
Questo testo è un "libro orale": propone un lungo seminario che Guidano tenne il 19 e il 20 dicembre 1997 in Cile e che fu pensato proprio per essere trascritto e utilizzato dai gruppi di tirocinanti che seguivano i suoi corsi in America Latina. Ma, soprattutto, è un libro che offre nuove riflessioni ed elaborazioni del modello cognitivo postrazionalista da lui creato come risultato di un'esperienza decennale di ricerca e di pratica clinica. Il suo pensiero risulta essere qui molto chiaro sia nelle ipotesi esplicative degli eventi psicopatologici sia nelle strategie di intervento psicoterapeutico che ne derivano grazie agli esempi clinici e ai continui richiami all'epistemologia evolutiva, alla teoria della mente, allo sviluppo delle emozioni e alla teoria dell'attaccamento. Il testo è stato arricchito da note e commenti elaborate da Álvaro T. Quiñones Bergeret, ricercatore ispanoamericano, che è stato suo allievo e stretto collaboratore. In questa sezione il lettore troverà delle parti che integrano e approfondiscono il pensiero del maestro, fornendo un'analisi attenta e accurata dello sviluppo del modello postrazionalista. Il libro rappresenta dunque lo "stato dell'arte" del progetto di ricerca di Guidano al momento della scomparsa del suo autore avvenuta prematuramente nell'agosto 1999.
Nei contesti pastorali non raro che un prete si trovi ad avere a che fare con situazioni interpersonali difficili e perfino difficilissime, tirato dentro dal proprio spirito di servizio evangelico, dalla propria generosità, qualche volta dalla propria imprudenza. La sua condizione affettiva di celibe rende singolari quelle interazioni e difficilmente riconducibili ad altre forme di relazione.
Tutto ciò apre spazi di grande fecondità, psicologica e spirituale, ma pure di possibile problematicità. Occorrerebbe evitare la deriva dell'ingenua deregulation, da un lato, come pure quella opposta, della distanza estrema e, ultimamente, del non coinvolgimento, dall’altro. Il testo, anche a partire dall’esame di situazioni concrete, propone riflessioni e strumenti per un coinvolgimento autenticamente cristiano. Stefano Guarinelli e sacerdote della diocesi di Milano da] 1993.
Psicologo e psicoterapeuta, è professore straordinario di Psicologia alla Facoltà Teologica dell'Iltalia Settentrionale presso la Sezione del Seminario Arcivescovile di Milano, di cui è direttore. Come professore invitato insegna, inoltre, presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, l’Università Pontificia Salesiana di Torino e la Escuela de Formadores di Salamanca (Spagna). Collabora, come vicario festivo, con la Comunità pastorale di Giussano (MB).
L’autore spiega in che modo i genitori lavorano – o non lavorano – insieme quando si occupano dei figli e come la qualità della loro alleanza si rifletta sullo sviluppo sociale ed emotivo del bambino nei primi tre anni di vita.
Arricchito da molte interviste con neogenitori, il volume offre informazioni fondamentali su come creare strategie genitoriali coerenti e coordinate durante la gravidanza e nel periodo iniziale di crescita del bambino.
L'autore
James P. McHale dirige il dipartimento di Psicologia all’University of South Florida.
La personalità borderline è il testo di riferimento sui disturbi borderline di personalità, uno dei temi più importanti della psichiatria contemporanea, e sintetizza tutto ciò che oggi conosciamo sul loro trattamento nei diversi contesti clinici.
L’autore ha integrato in questa nuova edizione i risultati dei più recenti contributi teorici, clinici e di ricerca, illustrandoli con il rigore e la chiarezza che lo contraddistinguono.
L'autore
John G. Gunderson insegna Psichiatria all’Harvard Medical School di Boston (Massachusetts).
Un volume che propone un'ipotesi per spiegare la nascita della coscienza. Nessuno fino ad ora aveva colto come molti fenomeni inquietanti dei nostri giorni come la pedofilia, le perversioni sessuali, i delitti "immotivati" all'interno delle famiglie e delle coppie, possano essere reinterpretati in una chiave che ci riporta indietro di decine di migliaia di anni, e che ha a che fare con il cannibalismo. In questo libro, avvincente e terribile, la "solitudine" della nostra specie, il mistero delle malattie mentali e molte forme di predazione dell'uomo sull'uomo, vengono viste come tracce di questo "evento originario": una spieiata auto-selezione cannibalica della specie, che eliminò chi non era ricettivo sessualmente e chi non sapeva parlare.
"Non ho pensato neanche per un istante che avessimo fatto cose che avrebbero avuto un impatto di portata mondiale. Quello che abbiamo fatto è stato mostrare che il cambiamento è possibile, che la riconciliazione è possibile, la riduzione delle tensioni è possibile se è presente un clima centrato sulla persona, facilitante. E questo significa moltissimo per me. Quello su cui abbiamo lavorato è più essenziale della soluzione dei problemi; abbiamo lavorato per aiutare le persone a comprendersi l'un l'altra, a comunicare l'una con l'altra, e questo, sento, rappresenta una base molto più realistica per la soluzione delle questioni specifiche."
“Questo libro tratta della sofferenza e della speranza, dell’angoscia e della soddisfazione di cui è pieno lo studio di ogni terapeuta. Tratta dell’unicità della relazione che ogni singolo terapeuta allaccia con ogni singolo cliente e nello stesso tempo degli elementi comuni che si scoprono in tutte queste relazioni. Parla del cliente che siede nel mio studio lottando per essere se stesso ed è nello stesso tempo mortalmente spaventato di essere se stesso, del cliente che tenta di vedere la sua esperienza così com’è, desidera di essere quell’esperienza ed è terrorizzato nello stesso tempo da tale prospettiva. Questo libro parla di me mentre sto con questo singolo cliente, confrontandomi con lui, partecipando a quella sua lotta nel modo più profondo di cui io sia capace. Parla dei miei tentativi di percepire la sua esperienza vissuta e del significato e dell’aroma che questa esperienza ha per lui. Parla del mio rammarico per l’umanissima fallibilità della comprensione di quel cliente e per tutte le volte in cui non ce la faccio a vedere la sua vita come lui stesso la vede. Parla del compiacimento per il mio privilegio di agire come levatrice di una nuova personalità, del mio timore reverenziale di fronte all’emergere di un sé, di una persona, del mio assistere a una nascita, in cui ho avuto ruolo importante di facilitazione. Tratta del cliente e di me mentre osserviamo con ammirazione le forze potenti e ordinate che trapelano in tutta questa esperienza, forze che sembrano profondamente radicate nell’intero universo. Credo di poter dire che questo libro tratta della vita così come si manifesta nel processo terapeutico, con il suo cieco potere e con la sua tremenda capacità di distruzione, ma anche con la sua travolgente spinta verso la crescita non appena si presentino le condizioni favorevoli” (dalla prefazione di C. Rogers)
"Nelle esperienze di play therapy, grazie alla relazione con lo psicoterapeuta, si dà al bambino l'opportunità di conoscere se stesso. Lo psicoterapeuta si comporta in modo tale da comunicare al bambino che questa esperienza gli offre la sicurezza e la possibilità di esplorare liberamente, non solo la playroom con i suoi giocattoli, ma anche l'esplorazione di se stesso nell'ambito della relazione terapeutica. Qui il bambino avrà l'opportunità di misurarsi con se stesso. Il bambino come risultato di questa esperienza di autoesplorazione di sé in relazione con gli altri, di autoespansione e autoespressione imparerà non solo ad accettare e rispettare se stesso ma anche gli altri e a utilizzare la libertà con senso di responsabilità." (dall'introduzione dell'autrice) Un classico della letteratura internazionale che ha aperto la terapia al gioco come strumento di autoesplorazione dei bambini.
Per la prima monografia della nuova collana la scelta è caduta sul tema dell'attaccamento. Non al singolare, nel senso della teoria dell'attaccamento. Al contrario, attaccamento al plurale, con l'idea è esplorare a tutto campo il tema partendo dalla teoria dell'attaccamento, nata all'interno del crogiolo psicoanalitico grazie a una creativa convergenza con altre discipline. Intorno alla teoria dell'attaccamento si sviluppa un discorso di carattere storico che prende in considerazione due aspetti molto distanti tra loro: la figura di J. Bowlby da un lato e la ricezione della teoria dell'attaccamento nella psicologia accademica italiana dall'altro. Il nocciolo della sezione dedicata a questa teoria è tuttavia rappresentato dal contributo di Fonagy e Target che potremmo considerare una sorta di Manifesto della teoria in versione aggiornata. Dalla discussione del lavoro di Fonagy e Target da parte di due autorevoli psicoanalisti italiani, prende l'avvio l'analisi di una serie di sviluppi della teoria all'interno del campo analitico: il confronto con le neuroscienze, la concettualizzazione della sessualità in adolescenza, la psicoterapia psicoanalitica, la psicopatologia cognitiva.