
La papirologia ha per oggetto la decifrazione e lo studio dei testi greci e latini conservati su papiro, legno e altro materiale. Tra le discipline che studiano il mondo classico, essa ha l'indubbio fascino di risultare sempre aperta alle novità e di essere in continua evoluzione, grazie soprattutto alle ricerche archeologiche svolte in Egitto. Il volume presenta gli aspetti fondamentali della disciplina, spaziando dalla pianta di papiro e la fabbricazione della relativa carta ai principali contenuti dei testi papiracei, al loro contributo alla storia dell'Egitto greco-romano e delle letterature classiche, fino ai più importanti strumenti di lavoro del papirologo, compresi quelli offerti dall'informatica.
L'antagonismo tra le potenze uscite vincitrici dalla Seconda guerra mondiale, Stati Uniti e Unione Sovietica, caratterizza gran parte del secolo appena concluso. Attraverso il confronto tra la politica estera di Washington e di Mosca, l'autore ripercorre le tappe che hanno scandito la competizione bipolare dalle origini ai momenti di massima tensione, fino alla dissoluzione dell'URSS. L'ultima parte del libro esamina il lascito della guerra fredda sul sistema internazionale contemporaneo.
Il volume non è né vuole essere una storia degli anni santi. Si propone piuttosto di cercare di capire come si colloca, in una tradizione secolare e all'interno delle "novità" introdotte attualmente nella pratica del ministero papale, l'indizione giubilare di Francesco: la scelta di uno strumento collaudato e tradizionale come atto di un pontefice per tanti aspetti non tradizionale. I caratteri dell'Anno Santo infatti, quali si articolano nei settecento e più anni della sua esistenza, sono fortemente marcati, in una sorta di unità ripetitiva, anche se non priva di variazioni marginali e di differenze. A questi aspetti è dedicata la prima parte del lavoro (dal primo Anno Santo, indetto da Bonifacio VIII nel 1300, fino a quello del 2000 proclamato da Giovanni Paolo II), come premessi necessaria per un confronto con i caratteri e le prospettive dell'anno giubilare voluto da papa Francesco, oggetto della seconda parte del volume.
La vera storia delle nazioni che hanno popolato l'Europa nell'Alto Medioevo non comincia nel secolo VI, bensì nel XVIII. Ciò non significa negare che in passato sia esistito un sentimento nazionale o di identità collettiva. Ma il clima intellettuale permeato di nazionalismo e gli scontri politici del secolo XVIII e del XIX hanno trasformato il nostro modo di vedere i gruppi sociali e politici al punto da rendere impossibile una visione "oggettiva" di ciò che furono le categorie sociali nell'Alto Medioevo. Proprio partendo da queste considerazioni, Geary ripercorre il tema dell'identità delle popolazioni barbariche e delle sue varie declinazioni in rapporto alla tradizione politico-istituzionale, giuridica e letteraria dell'Antichità classica e cristiana, in quei secoli cruciali che vanno dalla "caduta" dell'impero romano all'incoronazione di Carlo Magno. Dalle pagine del Mito delle nazioni - saggio storico e metodologico ad un tempo, ma soprattutto atto d'accusa contro ogni manipolazione della storia - emerge un'Europa medievale continuamente rimodellata dalle conquiste e dalle migrazioni, un'Europa multiculturale ante litteram, su cui si infrangono le rivendicazioni identitarie e i particolarismi religiosi e linguistici anche di molti politici contemporanei. Prefazione di Giuseppe Sergi.
Docente di Lingua e letteratura coreana, a lungo residente in Estremo Oriente, autore di un libro di introduzione alla lingua coreana e di uno sulla storia della letteratura di quel Paese, Maurizio Riotto ripercorre in questo volume la storia della Corea. Partendo dalle stesse mitiche origini della nazione coreana, dal territorio e dalla lingua, l'autore dipinge la grande avventura di un popolo di antica civiltà che, occupando da sempre un posto fondamentale nello scacchiere geo-politico dell'Estremo Oriente, contribuì alla formazione di quella cultura giapponese oggi nel mondo ben più conosciuta e apprezzata. Il volume è proposto direttamente in edizione tascabile.
"L'India è erede di una delle più antiche civiltà del mondo. Nessuna singola storia potrebbe coprire tutti i quattro millenni dell'affollato passato dell'India nella sua complessa unicità. In questo libro ho solo tentato di mettere in luce l'essenza delle qualità durevoli dell'India, tracciando le linee portanti dei suoi contributi alla storia moderna del nostro mondo, scoprendo le radici dei tragici conflitti religiosi e regionali e della povertà tenace che continua ad affliggere i suoi figli". (Dalla prefazione dell'autore).
Il volume ricostruisce l'elenco delle dinastie e di tutti i sovrani che hanno lasciato il loro nome e il ricordo delle loro vicende nei tre millenni della storia dell'Egitto antico dalla I dinastia (3150 a.C.) alla conquista romana (31 a.C.). La sconfitta subita ad Azio, infatti, pose fine al sogno di un grande impero d'Oriente come lo avevano immaginato Antonio e Cleopatra. Il vincitore Ottaviano fece dell'Egitto una provincia romana. I faraoni delle dinastie indigene e di quelle degli occupanti stranieri che avevano assunto i titoli del protocollo e le prerogative sovrane proprie della tradizione egiziana, vengono qui elencati in ordine di successione, ciascuno nel suo contesto storico e nei conseguenti risvolti religiosi, politici e sociali.
In un film ormai celebre del 1984, il regista francese Claude Lazmann documentò l'orrore dei campi di sterminio nazisti attraverso il racconto di decine di testimoni, senza ricorrere ad immagini di repertorio. Quelle narrazioni sconvolgenti confluirono poi nel libro che qui viene riproposto. In queste pagine, sono riportati i dialoghi che accompagnano i fotogrammi del lungo filmato. Introduzione di Frediano Sessi. Prefazione di Simone de Beauoir.
Il 21 agosto 201 3 un attacco chimico alla periferia di Damasco ricorda al mondo l'esistenza della guerra in Siria, già in corso da due anni. L'intervento occidentale sembra imminente, decine di giornalisti accorrono alla frontiera per poi sparire delusi quando Obama decide di non bombardare. Lasciano dietro di sé 1 26.000 vittime accertate, 200.000 stimate, e oltre metà della popolazione sfollata o rifugiata nei paesi vicini: secondo le Nazioni Unite, la peggiore crisi umanitaria dai tempi della seconda guerra mondiale. Francesca Borri copre per mesi la battaglia di Aleppo da reporter freelance e capisce presto di trovarsi su un duplice fronte: quello di una guerra senza regole, dove non esiste alcuna distinzione tra civili e combattenti, ma anche il fronte quotidiano dei rapporti con i caporedattori e gli altri giornalisti, in cui dominano cinismo, competizione, superficialità. Un viaggio nella guerra, ma anche nei meccanismi a noi nascosti con cui viene costruito, e spesso distorto, il suo racconto. Un viaggio che investe come un colpo di mortaio tutto quello in cui crediamo, il lavoro, l'amicizia, le ambizioni, e ci costringe a non sprecare più niente della bellezza della vita.
Leone Ginzburg fu un eroe della Resistenza. Un eroe mite e integerrimo che non imbracciò mai le armi: intellettuale formidabile, lavoratore tenace, antifascista irriducibile. Fu tra i fondatori della casa editrice Einaudi e mandò avanti una famiglia sotto le bombe e a dispetto di ogni persecuzione. Questa è la sua storia vera dal giorno in cui viene cacciato dall'università perché rifiuta di sottomettersi al fascismo, fino a quello in cui è ucciso in carcere dai nazisti. Una storia che ha origini lontane, e che l'autore ricostruisce con una nostalgia frenata dalla consapevolezza: scorrono davanti ai nostri occhi l'infanzia di Leone, le vicende della sua famiglia dalla Russia zarista e poi rivoluzionaria all'Italia di Mussolini, e poi gli studi e le amicizie, la decisione fatidica di prendere parte attiva alla lotta antifascista. Scurati trova, però, una chiave orginalissima per rievocare questa straordinaria figura: accanto a quella di Leone e Natalia Ginzburg, l'autore narra la storia dei propri nonni Antonio e Peppino, Ida e Angela, persone comuni ma nate anche loro all'inizio del secolo e vissute sotto il fascismo e le bombe della Seconda guerra mondiale. Perché il nostro è il tempo della cronaca, mentre quello che intesse la memoria è il tempo della storia; e se noi non possiamo essere eroi, mancandoci il "destino", il legame con qualcosa di trascendente, di troppo più grande, abbiamo però la facoltà di leggere e conservare il passato.
Fu senza dubbio una vita straordinaria quella di Giuseppe Garibaldi (1807-1882), grande protagonista del Risorgimento italiano. Dapprima mozzo, è poi marinaio, capitano, condannato a morte nel 1834 per cospirazione repubblicana contro la monarchia di Sardegna. Esule a Rio de Janeiro, si fa combattente, corsaro, percorre la pampa a cavallo, generale d’una legione italiana difende Montevideo e si copre di gloria. Tornato a Nizza nel 1848 con la moglie e i tre figli, riprende a guerreggiare, al servizio dell’Unità d’Italia, contro gli austriaci e i soldati di Napoleone III, accorsi in difesa del Papa. Dopo la morte della sua Anita, nel 1850, braccato, inizia un secondo esilio: Tunisi, New York, Cina, Australia. Acquista poi una parte di Caprera e s’improvvisa contadino; ma subito abbandona la sua piccola repubblica isolana per conquistare il Regno delle Due Sicilie nel 1860, prima di ritirarsi un’altra volta e tornare ancora a combattere, affrontando la monarchia sabauda – alla quale ha appena offerto Napoli e Palermo – che lo teme e lo imprigiona. Garibaldi invecchierà sempre pronto a impegnarsi in una nuova passione, per una donna o una causa, l’Italia ma anche, nel 1870, la Francia. Infine la morte a Caprera. Una figura quasi leggendaria la sua, con il fascino di avventuroso, invincibile e generoso eroe del popolo, leale e buono tra gli intrighi della politica, repubblicano nel profondo seppur alleato della monarchia, che Max Gallo ricostruisce nella sua complessità in questo libro, specchio e documento d’uno dei grandi momenti della storia italiana.
Il tragico percorso della vita di Maria Stuarda ha origini e radici nella sua ascesa incredibilmente rapida alla condizione della massima potenza terrena: a sei giorni regina di Scozia, a sei anni fidanzata di uno dei più potenti principi d'Europa, a diciassette regina di Francia. Un'ascesa ottenuta senza fatica né merito, come in un sogno. Ma subito il sogno svanisce e interviene la delusione. Al ritorno in Scozia è esposta alla bufera della guerra di religione fino a giungere alla tragedia finale.