
Questo libro affronta le problematiche concernenti la possibilità di aiutare con la psicoanalisi un bambino precocemente traumatizzato. Una ferita all'orgine, una mancanza di attenzione e di accudimento, o abusi e soprusi, rendono il bambino fortemente deprivato. Si può trattare di violenze vissute in modo concreto sul proprio corpo, ma soprattutto di violenza vissuta nel proprio animo: la violenza dell'abbandono, della solitudine, del non accudimento mentale e affettivo...
Michael è diventato molto espansivo e vive in balia delle sue emozioni, senza filtri né pudori. Stuart non sa più cosa significhi amare, nulla lo interessa né lo appassiona. Un drastico cambiamento della personalità avvenuto in entrambi i casi in seguito a un grave incidente, che ha danneggiato irrimediabilmente una parte del loro cervello. Due lesioni simili, ma perfettamente speculari. Paul Broks, neuropsicologo, è il loro medico e quello di molti altri pazienti. Come Jeanie, convinta di essere morta, o il ragazzo-gusciod’uovo, ridotto a uno stato semivegetativo...
Interrogandosi sul significato e sui limiti del suo mestiere e della scienza, Broks ci accompagna in un viaggio affascinante nelle terre del silenzio, i luoghi spesso inesplorati della nostra mente, un sentiero lungo il quale i progressi delle neuroscienze si uniscono alle riflessioni e alle domande della filosofia: che cos’è la memoria, com’è possibile perdere il linguaggio, che cosa è davvero la personalità di un individuo, dove è collocabile la sua unicità? E la più difficile, ancora senza risposta: se c’è un’anima, dov’è?
Una finestra che dal privato delle relazioni intime si affaccia sull'orizzonte sociale e culturale del nostro tempo. Un libro che dal privato delle relazioni intime, dalle vicende psicologiche e dalle emozioni del quotidiano si affaccia sull'orizzonte sociale e culturale del nostro tempo. Una ricognizione del micro che si interroga sul macro e individua riferimenti, propone alfabeti, traccia connessioni, per leggere queste interfacce cosi dense di eventi tra gli individui e il contesto sociale sul confine di un contatto tra l'ordinario delle esistenze private e lo straordinario dei cambiamenti epocali in cui siamo immersi.
La creatività umana è, probabilmente, la possibile via d’uscita dai vincoli del presente. Siamo capaci di generare l’inedito, rompendo il conformismo, in ogni campo della nostra esperienza e lo facciamo sia in condizioni di necessità che per scelta e desiderio. In questo libro, organizzato come un dizionario, si affrontano sia alcuni temi critici della contemporaneità (il conformismo, la crisi ambientale, i limiti delle risorse, i conflitti del presente, i pregiudizi e la distruttività), sia le possibili vie emancipative che la creatività umana può generare, come il ruolo dell’infosfera, il pluralismo culturale, l’ironia, l’umorismo, la curiosità, l’inquietudine e soprattutto la bellezza: tutti dispositivi idonei a estendere le nostre capacità e possibilità, e a farci accedere a una vivibilità appropriata tanto al sistema vivente nella sua interezza quanto a noi che ne siamo parte.
Il testo nasce dalla riflessione, condotta ormai da diversi anni dal Gruppo Eventi - un'associazione di volontariato romana di cui Livia Crozzoli Aite è, insieme con altri, fondatrice -, sull'esperienza della perdita e del lutto. Per dare sostegno concreto alle persone che hanno perso una persona cara sono sorti i gruppi di auto-mutuo aiuto, nei quali chi ha subito una perdita può confrontarsi con l'esperienza altrui, traendone conforto e dandone a sua volta. Il volume, che raccoglie il contributo di numerosi relatori intorno alla realtà dei gruppi di auto-mutuo aiuto, si articola in tre parti. Nella prima parte sono presi in considerazione i punti teorici essenziali. Nella seconda parte sono descritte le problematiche che incontrano i familiari, siano essi bambini, adolescenti o adulti, che si confrontano con la perdita di una persona significativa per la propria vita. Nella terza parte sono raccolte le testimonianze di persone che hanno partecipato ai gruppi di auto-mutuo aiuto e le riflessioni dei facilitatori, legate alle loro personali esperienze di attivazione e conduzione di un gruppo. Tra le Appendici a chiusura del volume, utile è l'elenco dei gruppi di auto-mutuo aiuto presenti in Italia.
Molte persone nei Paesi occidentali stanno raggiungendo un limite interiore di sofferenza e di insensatezza angosciosa che sembra preludere o a un collasso o a una svolta radicale. Questo libro si rivolge innanzi tutto a loro, a chi sopporta spesso in silenzio e da solo questo tracollo delle ragioni stesse della vita. Il cammino proposto è estremamente concreto: il lettore è invitato a riflettere, ma anche a svolgere precisi esercizi di autoconoscimento psicologico e meditazioni guidate. Tre di queste meditazioni sono contenute anche nel CD che accompagna il libro. Nonostante tutti avvertano il desiderio di vivere relazioni umanamente più ricche e appaganti, tuttavia qualcosa sembra ostruire l'espandersi delle possibilità innovative di ciascuno. L'autore afferma che, per donarci di più alla vita e in ogni senso, dobbiamo imparare a perdonarci di più o, meglio, a lasciarci perdonare. Studia cioè "il nesso profondissimo che unisce il blocco della nostra crescita umana a tutti i livelli - e quindi dello stesso processo di rigenerazione planetaria da tutti invocato - a uno stato di colpa e di dis-integrazione interiore che paralizza l'intero genere umano e ognuno di noi personalmente, spesso a nostra insaputa". La comprensione dell'essenza di questa colpa, e quindi del perdono che ce ne libera, occupa in realtà non solo tutte le pagine di questo libro, ma anche l'intero l'arco della nostra esistenza.
L'autore offre una panoramica del MMPI-2-RF e di ciascuna delle sue 51 scale, insieme a considerazioni pratiche per la somministrazione e lo scoring. Partendo dal materiale di base (item e punteggi), McCord definisce un quadro di riferimento per l'interpretazione dei risultati dei test con un approccio a due passaggi. Nel primo, l'esaminatore scansiona i risultati per ottenere una panoramica della personalità e della psicopatologia del paziente. Il secondo passo comporta un'analisi più approfondita che si concentra su ambiti specifici, come le disfunzioni somatiche/cognitive e il funzionamento interpersonale. Prefazione all'edizione italiana di Luigi Abbate.
Con lo stile appassionante che la contraddistingue, Galit Atlas esplora ciò che è noto e ciò che è sconosciuto, i fantasmi e i demoni, la sessualità e i desideri carnali, analizzando gli aspetti enigmatici di svariati ambiti: desideri insoddisfatti, desiderio femminile, inibizione sessuale, gravidanza, genitorialità e creatività. All'inizio di ogni capitolo, la narrazione di un caso clinico esemplifica i desideri del paziente e quelli dell'analista, lasciando scorgere i modi in cui questi emergono e interagiscono nel dialogo.
Obiettivo del volume è presentare un nuovo modello di terapia basato sui costrutti della mentalizzazione e dell'intersoggettività, con particolare attenzione ai processi di rottura e riparazione dell'alleanza terapeutica. Diviso in una prima parte più teorica e in una seconda più centrata sul trattamento, il testo contiene contiene molti esempi in forma di vignette cliniche e brevi trascrizioni di sedute. Nella parte dedicata alle appendici sono inclusi due strumenti per la valutazione della mentalizzazione, che possono essere utilizzati dai clinici nella pratica quotidiana, e uno strumento elaborato ai fini della ricerca in psicoterapia per la valutazione della mentalizzazione nei trascritti delle sedute.
Avete mai notato che quello che vi entusiasma il lunedì, il venerdì vi sembra noioso? Relazioni, lavori, persino i capolavori dell'arte dopo un po' perdono il loro fascino. A un certo punto, non facciamo più caso a ciò che c'è di buono nelle nostre vite, e non notiamo più nemmeno ciò che non va. Ci abituiamo all'aria inquinata, tolleriamo relazioni tossiche, giustifichiamo qualsiasi deriva autoritaria e corriamo rischi inutili. Ma è possibile iniziare a vedere tutto in modo nuovo? Tornare ad apprezzare ciò che funziona e provare a cambiare quello che invece non ci rende felici? In questo studio rivoluzionario, frutto di una ricerca decennale in psicologia e biologia, i due autori ci mostrano che cambiare anche per poco l'ambiente in cui viviamo e le persone che frequentiamo è la strada per riconoscere e apprezzare il bene in modo più consapevole.
Il disturbo da stress post-trumatico (PTSD) è una condizione patologica grave e talvolta debilitante. Tuttavia, solo una persona su dieci esposta a eventi traumatici significativi sviluppa il PTSD. Fin dall'inclusione nel DSM nel 1980, la definizione di PTSD è stata controversa. Le modifiche apportate hanno gradualmente ampliato i criteri diagnostici, che ora includono anche esperienze non legate direttamente a un trauma. Accade, di conseguenza, che il PTSD venga sovradiagnosticato: i clinici possono essere tentati di cogliere gli eventi traumatici nell'anamnesi di un paziente per spiegarne i differenti disturbi. Il testo analizza il tema spesso controverso del trauma, in particolare l'eccesso di diagnosi di PTSD. "Trauma" è diventato un termine generico per molti tipi di esperienze negative, mentre in realtà le persone sono molto resilienti agli eventi traumatici. È necessario considerare il PTSD attraverso una lente multidimensionale all'interno di un più ampio contesto biopsicosociale.
Che cosa hanno da suggerire le neuroscienze cognitive a chi si occupa di didattica? Quali indicazioni forniscono all'insegnante per la comprensione dell'apprendimento e per una sua resa efficace? Come evidenziare la loro importanza in modo corretto, evitando da un lato riduzionismi e dall'altro sovrainterpretazioni? Il volume prova a rispondere a queste domande tracciando un percorso che, a partire dalla discussione critica di alcune neuromitologie (come la trasformazione cerebrale nei nativi digitali), delinea lo statuto epistemologico della neurodidattica e ne individua i principali ambiti di indagine: i processi conoscitivi (memoria, emozioni, attenzione, motivazione), il cervello visivo (la funzione dell'immagine), i neuroni specchio e i processi decisionali tipici del cervello in azione (imitazione, esperienza), il rapporto tra tecnologie della conoscenza e plasticità cerebrale. La seconda edizione di Neurodidattica, oltre a un'attenta revisione degli argomenti e un aggiornamento che segue i continui sviluppi della ricerca, presenta dei capitoli del tutto nuovi dedicati ai meccanismi della previsione e alle modalità di apprendimento del cervello dell'adolescente. In chiusura l'autore propone una sintesi del volume in venti idee neuroscientificamente fondate e alcuni percorsi tematici utili per la pratica e la progettazione didattica.

