
In un arco temporale che va dalla fine dell'impero romano all'inizio del Duecento, vengono qui affrontati diversi aspetti della vita delle donne medievali - relazioni familiari, religiosità, diritti di proprietà, forme di potere - esaminando personaggi celebri, come Matilde di Canossa o Marozia, ma anche quelli meno noti o quelli per i quali l'unica "storia" a noi giunta è la volontà espressa in un atto notarile. Il libro cerca di capire come l'evoluzione politica, economica, sociale e religiosa dell'Italia medievale abbia influenzato il ruolo delle donne e come sia mutata nel tempo la loro immagine.
Un gruppo di dirigenti di alcune miniere sarde viene mandato nel 1956 a Cave del Predil (Udine), ai confini con l'Austria, per "salvare" la Raibl, una delle più importanti miniere di zinco e piombo d'Europa, ceduta dal "banchiere del Papa" Bernardino Nogara alla società mineraria Pertusola, appartenente al ramo francese dei Rothschild. I tentativi di imporre una nuova organizzazione del lavoro provocano una lunga e agguerrita resistenza dei minatori, che finirà per costringere il governo a non rinnovare la concessione mineraria alla Pertusola, la quale d'altra parte abbandonerà anche le miniere sarde quando i minatori otterranno i salari più alti già in vigore alla Raibl. Sulla base di una ricca documentazione, il volume tesse insieme le storie della Raibl, di Bernardino Nogara, delegato di Pio XI per l'Amministrazione Speciale della Santa Sede, del figlio Giovanni che dirige la miniera, di Guerrino Gabino che guida i minatori, dei dirigenti della Pertusola abituati in Sardegna a esercitare uno sfruttamento di tipo coloniale, e di Charles Algernon Moreing, un magnate del mondo minerario, che da Londra fornisce i capitali per avviare e sviluppare la Raibl. Fra ricerca e memoria, la dura storia di un'epica lotta sindacale.
Indice : Premessa. - I. Mamma miniera. - II. Nogara: diplomatico, banchiere e vecchio minatore. - III. Il padrone della miniera e l'arcivescovo. - IV. La Raibl, una proprietà inglese. - V. Lavoro e sicurezza in miniera. - VI. Cronache di uno sciopero. - VII. Epilogo. - Indice dei nomi.
Giordano Sivini insegna Sociologia politica nella Facoltà di Economia dell'Università della Calabria. Ha pubblicato di recente "La resistenza dei vinti. Percorsi nell'Africa contadina" (Feltrinelli, 2006) e, negli Stati Uniti, "Resistance to Modernization in Africa" (Transaction, 2007).
Quasi tutti gli studiosi e gli archeologi considerano la Bibbia e gli antichi scritti - sumeri, babilonesi, egizi, greci - come allegorie, miti 0 leggende, quasi ignorando il fatto che gli stessi elementi compaiono nei testi di civiltà molto lontane tra loro. Famoso per la sua rara abilità nel leggere e interpretare le antiche tavole sumere, Zecharia Sitchin, alla luce di decenni di studi e di meticolose ricerche sul campo, ha dimostrato che i testi dei nostri antenati sono in realtà attraversati da un filo comune, e sono legati da una narrazione coerente delle vere origini dell'umanità e della civiltà. E ha dunque ribaltato la prospettiva: se non si trattasse di favole ma di resoconti di fatti storici realmente accaduti? L'evento principale, sostenuto da numerose testimonianze, è che in tempi antichissimi la Terra è stata visitata e abitata da extraterrestri, gli Anunnaki. Una civiltà avanzatissima che ha lasciato le abilità necessarie per costruire per esempio i grandi monumenti che ancora oggi ammiriamo, come le Piramidi, senza aver mai capito esattamente come siano stati realizzati. Ricco di materiali inediti, questo libro è un prezioso e indispensabile strumento sia per gli appassionati delle teorie di Sitchin che per i neofiti, che traccia un compendio dei suoi studi, fornendo approfondimenti e inedite chiavi di lettura. E un modo di interpretare la storia libero da vincoli e pregiudizi.
Hera è gelosa, Afrodite si innamora, Ares è ferito, Atena ordisce vendette: gli dei greci hanno una vita quotidiana, le loro giornate sono assolate, le loro notti scure come le nostre. Hanno una residenza (l'Olimpo), hanno un corpo, si lavano e si profumano, dormono e si svegliano, viaggiano, si riuniscono a banchetto, si nutrono di ambrosia. Ma, soprattutto, sono vittime come noi delle passioni: desiderano e si innamorano, si arrabbiano e si impietosiscono, pilotano a loro arbitrio le vicende terrene. Nonostante la severa signoria di Zeus, la loro società gerarchizzata è spesso sconvolta da dissapori e rivalità. Gli autori raccontano la vita di questi dei-uomini.
"Il libro formula e riformula il rapporto sessuale nella concettualizzazione filosofica, nella rappresentazione alta della tragedia e in quella corriva della commedia, nella poesia erotica e infine nella precettistica religiosa del primo Cristianesimo, stretta nella necessità di salvaguardare la riproduzione dei corpi e di enfatizzare la comunione delle anime, di giustificare la vita attiva e di nobilitare la vita contemplativa. Poiché il libro termina nei primi secoli dopo Cristo, è quasi assente la parola "amore" con la quale si tenta, dall'alto Medioevo in poi, di amalgamare i segmenti di vita e sapere, di corpo e anima, di impulso e parola, che l'antichità ci restituisce invece ancora disgiunti." (Silvia Vegetti Finzi)
Prima che la frase ‘ti amo’ siglasse il rapporto sessuale, prima che eros fosse sequestrato dall’arte ed espulso dalla filosofia, prima che sul sesso scendesse l’ombra del peccato e che il peccato fosse inseguito sin nei meandri dell’intenzionalità e della fantasia, il mondo antico conosceva possibilità inesplorate, cammini interrotti, modi d’indagine e di espressione dai quali ripartire per comprendere chi siamo e dove, magari a nostra insaputa, stiamo andando.
Silvia Vegetti Finzi
Il desiderio, il piacere, il corpo, dal mondo greco al mondo romano, ai Padri della Chiesa: una delle studiose più note dell’antichità ci conduce con grazia nei territori della passione.
Indice
Introduzione - Parte prima Eros tiranno: I. Il desiderio - II. Il piacere - III. Corpi - IV. Rapporti - Parte seconda «Mollis Amor» - Parte terza «Perversa Voluntas» - Conclusioni. Bestie da confessione e stilisti del piacere - Bibliografia
L'amore ci dà piacere. L'amore ci fa soffrire. Ciò che ci fa oscillare dall'esaltazione allo sconforto, dalla fiducia all'angoscia, dalla serenità alla disperazione è spesso la gelosia. Con la gelosia tutti i legami che tessono la trama delle nostre abitudini si disfanno. Tutti i gesti che formano la reciprocità quotidiana, improvvisamente restano sospesi. Che si tratti di vita comune o di amori effimeri, ci si ritrova sconvolti, spiazzati o, comunque, delusi. Le bugie incrinano la fiducia, e più si è sorpresi dell'infedeltà reale o temuta, più si soffre. Nulla è più come prima. E oltre il nulla: la vergogna. Oggi che il desiderio circola liberamente e il godimento è disinvolto, la gelosia è diventata una passione inconfessabile: bisognerebbe curarla, estirparla, ripudiarla e, soprattutto, non ammetterla mai. Giulia Sissa racconta cosa ci ha portato, nell'esperienza dell'amore, all'imbarazzo di esprimere un sentimento che, in primo luogo, è sofferenza. Nella Grecia antica, come nella Roma di Ovidio, nell'Europa di Stendhal, a Parigi e in tutto il mondo occidentale, è sempre Eros a condurre il gioco: restituita alla sua storia, la gelosia rivela la natura intensa e inquieta dell'amore, che è 'desiderio di desiderio'.
Un impero millenario svela i segreti della sua sopravvivenza: non le armi, la forza o la superiorità numerica consacrano il successo in guerra, bensì le arti dell’ingegno, in tutte le sue manifestazioni, e le inesauribili risorse della parola. Interprete consapevole dello spirito dell’età bizantina, nella Rhetorica militaris Siriano recupera tutta una tradizione di pensiero, militare, retorica, storiografica e anche biblica per un’opera che vuole essere un vademecum di discorsi esortativi per i generali. In realtà lo scritto finisce per diventare espressione dell’aspetto più dimenticato della guerra, ma non il meno determinante, quello che investiga i meccanismi umani ed emozionali che spingono gli uomini alla battaglia, li sorreggono e li conducono alla vittoria, li rianimano dopo la disfatta. Nelle parole del generale che infiamma i soldati all’approssimarsi dello scontro ha vita il repertorio dei motivi consacrati da una durevole pratica di guerra. Ne scaturisce un opuscolo originale, di straordinaria modernità. Il testo è proposto in una nuova edizione critica, tradotto per la prima volta e corredato da un commento teso ad illustrarne i rapporti con la tradizione, alla luce del ruolo che l’opera di Siriano riveste nel panorama polemografico di età bizantina, e non solo.
Questa ricerca, che si è sviluppata nell'arco di tre anni, riguarda la ricostruzione del tracciato viario romano tra Messina e Siracusa, quella strada che Cicerone fugacemente cita come via Pompeia. Poiché di essa non esiste altra traccia nelle opere antiche, l'indagine è stata soprattutto concentrata sulla ricognizione archeologica, al fine di individuare sul terreno tracce visibili dell'antica via. L'ipotesi finale è stata successivamente "costruita" da un lato, sull'ubicazione delle emergenze archeologiche note da bibliografia e, dall'altro, sull'analisi diretta del territorio attraversato dalla strada, che si snoda attraverso tre province e oltre trenta comuni, per una lunghezza totale di circa 150 chilometri. Il testo è arricchito con numerose illustrazioni, con carte analitiche e corredato da tavole, redatte sulla base della cartografia IGM, che sintetizzano il presunto andamento del tracciato viario.
Figlia di Teodosio, imperatore, Galla Placidia (386-450) fu a Ravenna con il fratello Onorio, primo imperatore d'Occidente. Alla morte di Alarico, re dei Visigoti, del cui bottino era stata parte, fu moglie di Ataulfo, nuovo leader, grazie al cui amore poté operare per la integrazione fra romani e goti. Tornò a Ravenna alla morte del marito e Onorio favorì le sue nozze con il patrizio Costanzo. Il loro figlio Valentiniano III successe a Onorio e durante la sua minorità la madre resse con energia, equilibrio e abilità l'impero d'Occidente.

