
In un tempo così complesso la Chiesa è chiamata a una particolare premura nei confronti di chi ha vissuto lo sgretolarsi dei propri sogni sulla vita coniugale.
Il presente volume è uno strumento utile a riflettere sul contenuto del «Motu proprio» Mitis Iudex Dominus Iesus emanato da Papa Francesco nel 2015 con un particolare riferimento alla parte centrale in cui è presente il discorso ai Vescovi sulla costruzione di un ponte giuridico-pastorale secondo la riforma del processo ordinario e del processo breve.
Il costante richiamo del Magistero della Chiesa alla considerazione dell'uomo, entità unica e irripetibile, se da una parte ha incentivato, in ambito canonico, una indagine psicopatologica di tipo antropofenomenologico ed esistenzialista, dall'altro ha incoraggiato il ricorso a modelli diagnostici che, superando l'impostazione clinico-nosografica su base categoriale, si rivelino funzionali alla descrizione, quanto più possibile rigorosa e puntuale, del profilo di personalità del soggetto, evidenziandone le informazioni relative all'unicità funzionale di ciascuno. In tale ottica, il presente studio si propone di valutare le implicazioni teoriche ed applicative del modello diagnostico dimensionale, recentemente introdotto dal DSM-5, quale strumento idoneo a favorire il dialogo tra giudici e periti nelle cause di nullità per incapacità consensuale. Nella ricerca, infatti, di un lessico comune tra scienza e diritto, si evidenzia sempre più chiaramente come, in base alla più matura riflessione sul concetto di "gravitas", anche il tratto di personalità, indipendentemente dall'accesso ad un vero e proprio disturbo, possa assumere autonoma valenza patologica e produrre una compromissione della capacità consensuale matrimoniale.
Dalla Presentazione: «nella copertina di questo saggio un’immagine di Amore che si avvicina a Psiche (tratta da un celebre quadro settecentesco di François Gérard) rievoca il mito greco che il poeta latino Lucio Apuleio ha ripresentato con grande efficacia letteraria nelle sue Metamorfosi. Il mito dell’anima che viene attratta irresistibilmente dall’amore – un mito di tipo platonico, ricco di premesse metafisiche e di simbologia antropologica – consente all’Autore di rifarsi più di una volta, nel corso della sua trattazione, alla teoria psicoanalitica di Carl Gustav Jung. Tanto la mitologia quanto le teorie psicoanalitiche che la utilizzano come indice della sapienza naturale (il mito, come ha spiegato Pareyson, esprime sempre le certezze originarie del “senso comune”) servono ad Alberto Spatola per parlare di quello che egli denomina “principio interiore”, ossia l’anima, e per parlarne in termini epistemologicamente corretti e coerenti, ricorrendo anche a concetti metafisici oggi spesso pregiudizialmente rifiutati».
L’autore
Alberto Spatola (Caltanissetta 1952) è dirigente psichiatra, responsabile del modulo di Psichiatria n. 9 del DSM dell’ASP di Palermo. È socio della società italiana di Psicologia individuale (SIPI) ed è stato magistrato onorario del tribunale dei Minori di Palermo.
Ha pubblicato saggi scientifici sulla Rivista sperimentale di freniatria e ha curato la voce “Psicofarmaci” per il Dizionario
di bioetica; nel 2000 ha pubblicato la monografia L’uomo che ride (Edizione universitarie Romane), che anticipa alguni argomenti trattati in modo sistematico in questo libro.
La nostra è una società sempre più avversa al fattore rischio, un concetto spesso associato agli sport estremi o alle azioni di certi avventurieri della finanza e dell'imprenditoria. Tuttavia gran parte degli psicologi concorda che l'attenzione eccessiva verso la "sicurezza" ha prodotto una generazione di adulti ansiosi e privi di fiducia in se stessi. In "Come prendere decisioni" Polly Morland traccia nove spaccati di vita reale, ricchi di intuizioni acute e divertenti, che non guardano agli estremi o alle eccezioni, ma ai rischi che ogni giorno accettiamo di correre, spesso inconsciamente, e che abbracciamo come parte ineludibile della nostra vita quotidiana: famiglie che vivono da generazioni alle pendici del Vesuvio; una ballerina dell'Opera di Parigi che affronta ogni giorno alti livelli di rischio sul piano fisico, psicologico e professionale; genitori che devono valutare i rischi e i benefici delle richieste di autonomia dei bambini che crescono...
«La filosofia non ha che una sola mèta e un solo principio: conoscere sé stessi e diventare simili agli dèi. Il principio è la conoscenza di sé stessi, la mèta è la somiglianza agli dèi»: così, alla fine del mondo antico, l'imperatore Giuliano esprimeva il senso del filosofare classico, da Pitagora e Platone in poi. Questo senso oggi è perduto, per cui il mondo contemporaneo, privo tanto della conoscenza di sé quanto di quella di Dio, vaga smarrito nell'alienazione. Il nostro tempo è infatti funestato da due false scienze, la psicologia e la teologia. La prima dà a intendere di conoscere l'uomo, ma non ne conosce l'essenza, che è spirito; la seconda dà a intendere di conoscere Dio, ma ne propone in effetti solo accidentali immagini, frutto del determinismo psichismo e di parole umane spacciate per divine. «Non ci sono date oggi che menzogne», scriveva perciò Simone Weil.
Il percorso storico e teorico che ha portato ai nuovi modelli della mente: dalle prime concettualizzazioni moderne del nesso sensazione-movimento fino agli sviluppi teorici che sono approdati al ‘paradigma motorio’, sul quale si basano gli approcci più recenti. Il corpo e il movimento, dunque, come punto di partenza e al tempo stesso di arrivo di più di quattro secoli di studio della mente.
Circa 400 concetti base della teoria psicoanalitica sono elencati in ordine alfabetico e seguiti dalla loro corrispondente traduzione nelle principali lingue straniere. Poche righe in corsivo definiscono sinteticamente il significato di questi concetti e ne chiariscono l'origine e l'evoluzione all'interno del pensiero di Freud e degli altri classici.

