
Lo svolgimento della terapia psicomotoria di una bambina di sei anni che ha vissuto una drammatica situazione di abbandono nei primi mesi di vita, è qui documentato dal racconto straordinariamente coinvolgente della terapeuta e dall'evoluzione formale e contenutistica dei disegni della piccola paziente.
Poche sono le persone di cultura (non addette ai lavori) che sappiano cos'è l'analisi fattoriale. Purtroppo, sembra che lo ignori anche gran parte dei laureati in psicologia o sociologia. Secondo Kline non lo hanno capito davvero neppure parecchi 'esperti' che quella tecnica applicano quotidianamente. Perché? Le ragioni sono varie, ma sicuramente una delle più forti è che qui c'è di mezzo la matematica. Infatti, l'uso della matematica per manipolare dati è fonte di intelligenza e conoscenza solo se il significato di tale applicazione è sempre chiaro nella mente di chi opera. Questa esigenza primaria è però piuttosto trascurata nei manuali di analisi fattoriale. La situazione, poi, avverte Kline, rischia di peggiorare dopo l'avvento di programmi informatici di analisi, che consentono di fattorializzare meccanicamente qualsiasi insieme di dati. L'obiettivo di questo testo sarà dunque di mettere il lettore in condizione di capire il significato dell'applicazione matematica, e grazie a questo di imparare a capire cosa fa un'analisi fattoriale. È un libro scritto nel modo più elementare e rigoroso possibile, rivolto allo studente ma anche a molti sperimentatori che usano i programmi informatici senza sapere bene ciò che fanno. In questa sua funzione didattica questo volume è il complemento ideale al Manuale di psicometria, dello stesso autore.
I genitori di oggi cercano di assolvere il loro ruolo meglio che possono e, oppressi dai sensi di colpa, sono diventati succubi dei loro figli. Il risultato è perlomeno paradossale: le relazioni di coppia si sono compromesse, i ruoli non sono più ben definiti, e i figli sono diventati dei tiranni domestici. Un saggio controcorrente che tratta di padre, madre e bambino, un trio in cui bisogna riequilibrare i rapporti.
Il legame sociale e affettivo più nobile, l'amicizia, in un libro che ne rivela la forza consolatoria e al tempo stesso rivoluzionaria, in un'epoca segnata dalla crisi e dalla banalizzazione dei sentimenti. Col tono sobrio ma appassionato di sempre, Paolo Crepet indaga l'amicizia, sentimento "più dogmatico dell'amore", che non conosce sfumature di comodo, per ridarle dignità. Si interroga sulle amicizie maschili e femminili, sul loro rapporto con l'amore e con il sesso, con il dolore e con la morte, con la fedeltà e il tradimento. E ancora sull'amicizia tra genitori e figli e sul senso che essa ha all'epoca dei social network. Rivelandoci il potere che rivestono nella nostra vita le relazioni che non giudicano e non ricattano, ma chiedono complicità e gratuità. E lasciandoci nella mente alcuni ritratti indimenticabili, che con leggerezza e ironia trattengono qualcosa del passato, e ci fanno intuire che nell'amicizia il tempo non è mai perduto.
Genitori che fanno fatica, allergici a ogni forma di ribellione filiale, preparatissimi eppure inspiegabilmente inesperti circa la normalità di come sia fatto un essere umano lungo la linea evolutiva: sono coloro che chiedono aiuto in seduta, ma anche sui social e in radio, a Stefania Andreoli, una delle più importanti terapeute dell'adolescenza, davanti alle trasformazioni dei figli, che incutono la paura di aver sbagliato tutto. E ancor più in questa epoca, quella in cui gli "adolescenti" sembrano essere scomparsi, non avendo spesso ricevuto regole da trasgredire da chi avrebbe dovuto dargliele, saltando così il tradizionale passaggio all'autonomia e alla responsabilità, ossia all'età adulta. In questo libro provocatorio e al tempo stesso tranquillizzante, l'autrice propone un'idea funzionale di adolescenza, analizzando i diversi ambiti in cui si manifesta (dalla scuola all'amore, al sesso, ai progetti per il futuro) e risponde alle domande che quotidianamente le vengono poste da padri e madri disorientati e confusi, che spesso faticano a distinguere un adolescente "fisiologico" da un figlio che invece ha bisogno di aiuto. Uno strumento prezioso per accompagnare l'evoluzione dei figli senza perdere la testa e per intervenire solo quando ce n'è davvero bisogno.