
Gloria Ghilanti aveva 12 anni la sera dell'8 settembre 1943 quando a Roma iniziò la guerra di Liberazione nazionale e i 271 giorni dell'occupazione nazista nella città. Bambina intelligente e sin troppo vivace era figlia di un giornalista antifascista che aveva già scontato due anni di confino e faceva parte del gruppo dirigente del Movimento Comunista d'Italia. Gloria tenne un diario di quei giorni e quel diario ha attraversato mezzo secolo per giungere a noi. E' la stessa Gloria a spiegarci perché ha aspettato tanti anni per pubblicare il libro: modestia e convinzione di non aver fatto nulla di eccezionale.
Il 14 luglio 1948, alle ore 11.30, Togliatti cade a pochi metri da Montecitorio, ferito da tre colpi di pistola. Il libro descrive l'attentato a Togliatti, il ritratto dell'attentatore, la degenza ospedaliera della vittima, i disordini di quei giorni e il bilancio politico che se ne trasse. Il momento storico è di grande importanza e consente suggestivi agganci col presente. L'attentato rappresentò la coda avvelenata della contrapposizione frontale e durissima della campagna elettorale dell'aprile del '48, di cui quest'anno ricorre il cinquantenario.
La documentata testimonianza della presenza della Comunità Ebraica nella storia del nostro Paese, dal Risorgimento alla Resistenza.
Questo libro uscito per la prima volta nel 1985 sulle vicende dei soldati italiani nei campi di prigionia degli Stati Uniti, viene oggi proposto in quanto ha ispirato il film "Texas".
Una sequenza di episodi illustra la lotta, fatta di stratagemmi, insuccessi, campi minati, colpi di sorpresa, sbarchi lampo, combattimenti apocalittici, che ebbe come teatro il Mediterraneo e come attori la Royal Navy e la Marina Militare Italiana.
Un'accurata ricerca su Luciano Luberti, il "boia di Albenga", dagli ultimi anni della seconda guerra mondiale, quando, entrato nella Wermacht e dislocato alla Fedelgendarmerie di Albenga, si rende responsabile di torture, maltrattamenti, persecuzioni personali, abusi sessuali ed esecuzioni nei confronti non solo di partigiani ma anche di civili. Ripercorrendo le vicende che lo portarono in carcere per l'omicidio della sua compagna e le frequentazioni spesso eccellenti che hanno caratterizzato la sua ambigua esistenza, l'autore ricostruisce la vicenda del Luberti, tracciando anche il ritratto psicologico di un personaggio inquietante.
Il libro racconta, da un'angolazione poco usuale, la storia di una generazione di giovani intellettuali, dal 1933 attraverso la crisi del '36-'37, sino al dramma della guerra e all'epilogo del '43.