
Avversario del dispotismo assolutista, eppure alla costante ricerca di una difficile imparzialità, il duca di Saint-Simon ha raccontato dall'interno la vita alla corte di Luigi XIV. La sua penna acuminata trascina il lettore in un vortice di cerimonie, feste, battaglie, intrighi, amori e funerali, che si susseguono tra un'Europa in rapida mutazione e la gabbia dorata di Versailles. Forse nessuno, prima di Saint-Simon, aveva mai analizzato con tanta lucidità la personalità di un re, o descritto con precisione così spietata le ambizioni, le ascese e le cadute dei generali e delle cortigiane che lo circondano. Scrittore amato da Stendhal, che ne studiò la visione politica, e da Proust, che ne esaltò lo stile, Saint-Simon è dotato di una capacità di penetrazione psicologica raffinata, in grado di interpretare la Storia attraverso gli impercettibili segni della mondanità e di eseguire il ritratto di personaggi straordinari come i protagonisti di un romanzo d'appendice.
Queste pagine narrano avvenimenti di storia patria a lungo sopiti per le tensioni politico-ideologiche che connotarono il continente europeo dopo la fine della coalizione antifascista. Si tratta dei crimini di guerra sui militari e le popolazioni civili del nostro Paese perpetrati - tra il 1940 e il 1946 - dalle truppe delle potenze liberal-democratiche vincitrici del secondo conflitto mondiale, in manifesta violazione del diritto internazionale bellico allora vigente. Se noti e di frequente evocati sono i crimini di guerra tedeschi, non adeguato rilievo pubblicistico hanno generalmente ricevuto eccidi, bombardamenti, stupri, saccheggi e altro ancora degli Alleati anglo-franco-americani (in particolare all'indomani dell'armistizio nel settembre 1943), oggetto preminente del tenace scavo di Federica Saini Fasanotti. Completa il drammatico scenario la raccapricciante documentazione sulle barbariche pratiche di guerra dei miliziani iugoslavi e greci. Segnalando l'importanza del volume Sandro Fontana, ordinario di Storia contemporanea nell'Università di Brescia e già vicepresidente del Parlamento europeo, scrive nella sua Prefazione: «Attraverso una ricerca rigorosa, condotta in tutte le direzioni, Federica Saini Fasanotti è riuscita a sottrarre al limbo della storia tutte quelle vicende dolorose che hanno investito la nostra esperienza nazionale durante l'ultimo conflitto mondiale» (pp. 328).
Federica Saini Fasanotti, milanese, è stata allieva del professor Giorgio Rumi, sotto la cui guida si è laureata in Storia contemporanea. Conseguito il Diploma di ricerca con una tesi sui controversi rapporti tra il fascismo e la Croce Rossa, si è poi trasferita a Roma, dove collabora attivamente con l'Archivio dell'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'esercito. Ha pubblicato numerosi saggi e articoli su riviste storiche di settore e, sotto la supervisione di Piero Melograni, ha sviluppato per Rai Trade una serie di 13 DVD sulla storia del fascismo.
"La Marina italiana nella seconda guerra mondiale" è il corposo risultato di un'approfondita indagine storiografica e di una ricerca che ha portato l'autore a confrontarsi con una straordinaria mole di materiale documentario, pressoché tutto quanto è stato scritto sull'argomento negli ultimi sessant'anni, riguardante le operazioni navali e aeronavali condotte dalla Regia Marina nei trentanove mesi che, dal 1940 al 1943, la videro impegnata in una logorante attività bellica nei teatri di guerra del Mar Mediterraneo durante il secondo conflitto mondiale. In un'opera controcorrente rispetto alla lettura "ufficiale" degli eventi che è stata ispirata dalla predominante storiografia di scuola angloamericana, James J. Sadkovich compie un'analisi che si propone di emendare dagli stereotipi l'operato della forza navale italiana e di offrire una valutazione, sulla base del dato effettuale, del suo apporto bellico, per lo più sminuito dalla propaganda britannica. La Regia Marina non vinse la guerra, ma, è la conclusione di Sadkovich, affiancata dall'Aeronautica e con il saltuario concorso del poco affidabile alleato germanico, essa bloccò le forze navali e aeronautiche britanniche e fece dell'Italia l'attore principale dell'Asse negli oltre tre anni della sua belligeranza nel Mediterraneo. Le gesta della Marina italiana durante la seconda guerra mondiale, finalmente al di là di ogni stereotipo.