
Chi sono le Donne Selvatiche? Perché
è necessario, per le donne e anche per gli uomini, recuperare il rapporto con l’istintuale e la terra che la cultura occidentale ha quasi completamente smarrito?
Claudio Risé e Moidi Paregger guidano
i lettori alla (ri)scoperta dell’archetipo universale della Donna Selvatica, presente nelle saghe diffuse lungo tutto l’arco alpino e soprattutto nella mitologia del nord Europa, e delle energie del femminile naturale molto spesso mortificate da una società che si rifiuta di riconoscerle.
Questa nuova edizione di Donne Selvatiche, rivista dagli autori e arricchita da un capitolo dedicato a Maria, la madre del Signore, diviene così un tassello essenziale per
un processo di rigenerazione del femminile, per ritrovare la tranquilla sicurezza e benessere dell’orientamento di vita naturale.
Claudio Risé, psicoterapeuta e psicoanalista, lavora da trent’anni sulla psicologia del maschile e sui problemi derivanti dalla crisi della figura paterna. Con le Edizioni San Paolo
ha pubblicato, tra gli altri: Il Padre l’assente inaccettabile (2003), Cannabis. Come perdere la testa e a volte la vita (San Paolo 2007), La crisi del dono (San Paolo 2009), Felicità è donarsi (San Paolo 2014).
Moidi Paregger, medico a Bolzano,
ha una formazione in medicina antroposofica e omeopatica, e una in psicologia analitica. Da anni conduce una ricerca sulle narrazioni tradizionali delle Donne Selvatiche delle Alpi, con pubblicazioni anche in lingua tedesca.
Piacere, Ricchezza e Immagine: ecco la trinità di questo nuovo millennio venerata dall'uomo occidentale che, chiuso in un ego ipertrofico e disperato, incapace di trasmettere nulla se non la cultura dell'eccesso, è caduto in uno stato di profonda catatonia. Claudio Risé, psicoterapeuta e psicoanalista tra i più noti in Italia, presenta una lettura critica e puntuale della crisi di valori in cui si trova l'intero Occidente, un vicolo cieco da cui sarà difficile uscire se non si interverrà in tempo. Troppi soldi, troppo cibo, troppi zuccheri, troppi grassi, troppe droghe. Un bisogno di essere riempiti di materie adulterate e avvelenanti, di evitare la fatica fisica consegnandosi così alla sedentarietà. Poggiati su macchine: in automobile, in aereo, sul tapis roulant in palestra, ma mai camminando, coi piedi sulla terra. Guardando alla vita come divertimento, gratificazione, rassicurazione permanente, l'uomo occidentale muore di una morte lenta. Per salvarsi l'unica possibilità è riscoprire il valore del limite, l'oscenità dell'eccesso, la profondità educativa delle necessità, del riconoscere la realtà, nella sua verità e meraviglia, a partire dalle piccole cose di ogni giorno.
Un libro prezioso, pensato per aiutare i genitori nel difficile compito di educare i figli all’autonomia della vita adulta. Brigitte Racine si sofferma in particolare su come esercitare il ruolo di guida nell’infanzia e nell’adolescenza, quando non si possiede ancora una completa maturità, e su come accompagnare i figli al raggiungimento di essa. Frutto dell’esperienza di madre dell’autrice, che lavora come terapeuta familiare, il libro pur fornendo suggerimenti specifici e linee di condotta, lascia ampio spazio alle soluzioni alternative, commisurate alla varietà e mutevolezza dei caratteri e delle situazioni. Grande attenzione è riservata al ruolo della tenerezza e al riconoscimento di torti e di abusi involontari da parte degli adulti, ma allo stesso tempo è rivendicato il ruolo di guida del genitore, nel rispetto dei valori e dei ruoli della famiglia. Un capitolo è dedicato a una vasta casistica di situazioni problematiche (il risveglio mattutino, i pasti, i rapporti con gli amici e la tecnologia, i dettami della moda ecc.).
In questo libro Janelle Hallman ha rielaborato anni di formazione personale, ricerca scientifica ed esperienza come counsellor accanto a donne che lottano contro attrazioni omosessuali indesiderate. Il suo obiettivo è sostenere gli amici e i famigliari di queste donne, e offrire una guida ai professionisti della salute mentale, agli educatori, ai counsellor pastorali interessati a una prospettiva clinica sull'argomento. Ricco di testimonianze e storie di donne che stanno vivendo questo percorso, il libro offre una prospettiva unica sulla loro lotta ed è utilissimo per capirla e affrontarla.
Il libro affronta il tema del riconoscimento in rapporto alla psicoanalisi. Il riconoscimento e la chiave di accesso alla relazionalita. Sia agli albori della vita psichica, sia nel processo psicoterapeutico. Fiducia, stima, rispetto producono autofiducia, autostima, senso di responsabilita, che si riversano in analoghi sentimenti verso gli altri. Il volume illustra tali dinamiche da uno speciale punto di vista della psicoanalisi relazionale in cui il Se resta il punto di partenza di una dinamica interpersonale che nel contempo lo co-costruisce in immagini molteplici. Il tema del riconoscimento viene affrontato nel suo rapporto col rispecchiamento, nella dialettica soggetto-oggetto, nella connessione con l'immagine idealizzata, nella problematica dell'osservazione diagnostica, nella specifica dimensione della comprensione psicoterapeutica...
A quasi dieci anni dalla pubblicazione, Il mio psicologo si chiama Gesù è ormai un classico della spiritualità contemporanea. Carlo Nesti, noto giornalista sportivo, telecronista appassionato, è anche uno che sa fare silenzio e raccogliersi in se stesso e ? perché no? ? pregare. Per meglio riuscire in questo suo intento, ha scelto di leggere ? da autodidatta ? la Bibbia, il libro più letto in ogni tempo. Partendo dai Vangeli, ma aprendosi poi a tutti i testi del Nuovo e dell?Antico Testamento, ha tracciato un?ideale ?caccia al tesoro-, le cui tappe sono scandite dalle domande che da sempre ci portiamo dentro e che trovano le risposte nelle parole di Gesù e nella sapienza della Sacra Scrittura. In tal modo, pagina dopo pagina, il lettore ha la possibilità di verificare se le domande che Nesti si pone sono anche le sue e soprattutto se le risposte date attraverso la Sacra Scrittura sono anche per lui valide come lo sono state per il nostro Autore. Nuova edizione riveduta e aggiornata.
La mindfulness - la consapevolezza che emerge dal porre attenzione al momento presente sospendendo il giudizio - è una strategia mentale che consiste nell'uso intenzionale, focalizzato e non giudicante dell'attenzione, che nella vita quotidiana è invece sempre più distratta e inconsapevole. La mindfulness costituisce una risposta alle difficoltà che insorgono in un'era come la nostra, dominata dalla distrazione e dalla velocità e dove lo sviluppo tecnologico ci ha reso intolleranti, insoddisfatti e incapaci di accettare i limiti. La mindfulness affonda le sue radici nelle grandi tradizioni culturali del passato, disseminate tra Oriente e Occidente, e non è legata a una religione o a una determinata corrente spirituale. Per questa ragione, Emiliano Lambiase e Andrea Marino sviluppano con particolare attenzione il rapporto tra la mindfulness e la dimensione spirituale cristiana.
Il rapido sviluppo della tecnologia - in modo particolare di Internet e dei social media - ha agevolato l'uomo in vari ambiti della sua vita. Ma cosa succede quando le nostre stesse creature prendono il sopravvento? Quando noi perdiamo il controllo degli strumenti che nascono per essere a nostro servizio? Se per ogni necessità abbiamo un'App, se non riusciamo a sopravvivere senza i motori di ricerca, "protesi" delle nostre menti; se abbiamo bisogno di controllare costantemente i nostri smartphone e dipendiamo dai likes, dai followers e dagli you win? Tutto ciò rischia di renderci impazienti, esibizionisti, alienati, sconsolati, ossessivi e dipendenti. Come tutte le altre addictions, l'uso dell'utile tecnologia sta diventando un abuso che in molti casi si trasforma in dipendenza e, a volte, anche in vera e propria patologia. Portelli e Papantuono fanno il punto sulle nuove dipendenze, per capirle, superarle e riprenderne il controllo in tempi brevi.
Le life skills sono competenze di fondamentale importanza per avere successo nel complesso contesto quotidiano e "sopravvivere" alle sfide della società. Questo libro vuole presentarne alcune, avvalendosi di modelli teorici e ricerche recenti, e suggerire come potenziarle. Un filo narrativo che racconta le sfide affrontate da Sveva e Tommaso - dalla ricerca di una nuova casa, alla nascita del primo figlio e alla decisione di trasferirsi in Canada - lega i capitoli. Tale spunto narrativo permette di introdurre il pensiero critico, il problem solving, la creatività, il decision making e la comunicazione efficace. Il libro offre inoltre diversi spunti di carattere riflessivo e pratico per attivare il lettore, una sintesi dei contenuti capitolo per capitolo e riferimenti bibliografici per approfondirli.
Il trauma è uno stimolo eccessivo, qualcosa di sconvolgente che capita all'improvviso e che fa sentire sopraffatti e impotenti, incapaci di reagire e di affrontare la situazione. È un evento spartiacque. Le persone che lo vivono, perché vittime di abuso, di violenza oppure di guerre e conflitti, o perché scampate a un terremoto o, ancora, perché provate dalla perdita di una persona cara, fanno spesso riferimento a un prima e a un dopo, a qualcosa che ha segnato un profondo cambiamento di vita. Un cambiamento che non sempre è facile da elaborare e superare. Tuttavia, andare oltre il dolore è possibile. Accettare quello che è capitato, riconoscerlo nella sua durezza e oltrepassare la linea della sofferenza è l'obiettivo di questo libro: i due autori aiutano il lettore a comprendere il trauma psicologico, a entrare nelle sue diverse manifestazioni e conseguenze, a cogliere i sintomi e i disturbi e, allo stesso tempo, a prendere confidenza con le cure. Esempi concreti, test, esercizi e tecniche di autoaiuto rendono l'opera completa in ogni sua parte.
Siamo davvero così individualisti come la società ci spinge a credere? Davvero pensiamo solo a noi stessi e ai nostri interessi infischiandocene degli altri? La psicologia sociale non è affatto d'accordo. E, nel corso del tempo, ha indagato ciò che è alla base dei nostri comportamenti di sostegno verso le persone che versano in uno stato di disagio e di difficoltà: l'empatia, l'altruismo e la pro-socialità. Su queste dimensioni si concentra il volume, introducendo il lettore nelle diverse definizioni chiave e illustrando le componenti imprescindibili (emotiva e cognitiva) perché si possa parlare veramente di empatia e di assunzione della prospettiva altrui e non di altri costrutti sovrapponibili (come il contagio emotivo, la simpatia e la compassione). Parecchio stimolante anche l'approfondimento svolto dalle autrici circa il legame esistente tra altruismo e pro-socialità, da un lato, e sfera dei valori e delle norme sociali, dall'altro. Non manca, infine, l'attenzione all'applicazione concreta di queste dimensioni: il volontariato e i benefici che procura in chi lo attua e in chi lo riceve. ?
Al cuore del volume c'è un preciso intento: porre l'accento sulla sofferenza profonda che il soggetto obeso vive, sia nell'infanzia sia nell'età adolescenziale e adulta. Una sofferenza "muta", non semplice da comunicare, anche perché ancora fuori dai riflettori sociali e dall'interesse sanitario, ancora molto concentrato sulla riabilitazione di un comportamento alimentare scorretto e di un peso adeguato. Il soggetto obeso vive, invece, una sofferenza intima, profonda e silenziosa perché coinvolge il suo essere, la sua anima. Frequentemente vittima di pregiudizi, di scherni, di emarginazione e isolamento, patisce lo sguardo dell'altro. Occorre sensibilizzare su tale sofferenza e sulla possibilità di riconoscere e dare importanza alle tante e complesse implicazioni psicologiche, che stanno al cuore di tali quadri patologici.