
Il volume indaga le reti delle donne seguaci di Girolamo Savonarola, numerose nelle due generazioni successive alla morte del predicatore e leader politico. Nel tentativo di rimanere fedeli agli insegnamenti del loro capo, le seguaci di Savonarola dovettero spesso fare i conti con superiori ostili all'interno degli ordini religiosi cui appartenevano, furono esposte a pressioni politiche locali e all'ostilità nei confronti del protagonismo femminile, ben radicata nelle gerarchie cattoliche. In questo senso, "Le donne di Savonarola" offre una ricostruzione della presenza femminile in uno dei più importanti e controversi movimenti religiosi europei della prima età moderna. Prefazione di Gabriella Zarri.
Vietnam del Sud, 16 marzo 1968. Per la Compagnia Charlie dell'esercito USA avrebbe dovuto essere una normale operazione militare, ma quattro ore dopo è ormai diventata una carneficina di civili inermi. Lungo le strade del piccolo villaggio di My Lai, centinaia di corpi di uomini, donne e bambini giacciono senza vita. Sono stati trucidati dagli uomini del capitano Ernest Medina. Incredibilmente, nonostante i rapporti di alcuni testimoni oculari, la strage viene occultata dai vertici dell'esercito. Ci vorrà più di un anno prima che un reduce riesca a far ascoltare la propria voce e, con l'aiuto dell'autore, a denunciare un crimine di guerra che porterà davanti alla Corte Marziale il capitano e alcuni degli uomini che parteciparono alla carneficina.
Nato da un reportage in Giappone a pochi mesi dall'esplosione, "Hiroshima" è una radiografia del male: il racconto della più grande catastrofe che l'uomo abbia provocato, ricostruito attraverso le vicende di sei esseri umani catapultati nell'inferno allucinante di un fungo radioattivo. Per milioni di uomini e donne, per una generazione di americani ed europei che non riusciva neppure a immaginare i giapponesi, le vittime della bomba ebbero di colpo nome, volto, storia. Quarant'anni dopo la prima pubblicazione, John Hersey è tornato a Hiroshima alla ricerca delle sei persone di cui aveva raccontato la vicenda. Il suo lavoro si arricchisce così di un nuovo capitolo conclusivo. Per continuare a scuotere la coscienza dell'umanità.
Nato da una breve lezione estemporanea tenuta dalla professoressa Herrin ad alcuni operai che, durante i lavori di ristrutturazione del King's College, le chiedevano che cosa fosse la storia bizantina, questo libro riesce a raccontare Bisanzio nell'età antica e nel medioevo in una forma semplice e appassionante per chiunque. Per molti secoli l'impero bizantino è stato un luogo in cui cristianesimo, romanità ed ellenismo hanno formato uno straordinario impasto politico e culturale, che ha raccolto l'eredità storica dell'impero romano e l'ha integrata con gli influssi provenienti dall'Est europeo e dal mondo arabo. A Bisanzio nacquero istituzioni come la diplomazia e la burocrazia civile, o fenomeni religiosi come il monachesimo. E sempre a Bisanzio e alla sua passione per la letteratura greca dobbiamo la preservazione delle opere classiche e la loro riscoperta quando, dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453, numerosi studiosi bizantini invasero pacificamente l'Italia e diedero impulso alla nascita dell'Umanesimo e del Rinascimento. Coniugando rigore scientifico e divulgazione, questo libro restituisce all'impero bizantino il suo ruolo nella formazione dell'Europa moderna, troppo spesso trascurato nella percezione comune.
Pubblicato per la prima volta nel 1977, "Dispacci" è il doloroso reportage di un giornalista che tra il 1967 e il 1969 trascorse un anno e mezzo in Vietnam, come corrispondente di guerra, al seguito delle truppe americane. Attraverso le stesse parole, crude e dirette, dei soldati con cui condivise pericoli e fatiche quotidiane, Michael Herr registra e racconta in queste pagine l'allucinante sequenza di crudeltà di cui furono responsabili, e a loro modo vittime, i giovanissimi americani arruolati nell'esercito, brutalmente scaraventati da una realtà rassicurante nel groviglio di una giungla misteriosa e nel pieno della follia bellica. Considerato uno dei testi più potenti sugli orrori del conflitto e sulla violenza di un periodo storico ancora molto vicino, il libro di memorie di Herr affianca alla testimonianza e al valore storico del documentario la riflessione lucida e disperata di un osservatore d'eccezione sull'esperienza della morte e della guerra. Introduzione di Roberto Saviano.
A quanto la storia insegna, non esiste posto meno erotico e sensuale della camera da letto "ufficiale" di un re. Costretti spesso dalla ragion di stato a sposare donne che non amavano, è facile immaginare che sotto le reali lenzuola ben poco accadesse oltre le operazioni necessarie per dare al regno l'agognato erede. È altrove, verso letti più caldi e braccia più amorevoli, che i sovrani trovavano soddisfazione. Si trattava a volte di prostitute "di alto bordo", vere e proprie maestre nell'arte dell'erotismo, ma più spesso di amanti, di donne intelligenti che sapevano legare a sé per anni il cuore del re. Eleanor Herman, che si interessa da tempo di storia delle donne, ha raccolto diari, lettere e dispacci per raccontare cinquecento anni di potere al femminile.
Quando Olimpia è venuta al mondo, nel 1591, si credeva che tutti gli embrioni fossero all'origine maschili, cioè perfetti, e che per qualche strana ragione a un certo punto si guastassero e diventassero femmine. Inferiori per maledizione divina. Suo padre ha pregato Dio che gli risparmiasse quella piaga, ma non è stato esaudito. Sin dall'inizio la ragazza dà segni di una personalità forte, fuggendo dal convento dove il padre l'ha rinchiusa, e di un'ambizione sfrenata, nonché di un'intelligenza superiore. Qualità altamente ammirate solo se a esercitarle è un uomo. Una volta libera, promette a se stessa che sarebbe diventata più potente di chiunque altro, in modo che nessuno potesse mai più imprigionarla. Diventa così, per lunghe vie, l'amante di colui che nel 1644 sarà eletto papa Innocenzo X. "Abbiamo appena eletto un papa femmina" commenta un cardinale all'uscita dal conclave, e per tutta la durata del pontificato in effetti sarà Olimpia a esercitare il potere. A lei si rivolgeranno capi di stato, ambasciatori, politici. Senza il suo benestare, il papa non muove un dito. Lei lo raggiunge di nascosto di notte e si trattiene ore con lui a porte chiuse. Una Madame de Pompadour nel cuore del Vaticano, motivo di sommo scandalo e di vergogna, tanto che la Chiesa farà di tutto per nasconderla ai posteri. Perché a differenza della papessa Giovanna, Olimpia Maidalchini è una donna in carne, ossa e cervello. Che ha tenuto in scacco lo stato più maschilista del suo tempo.
Il 7 dicembre 1941, proprio mentre a Washington veniva consegnata la dichiarazione di guerra, sfruttando in tal modo il gioco del fuso orario, gli aerei dell'aviazione imperiale nipponica del capitano di corvetta Fuchida piombavano sulla baia di Pearl Harbor e annientavano praticamente la flotta americana del Pacifico, affondando sette navi da battaglia, alcune decine di altre unità minori e distruggendo oltre 200 aerei. Ma le tre portaerei USA che erano il vero obiettivo dell'attacco non si trovavano, misteriosamente, all'ancora nella baia devastata e proprio l'Enterprise, la Hornet e la Yorktown nel corso della battaglia di Midway, tra il 4 e il 16 giugno 1942, avrebbero mutato il corso della guerra del Pacifico.
È il racconto della vita quotidiana, del lavoro, dei viaggi, degli incontri e dei momenti più difficili e toccanti in un mondo devastato dalla guerra, diviso tra la voglia di democrazia e il ritorno dei Talebani, sospeso tra modernità e integralismo, segnato da bombe, attentati e da un conflitto che non è mai cessato. Il diario di Marco Henry narra l'anno di un civile italiano tra eserciti militari di differenti nazioni, a volte sopraffatto dalla paura e dalle forti emozioni che si possono vivere in un teatro di guerra. Un luogo in cui le precauzioni non sembrano mai sufficienti. In cui il rischio e la fortuna sono alleati con cui scendere a patti. Marco ha un compito, e intende portarlo a termine nel miglior modo possibile: deve occuparsi dei rifornimenti per i 2200 militari italiani che si trovano tra Kabul e Herat. Non si tratta dell'epopea di un eroe, ma delle gesta di un uomo che compie con grande professionalità il proprio lavoro, e che in queste pagine ricostruisce la realtà di una guerra senza fine.