
Oggi la mente monoculturale è un dispositivo essenziale per acquisire la cultura di appartenenza e per definire la propria identità, ma è anche un limite poiché induce a valutare altre culture come inadeguate o persino come una minaccia. Nelle attuali condizioni sociali occorre pensare a una mente multiculturale, capace di acquisire e gestire una molteplicità di modelli culturali fra loro differenti in termini di credenze, valori, emozioni e pratiche. La sfida del futuro è formare persone con una mente multiculturale, in grado di convivere in un mondo pluralista più tollerante, giusto e libero.
Nel 1946 Rita Hayworth, nel ruolo della protagonista "Gilda", si sfila lentamente il guanto mentre canta "Amado mio", con una sequenza memorabile di movenze e gesti, sorrisi ed espressioni, incenerendo con lo sguardo Johnny (Glenn Ford). È lo spogliarello più pudico e più seducente che la storia del cinema possa ricordare. Che cos'è la seduzione e cosa ci dice in proposito questa icona ormai classica del cinema? Diverse cose. Innanzi tutto che la seduzione riguarda non cosa si fa, ma il modo in cui lo si fa. Di conseguenza, la seduzione è a tutti gli effetti un'arte, perché è creativa, soggettiva, irripetibile. Ogni volta è una situazione nuova e diversa. Ogni volta è una tela bianca da dipingere e riempire con linee e colori particolari, in modo da attrarre un certo partner (e non un altro), oggi ma non ieri o domani, qui ma non altrove. La seduzione è insomma il contrario dell'ovvio e della banalità, è un momento straordinario che richiede la capacità di inventare nuove forme nel modo di manifestare noi stessi, di stabilire un legame intenso con chi ci interessa. Come per Gilda, l'essenziale è non togliersi semplicemente un guanto, ma sfilarlo in maniera che resti un'esperienza indimenticabile. Una parte per il tutto. Attingendo ai risultati della scienza ma anche a suggestioni dalla letteratura, dalla storia, dalla filosofia e dal cinema, Luigi Anolli racconta la lunga avventura della seduzione dalla preistoria a oggi.
Che cosa vuol dire comunicare? In che modo comunichiamo quando non usiamo le parole? Come si può aumentare la consapevolezza dei processi comunicativi in cui, lo vogliamo o meno, siamo protagonisti nella vita di tutti i giorni? Luigi Anolli ci guida in un percorso di comprensione di una delle attività umane più complesse e in continua trasformazione. Dalla comunicazione a gesti a quella mediata dai computer e internet, questa Prima lezione è una storia affascinante che parla della vita stessa.
Indice
I. Che cosa vuol dire «comunicare» - II. Dalla comunicazione animale alla comunicazione simbolica - III. Come il bambino sviluppa le competenze comunicative - IV. Tra significato e intenzione - V. Comunicare con le parole - VI. Comunicare senza parole - VII. Comunicare con gli altri - VIII. Quando la comunicazione si complica - IX. Dai mass media ai new media - Note - Indice dei nomi
La Prima lezione di Felice Carugati si colloca al crocevia fra discipline quali la psicologia generale, sociale e dello sviluppo e mostra le dinamiche che caratterizzano i processi e i risultati della socializzazione e dell'insegnamento in famiglia e nei sistemi scolastici.
«Il lettore potrà riflettere sull'esperienza dell'imparare nel vivo della vita quotidiana delle famiglie, delle classi e delle scuole; sull'influenza dei giudizi scolastici nella costruzione del significato e del piacere (o della fatica o noia) di imparare; sulla necessaria attenzione alle classi e alle scuole, considerate come luoghi e strumenti della costruzione di un'etica privata e pubblica per le giovani generazioni di cittadini responsabili».
Movimento, questo è il significato di 'motivazione'. E uno spostamento lento o veloce verso una direzione nota o sconosciuta. A volte è anche un fermarsi o un retrocedere perché "la motivazione va cercata, curata, capita, coltivata, incrementata, sviluppata, compresa ogni giorno". Angelica Moè illustra i principali modelli teorici, presenta le 'marce' e le 'armi' della motivazione, definisce le relazioni con gli aspetti emotivi, soprattutto le paure (di non riuscire, di non valere...) e le speranze (di farcela, di potere essere...). Infine, suggerisce esercizi per chiunque: demotivati, poco motivati, troppo motivati, alle prese con il faticoso compito di motivare gli altri.
Che cos’è la personalità? E’ inscritta nel nostro patrimonio genetico o è determinata dall’ambiente sociale in cui viviamo? Come cambia dall’infanzia alla maturità? Il libro è un’introduzione aggiornata alle principali teorie e questioni sviluppate e discusse dagli studiosi della materia. Tra i temi affrontati, le basi biologiche della personalità, il ruolo dei processi cognitivi e affettivi nella costruzione del s , l’unicità del mondo interiore di ciascun individuo.
I legami di attaccamento tra il bambino e gli adulti che si prendono cura di lui e il loro contributo allo sviluppo sono un tema di grande interesse e riflessione in ambito psicologico. In particolare, la teoria dell'attaccamento rappresenta un punto di convergenza tra diversi campi della teorizzazione e dell'indagine psicologica, fornendo al ricercatore e agli operatori in ambito clinico utili strumenti per la lettura e la comprensione delle diverse situazioni relazionali che bambini e genitori si trovano a vivere.
Da più di un secolo gli scienziati si occupano del ricordo e dell'oblio, ma è solo negli ultimi vent'anni che si sono verificati cambiamenti sensazionali, il più importante dei quali consiste nell'aver demolito la leggenda che la memoria sia una facoltà unitaria della mente e aver affermato l'idea che essa sia una costellazione di processi e di sistemi separati. Il libro spiega la natura di questi processi e sistemi alla luce dei recenti progressi scientifici nell'ambito della psicologia cognitiva e delle neuroscienze.
Che cosa succede nella nostra mente quando ascoltiamo una Sonata di Bach o la nostra canzone preferita? Come elabora il cervello l'informazione musicale? A che cosa è dovuto il successo della musicoterapia? Il testo risponde a queste e altre domande, presentando le diverse teorie sulla psicologia della musica e gli sviluppi più recenti nell'ambito delle neuroscienze cognitive.
Cosa accade dopo la firma di un trattato di pace? Come si può, senza dimenticare la terribile lezione della guerra, tornare a fidarsi degli ex nemici? Si può usare il carico emotivo del passato non per la vendetta, ma per risanare le relazioni tra i gruppi? I media, potenti strumenti di propaganda, hanno un loro ruolo anche nella costruzione della pace? Come narrare la guerra a chi è nato dopo? Il libro esplora il tentativo della ricerca psicosociale di vedere la riconciliazione non come negazione del conflitto, ma come opposizione all'idea che la violenza sia l'unica soluzione possibile.