
Un viaggio senza pause alle origini dello stile di vita, in cui l'infanzia è solo un pretesto per raccontare come nasce la personalità, perché sistemiamo in un certo modo i mattoni del nostro edificio interiore e attraverso quali vie diventiamo ciò che siamo. L'approccio è innovativo e spiazzante, figlio di una psicologia del profondo ottimistica, lontana da oscure elucubrazioni e da autocompiacimenti, che pesca nella rivoluzione operata dal grande dissidente della psicoanalisi, Alfred Adler. Un modo diverso per parlare di noi, che ci rende familiare il nostro mondo interiore, svelando la straordinaria logica che lo presiede.
"Perché un libro sulle passioni? Raramente un'epoca si è sentita così 'spassionata' come la nostra. Le passioni, che hanno costituito per secoli il fulcro dell'affermazione di sé e un nesso potente tra l'individuo, i rapporti privati e la vita pubblica, sembrano aver esaurito la loro funzione. Eppure, nel bene e nel male, nella forma della presenza o dell'assenza, dell'affermazione o del diniego, esse orientano ancora la riflessione e l'agire umano". (Dall'Introduzione di Silvia Vegetti Finzi)
Una volta vinta la riluttanza a studiare quell'indicibile realtà che è l'amore, gli psicologi hanno preso in serie a scandagliare l'argomento: decine di studi appaiono annualmente su riviste specializzate; si moltiplicano gli interventi a convegni che, sempre più numerosi, mettono a fuoco da punti di vista scientifici sempre più diversificati e precisi ciò che più di ogni altra rimane, per l'uomo, la cosa in assenza della quale meno che mai la vita varrebbe la pena di essere vissuta. L'amore: che cos'è? Da dove viene? Come si sviluppa? E' una predisposizione, un'emozione o un legame diadico? E' una cosa seria o giocosa, appassionata o tranquilla, esigente o altruista?
Una guida che indica il percorso, facile e accessibile a chiunque, per raggiungere la consapevolezza di sé attraverso la pratica della meditazione. Da un maestro della meditazione, la chiave per essere finalmente padroni di se stessi e imparare a godere di quell'ultimo momento della nostra esistenza di cui davvero disponiamo per amare, crescere, vivere: il presente.
"Il futuro di cui discuterò in queste pagine non coincide esattamente con il significato che gli attribuiscono psicosociologi, economisti, giornalisti e politici: la dimensione futura che cerco di indagare è di ispirazione psicoanalitica, è l'idea di ciò che auspicabilmente si riuscirà ad essere e fare in un tempo detto futuro. L'autentico desiderio potrà esprimersi ed essere realizzato nella misura in cui si saranno sviluppate le competenze necessarie. Parlerò quindi del progetto di crescita, di cambiamento, di realizzazione di ciò che si avverte come parte più autentica del sé, discuterò della fantasia concernente la propria evoluzione verso la pienezza delle capacità di amare e di farsi amare, di lavorare creativamente ottenendo il legittimo riconoscimento economico come espressione concreta dell'essere riusciti a rendersi socialmente visibili dopo la lunga fase di dipendenza dalla famiglia di origine. Proprio perché il futuro è sinonimo di crescita della parte più autentica di se stessi e promette la prosecuzione verso l'alto del processo di conoscenza delle proprie verità, vederlo appannarsi e sparire nelle nebbie di un contesto sociale, economico e culturale che si schiera contro la sua realizzazione, colpisce al cuore il sistema motivazionale e crea un lutto doloroso: assieme al futuro muore la speranza, l'autenticità, il piacere di vivere per crescere e diventare se stessi."
Quando guardiamo i bambini degli altri, stiamo guardando il nostro. Il bambino che portiamo dal pediatra, che addormentiamo la sera, che siamo convinti di conoscere profondamente e di cui parliamo con l'insegnante a scuola o al quale dispensiamo le nostre massime di vita - anche se per qualche motivo pensiamo che sia del tutto speciale - è esattamente come il bambino degli altri. Perché tu non sei immune dai vizi di tutti. Non sei speciale. E tuo figlio non è più speciale degli altri. Funziona nello stesso modo. Appartiene alla stessa infanzia. Avrà gli stessi sogni. Combatterà le stesse battaglie. Per quanto sia consolatorio illudersi che non sia così, essere consapevole che il nostro modo di pensare l'infanzia determina i confini, il ruolo e le aspirazioni di ogni singolo bambino - anche del tuo - ti servirà almeno per spostare ogni tanto il punto di vista. Per guardare le cose che vedi tutti i giorni in un modo un po' diverso. E chiederti in che senso le cose che fa o dice il tuo bambino sono cose "infantili". In che senso sei infantile tu. E dove finisce l'una e dove inizia l'altra cosa.
Imparare a studiare: facile a dirsi, non sempre facile a farsi. Studenti di ogni età si impegnano ogni giorno per applicare nei compiti a casa le nozioni apprese a scuola, e spesso tutto questo si rivela una vera impresa, con grande spreco di fatica, energie e frustrazioni. Matteo Rampin spiega cos'è il metodo di studio e come usarlo in modo proficuo per studiare bene e senza perdere tempo inutilmente. Ma non solo: imparare un metodo vuol dire acquisire le basi fondamentali per non lasciarsi travolgere dall'impegno; è l'organizzazione consapevole delle linee guida per agire con efficacia, scegliere con razionalità, essere "centrati" e presenti a se stessi, e prendere in mano la propria esistenza: in altre parole, il metodo di studio è la metafora perfetta dell'arte di vivere.
Chissà quante volte vi sarà capitato di non sentirvi ascoltati o magari di essere voi stessi a non prestare attenzione alla parola d'altri. Saper ascoltare è certamente una delle abilità più importanti nella vita di tutti i giorni, un'arte che può influenzare positivamente la nostra esistenza e le nostre relazioni con gli altri. Questo libro offre strumenti di auto-apprendimento che vi permetteranno di evitare gli errori che spesso sono all'origine di incomprensione e contrapposizione nell'esperienza quotidiana. Le indicazioni pratiche contenute in questo testo vi consentiranno d'affinare sempre più la vostra sensibilità al vissuto emotivo dell'altro, favorendo così una vera e proficua apertura al dialogo, all'ascolto e alla relazione in una forma più vera e profonda.
Il mito, fra tutte le figure creative prodotte dalla mente umana, è senza dubbio l'esperienza psicologica più affascinante, considerando gli stretti legami che ha con il sogno, con le produzioni immaginative e con la cultura e la storia dei popoli. I personaggi umani e divini che in questo «teatro simbolico» si esibiscono portano inevitabilmente a galla le speranze, i desideri, le paure, le nevrosi e anche le straordinarie qualità eroiche della nostra specie. In queste pagine intraprendiamo un «viaggio nel mito» attraverso riflessioni di psicologia clinica, in grado di fornirci illuminazioni sugli aspetti oscuri della nostra vita, dimostrando l'origine di certi «mali dell'anima» e le strategie per porvi rimedio. Grazie all'aiuto simbolico di personaggi come Perseo, Asclepio, Antigone, Arianna, Pandora, Odisseo... qualcosa di dormiente, nelle pieghe più intime della personalità profonda, può cominciare a svegliarsi e a reclamare il suo diritto alla vita. L'incontro con il mito sollecita forze innate che possono favorire la crescita psicologica e spirituale.
Narciso è uno dei personaggi della mitologia greca che più di altri abbiamo fatto entrare nella nostra vita quotidiana. Siamo una società di narcisi: o ben riusciti, buona copia dell'originale, o mal riusciti, lontani anni luce da quell'affascinante modello che ci attira in modo irresistibile. Il narcisismo può essere dunque un importante elemento stimolatore della dinamica psichica. Con questa dimensione dobbiamo costruire un rapporto fatto di amicizia, rispetto reciproco, collaborazione per il rinforzo dell'Io; non certo sottomissione ai suoi capricci, adesione acritica ai suoi bisogni infantili. Narciso nasce con noi e ci accompagnerà tutta la vita. Dobbiamo impedirgli di essere il nostro dominatore e trovare il modo per far emergere quegli impulsi narcisistici che ci permettono di stare bene con noi stessi.
Che cosa significano frasi come: "Non mi ama nessuno...", "E andata male anche questa volta...", "Era la persona sbagliata"? Sono il segno di una vecchia ferita mai rimarginata e ancora dolorosa, l'impronta di un bisogno d'amore rimasto inappagato. Molti di noi si sentono incompresi, soli, abbandonati, non amati o amati troppo poco. Sentimenti che spesso hanno origini lontane: in un'esperienza amorosa non felice, magari vissuta nell'infanzia, che si è radicata profondamente influenzando tutte le successive relazioni affettive. Attraverso il racconto di innumerevoli casi e le intuizioni che ne derivano, Peter Schellenbaum suggerisce come analizzare a fondo e riportare in superficie questa esperienza, per potersene liberare e recuperare tutta la nostra capacità di amare ed essere felicemente amati.
Come allungare le ore di sonno del bambino, i rituali della buonanotte più efficaci, come affrontare i risvegli notturni, il sonnambulismo, paure e incubi, i pro e contro del dormire tutti insieme nel lettone. Questi alcuni dei temi affrontati nel libro, guida per genitori firmata da un pediatra, Brazelton, e da uno psichiatra, Sparrow.