luogo esemplare d'incontro, e di scontro, fra l'esigenza di sistemazione razionale propria della scienza greca e i miti e le superstizioni ereditati dall'Oriente: fra logica e magia, fra matematica e mitologia; fra Atene e Alessandria." (dall'Introduzione).
Progettato come una biografia, se non agiografia, del grande Gaetano Filangieri, la patria napoletana, si è trasformato via via tra le mani di Elena Croce in uno dei libri più complessi e compositi sulla quintessenza ambientale, sociale e filosofica di una Napoli tra Sette e Ottocento che sembra sfuggire ad ogni stereotipo. In un solo libro così disponiamo di molti libri.
"Davanti a tutto quel sangue versato, davanti a quegli orrori, davanti a quella ferocia, davanti a quella violazione della parola data da parte della Francia e dei diritti umani, neppure un grido è uscito dalle vostre bocche, neppure una parola è uscita dalle vostre coscienze, e voi avete assistito, muti e quindi complici, al completo sterminio": con questo atto d'accusa il deputato socialista Jaurès si rivolge al parlamento francese nel 1897. È il suo terzo intervento in difesa degli armeni perseguitati dall'impero ottomano e abbandonati dalle grandi potenze. Egli, come sottolinea Fontana nella sua introduzione, "con la solennità del suo discorso e con la volontà di spezzare le complicità francesi, dimostra che la politica non ha frontiere e che la morale democratica impone la lotta contro la tirannide ovunque essa sia".
Questo libro si propone di spiegare alle nuove generazioni quello che a molti giovani di oggi appare forse inspiegabile: come è stato possibile che nel cuore della civile Europa milioni di uomini, donne e bambini siano stati sterminati solo perché ebrei? Quali furono le ragioni profonde che spinsero i nazisti a pianificare uno dei più grandi genocidi della storia dell'umanità? Consapevole che chi non conosce il proprio passato è destinato a riviverlo, l'autrice cerca di rispondere a queste domande, fornendo al lettore, e in particolare agli studenti delle scuole superiori, per i quali il libro è stato pensato, tutte le informazioni e gli strumenti culturali per poter comprendere un evento così tragico, e ricostruendo con rigore e lucidità le tappe di un percorso che dallo strisciante antisemitismo di inizio Novecento conduce ai forni crematori e alle camere a gas. Età di lettura: da 11 anni.
Insegnare la Storia attraverso l'ausilio della Fantasia (con la F maiuscola) si può: basta volerlo, senza travisare i fatti, ovviamente!
L'Autrice ci ha provato creando una sorta di "alfabeto storico", ripercorrendo a dialoghi teatrali, viaggi virtuali nel passato, giochi enigmistici e di parole e avvalendosi di una chiave di lettura anomala: la descrizione soggettiva delle grandi personalità di spicco che hanno portato l'Italia verso l'unità.
Descrizione soggettiva? Certo: l'unica in grado di lasciare spazio ai sentimenti, alle emozioni, alle paure, alle ansie, alle gratificazioni provate prima, dopo e durante le guerre combattute per l'indipendenza dello Stivale.