
Violenze in famiglia e sul lavoro, regolamenti di conti tra bande, aggressioni a sfondo xenofobo e uccisioni di massa: gli episodi riconducibili all'odio sono innumerevoli, e riguardano sia i rapporti interpersonali sia i rapporti fra i gruppi sociali. Che cosa caratterizza questa complessa esperienza psicologica? Il volume ci descrive i processi che generano e alimentano l'odio; che cosa ha in comune con amore, rabbia e paura; i molti linguaggi in cui si esprime. Si tratta di un fenomeno generato da aspettative frustrate e da sentimenti di minaccia, oltre che da una cultura che in molti casi lo fomenta e lo autorizza. Ma con adeguati strumenti può essere contrastato e tenuto sotto controllo.
"Non si può tenere a mente tutto". Con questa frase spesso ci si giustifica di distrazioni che continuamente si sperimentano nella quotidianità e che talvolta possono avere conseguenze tragiche sulla vita delle persone. Ma la distrazione svolge anche un'importante funzione positiva quando, ad esempio, allontana da emozioni negative. E soprattutto non è, come erroneamente saremmo portati a credere, l'opposto dell'attenzione. L'autrice del volume, servendosi anche di interessanti incursioni nella letteratura e nella filosofia, offre un quadro completo di questo complesso meccanismo dell'intelletto umano: cosa è e come funziona, come riuscire a controllarla, quali sono i suoi costi e i suoi benefici, infine qual è la sua relazione con altri fondamentali processi mentali come le emozioni e la memoria.
Rischiamo quando pratichiamo professioni pericolose o sport estremi, quando decidiamo come investire i nostri soldi ma anche quando scegliamo quale università frequentare. Naturali o tecnologici, i rischi sono continuamente davanti a noi, ma non tutti li affrontano allo stesso modo: c'è chi è spinto a scalare cime irraggiungibili, chi è stregato dal gioco d'azzardo, e chi invece punta solo sui Bot. Gli autori del volume spiegano come funziona la mente di fronte al rischio e come - a causa di distorsioni cognitive che influenzano nella valutazione - si crede di poterlo controllare. E fanno capire perché, seppur con prudenza, talvolta si può e si deve rischiare.
Neuroeconomia, neuromarketing, neuroestetica, neuroteologia...: si affacciano oggi sulla scena nuove e sempre più fantasiose discipline frutto del cortocircuito tra saperi antichi e scoperte recenti sul funzionamento del cervello. Sui media proliferano articoli divulgativi, corredati da foto a colori del cervello, che ci mostrano il luogo preciso dove si sviluppa un certo pensiero o una certa emozione, facendoci credere che sia possibile vedere direttamente, senza mediazioni, il cervello al lavoro. Ma le cose stanno veramente così? Questo volume, scritto da due studiosi di psicologia e neuropsicologia, discute alcuni luoghi comuni associati alla relazione mente-corpo, cervello-psiche, natura-cultura, mettendoci in guardia dalle ricadute culturali che un uso distorto delle possibilità aperte dalle nuove e potenti tecnologie di neuroimmagine può comportare.
Negli ultimi anni tra l'ambito della psicologia e quello delle attività investigative sono sempre più frequenti le occasioni di contatto e collaborazione, per quanto concerne ad esempio i processi investigativi, le attività formative, l'attendibilità della testimonianza, l'autopsia psicologica, l'offender proflling. Questo libro intende proporre la sistematizzazione di un'area specifica della psicologia investigativa, quella relativa alle tecniche e ai problemi legati alla conduzione e alla valutazione dell'interrogatorio investigativo e giudiziario. Il "testimone", indipendentemente dalla sua posizione giuridica (indagato, imputato, testimone oculare, vittima ecc.), riveste infatti un ruolo cruciale in ogni procedimento penale. Gli autori illustrano con chiarezza i processi psicologici e i fattori sociali in grado di influenzarne il resoconto, con particolare attenzione alle caratteristiche del testimone vulnerabile; affrontano poi le tecniche per rendere efficace ed etico un interrogatorio, ed esaminano il problema della falsa testimonianza e dei metodi internazionali utilizzati per la decodifica di tale comportamento. Infine, discutono le tecniche di ascolto del minore nei casi di abuso e maltrattamento.
Questo volume si propone di elaborare e sistematizzare alcuni dei principali argomenti e problemi che riguardano il rapporto fra la psicologia giuridica e la sua matrice psicologico-sociale. Attraverso una puntuale ricostruzione degli aspetti teorici e applicativi più rilevanti che caratterizzano l'interazione fra i due ambiti, gli autori forniscono un ampio quadro di tale disciplina, delle sue premesse, dei suoi strumenti e delle prospettive che essa apre. Ne delineano inoltre identità e confini a partire dalla sua costituzione come materia accademica, evidenziandone la natura interdisciplinare. INDICE DEL VOLUME: Evoluzione teorica e nuovi modelli per lo studio della devianza e della criminalità. Attori sociali e responsabilità. Interazioni e interazionismi. La dimensione spaziale dei comportamenti sociali. Comportamenti prosociali e antisociali. Il coordinamento delle azioni sociali per il benessere individuale e collettivo.
Lo studio dell'intelligenza costituisce una delle aree più affascinanti e sfuggenti della psicologia. È affascinante perché va al cuore del funzionamento psichico dell'uomo nelle sue forme più elevate, è sfuggente in quanto tocca temi controversi e sovrapposti, come il rapporto tra natura e cultura. Cos'è l'intelligenza? Come si misura? Intelligenti si nasce o si diventa? Frutto del lavoro di ricerca di uno dei più reputati studiosi italiani nel campo dell'apprendimento, della memoria e dell'intelligenza, questo libro presenta un'approfondita e articolata analisi delle diverse teorie sull'intelligenza e sulla sua misurazione, delle sue basi biologiche e del ruolo svolto dall'esperienza e dall'educazione, proponendo inoltre una nuova visione del costrutto.
Nella psicologia clinica il disturbo di personalità coinvolge aspetti profondi della vita psichica degli individui e assume forme pervasive, rigide e maladattive. Le strategie e i trattamenti terapeutici devono essere articolati e differenti a seconda dei diversi tipi di disturbo. Questo volume fornisce un'ampia e approfondita panoramica dei disturbi di personalità in relazione sia alle tipologie di pazienti sia ai modelli di trattamento. Gli autori analizzano le variabili psicologiche e biologiche, soffermandosi su eziologia ed epidemiologia; inoltre, a partire dalla classificazione del DSM-IV, considerano diagnosi, decorso e trattamento di ciascun disturbo. Grazie anche all'utilizzo di casi clinici, il testo costituisce un utile strumento per la didattica e per la pratica clinica.
Paul M.G. Emmelkamp, psicologo clinico e psicoterapeuta, è professore di Psicologia clinica nell'Università di Amsterdam. Jan Henk Kamphuis è professore di Psicologia clinica nell'Università di Amsterdam.
Un giudice vuole sapere se l'imputato ha agito con piena coscienza e volontà; un altro se il testimone o una vittima di reato sono credibili; un terzo se un certo evento (un trauma cerebrale o emozionale) ha prodotto un qualche tipo di danno sulla vittima; un altro se quella persona è in grado di provvedere ai propri interessi o se deve essere assistita o sostituita da un tutore... Questi sono solo alcuni dei più importanti ambiti in cui il neuropsicologo viene chiamato in causa. La neuropsicologia non è dunque più solo un campo di ricerca, ma anche una professione a cui si rivolgono giudici, avvocati e operatori nell'ambito del diritto penale e civile. Questo volume fornisce uno strumento per l'esercizio di tale professione: dalle questioni deontologiche ed etiche che entrano in gioco nella valutazione neuropsicologica, agli strumenti utilizzati, al problema della simulazione e dei comportamenti falsificatori.
Grazie alla fantasia i bambini giocano e gli adulti inventano storie che ci trasportano in mondi diversi da quello in cui viviamo. Ma la fantasia può anche essere fonte di inganno o autoinganno, fino ad "ammalarsi" intrappolandoci in labirinti dai quali non riusciamo ad uscire. E' possibile imparare ad usarla e a farla funzionare? Dai diversi tipi di fantasia alle sue patologie, agli esercizi per allenarla: le strategie e i vincoli cognitivi con i quali opera questa straordinaria capacità della mente umana, che non è affatto contrapposta al ragionamento logico.
Paolo Legrenzi insegna Psicologia nell'Ateneo Iuav di Venezia. Tra i suoi libri per il Mulino "La felicità" (1998), "La mente" (2002), "Creatività e innovazione" (2005), "Credere" (2008), "Neuro-mania" (con C. Umiltà, 2009), "Non occorre essere stupidi per fare sciocchezze" (2010).
Fin da piccoli femmine e maschi preferiscono giocattoli e giochi diversi. Crescendo queste differenze tra i sessi si riflettono sulle scelte scolastiche o lavorative. Ma siamo davvero così diversi? E se lo siamo, perché? E' la natura o la cultura a determinare queste differenze? Il processo di differenziazione sessuale, che trasforma l'embrione in femmina o maschio, inizia grazie a fattori innati ma è portato a termine dagli ormoni. Non si hanno le idee altrettanto chiare sulle cause che determinano altre differenze, come quelle cognitive, ma le ricerche più recenti mostrano che si sono ridotte notevolmente negli ultimi decenni, soprattutto nei paesi con una maggiore equità tra i sessi. Allora, non solo natura?
Raffaella Rumiati insegna Neuroscienze cognitive nella Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Ha pubblicato molti articoli scientifici sul ruolo del sistema motorio nelle funzioni cognitive e sulle implicazioni etiche di alcuni temi neuroscientifici.
Immaginiamo un neurone che comanda i movimenti della nostra mano: tutte le volte che il neurone "spara", la mano afferra la tazzina. Immaginiamo che lo stesso neurone "spari" anche quando è un'altra persona ad afferrare la tazzina. Sembra un'invenzione per un film di fantascienza, una trovata per permettere al protagonista di sentire quello che il suo avatar sta facendo in quell'istante. Ma neuroni così esistono veramente e fanno parte del nostro sistema motorio. Sono i neuroni specchio, per i quali "fare" e "veder fare" sono esattamente la stessa cosa. Nel volume si racconta la storia della rivoluzione che essi hanno portato nelle neuroscienze, liberando il sistema motorio dal ruolo di semplice esecutore di comandi e affidandogli una funzione primaria nello sviluppo delle funzioni cognitive.
Laila Craighero insegna Psicobiologia nell'Università di Ferrara. Il suo interesse scientifico è volto alla ricerca di un meccanismo comune ai fenomeni percettivi fondato sull'esperienza motoria.

