
Si abbraccia il lungo arco cronologico che comprende al suo inizio la sconfitta e la cacciata di Tarquinio il Superbo e il formarsi della respublica delle origini, con l'affermarsi del nuovo modello di governo e il dispiegarsi del conflitto fra patrizi e plebei e al suo compiersi la tarda Repubblica, la morte di Cesare e il secondo triumvirato. Le grandi figure della Roma repubblicana vengono indicate nel loro contesto socio-politico andando dal sacco di Roma da parte dei Galli, alle guerre sannitiche, alle guerre puniche, dall'espansionismo romano in Italia e nel Mediterraneo, ai Gracchi e alla guerra sociale.
La storia della Grecia dall'età arcaica all'inizio dell'Ellenismo è, per la stessa natura geografica della penisola ellenica, tutta protesa sul mare, per la presenza delle sue colonie sulle coste del mar Nero, dell'Asia Minore, dell'Africa, della Sicilia, della Spagna, della Gallia e dell'Italia, una storia del Mediterraneo. Tra la fine dell'VIII e la fine del IV secolo a.C. il Mediterraneo vide gli albori, lo sviluppo, lo splendore, il declino di quella civiltà che noi chiamiamo classica.
"Roma era diventata grande molto in fretta, con una rapidità che i Romani non si stancarono mai d'ammirare, e non senza motivo. Certo, riconoscevano che all'inizio Romolo non si era fatto troppi scrupoli, ma è giusto mettere in discussione un politico quando prepara qualcosa di così grande come Roma?" Pierre Grimal avvia così il racconto dell'incredibile fortuna della Città: dalla sua mitica fondazione alla decadenza dell'Impero, passando attraverso la vita del regno e le grandi ore della Repubblica.
Per più di duemila e cinquecento anni il Partenone ha suscitato ammirazione, acceso fantasie, alimentato polemiche. È stato incendiato, bombardato, smembrato, saccheggiato. Rimane una delle meraviglie del mondo che tutti riconoscono immediatamente. Mary Beard, classicista e storica brillante, racconta con gusto la sua costruzione e spiega perché continua a colpirci così profondamente.
Che cosa accade in una grande città, in una capitale dell'Impero, per la precisione, quando il suo capo supremo passa da una religione a un'altra? Quali sono i contraccolpi sull'urbanistica, sui riti cittadini, sulle cerimonie ufficiali, sullo stesso calendario e, attraverso questo e le sue ricorrenze, sulla vita di tutti i cittadini, fino agli strati più umili? Una ricostruzione di eccezionale ampiezza e organicità della conversione di Roma che mostra come, a partire da Costantino, la capitale dell'Impero romano divenne una delle più importanti sedi della cristianità.
Quest'opera intende mettere il Mediterraneo al centro della riflessione storiografica. Pensare storicamente il Mediterraneo non è un'operazione ovvia: implica conoscere i suoi diversi volti nel tempo e comprendere come si è formato quel patrimonio a cui tutti attingiamo. Il compito è reso ancor più difficile dal fatto che "sempre" il Mediterraneo è stato luogo d'incontro delle tensioni più decisive dell'epoca, dell'elaborazione quindi di tendenze innovative, e insieme ricco di gruppi non coinvolti in questi dinamismi. Così che le componenti più diverse si sono trovate fianco a fianco, a volte convivendo a volte scontrandosi, tutte quante indispensabili per comprenderne le trasformazioni.
L’opera storica di Cassio Dione è di rilevante importanza per lo studio del II secolo d.C., poiché, nel naufragio della maggior parte degli autori antichi, conserva una certa continuità narrativa, coprendo il periodo del principato di Nerva fino alla dinastia degli Antonini. Tuttavia anche la «Storia Romana» non è completa, tràdita attraverso epitomi bizantine o attraverso gli «Excerpta» contenuti in florilegi, come la raccolta di Costantino Porfirogenito. Il confronto del testo dioneo con la ricca documentazione epigrafica, archeologica, papirologica e numismatica permette una più approfondita e corretta conoscenza della «Storia Romana» e delle tendenze storiografiche di Cassio Dione, oltre a una più ampia valutazione del secolo degli Antonini.
Guido Migliorati lavora presso l’Università Cattolica di Brescia. Ha pubblicato: Il Brutus di Accio e l’opposizione ai Gracchi, «CISA», 26, Vita e Pensiero, Milano 2000; L’idea di guerra nella propaganda di Traiano, «CISA», 27, Vita e Pensiero, Milano 2001; Volterra da Silla a Rullo, «Aevum», 2001; A proposito di L. Catilio Severo, legatus Augusti di Siria, «Epigraphica», 2002; Forme politiche e tipi di governo nella Roma etrusca del VI sec. a.C. , «Historia», 2003.
Ben prima degli ipertecnologici conflitti contemporanei e delle nostre stupidissime "bombe intelligenti", furono alcune sanguinose zuffe corpo a corpo a indirizzare il corso della storia. E la storia, si sa, non riconosce gli sconfitti. Quelle battaglie furono vinte e perse per coraggio, inganni, sorte, genio, stupidità, supremazia militare. Chi ha perso è stato ridotto in schiavitù, ha visto i propri campi razziati e le proprie città rase al suolo. I vincitori, invece, sono diventati leggendari semidei, icone che hanno attraversato i secoli, i millenni, fino ai giorni nostri. In questo libro Durschmied racconta diciassette conflitti decisivi dell'antichità, quando un singolo eroe poteva cambiare gli equilibri del pianeta.
Le vicende secolari della penisola sotto il dominio romano impongono l'immagine dell'identità incompiuta: il processo di unificazione politica, il senso di appartenenza a una patria comune, la distinzione rispetto alle province furono tutti fenomeni presenti e attivi nella storia italica, ma sempre contrastati da tendenze opposte, spesso più forti e vivaci. L'autonomia dell'oggetto storiografico 'Italia romana' e insieme la sua drammaticità consistono proprio in questa sua cronica incompiutezza.
Dopo il crollo di quello che siamo abituati a chiamare l'impero romano d'Occidente, la civiltà romana ha continuato a vivere per circa un millennio nelle regioni orientali attorno alla splendida capitale rifondata da Costantino sulle rive del Bosforo. La fusione della cultura greca e della religione cristiana sul terreno della struttura statale romana fu la peculiarità dell'impero di Bizantino, cui va riconosciuto almeno il merito di avere ricevuto dalle mani vacillanti di Roma l'eredità del mondo antico proprio quando questo rischiava di scomparire nel flutto delle invasioni barbariche: un'eredità preziosa che per fortuna non è andata dispersa neppure dopo la caduta di Costantinopoli, sotto i colpi dei turchi di Maometto II.
La regina Scirin è la moglie cristiana dell'ultimo grande re sasanide di Persia: la sua figura appartiene più alla leggenda e al romanzo che alla storia, poiché è sprovvista di testimonianze concrete relative alla sua biografia. Si tenta, in questo volume, la strada della ricostruzione storica che attraversa la complessa situazione religiosa dell'Iran prima della conquista araba e della diffusione dell'Islam. Si descrive il peso della tradizione cristiana in riferimento alla vicenda dei Magi e della stella, della quale si presentano alcune interpretazioni.