
Maestro riconosciuto dell'antipsichiatria, Laing ha sorpreso tutti con questo volume di poesie che, apparso nel 1970, rappresenta in realtà, e con coerenza, una delle facce della sua ricerca. Il libro illustra infatti le concezioni di Laing sui modi di relazione fra gli individui, cioè "sull'esperienza e il comportamento interpersonali". Ognuno di noi si fa del comportamento altrui un'idea soggettiva, che rappresenta la sua "esperienza" dell'altro. L'intersecarsi di queste "esperienze", il loro urtarsi e modificarsi senza sosta creano una serie praticamente infinita di "nodi", di legami d'amore, di dipendenza, d'inquietudine.
Tra personaggi reali, interviste a coppie e bambini nelle scuole, e personaggi di finzione che vanno dalla mitologia greca alle tragedie di Shakespeare, dai casi clinici di Freud ai romanzi di Hawthorne, Proust, Toni Morrison e Michael Ondaatje, Carol Gilligan ci accompagna in un viaggio che è un'indagine appassionata delle relazioni umane, una dimostrazione lucida e insieme poetica del perché l'amore tra un uomo e una donna è cosi spesso rappresentato - e vissuto - in termini di perdita, sacrificio e dolore, e perché è possibile trovare il percorso che conduce alla felicità.
Molti di noi avvertono la percezione che qualcosa di terribile rischia di inquinare i rapporti fra le generazioni, qualcosa di ben peggiore dell'odio: l'indifferenza. Come combattere questo sentimento che ha sicuramente a che fare con i più inquietanti fatti di cronaca di questi anni, ma che identifica anche una rassegnazione che mina il benessere di molte famiglie? Quale progetto siamo disponibili a pensare per una comunità capace di recepire e avvalorare la creatività e il senso critico delle giovani generazioni? Quale scuola, quale famiglia, quale città?
Gli oltre 250 lemmi di questo dizionario mettono in relazione tutti i saperi che afferiscono al campo della psiche; sottolineano il reticolo di interrelazioni, influenze e debiti reciproci fra le discipline, nonché i trasferimenti di apparati categoriali e di problemi da un ambito all'altro; ricostruisce il processo di formazione e consolidamento di ciascun sapere coinvolto e del suo impianto teorico complessivo. Grande attenzione è pure rivolta ai contesti socio-politico-culturali e alle credenze e ideologie condivise entro cui si sono mossi i principali studiosi.
L'espressione "comunità di massa" riflette una contraddizione prodotta nella condizione umana e nella vita sociale contemporanee da due istanze principali. La prima ricerca il senso di una relazione sociale più profonda, tale da avere valore in sé, al di là del semplice interesse personale ed egoistico. La seconda riflette invece la chiusura in un privato che non è vera privacy, perché investito da modi comportamentali uniformizzati e da rappresentazioni di sé e delle cose prefabbricate da una dimensione sociale massificata. Questa analisi delle tematiche derivanti dall'utilizzo di tale espressione è condotta nell'ambito di un'indagine di alcuni nodi fondamentali della riflessione psicologica, filosofica ed etica.
I temi trattati in questo studio sono quelli tradizionali di un corso universitario di base di psicologia generale: sensazione e percezione, attenzione e apprendimento, memoria, intelligenza e problem solving, linguaggio, emozione e motivazione. A questi ultimi due argomenti è dedicata una particolare attenzione, allo scopo di riequilibrare la trattazione dei processi affettivi spesso trascurati rispetto a quelli cognitivi. Ogni capitolo tratta le maggiori teorie psicologiche sul tema, con il supporto delle ricerche sperimentali che le hanno confermate e con diversi esempi pratici. Obiettivo delle autrici è quello di portare i problemi della ricerca psicologica fuori dal laboratorio, in situazioni di vita quotidiana.
I genitori di oggi cercano di assolvere il loro ruolo meglio che possono e, oppressi dai sensi di colpa, sono diventati succubi dei loro figli. Il risultato è perlomeno paradossale: le relazioni di coppia si sono compromesse, i ruoli non sono più ben definiti, e i figli sono diventati dei tiranni domestici. Un saggio controcorrente che tratta di padre, madre e bambino, un trio in cui bisogna riequilibrare i rapporti.
Il pudore, in una società permissiva come la nostra in cui il consumismo è smisurato, sembrerebbe una qualità fuori moda. Oggi la parola d'ordine è sviluppare il mercato, cioè mostrare tutto, per suscitare il desiderio di possedere e acquistare. Ma è umana una società fatta esclusivamente di consumatori e utenti? E non è il pudore uno dei luoghi attraverso cui passa il nostro accesso alla libertà? La riflessione di Monique Selz, radicata nella pratica psicoanalitica, delinea i contorni del pudore e mette in evidenza quanto esso permetta a ciascuno di vivere la propria singolarità all'interno della collettività.
Con questo breve testo redatto nel 1936 per la voce "La famiglia" dell'"Encyclopédie francaise" Lacan, partendo dall'inserzione dello stadio dello specchio - il conflitto tra l'Io e il suo doppio idealizzato - nel quadro teorico freudiano, rifonda tutto l'impianto teorico psicoanalitico che ruota intorno al complesso edipico.
A venticinque anni dalla scomparsa del loro autore, questa antologia raccoglie alcuni dei più importanti contributi di Franco Basaglia. Come ha scritto Franca Ongaro nella nota introduttiva, si tratta di una scelta "fatta seguendo i passaggi dell'evoluzione teorico-pratica di quella che è stata l'impresa di una vita". Un'impresa che da un lato ha contribuito al rinnovamento della cultura sulla follia e la malattia mentale, e dall'altro ha ispirato la promulgazione della celebre e discussa legge 180 del 1978. E proprio oggi che si parla di rivedere quella legge, è di particolare interesse capire la posizione di Basaglia, maturata sperimentando un percorso di superamento del manicomio e di costruzione di risposte nuove alla sofferenza mentale.
«Nomi del padre» è una nuova formulazione di Lacan della funzione del mito di Edipo studiato da Freud. Vi si trovano legati il simbolico e l'immaginario. La traduzione di questa funzione sotto la dicitura «Nomi del padre» permette a Lacan di liberarla dell'aspetto immaginario che conserva nel mito e di farla diventare quel punto di struttura che nella clinica psicanalitica determina la separazione tra nevrosi e psicosi. Ne «Il trionfo della religione» l'autore si scosta dal materialismo freudiano affermando che solo la religione si fa carico delle angosce del reale.