
Sentirsi in armonia con la propria interiorità è un obiettivo che tutti desiderano realizzare. Questo volume indica strade di accettazione di sé, fatiche e negatività comprese, perché l’obiettivo non è togliere le fatiche ma dare senso a ciò che si vive.
Incontrarsi nell’anima richiede di aver preso consapevolezza che possediamo due nature: una natura inferiore, legata agli istinti, che ricerca in modo egoistico l’affermazione personale, e una natura spirituale, che si manifesta attraverso le emozioni superiori, quali entusiasmo, creatività, fiducia, amore, altruismo, compassione.
La chiamano SAN - Sindrome da Astinenza Neonatale - e riguarda il 60-80% dei nati da madri che hanno fatto uso di droghe e, in particolare, di oppioidi durante la gravidanza. Un complesso disturbo che è aumentato in tutti i Paesi del mondo per l'incremento del consumo delle sostanze. Anche in Italia. Angela Iantosca compie un viaggio nel mondo della maternità "contaminata" dalle sostanze stupefacenti, raccoglie dati, interviste, testimonianze dirette, sente esperti e prova a far luce su un sommerso che spesso si ha paura di vedere. Ma chi sono queste mamme se non donne che hanno cominciato giovanissime a fare uso di sostanze? Quali sono i loro vuoti, le vere dipendenze interiori che provano a mettere a tacere con la droga? Angela Iantosca racconta anche loro, dando voce a chi lavora con i giovanissimi, a chi è entrato in comunità minorenne, a psichiatri e psicoterapeuti, a chi da anni lavora in ospedale dove sempre più si registra il disagio dei più piccoli. L'autrice realizza per giovani e adulti progetti di prevenzione alle mafie e alle tossicodipendenze anche nelle scuole.
Il ritmo della vita è in costante accelerazione. Per stare al passo, dobbiamo perennemente muoverci e adattarci, rincorrendo il successo a ogni costo. O, almeno, così ci dicono. Ma la vita in corsia di sorpasso esige il pagamento di un pedaggio: i livelli di stress e depressione non sono mai stati così alti.
Come resistere all’attuale mania dell’introspezione e dello sviluppo di sé? In questo brillante bestseller, Svend Brinkmann sostiene che non dovremmo aver paura di rifiutare il mantra dell’autoaiuto, imparando a restare quel che siamo. Esortandoci a trovare un punto fermo nella nostra vita piuttosto che a superare sempre nuovi ostacoli, questa vivace guida anti-autoaiuto offre un’alternativa convincente al life coaching, al pensiero positivo e al bisogno di dire “sì!” a qualsiasi cosa.
Anna Ferruta propone di affacciarsi al mondo della psicoanalisi con una modalità inconsueta, intrecciando sequenze cliniche e descrizioni del funzionamento psichico per analizzare le più cruciali contraddizioni della vita emotiva. Incontriamo così le immersioni nel non conosciuto dell'inconscio, i conflitti che lacerano il mondo interno tra affermazione di Sé e Alterità necessaria, la solitudine essenziale e il bisogno di vivere in gruppo, la violenza inevitabile contestuale alla compassione, il male e la gioia di vivere, i continui slittamenti tra dolore del corpo e sofferenza della psiche, le straordinarie energie emotive che permettono di superare esperienze di sconforto. Ciò che unisce i differenti paesaggi psichici della teoria e della cura psicoanalitiche è l'esperienza dello stare in relazione, come condizione strutturale indispensabile per i viventi. Abbiamo bisogno di solitudine per essere creativi e di interazione con altri per crescere continuamente: tenere insieme Sé e Altro, non perdere l'altro e non perdere se stessi.
È un tempo faticoso, il nostro, attraversato da profonde crisi economiche, sociali e politiche che si manifestano in comportamenti relazionali difficili, dove l'esperienza affettiva assume spesso contorni problematici e rivela il disagio di vivere non solo con gli altri ma anche con se stessi. Si assiste a un aumento di aggressività e violenza nelle relazioni, che sembra riconducibile all'incapacità di gestire le emozioni. Insieme a questo, si sperimenta ogni giorno una crisi di eticità, evidente nella frequente chiusura autoreferenziale correlata a una scarsa considerazione dell'altro, che si fatica a riconoscere nei suoi diritti e bisogni essenziali. Senza un'etica viva, che si costruisce attraverso un'interrogazione radicale e profondamente meditata delle questioni essenziali per l'esistere, restano solo inerti reazioni emotive: indignazioni tanto altisonanti quanto inutili, che mentre illudono il soggetto di essere presente nel mondo lo distraggono dalla sua vera responsabilità. Quello di cui abbiamo bisogno non sono istantanee reazioni emotive ma un solido impegno nell'agire.
Christopher Bollas ci presenta una serie di conferenze su Donald Winnicott da lui tenute, negli anni Ottanta del Novecento, all'Istituto di Neuropsichiatria infantile dell'Università di Roma. Bollas indaga le posizioni assunte da Winnicott e le traduce in formulazioni cliniche come l'"oggetto trasformativo" e il "conosciuto non pensato", analizzando ogni fase dello sviluppo del bambino, dalla condizione intrinseca di solitudine del feto fino al concepimento della morale, ai progressi nel gioco e alla creatività. Ma è sull'importanza della fase prenatale che batte l'accento, su questa "solitudine essenziale" i cui vissuti riverberano su tutti i passaggi della vita, determinando "in che misura l'infante sceglierà di spingersi nel mondo alla ricerca di esperienze": ciascun feto giunge al momento del parto con capacità diverse di affrontare quello che Winnicott definisce "il grande cambiamento" dal non essere nati al venire al mondo e lo sviluppo successivo.
Questo libro parla d'amore, amore delle donne per gli uomini e degli uomini per le donne, un amore che le donne di oggi sono invitate a rienventare: non più rivendicazioni di uguaglianza e non più separatezza, dunque, ma l'apertura a un rapporto che elimini ogni sfumatura di possesso. Non più "io ti amo", "io amo te", ma "amo a te", dove la "a" indica il riconoscimento di una differenza, di una irriducibilità e anche l'esitazione piena di rispetto di fronte al mistero dell'altro, un silenzio, una rinuncia a ogni forma di appropriazione: è il modello di una nuova forma di rapporto fra i sessi e di un nuovo modo di amare.
In questo volume Luce Irigaray dialoga con Sartre, Merleau-Ponty, Lévinas, e inoltre con Hegel e Heidegger, nell'intento di far emergere nella storia della filosofia occidentale una dialettica dell'intersoggettività fondata sulla differenza sessuale. L'autrice affronta il tema della relazione tra l'uomo e la donna al livello delle percezioni sensoriali e del rapporto con la natura: il corpo e il cosmo.
L'albero o pianta miracolosa è una delle immagini archetipiche che ricorrono più di frequente nel folclore, nei miti e nelle fiabe, e in questo saggio Jung si propone di scandagliarne le molteplici valenze simboliche. Partendo dalla propria esperienza di terapeuta e dallo studio dell'alchimia medievale, il fondatore della psicologia analitica dimostra come dai prodotti spontanei dell'inconscio nell'uomo moderno affiori un archetipo che lascia riconoscere paralleli evidenti con la figura dell'albero in tutte le sue modificazioni storiche. Ai disegni spontanei dei pazienti, presentati nella prima parte del volume, fanno da contrappunto le dotte descrizioni dell'"arbor philosophica" degli alchimisti. Identica è la fisionomia simbolica che ne emerge: fonte di vita e di protezione, luogo della trasformazione e del rinnovamento, l'"albero" è di natura femminile e materna, è l'albero della saggezza e della conoscenza, simbolo della totalità del Sé.