
Nel corso del Cinquecento, accanto alla Riforma magisteriale di Lutero, Zwingli, Calvino, si è sviluppato il fenomeno complesso e meno noto cosiddetto della Riforma radicale. Solo in pochi casi essa ha portato alla nascita di istituzioni, tradizioni di pensiero, comunità organizzate (tra queste i mennoniti e gli unitariani, oggi presenti soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, ultimi eredi degli anabattisti e dei sociniani). Più spesso quelle idee non conformiste hanno seguito itinerari sotterranei: la diffusione di un libro, la predicazione di singoli personaggi, i flussi migratori in altri paesi. Quando si sono create comunità di fedeli, questi sono stati perseguitati e costretti alla dissimulazione. Lo spiritualismo, l'anabattismo e inizialmente anche l'antitrinitarismo non si sono fissati in nessuna ortodossia, ma hanno partecipato intensamente al dibattito religioso e culturale, difendendo spesso valori che hanno contribuito in maniera decisiva alla nascita del mondo moderno: il razionalismo, la rispettabilità dell'ateismo, la dignità dell'uomo al di fuori del suo credo. Il volume ricostruisce la storia e i protagonisti di questi movimenti, evidenzia principalmente il loro fondamentale contributo alla rottura e al superamento dei paradigmi culturali tradizionali e offre un'ampia introduzione storica e storiografica al problema, articolata in cinque capitoli relativi alle principali tematiche della Riforma radicale.
Nel corso di centocinquant'anni l'Irlanda ha conosciuto la più devastante carestia dei tempi moderni, è divenuta l'economia industriale d'Europa in più rapida crescita, è passata dalla sussistenza alla globalizzazione avanzata. Insulare ma cosmopolita, monarchica e repubblicana, culla del moderno terrorismo eppure modello di democrazia parlamentare, con la sua cultura popolare, la sua musica e la sua antica lingua, l'Irlanda per gli italiani è ancora poco conosciuta. Questo libro offre un'introduzione aggiornata e critica ai temi e problemi che hanno segnato lo sviluppo di questa nazione nell'epoca contemporanea.
La Rivoluzione francese è stata il trionfo della democrazia e dell'uguaglianza, il Risorgimento ha portato la civiltà in Italia, Garibaldi e Napoleone erano buoni, mentre i Borboni erano cattivi e come loro il papa perché non volevano cedere il Sud ai piemontesi. Queste e altre menzogne sono raccontate e insegnate a scuola ai nostri figli, presentando i cattivi come buoni e i veri buoni come cattivi. Rivolgendosi al loro nipotino, i due autori di questo libro, con spirito critico, spiegano come si sono svolti veramente i fatti. Età di lettura: da 10 anni.
Non c’è tregua per l’Austria, dal tradimento di Heinrich von Habsbach che la priva del suo reggitore, ultimo erede della potente famiglia Babenberger, nel 1246, fino al terribile secondo assedio turco di Vienna nel 1683. È tutto un succedersi di scontri e di guerre, che coinvolgono profondamente la comunità alpina di Wiesenberg. È come un’unica tempesta, provocata dalle ambizioni dei reggitori, dalle eresie e dalle aggressioni esterne, che costringono i pacifici abitanti a trasformarsi in guerrieri o in esuli, talvolta sbalestrati fino alla Germania settentrionale, dove un ramo della famiglia Adler partecipa alle alterne vicende dell’Hansa germanica. Ecco l’altro tema chiave della trilogia: l’esilio, le vicende che costringono le famiglie a dividersi e a trapiantare rami altrove. Cuore delle famiglie, anche e soprattutto nell’infuriare della tempesta, restano sempre le nonne, motivo conduttore della narrazione. Dopo le dure prove delle guerre hussite, del primo assedio turco di Vienna del 1529, della spaventosa guerra dei Trent’Anni, il periodo termina con le eroiche gesta per salvare l’Europa dalla marea islamica durante il secondo assedio di Vienna.
La Repubblica turca si costituisce dopo la prima guerra mondiale e la dissoluzione dell'Impero ottomano. Dopo la seconda guerra mondiale, con la guerra fredda e la contrapposizione Est-Ovest, la Turchia diviene elemento fondamentale nel sistema della sicurezza della NATO sia nei confronti dell'Asia sovietica che nei confronti dell'instabilità politica del Medio Oriente. Con la fine del sistema bipolare si apre per il Paese una nuova fase politica per l'ingresso nell'Unione Europea che provoca però alcune tensioni interne collegate al cosiddetto fondamentalismo islamico e impone alcune scelte, come la soluzione del problema curdo e la tutela dei diritti umani. L'ingresso della Turchia nell'UE è previsto per il 2002.
Reimpaginati con una nuova grafica e per la prima volta riuniti in un cofanetto, vengono riproposti i saggi "Anni di guerra", "1943" e "La Seconda Guerra Mondiale", in cui Enzo Biagi fa vivere "in diretta" gli anni terribili della Seconda guerra mondiale. Protagonisti e comparse, eventi maggiori e minori, costumi e aneddoti del periodo 1939-1945, narrati dalla viva voce dei testimoni, qui intervistati da Enzo Biagi con la consueta umanità. I testi di Biagi sono accompagnati da una documentazione fotografica originale, che, in continuo dialogo con la pagina scritta, contribuisce a rendere ancor più vivi le storie e gli eventi raccontati.
Lo storico Robert Conquest ha definito il XX secolo quello delle "idee assassine": mai, come in quegli anni vicini e al tempo stesso apparentemente remoti, nel nome di ideologie totalitarie furono sterminate milioni di persone. Fascismo, comunismo e nazismo cercarono (ognuno a suo modo) di creare un "uomo nuovo", un uomo che cancellasse e odiasse ogni eredità culturale del passato per costruire un mondo radicalmente diverso e che fosse riservato ai ceti più retrivi e conservatori (fascismo), ai proletari di tutto il mondo (comunismo), agli eletti della Razza Superiore (nazismo). Enzo Biagi, in questo libro, fa parlare i protagonisti di quella lunga e assurda follia.
Il secolo appena trascorso è stato definito in molti modi: "breve", delle "idee assassine", dell'era atomica, degli "ismi", della nascita del villaggio globale. Enzo Biagi ha riversato in questo dizionario (che spazia da Thomas Mann a Marlene Dietrich, dall'Aids alla mafia, da Mike Bongiorno a Fausto Coppi) le esperienze di cui è stato spettatore, facendo parlare i fatti e i protagonisti. Storie di vite generose e infami, di giganti della storia e di semplici comparse che, però hanno anch'esse il diritto di dire la loro; storie di ideologie che hanno travolto il destino di milioni di persone; storie di esseri eccezionali che hanno votato la loro vita al bene dell'umanità.
Gli anni terribili del secondo conflitto mondiale visti dalla redazione di un giornale, nei ricordi del noto giornalista e scrittore. La retorica del regime e le storie disperate ma anche allegre della povera gente, le bombe, la fame, gli amori brevi e i rimpianti quasi ossessivi. Il racconto di una generazione che ha vissuto con passione gli anni della guerra.
Giovanni Pesce, comandante partigiano responsabile dei Gap di Torino e di Milano, è stato un protagonista della Resistenza e della Liberazione. Giovanissimo ha aderito al Partito comunista e combattuto nelle Brigate internazionali contro Franco. Tornato in Italia, è catturato e mandato al confino. Per lui, giovane proletario emigrato con poca cultura, l'incontro a Ventotene con il fior fiore dell'antifascismo diventa fondamentale. Liberato intorno all'estate del 1943, dopo l'arresto di Mussolini e l'armistizio dell'8 settembre, inizia la clandestinità, prima a Torino, poi a Milano. Per Giovanni, primula rossa dell'antifascismo italiano, saranno mesi di azioni militari avventurose, leggendarie, coraggiose, drammatiche. Proprio nella Milano occupata dai nazisti, stremata, affamata, disseminata di luoghi dell'orrore, avviene l'incontro di una vita: i due partigiani Giovanni e Nori si conoscono, si innamorano e non si lasciano più. Le loro vite si intrecciano indissolubilmente con la lotta antifascista: i Gap colpiscono, attaccano e fanno azioni di guerriglia, i tedeschi arrestano, torturano, uccidono. Nella città crocevia di spie e delatori al servizio del nemico, Nori cade in un'imboscata e viene deportata. E l'ultima separazione perché insieme, Giovanni e Nori, rimarranno tutta la vita, condividendo e facendo sulla propria pelle la storia di quegli anni.
È il 25 giugno 1978. A Buenos Aires, Estadio Monumentai, va in scena Argentina-Olanda, finale dei mondiali di calcio. Il clima è surriscaldato, perché la nazionale Argentina vuole vincere a tutti i costi e non può sbagliare. Poi si gioca tutto davanti al suo pubblico, soprattutto davanti agli occhi vigili del dittatore e torturatore argentino generale Jorge Videla, e a quelli di tutti i membri della Junta militare, al potere dalla notte del 24 marzo 1976, seduti in tribuna d'onore. Accanto a loro, nascosto dai riflettori delle telecamere, c'è un signore italiano ancora sconosciuto ai più: è Licio Gelli, il Venerabile della loggia massonica P2, Propaganda 2, imprenditore, amico personale degli uomini del potere argentino. La partita finisce 3 a 1 per l'Argentina. A poche centinaia di metri dallo stadio di Buenos Aires, in Avenida del Libertador 8151, anche gli aguzzini dell'Escuela de Mecánica de la Armada, I'esma, uno dei centri di tortura del regime, esultano e abbracciano le loro vittime agonizzanti. Per una sera almeno, dai cieli dell'Argentina, cadono solo coriandoli e festoni, e non corpi di donne e uomini lanciati dai portelloni degli aerei verso le acque nere e minacciose dell'oceano. Il giorno dopo riprenderanno puntuali e precisi i voli della morte. Tutto tornerà normale, nell'assurda anormalità dell'Olocausto argentino. Proprio in quei giorni, il mondo conoscerà anche il coraggio delle Madri di Plaza de Mayo: la televisione olandese diffonderà le immagini della marcia di decine di donne con il fazzoletto bianco che chiedono giustizia per una generazione ormai scomparsa.
La guerra di liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista viene raccontata attraverso le tante storie di resistenza che hanno fatto l’Italia e cambiato il corso della Storia. Una grande narrazione popolare e collettiva che ripercorre i luoghi dove ancora vivo è il ricordo delle migliaia di persone che hanno pagato a caro prezzo gli ideali di democrazia e libertà. Questo libro è anche un progetto multimediale sulla Resistenza, una storia corale e necessaria che l’autore, con il supporto dell’Associazione «Ponti di memoria», spinto dall’urgenza di non disperdere il ricordo, riversa in un racconto frutto di intensi studi basati su documenti storici, archivi, testimonianze, atti giudiziari, soprattutto di storie partigiane inedite. Il progetto editoriale fa tesoro di uno spettacolo portato in scena dall’autore a partire dal 2011 con il supporto musicale dei Gang e di Michele Fusiello. Dopo oltre 400 repliche, L’Italia liberata rinasce, si allarga, inizia un nuovo percorso.