
Quali linee hanno caratterizzato il dibattito degli studi di storia antica dall'età neoclassica alle guerre mondiali? Quale posto hanno occupato grandi storici antichi come Tucidide e Tacito, biografi come Plutarco e Svetonio, nell'Italia e nell'Europa tra Ottocento e Novecento? Sono questi alcuni dei temi di uno dei saggi di Piero Treves, storico del mondo greco-romano e della cultura classica in Italia, qui riproposti.
Nel complesso fenomeno della deportazione e dello sterminio degli ebrei durante l'ultima guerra, l'episodio che Alberto Cavaglion ha ricostruito, e ci racconta in queste pagine, degli ebrei rifugiati a St. Martin Vésubie e poi internati al campo di Borgo San Dalmazzo (settembre-novembre 1943), per essere infine avviati ad Auschwitz può apparire, ma certamente non è, secondario, quasi marginale. Sono vicende che, pur nella tenuità delle loro dimensioni e nella brevità della loro durata, riflettono un'immensa tragedia storica. Piace in queste pagine la nessuna indulgenza a particolari raccapriccianti ed esasperazioni drammatiche; e forse proprio per questo tono asciutto, per questa lucida e precisa visione dei fatti, il racconto prende alla gola, con quel sapore di autenticità assoluta che tutto lo pervade.
Le mutevoli forme istituzionali del cristianesimo rappresentano un elemento tutt’altro che secondario nel processo di costruzione dello Stato moderno. I percorsi storici tracciati in questo volume costituiscono altrettante riflessioni sull’attitudine culturale delle forme istituzionali del messaggio cristiano a proporsi, nella storia europea, come stabili interlocutrici dei processi di integrazione politica della società.