
La famiglia sfugge da sempre alla morsa del diritto: è infatti una realtà tanto complessa che quest’ultimo cede all’idea di poterla regolare in tutti i suoi aspetti. Già i Romani avevano intuito questa problematica preferendo indirizzare la ‘mano visibile’ del diritto verso i suoi aspetti patrimoniali, sicuramente più immediati e tangibili. Se, per un verso, anche nelle costruzioni giuridiche successive molti elementi della famiglia non affrontano il ‘crisma’ della giuridicità, per l’altro, è vero che una parte importante di quella complessa realtà, fatta di interessi, aspettative, convinzioni e affetti che è appunto la famiglia, si riflette nella comprensione della dimensione patrimoniale che il diritto progressivamente ordina. Portare alla luce le strutture giuridico-patrimoniali e le loro trasformazioni nel corso di un arco temporale che va dai cambiamenti vissuti dalla famiglia romana all’inizio del primo Millennio d.C. sino alla ristrutturazione della famiglia avvenuta intorno al XII secolo, è l’obiettivo di questo volume. In particolare, sono state analizzate tre aree: la Penisola Iberica, l’Italica e il mondo bizantino – quest’ultimo spesso tralasciato dagli studi di storia del diritto europeo – allo scopo di cogliere lo ‘spirito’ comune delle loro strutture familiari. Proprio attraverso lo studio dalle sfere familiari e delle loro evoluzioni nel tempo e nello spazio è stato possibile avanzare nuove ipotesi interpretative intorno agli scambi patrimoniali tra famiglie.
Manuel Vial-Dumas è professore di Storia del diritto presso l’Universitat de Girona e la Universitat Oberta de Catalunya; è, inoltre, docente nel Corso di dottorato in Diritto dell’Universidad de Buenos Aires. È stato visiting researcher presso l’Università Nazionale Capodistriana di Atene e nell’Università degli Studi di Genova.
"Gli intensi scambi commerciali che nell'antichità romana e paleocristiana collegarono i porti di Alessandria d'Egitto e di Aquileia favorirono anche l'instaurarsi e lo svilupparsi di significative relazioni culturali, artistiche e religiose tra le due metropoli». Sulla scorta di questa intuizione di don Gilberto Pressacco, la pubblicazione mira a riscoprire e ravvivare i legami tra le genti di queste due sponde del bacino mediterraneo, favorendo così un dialogo che, proprio nella riscoperta di radici comuni, può condurre a una migliore integrazione e a una più feconda e pacifica convivenza tra popoli. L'espressione più vistosa di tali antichi legami è indubbiamente da ricercarsi sul piano cultu(r)ale e, in particolare, nel nome dell'evangelista/evangelizzatore San Marco, fondatore della Chiesa copto-alessandrina e, si ritiene, anche di quella aquileiese. Questa, però, non è l'unica traccia o 'spia'. Nei primi secoli dopo Cristo è possibile che anche altre influenze alessandrine possano aver 'contaminato' la sponda aquileiese. Ci si riferisce a quel fenomeno storico-religioso noto come 'gnosticismo', che si diffuse proprio nell'intervallo tra il primo e il quarto secolo dopo Cristo.
Sono le cinque del mattino del 17 giugno 1885. La fregata Isère getta l'ancora all'ingresso del porto di New York. A bordo, divisa in blocchi numerati e distribuita in 214 casse, c'è la statua della libertà, pronta per cominciare la propria vita in America dopo essere stata assemblata da un'equipe di operai italiani. Non è la statua più alta al mondo, e neanche la più pesante. Alla città l'hanno regalata i francesi e gli americani che l'accolgono ancora non sanno che diventerà la statua più famosa al mondo. Che cosa rappresenta? Da dove vengono il ferro delle sue ossa e il rame della sua pelle? E quali sono le origini della sua popolarità mediatica?
Francesca Lidia Viano racconta la storia inedita di un'icona simbolo della nostra modernità e la vicenda dei suoi artefici, lo scultore Frédéric-Auguste Bartholdi e il giurista Édouard de Laboulaye. Il lettore li seguirà nella costruzione, prima intellettuale e poi materiale, della statua. Tra spedizioni fotografiche, viaggi magnetici, riunioni massoniche e operazioni bancarie, passerà da Colmar e Strasburgo a Parigi, da Londra a Monaco, dalla Svizzera alle rive del Mar Rosso, dalle soglie del mitico regno di Saba all'Abissinia, da Pompei a St. Louis e a New York, dove la statua abbandonerà la sua vita virtuale per incarnare il sogno di libertà per tutti i popoli.
Non possiamo smettere di raccontare la realtà storica dei lager, le ideologie distorte che li hanno generati, le scelte dei singoli che hanno determinato per tanti la vita o la morte.
Questo libro raccoglie documenti, fotografie, testimonianze sulle relazioni tra oppressori e oppressi, la struttura e l'organizzazione dei lager, la grande rendita economica che generarono, insieme a tante storie di abiezione e di eroismo con una cronologia e un lessico essenziale.
La città di Napoli è stata, sin dai tempi più antichi, crocevia di religioni e associazioni iniziatiche, vantando nondimeno una tradizione ermetica e alchemica impareggiabile. Dai culti egizi alla Scuola Pitagorica, dalla sapienza araba a quella ebraica, dai templari agli altri ordini cavallereschi non vi fu tradizione che non ebbe a Napoli un centro privilegiato. Accademie, scuole, letterati, personaggi illustri, esoteristi, filosofi, maestri tutti trovarono nella capitale del Regno delle Due Sicilie un clima ideale per crescere ed espandersi, gettando semi prolifici in ogni parte d'Italia e d'Europa, alcuni dei quali non sono mai stati esaminati in maniera approfondita. Dietro eventi che sembrano confusi e slegati tra di loro, si intravvede uno scenario di fondo che, ricostruito, potrebbe gettare luce laddove è calato il buio dell'oblio e rigenerare l'importanza culturale di una città che è stata faro di civiltà. Esaminando le vicende storiche e analizzando i documenti disponibili, il libro cerca di dare risposte a molte domande insolute, ponendole per contro di nuove agli studiosi di vari campi del sapere.
In queste pagine Vidal-Naquet non offre solo studi di un insieme di questioni specifiche di storia dell'età greca: lo statuto dei giovani, delle donne, degli schiavi nel mondo omerico e ateniese, i guerrieri, gli artigiani, la città, la terra. Mostra piuttosto, attraverso questi singoli "affondi", l'unità di una cultura attraverso le sue diverse fasi e le sue molteplici manifestazioni: mitologiche, letterarie, politiche, sociali, filosofiche.
Flavio Giuseppe è stato spesso considerato un traditore del popolo ebraico, ma Pierre Vidal-Naquet, storico anche lui e di origine abbranca, ne trae un affascinante profilo di intellettuale: un esempio indicativo di una coscienza che che intende realisticamente sopravvivere in un mondo ostile pur mantenendo integra la propria identità.
È possibile discutere con i revisionisti, con coloro che negano la realtà del genocidio hitleriano fino a mettere in dubbio l'esistenza delle camere a gas? Per Pierre Vidal-Naquet la risposta è, senza alcuna esitazione, no. E non solo perché il dialogo presuppone un terreno comune, ma anche perché tra gli storici non esiste alcun dibattito che si possa definire scientifico sulla tragica verità dello sterminio nazista. Comprendere l'origine di una tale aberrazione è dunque più che mai necessario: si può e si deve discutere sui revisionisti, analizzando i loro testi "come si fa l'anatomia di una menzogna".
Il volume ricostruisce la Roma capitale dell'Italia unita e della nazione italiana. Diversi specialisti analizzano lo sviluppo demografico e sociale, la vita amministrativa, i rapporti con il governo centrale e con la Chiesa, l'evoluzione e l'espansione del tessuto urbano, il repertorio monumentale e simbolico chiamato a rafforzare le funzioni della nuova capitale.

