
"Questo libro raccoglie voci accomunate dal desiderio di passare "al di là dello specchio" dei luoghi comuni. Non sono voci univoche. Anzi, alcune tesi propugnate da questo o da quello degli autori contrastano con quelle di altri. Sono interventi che in un modo o nell'altro esprimono e suscitano dubbi. Ci è parso che far vendetta e chiamarla giustizia, fare i propri interessi e chiamarla libertà, siano mistificazioni dalle quali dobbiamo liberarci se vogliamo capire il mondo quale esso è". (Franco Cardini)
Quello della Lega Lombarda è un mito recente: è stato il Risorgimento romantico a inventarne la leggenda che avrebbe ispirato pittori e letterati. Ma, ora che le battaglie politiche le stanno regalando una nuova giovinezza, vale la pena anche di chiedersi quale sia stata la sua "vera" storia. Fu un moto patriottico? Una precoce manifestazione di nazionalismo avant la lettre? O piuttosto un patto nato dalla volontà di proteggere il benessere economico e le libertà politiche conquistati a spese dell'autorità imperiale? Fu il prodotto di una volontà rivoluzionaria oppure della necessità di difendere antichi e recenti diritti acquisiti? In questo saggio uno dei più autorevoli medievisti italiani ricostruisce quell'appassionante vicenda in una prosa semplice e piana, "giornalistica", grazie a un paziente e minuzioso lavoro di documentazione storica. La brillante penna di Cardini restituisce in un racconto limpido gli avvenimenti, i personaggi, lo scenario sociale ed economico che fu sfondo e motore dei fatti. Come ha scritto Indro Montanelli: "Non è vero che i documenti parlano da sé. Bisogna farli parlare. Franco Cardini ne ha il dono, conferendo forza e vita ad avvenimenti cui nel passato la storiografia volle dare accenti agiografici".
Dall'ultimo pasto di san Francesco - santo ma segretamente goloso! - alla sontuosa tavola di Honoré de Balzac, dai cibi raffinatissimi del banchetto del Gran Khan alle uova con cipolle e scalogno care a Napoleone, passando per tre deliziosi intermezzi sul caffè, le castagne e i tartufi, Franco Cardini mette in campo la sua duplice esperienza di storico e di gourmet. Spaziando dal Medioevo ai totalitarismi novecenteschi e non solo, Cardini torna alla narrativa con una serie di racconti gustosi, che sono anche un'illuminante testimonianza di come la cultura materiale sia specchio dello spirito di ogni popolo, e possa essere per lo storico una lente speciale per comprenderne i segreti. Ogni racconto è, così, corredato tanto da un'indicazione delle fonti quanto dalle ricette che Franco Cardini ha sperimentato, una per una, nella sua cucina fiorentina: dall'acquacotta al piccione glassato, dal cuscus magrebino alla crema Chantilly, ciascuno di noi potrà portare sulla propria tavola i sapori del passato, e ritrovare intatte le emozioni che essi racchiudono.
Dall'ultimo pasto di san Francesco - santo ma segretamente goloso! - alla sontuosa tavola di Honoré de Balzac, dai cibi raffinatissimi del banchetto del Gran Khan alle uova con cipolle e scalogno care a Napoleone, passando per tre deliziosi intermezzi sul caffè, le castagne e i tartufi, Franco Cardini mette in campo la sua duplice esperienza di storico e di gourmet. Spaziando dal Medioevo ai totalitarismi novecenteschi e non solo, Cardini torna alla narrativa con una serie di racconti gustosi, che sono anche un'illuminante testimonianza di come la cultura materiale sia specchio dello spirito di ogni popolo, e possa essere per lo storico una lente speciale per comprenderne i segreti. Ogni racconto è, così, corredato tanto da un'indicazione delle fonti quanto dalle ricette che Franco Cardini ha sperimentato, una per una, nella sua cucina fiorentina: dall'acquacotta al piccione glassato, dal cuscus magrebino alla crema Chantilly, ciascuno di noi potrà portare sulla propria tavola i sapori del passato, e ritrovare intatte le emozioni che essi racchiudono.
Storia Pocket: un progetto che si articola con temi di storia antica, medievale, moderna e contemporanea dove si avverte la forte impronta dell'autore nell'organizzazione della materia trattata e nella speciale capacità di presentare al grande pubblico eventi, personaggi e problemi della storia dell'umanità. In questo libro di Franco Cardini la storia delle gesta dei Templari, i mitici cavalieri che hanno combattuto per la conquista del Santo Sepolcro e della Terrasanta.
Questo libro traccia un grande affresco sul pellegrinaggio dalla penisola italica verso i Luoghi Santi, nel periodo compreso fra il Medioevo e la conquista ottomana di Gerusalemme del 1516. Forma devozionale assai diffusa nel mondo cristiano medievale, figlio delle tradizioni ebraiche e greco-romane, il pellegrinaggio, metafora del destino dell'uomo che "cammina" verso la morte per la salvezza, segna un fenomeno storico rilevante, non solo per gli aspetti religiosi presenti in esso, ma anche per quelli culturali, sociali, economici e artistici.
Questo libro che il Mulino ripubblica in una nuova edizione rivista e illustrata è un'opera importante sulla guerra: non solo e non tanto dal punto di vista dell'evoluzione tecnica e strategica ma anche e soprattutto da quello dell'ideologia e della mentalità: insomma della sua "cultura": com'era, quale posto aveva nella vita delle società, come la vivevano gli uomini che la facevano e la subivano. Spaziando in un lunghissimo arco di tempo che va dall'alto Medioevo alle soglie dell'età contemporanea, attraverso la lettura di una ricca e pittoresca galleria di testimonianze, letterarie e no, Cardini racconta di un mondo in cui la guerra era una presenza stabile eppure, in fondo, molto meno devastante di quanto saranno le guerre di un'epoca più "umanitaria" e pacifista qual è la nostra.
Il guerriero a cavallo, con il suo prestigio anche simbolico, ci perviene dal profondo della preistoria, in termini tanto di valori quanto di pratiche di vita e di combattimento. Dagli sciamani centroasiatici ai guerrieri barbari, dagli dèi nordici ai martiri cristiani, senza dimenticare l'evoluzione dell'allevamento, l'affinarsi delle tecniche metallurgiche, lo sviluppo dell'arte della guerra e le relative "visioni del mondo": se i più lontani presupposti del cavaliere medievale sono rintracciabili nella cultura dei nomadi delle steppe che per primi addomesticarono i cavalli, la sacralità e la superiore aura che lo circondano persistono ancora oggi nell'immaginario occidentale. Tra storia ed epica, il racconto di un mito millenario e dei suoi perduranti riflessi. Introduzione di Alessandro Barbero. Prefazione di Jean Flori.
Gerusalemme è dappertutto. Una presenza di cui l'Italia è investita per intero, grazie a un dialogo intessuto da secoli che trova espressione in ogni rigo della sua storia, in ogni pietra delle sue città. Una volta divenuti inaccessibili i Luoghi Santi, lembi di Terra Santa vennero infatti ricreati nel nostro paese. E intraprendere il cammino penitenziale attraverso santuari come il Sacro Monte di Varallo, il complesso delle Sette Chiese a Bologna, il Santo Volto di Lucca, San Vivaldo, Acquapendente nel Senese, il Santo Sepolcro di Brindisi significa ritrovarne le memorie e rivivere le emozioni di quel primitivo pellegrinaggio.
Nessuna città ha un nome così evocativo: appena lo pronunci l'Oriente t'assale. Samarcanda è la struggente forza della fantasia mossa da una realtà lontana e avvolta nelle nubi di sabbia del deserto. Samarcanda è il destino: è l'estrema tra le Alessandrie fondate dal re macedone; è la città delle fortezze e dei sepolcri; è il nodo carovaniero sulla Via della Seta; è la sede del Gur-Emir, tempio e santuario, centro del mondo dalla cupola color turchese sotto la quale il grande Tamerlano dorme per sempre. Oggi è sintetizzata dai tre alfabeti - il cirillico, il latino e l'arabo: specchio della lotta tra chi ancora guarda alla vecchia colonizzatrice che ha legato l'Uzbekistan all'Europa, chi intende lottare per l'islamizzazione, e chi vorrebbe giocare sino in fondo la carta dell'occidentalizzazione. Un libro che è un viaggio nel luogo dove mito, suggestione e fantasia sono forze più trascinanti della stessa storia.
In queste pagine il medioevo è presentato anzitutto con occhio attento agli eventi, ma anche alla dinamica che li sostiene e alle istituzioni e alle strutture di cui essi sono espressione. Non si lasciano in ombra i protagonisti, i grandi: ma si dà voce e volto anche alle moltitudini, alle donne, alla gente comune, ai pellegrini, agli eretici, ai marginali. Questo libro è dedicato ai nostri antenati vissuti tra V e XV secolo: ma vuol mostrare al tempo stesso la loro familiarità con noi e l'enorme distanza non tanto cronologica, quanto antropologica che da noi li separa. L'"Uomo medievale" è un'astrazione che non s'incontra mai nella viva concretezza storica: ma gli uomini e le donne che hanno vissuto nel lungo periodo che noi definiamo come "medioevo", quelli sono stati reali. E hanno creduto, sì, nello stesso Dio nel quale la maggior parte dei credenti occidentali oggi crede; hanno parlato, sì, lingue che ancor oggi si continuano a usare; hanno vissuto, sì, in città, in spazi, in edifici che più o meno restaurati noi continuiamo a utilizzare; eppure ci sono per molti versi incredibilmente lontani. Questo medioevo così vicino/lontano ha bisogno, per essere spiegato e compreso, di strumenti che da storici debbono per forza farsi anche antropologici. Le pagine che qui presentiamo non hanno la pretesa di spiegare compiutamente tutto ciò; ma hanno la speranza d'introdurre il lettore a una visione nuova di un periodo su cui tanto si è scritto e detto e tanto poco si è compreso.
La storia dei magi, i misteriosi pagani che l’evangelista Matteo convoca «dall’Oriente» al cospetto del Figlio di David, viene da lontano. Al pari di tutti gli autentici misteri, il suo significato è inesauribile e ogni nuova acquisizione chiude un problema e ne apre altri mille. Franco Cardini narra la genesi e la diffusione delle varie versioni che hanno fatto dei «tre santi re», di volta in volta, il simbolo delle razze primigenie scaturite dai tre figli di Noè; dei tre continenti del mondo antico: Asia, Africa ed Europa; dei tre momenti dell’esistenza: giovinezza, maturità e vecchiaia; delle tre scansioni temporali: passato, presente e futuro. Alla luce delle ultime scoperte, si rafforza il ruolo dei magi come figura «ponte» tra Oriente e Occidente, cerniera tra vari culti e religioni. Non a caso oggi acquistano nuovo rilievo: sul piano religioso e devozionale sono stati proposti da papa Benedetto XVI come copatroni d’Europa; su quello antropologico e storico-filologico molti studiosi da una parte ne hanno indicato la presenza nel mondo indoiranico fra il I secolo a.C. e il I d.C., dall’altra ne hanno ribadito il nesso con gli astrologi-sacerdoti originari della Media e con gli insegnamenti di Zarathustra.