
A più di trent'anni dalla sua prima pubblicazione viene riproposto uno dei testi "storici" della terapia strategica e della psicoterapia della famiglia. Il volume è infatti ancora un testo di riferimento fondamentale sia per i terapeuti che desiderano perfezionare le tecniche specifiche per risolvere i dilemmi umani, sia per tutti coloro che si occupano della formazione in psicoterapia e che intendono insegnare particolari strategie d'intervento. Partendo dal presupposto che il compito del terapeuta sia quello di definire con precisione il problema e di progettare un intervento non sul singolo individuo, ma sul suo contesto familiare e sociale al fine di ottenere un cambiamento, Haley guida il lettore attraverso la complessità delle relazioni e dei conflitti familiari, delineando le diverse fasi del suo originale approccio terapeutico. Dalla conduzione della prima seduta all'uso delle direttive, del linguaggio metaforico e degli interventi paradossali, l'autore affronta tutti i principali temi della terapia strategica, illustrandoli con numerosi esempi e casi clinici. Particolari approfondimenti sono dedicati, negli ultimi tre capitoli, alla terapia di coppia, ai problemi della formazione dei terapeuti e agli aspetti etici della terapia. Un testo fondamentale di un grande maestro che ha saputo innovare la psicoterapia, che è riuscito a spiegarla in maniera semplice e soprattutto che ha avuto la capacità di renderla essenziale ed efficace.
"L'approccio ecologico alla percezione visiva" di J.J. Gibson costituisce uno studio imprescindibile su come funziona la visione umana. Oggetto della lucida analisi dello psicologo americano è non solo come vediamo l'ambiente che ci circonda (le sue superfici, i layout, i colori, le texture), ma anche la percezione di dove ci troviamo rispetto all'ambiente e la comprensione di come la visione ci permetta di fare le cose, dalle più semplici alle più complesse. In questo libro, inoltre, il concetto di affordance, già presente in "The Senses Considered as Perceptual Systems" (1966) e precisato nel saggio "The Theory of Affordances" (1977), è sviluppato e approfondito. Tale nozione è stata ripresa di recente in moltissimi ambiti, dalla filosofia alla robotica alla psicologia evolutiva: per questo motivo, e per l'importanza che il pensiero dello psicologo riveste tuttora per le teorie della percezione post-cognitiviste (si pensi all'enactive approach), riproporre Gibson in traduzione aggiornata è operazione assolutamente necessaria.
L'Intervista clinica generazionale è uno strumento messo a punto nel corso degli anni da Vittorio Cigoli e Giancarlo Tamanza con l'obiettivo di orientare l'intervento clinico mettendo a fuoco aree critiche nelle relazioni familiari. La procedura utilizzata si avvale di strumenti innovativi. Il valore dell'intervista sta nel fatto che coniuga la possibilità di fare ricerca con quella di intervenire nella relazione familiare attraverso l'incontro con la coppia genitoriale.
Il libro
Il presupposto è che l’adozione sia già di per sé una forma di terapia per i bambini traumatizzati; ma anche genitori equilibrati possono essere destabilizzati dall’arrivo di un bambino problematico e, se l’adozione entra in stallo, è necessario “curare l’adozione”, cioè far convergere la cura dei bambini traumatizzati e quella delle famiglie adottive.
Sulla base di un’ampia esperienza clinica, gli autori sostengono che la vera sfida consiste nel produrre una modificazione dei modelli mentali e delle rappresentazioni del bambino.
Il curatore
Francesco Vadilonga, psicologo e psicoterapeuta familiare, dirige il Centro di terapia dell’adolescenza di Milano. Per le nostre edizioni ha curato, con D. Ghezzi, La tutela del minore (1996).
Contributi di G. Attili, A. Barbato, S. Brunetti, E. Bruno,
M. Dalcerri, C. Edelstein, D. Howe, R. Mariani, G. Mazzonis,
J. Palacios, S. Petoletti, G. Rangone, F. Vadilonga
Il volume indica le linee storiche del percorso di sviluppo della ricerca qualitativa, ricostruito attraverso un’analisi della letteratura specialistica. Vengono passati in rassegna i principali strumenti di questo approccio, valutandone l’applicabilità ai vari temi di interesse della psicologia clinica, con particolare attenzione alle procedure di assessment e agli studi sui trattamenti psicoterapeutici.
Si prende in considerazione la prospettiva che l’approccio qualitativo può proporre al lavoro di clinici e ricercatori, nonché il ruolo che esso attribuisce ai pazienti e alla loro capacità di fornire un contributo essenziale alla messa a punto di strumenti di intervento diagnostico e terapeutico sempre più affidabili.
Franco Del Corno, psicologo e psicoterapeuta, insegna Psicologia clinica all’Università della Valle d’Aosta.
Pietro Rizzi, psicologo e psicoterapeuta, è membro ordinario della Società Psicoanalitica Italiana.
Il volume propone una chiara descrizione clinica dell'ansia e dell'evitamento sociale, delineando modelli che spiegano come si producono tali disturbi. Vengono inoltre indicati i trattamenti, sia psicologici sia farmacologici, considerati oggi più efficaci.
A partire da un'ottica cognitivista, i differenti temi sono affrontati in capitoli specifici: introduzione e aspetti epidemiologici, genesi e sviluppo dell'ansia e del ritiro sociale, elementi di psicopatologia, valutazione, trattamento.
Michele Procacci, psichiatra e psicoterapeuta, è tra i fondatori del III Centro di psicoterapia cognitiva di Roma.
Raffaele Popolo, psichiatra e psicoterapeuta, collabora con il III Centro di psicoterapia cognitiva di Roma.
Gli autori, tra i più noti studiosi a livello internazionale nel campo delle relazioni familiari, espongono in questo volume il modello relazionale-simbolico che rappresenta una suggestiva prospettiva alla ricerca del "famigliare", nel suo perenne moto di connessione tra mutamento e continuità, aspetti varianti e invarianti. La prima parte del volume è dedicata ai principi del modello (principio organizzativo, simbolico e dinamico) che prendono corpo nei vari ambiti della relazione familiare. Nei capitoli successivi, dedicati al legame di coppia, al legame genitoriale e ad alcune sue specifiche forme (adozione, affido, separazione), ai giovani adulti e alla famiglia migrante, vengono esposti i risultati di numerose e significative ricerche ispirate al modello e sviluppate nel corso di più di due decenni da studiosi psicosociali e clinici del Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell'Università Cattolica di Milano. Viene inoltre delineata la metodologia di lavoro che orienta gli interventi formativi con le famiglie nella comunità, così come le caratteristiche dell'intervento clinico-psicoterapeutico. L'ultima parte del volume è dedicata ai principali strumenti quantitativi e qualitativi utilizzati dai ricercatori.
Il volume presenta il metodo di assessment della personalità basato sull’evoluzione della prospettiva psicodinamica, a partire dal colloquio strutturale degli anni ’70 fino alla versione operazionalizzata attuale, la Structured Interview of Personality Organization (STIPO), presentata nella sua edizione italiana. Vengono evidenziati gli aspetti teorici che fanno da cornice alla diagnosi di struttura di personalità e viene introdotto il metodo del colloquio strutturale, per poi presentare l’intervista strutturata, nei suoi contenuti, nelle sue modalità di utilizzo e nelle sue proprietà psicometriche. I lettori potranno trovare anche alcuni stralci di casi clinici che esemplificano le modalità di attribuzione dei punteggi dell’intervista.
Allegata al volume la versione italiana della Structured Interview of Personality Organization (STIPO)
I curatori
Fabio Madeddu, psichiatra e psicoanalista, insegna Psicologia clinica all’Università di Milano- Bicocca. Nelle nostre edizioni ha pubblicato I meccanismi di difesa (con V. Lingiardi, 1994) e Devianza e antisocialità (con S. Dazzi, 2009).
Emanuele Preti, psicologo e psicoterapeuta, è docente del laboratorio di Interviste cliniche per la diagnosi di personalità patologica all'Università di Milano-Bicocca.
Le analogie tra follia e modernità sono sorprendenti: sfida all’autorità e alle convenzioni, nichilismo e ironia dissacrante, rivolta a ogni cosa, un relativismo estremo, che può culminare nella paralisi, una disumanizzazione dilagante e la scomparsa della realtà esterna a favore di un Io onnipotente o, in alternativa, la dissoluzione di ogni senso dell’identità.
Secondo l’autore, i tratti fondamentali della follia schizofrenica sono esasperazioni di tendenze promosse dalla nostra cultura e tale affinità è messa in evidenza da un confronto con le opere di artisti e scrittori, tra i quali Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp, Franz Kafka, Samuel Beckett, e prendendo in esame il pensiero di filosofi come Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger, Michel Foucault e Jacques Derrida. In quest’opera densa e sorprendente, che ha segnato un vero punto di svolta, Sass si rifiuta di ammantare lo schizofrenico di un’aura romantica, come un eroico ribelle, un mistico o un selvaggio veemente, sostenendo invece che in questa condizione riecheggiano molti dei più alienanti aspetti della vita moderna.
L'autore
Louis A. Sass insegna Psicologia clinica presso la Graduate School of Applied and Professional Psychology della Rutgers University, New Jersey. L’attività di ricerca e il lavoro clinico vertono sulla psicopatologia grave, soprattutto sulla condizione schizofrenica, schizoide e borderline. I suoi interessi interdisciplinari includono l’intersecarsi della psicologia clinica con la filosofia, l’arte, gli studi letterari e culturali.
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Obiettivo del volume è facilitare il clinico nella conoscenza della WAIS-IV, evidenziando analogie e differenze con la WAIS-R. Il testo è articolato in quattro parti. Nella prima si descrive la nuova architettura della WAIS-IV e i cambiamenti che la contraddistinguono. Nella seconda sono presentati i quattro Indici e i subtest che li compongono. Di ogni subtest sono descritti le abilità cognitive valutate, i processi di elaborazione e le strategie coinvolti nelle risposte, l'analisi degli errori e le possibili procedure aggiuntive per approfondire alcune variabili a fronte di dubbi clinici. La terza parte è dedicata alla lettura dei risultati e all'interpretazione di tutti i punteggi forniti dalla WAIS-IV: Ql, IAG, ICC, Indici, punti di forza e di debolezza e punteggi di processo. Nella parte quarta è esemplificato l'impiego della scala con anziani e alcune popolazioni cliniche. Nel volume sono proposte linee guida per la stesura della relazione psicodiagnostica.
"Abbiamo bisogno di un modello psicoanalitico della mente per fare un buon lavoro clinico." Per quanto profonda sia stata l'influenza della psicoanalisi nell'ambito della salute mentale, finora nessun testo è stato scritto con l'intento di spiegare il modello psicoanalitico della mente ai molti interessati a comprenderlo. Il testo di Elizabeth Auchincloss segna una svolta: presenta concetti complessi in maniera accessibile, affranca la psicoanalisi dai miti che l'hanno oscurata e appiana le controversie che per troppo tempo l'hanno attraversata. Collocando la visione psicoanalitica della mente all'interno degli sviluppi scientifici attuali nei campi di ricerca affini, l'autrice mostra che il modello psicoanalitico è compatibile con un approccio basato sul cervello: i fattori psicologici contribuiscono all'esordio, all'espressione e al decorso della patologia anche nei pazienti con disturbi psichici di origine prevalentemente biologica. Il modello psicoanalitico della mente offre ai clinici una cornice per comprendere ogni paziente come essere psicologico unico e irripetibile.
Il premio Nobel Eric Kandel usa le sue doti di divulgatore per portarci nella Vienna del Novecento, dove le figure più eminenti della scienza e dell'arte diedero l'avvio a una rivoluzione che avrebbe cambiato per sempre il modo di considerare la mente umana. Nei salotti viennesi dell'epoca si discutevano idee che avrebbero segnato una svolta nella psicologia, nella neurobiologia, nella letteratura e nell'arte. Tali idee portarono a progressi che esercitano ancora oggi la loro influenza. Sigmund Freud sconvolse il mondo mostrando come l'aggressività e i desideri erotici inconsci si esprimano simbolicamente nei sogni e nel comportamento. Arthur Schnitzler rivelò la sessualità inconscia delle donne con l'innovativo ricorso al monologo interiore. Gustav Klimt, Oskar Kokoschka e Egon Schiele diedero vita a opere di grande evocatività che esprimevano il piacere, il desiderio, l'angoscia e la paura. "L'età dell'inconscio" aiuta a capire i meccanismi cerebrali che rendono possibile la creatività nell'arte e nella scienza, aprendo una nuova dimensione nella storia intellettuale.

