
diciotto capitoli di un opera che consente di mostrare quanto il lavoro creativo sia una medaglia la cui faccia negativa, distruttiva e`indissociabile da quella positiva. Con questo nuovo libro, didier anzieu porta avanti la sua riflessione sul lavoro psichico creativo avviato con le corps de l'oeuvre" e abbozza cosi` un bilancio della vita intellettuale per tentare di coglierne l'unita di direzione. La prima parte del libro il lustra l'idea direttiva della dualita del lavoro creativo e analizza il duplice versante positivo-negativo in particolare attraverso l'autoanalisi d ei sogni di freud e la scoperta della psicoanalisi, la creazione romanzesca di julien gracq, la proiezione nell'opera l etteraria delle strutture narcisistiche dell'autore. In seg uito, due parti importanti vengono dedicate da un lato all' rta e dello sviluppo da parte dell'autore di "io-pelle". Es se costituiscono una perfetta introduzione alle molteplici sfaccettature della vita psichica analizzata da didier anzieu: transfert paradossale, attaccamento al negativo, illusione duale nella coppia, attacco ai processi creativi da parte delle pulsioni di morte e modo di eluderle. "
QUESTO LIBRO RACCOGLIE UNA SELEZIONE DI TESTI DI DIDIER ANZIEU SUL SUO RAPPORTO CON LA PSICOANALISI. Questo primo volume raccoglie una selezione di testi di didier anzieu sul suo rapporto con la psicoanalisi. Il suo titolo e`un verbo, psicoanalizzare, un'azione che evoca un pensi ero, un lavoro di pensiero per sostenere, riflettere e comunicare una pratica. Quat tro parti compongono questo primo volume. Ciascuna di esse presenta i lavori selezionati secondo un ordine cronologico. La prima raccoglie due studi sul radicamento della psicoanalisi nella mitologia. La seconda parte raccoglie sotto il titolo sogno, autoanalisi e sessualita" degli articoli pubblicati tra il 1973 e il 1993. I tre termini che lo compongono indicano su quali fondamenti della psicoanalisi si e`organizzato il lavoro di ricerca di d. Anzieu. Cio`che anzieu ha trovato nel "circolo degli analisti" costituisce il materiale della terza parte dell'opera. La psicoanalisi e`in effetti anche l opera di invenzione e trasmissione continuata dagli psicoanalisti. La quarta parte raccoglie appunto due testi incentrati sul "diventare psicoanalisti", modalita propria di d. Anzieu di concepire l avvenire della psicoanalisi stessa. "
Gli Autori presentano una serie di personaggi clinici per descrivere l'emergere della spinta a esistere come possibilita' di testimoniare la propria esperienza, anche in quei suoi aspetti che sono stati ridotti al silenzio, e di emanciparsi dalla mentalita' convenzionale del gruppo di appartenenza. La sessualita' e' un linguaggio tanto plastico da poter dare espressione figurativa allo spaesamento e al dolore psichico. Il libro affronta quella silente sintomatologia sessuale che l'individuo stesso considera secondaria rispetto al nucleo del suo disagio psichico. Queste sintomatologie sessuali poco appariscenti sembrano costituire un riparo e un diniego dell'angoscia e della paura di esistere, ma lasciano l'individuo sempre esposto alla domanda: vale la pena vivere? In questo modo la sessualita', dall'essere uno scambio intimo, tenero e appassionato con l'altro, diventa, degradandosi, uno strumento per non avvertire la paura di esistere in quanto individuo specifico...
Per una clinica psicoanalitica del ragazzo e della famiglia. L'adolescenza viene comunemente considerata un tempo di crisi. Più che per qualsiasi altra età della vita, infatti, si trovano applicate nell'accezione corrente, anche culturale e sociale, le teorie più svariate, che comunque pongono sotto la parola crisi" fenomeni molto differenti e di diversa intensità... "
Il libro cerca di descrivere gli intrecci tra un gruppo di bambini ed un gruppo di psicoterapeuti in un setting istituzionale.
L'autore
Lucio Russo, psicoanalista con funzioni didattiche della Società Psicoanalitica Italiana, vive e lavora a Roma. È autore, oltre che di diversi articoli e saggi, dei libri Nietzsche, Freud e il paradosso della rappresentazione (Roma, 1986), L'indifferenza dell'anima (Borla, Roma, 20002) e Le illusioni del pensiero (Borla, Roma, 20062). Per le Edizioni Borla ha inoltre curato il volume Del genere sessuale (Roma, 1988, con M. Vigneri), e l'edizione italiana de La scorza e il nocciolo, di N. Abraham e M. Torok (Roma, 1993).
Il libro
Nuovi miti identitari e nuove forme di sapere sulle identità mettono in crisi il vecchio ordine familiare, la differenza tra i sessi e tra le generazioni, le identità di genere e la stessa etica. La molteplicità dei processi di soggettivazione nell'attuale epoca della «tecnopoiesi» ha generato, e continua a generare, una consistente varietà di modi di concepire l'identità umana. Questo cambiamento ha contribuito a dissolvere l'identità in una miriade di modelli progettati dalle ideologie presenti nella cultura attuale, generando negli individui e nei gruppi umani crisi identitarie. La scienza, la letteratura e le esperienze artistiche della nostra epoca insistono nel sottolineare, con linguaggi diversi, questo fenomeno; ciò vuol dire che una trasformazione storica delle identità si è effettivamente compiuta. Trasformazione che si manifesta nelle «identità mutanti», vere e proprie mutazioni antropologiche dell'umano, e che si presenta nella soggettività di ognuno come una ferita aperta, una lacerazione, un evento enigmatico, dentro cui l'individuo è preso. Le implicazioni di questa trasformazione non sono date e il suo senso resta ancora da decifrare.
Lucio Russo fa dialogare tra loro alcuni tra i maggiori psicoanalisti (Freud, Bion, Fédida, Lacan, Milner e Winnicott), e costruisce feconde ibridazioni tra il linguaggio psicoanalitico e quello letterario, ripensando, attraverso la sua esperienza clinica, i limiti delle identità per differenziare ciò che è invariante da ciò che non lo è nella formazione soggettiva del senso di sé. Nella visione psicoanalitica delle soggettività, l'identità è un evento complesso, che non si riduce alla formula della coscienza riflessiva «Io=Io>: essa è piuttosto il sentimento che il soggetto ha di se stesso e della propria filiazione. Sentimento che è il risultato di un lavoro psichico interminabile, singolare e non ripetibile, di relazioni tra il pulsionale, l'immaginario e il simbolico.
Clara Mucci mostra qui come la resilienza possa essere strutturata per creare individui e società più forti, a fronte di circostanze di vita sempre più traumatiche e stressanti, svolgendo un'accurata analisi di pratiche, processi e caratteristiche umane che aiutano la nostra capacità di resistere, adattarci o contrastare la traumatizzazione, anche la più estrema. Tali caratteristiche entrano in gioco nel punto di contatto tra vulnerabilità e resilienza e consentono di comprendere i meccanismi che soggiacciono alla resilienza stessa. Ogni capitolo prende in esame le componenti necessarie per il suo rafforzamento: attaccamento, connessione, memoria, testimonianza, sviluppo e pratica di attività artistiche e creative. Il libro esplora anche gli effetti positivi sul trauma dell'impegno morale, dell'altruismo e della terapia psicodinamica intergenerazionale, dimostrando che i sentimenti di compassione, nonché l'uso di strutture simboliche di ordine superiore, come l'arte e la creatività, contribuiscono a rafforzare la resilienza e la solidarietà sociale.
Il testo si focalizza sull'esperienza della depressione nel contesto contemporaneo, esaminando come questo disturbo sia percepito e affrontato nelle dinamiche sociali e relazionali. Dopo una prima parte in cui si approfondiscono le specifiche eziologiche ed epidemiologiche del disturbo, il testo si concentra sull'analisi delle relazioni che sono profondamente influenzate dal disturbo depressivo: la depressione - difatti - non solo compromette il benessere individuale, ma incide pesantemente sulle relazioni interpersonali, portando a incomprensioni, isolamento e a una progressiva disconnessione emotiva con gli altri. Si evidenzia come la fragilità dei legami contribuisca a peggiorare il senso di alienazione e solitudine che spesso accompagna e aggrava la depressione. Andrea Fiorillo evidenzia l'importanza di un approccio che vada oltre il semplice trattamento farmacologico che da troppo tempo è visto come unico campo di intervento nella cura della depressione, e si faccia invece promotore di una cura che tenga conto della dimensione umana e relazionale della persona, integrando aspetti psicoterapeutici e sociali per aiutare l'individuo a ritrovare un senso di connessione e significato nella propria vita.

