
6 giugno 1944 lo sbarco in Normandia: le diciannove ore che hanno segnato il destino del mondo
La 1ª divisione fanteria dell’esercito americano, sopranno¬ minata “il grande uno rosso” per via del distintivo, si era guadagnata la reputazione di invincibile dopo aver combattuto in nord africa e in Sicilia. Ma è con l’arrivo del fatidico D-day che il suo nome è rimasto per sempre impresso nella storia. Durante lo sbarco sulla spiaggia, costato migliaia di vite, alcuni uomini si distinsero per il loro valore: come il sergente Raymond Strojny, che afferrò un bazooka per affrontare in un combattimento mortale un cannone anticarro; il tecnico Joe Pinder, che sfi dò il fuoco nemico per salvare una radio di importanza cruciale; il tenente John Spalding e il sergente Phil Streczyk, che insieme demolirono una roccaforte tedesca che dominava i punti di approdo degli americani; il sacrificio del Genio Guastatori che sfidò le mine e vide morire più della metà dei suoi compagni. Il libro ripercorre il susseguirsi di quelle imprese, basandosi su una ricca gamma di fonti nuove o recentemente riportate alla luce, per capire a fondo il 6 giugno del 1944: il giorno che ha cambiato la storia.
«L’avvincente racconto della battaglia di Omaha Beach della leggendaria 1ª Divisione Fanteria. L’autore ci ricorda in modo vivido che la libertà non è mai qualcosa di scontato.»
Carlo D’Este, autore di Anzio e la battaglia per Roma
«Sono indeciso su quale sia il punto forte di questo libro: la scrittura magnifica, la straordinaria preparazione storica o le emozioni che l’ultimo capitolo sa suscitare.»
Paul Kennedy, autore di Ascesa e declino delle grandi potenze
«Un libro potente.»
St. Louis Post-Dispatch
«Un racconto di grande coraggio e spirito di sacrificio. Un libro avvincente che non si stacca dal punto
di vista dei soldati.»
Kirkus Reviews
Nei dieci anni trascorsi dalla fine della Guerra civile americana, Frank e Jesse James da sconosciuti ex guerriglieri confederati diventarono i più celebri fuorilegge del mondo. Una lunga serie di audaci rapine a banche, treni e diligenze procurarono loro notorietà, ammirazione, odio e, cosa sorprendente, poca ricchezza. Nel 1876 progettarono il colpo più temerario di tutti quelli concepiti insieme ai fratelli Younger: cavalcare per centinaia di chilometri dallo Stato nativo del Missouri per svaligiare la First National Bank a Northfield in Minnesota. Malgrado la loro grande esperienza bellica di ex irregolari sudisti, la rapina fu un fallimento, complice la scarsa disciplina della banda e la sua stessa fama che mise sul piede di guerra ogni città, pronta a respingerli armi alla mano. Questo libro ha come argomento la storia dell'ultima azione della banda James-Younger.
Da uno degli storici inglesi contemporanei, uno sguardo ravvicinato sulla più spietata struttura repressiva del Terzo Reich: la Gestapo. Come funzionava la polizia segreta nazista? In che modo reclutava i suoi uomini e chi impartiva le direttive? Quali metodi utilizzavano i suoi membri? Come riuscivano a ottenere notizie e come funzionava la loro rete di informatori? Grazie a una ricerca su documenti desecretati da poco, Frank McDonough ci rivela in queste pagine tanti dettagli inediti sul funzionamento della Gestapo, e su chi - spesso a costo della propria vita - ha tentato di opporsi alla sue violenze. Ma, al tempo stesso, ci mostra anche le falle in quello che era all'epoca il sistema organizzativo e di controllo migliore al mondo, considerato una punta di diamante nell'assurda macchina di morte dei nazisti.
Il volume di MacCulloch si inserisce nella migliore tradizione della storiografia inglese per la capacità di tracciare un grande affresco (oltre due secoli di storia europea) senza per questo rinunciare al gusto per il dettaglio, per la digressione, per l’aneddoto, talvolta anche umoristico o salace. Il risultato complessivo è un libro di grande leggibilità a dispetto della sua mole, dove, come in un romanzo di Dickens, tutta una serie personaggi storici di primo piano – Erasmo, Lutero, Zwingli, Loyola, la regina Margot, Filippo II… – si mescola a una pletora di personaggi minori, talvolta oscuri. Il lettore di romanzi storici ritroverà in Riforma le atmosfere di Q di Luther Blisset o del ciclo di Eymerich di Valerio Evangelisti. Quello di saggistica, che ha letto con interesse i libri di Carlo Ginzburg rincontrerà in queste pagine molti dei temi cari a questi autori: stregoneria, inquisizione, sesso, peccato, soprannaturale, disquisizioni liturgiche, teologiche… Ma Riforma, come tutti i buoni libri di storia, non è soltanto questo. Non si limita infatti a raccontare le vicende di un passato remoto e distante da noi. Dietro questo scontro fra diverse “ortodossie” si possono cogliere i rischi e il dramma di un’epoca dilaniata dagli integralismi religiosi. Non sarà forse un caso allora che il libro sia stato pubblicato soltanto due anni dopo l’11 settembre! Né sarà per caso che molte delle questioni che animano il dibattito contemporaneo sui cosiddetti “temi etici” trovino la loro origine nei modi di concepire la vita e la morte, il sesso e il suo rapporto con la religione, così come il rapporto della religione con la politica, elaborati proprio nei due secoli che MacCulloch affronta. L’esito sarà una “divisione” (cui si fa riferimento nel sottotitolo), una vera e propria spartizione, anzi, di quella eredità classica e medievale europea che fino a quel momento si era mantenuta sostanzialmente unitaria.
L'atterraggio sulla Luna è stata tutta una montatura, Marilyn Monroe fu assassinata, il presidente Kennedy fu fatto eliminare dalla CIA, il naufragio del Titanic venne in realtà pianificato, i massoni controllano il pianeta. Queste sono solo alcune delle teorie cospirative trattate nel libro, che tocca altri argomenti di enorme rilievo come l'origine dell'AIDS, la morte di papa Luciani, l'esistenza degli alieni, i segreti dei Templari e i tanti misteri italiani, dalla strage di Ustica al caso Aldo Moro, all'omicidio di llaria Alpi. L'intento del volume è di ribaltare le verità acquisite sui più importanti avvenimenti del passato, lontano e recente, o almeno di instillare nel lettore il germe del dubbio, sollevando qualche interrogativo su descrizioni di eventi ormai ampiamente accettate, nonché legittimate dai libri di storia.
«Oggi, sotto i colpi dei micidiali attentati perpetrati dai terroristi dell'Isis, tutto il mondo occidentale, facendo anche un po' di confusione, guarda all'Islam con un sentimento d'odio frammisto a paura e terrore. Ma c'è stato un tempo in cui l'Italia poteva vantarsi, pur tra luci e ombre, di avere intessuto stretti rapporti con la Mezzaluna dopo un corteggiamento durato quasi tutto il periodo fascista. Il feeling culminò nel "matrimonio" di Tripoli del 20 marzo 1937, testimone di nozze Italo Balbo, quando un impettito Mussolini, in sella a uno splendido cavallo, nell'oasi di Bùgara appena fuori dalla capitale libica, sguainò, come anello nuziale dell'unione italo-araba, la famosa Spada dell'Islam, un gioiello in oro massiccio cesellato da artigiani fiorentini. Dopo il 25 luglio 1943, con la caduta del duce - nonostante i tentativi di cooperazione con il mondo arabo portati avanti nel secondo dopoguerra dall'Eni di Enrico Mattei - quel vecchio rapporto si è molto attenuato, se non addirittura dissolto. Storie del passato che, alla luce degli scenari degli anni Duemila, appaiono quasi impossibili: oggi quel ponte lanciato dall'Occidente verso l'Islam sembra davvero crollato. Questo libro cercherà di ripercorrere le strade di un dialogo che, nonostante tutto, crediamo non si sia ancora interrotto.» (Giancarlo Mazznca)
Il 1929 era cominciato con un'ottima notizia: l'11 febbraio, il cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato di Pio XI, e il capo del governo fascista, Benito Mussolini, avevano firmato i Patti Lateranensi. Un accordo davvero storico che cercava di porre fine a ottant'anni di guerre e tensioni tra la Chiesa e l'Italia. Per quasi un secolo, infatti, i destini del potere temporale del vicario di Cristo, del Vaticano e della stessa città di Roma restarono molto incerti. Tanti gli episodi di quel braccio di ferro: la fuga di papa Pio IX, l'interregno della Repubblica Romana e la restaurazione papale con le armi del «traditore» Napoleone III. E, poi, ancora: la breccia di Porta Pia, il "Sillabo", il Patto Gentiloni fino alla Marcia su Roma. In tutti quegli anni, numerosi protagonisti cercarono inutilmente di instaurare un dialogo tra lo Stato della Chiesa e la nuova Italia dei Savoia. Poi, nel 1929, arrivarono finalmente i Patti Lateranensi, firmati nel Palazzo di San Giovanni in Laterano. Furono il frutto di un intenso lavoro di diplomazia, tra un «incidente» e l'altro, e vennero strutturati in tre parti: il Trattato vero e proprio (che istituiva la Città del Vaticano, una enclave in mezzo a Roma che prevedeva l'extraterritorialità delle basiliche di San Pietro e di San Giovanni in Laterano), il Concordato (che regolava i rapporti tra la Santa Sede e l'Italia) e l'accordo finanziario (che stabiliva un indennizzo a favore della Chiesa in seguito alla rinuncia a qualsiasi rivendicazione sul vecchio Stato Pontificio). Mentre i giornali stranieri criticarono ampiamente la «santa alleanza», la stampa fascista celebrò l'apoteosi del duce. Lo stesso Pio XI definì Mussolini «uomo della Provvidenza», cancellando in un colpo solo il suo passato di mangiapreti socialista. Fu davvero così? Qual è l'eredità di quei Patti considerati allora provvidenziali? E che cosa è rimasto, oggi, dello spirito del '29, anche dopo la revisione concordataria del 1984 voluta dal presidente del Consiglio Bettino Craxi? A novant'anni da quello storico accordo, il libro cerca di rispondere a tante domande, interrogandosi inoltre sul futuro dei rapporti tra libera Chiesa in libero Stato.
Dopo il successo del libro Ipazia e del film "Agorà", la nostra casa editrice pubblica la biografia di Aspasia, personaggio ancora più noto e conosciuto di Ipazia. Ventenne, bellissima. Educata dal padre a essere libera nel pensiero e nello stile di vita. Colta e straniera, in quanto non Ateniese. Così Aspasia comparve sulla scena splendida e tormentata di Atene alla metà del Vsecolo a. C. Decisa a mirare in alto, incontrò l’uomo più illustre dell’epoca, Pericle, di circa venticinque anni più anziano di lei. Nacque una relazione impossibile a nascondersi. I due, del resto, non fecero nulla per passare inosservati. La loro divenne così ben presto la coppia più celebre e chiacchierata dell’epoca, e non solo. Storia di potere e di sesso per una delle donne più controverse dell’antichità.
«Questo è il racconto di come si svolse questo capitolo della storia dell'ebraismo italiano che io ho vissuto giorno per giorno...» Alfredo Sarano Custodito per oltre settant'anni in un cassetto dalle figlie Matilde, Vittoria e Miriam, il diario di Alfredo Sarano riemerge oggi dal passato aggiungendo nuove, preziose pagine di storia al libro del genocidio del popolo ebraico. Fogli ormai ingialliti dal tempo si affiancano così alle opere di Anna Frank ed Etty Hillesum, scritte proprio per vincere il silenzio e testimoniare l'orrore delle persecuzioni. Questo volume è frutto delle ricerche di Roberto Mazzoli, che ha riportato alla luce il diario di Alfredo Sarano inquadrandolo nel contesto storico dell'epoca e riportando le testimonianze dei sopravvissuti. Un libro che riporta alla luce l'eroismo di Alfredo Sarano, l'uomo che mise in salvo migliaia di vite nascondendo gli elenchi della comunità ebraica milanese.