
Oggi si comunica sempre meno ed è sempre più difficile farlo in modo efficace. Le incomprensioni e i malintesi sono la causa della fine di tanti rapporti. In famiglia e nei luoghi di lavoro ci si sente sempre più soli e le relazioni diventano sempre più fragili. La capacità di ascolto, la comprensione, l’accettazione, l’empatia e la capacità di confrontarsi, aprendo se stessi all’altro, diventano qualità sempre più rare.
Bruno Maietta, in questo prezioso manuale, ha voluto dare a tutti un aiuto per migliorare la comunicazione in ogni tipo di relazione interpersonale. Con parole semplici, in modo leggero e a volte divertente, ha scritto un libro che istruisce senza appesan tire.
Dopo aver trattato della comunicazione in generale, dei vari sistemi di comunicazione e della comunicazione verbale e non verbale, l’autore focalizza l’attenzione sull’empatia, sull’ascolto e sulla capacità di autorivelarsi e di confrontarsi, che sono le condizioni essenziali per risolvere i conflitti in modo che non ci siano perdenti.
Un interessantissimo capitolo è dedicato ai nuovi modi di comunicare, con particolare riferimento a Internet e alla telefonia mobile.
L’ultima parte del libro è dedicata alla relazione. Dopo aver trattato i vari tipi di relazioni e relazioni d’aiuto, l’autore si sofferma sulle relazioni con gli anziani e con gli ammalati. Egli pone l’accento sulla carenza delle capacità di comunicazione efficace del personale sanitario, che hanno conseguenze negative anche sull’esito delle cure, poiché influiscono sulla fiducia dei pazienti e sulla loro capacità di reazione.
Gli scritti di Mary Main raccolti in questo volume arricchiscono in modo determinante le nostre conoscenze sulle forme di attaccamento organizzato e disorganizzato nella prima infanzia e nell’età adulta.
I temi trattati includono le origini e gli sviluppi della teoria dell’attaccamento, l’interpretazione del comportamento evitante, il problema delle cause “ultime” dell’attaccamento. Tra le metodologie innovative introdotte dall’autrice e dal suo gruppo è di particolare rilievo l’Adult Attachment Interview, che si è imposta negli anni come strumento indispensabile nella ricerca e nella pratica clinica.
La domanda sull'identità genitoriale si fa sempre più urgente. Dopo dieci anni dalla prima edizione, continua il dialogo attraverso la parola scritta sui grandi temi della nostra persona e della nostra vita. Oggi più che mai l'identità genitoriale rivela la ferita, la confusione, la crisi in cui la persona è immersa. L'amore per il figlio rappresenta ancora una risorsa per recuperare l'energia di un amore per la propria vita. Questa nuova edizione si propone ancora una volta come una tenera compagnia allo sforzo del genitore di essere vero.
Dall'autrice di "Ho sete, per piacere, Perché ti amo e Chi sei tu che mi guardi?" un nuovo appassionato contributo che desidera essere un valido supporto alle mille domande dei genitori per il rapporto con i figli: come orientarsi nel labirinto complesso di esigenze, problemi, sollecitudini, angosce, disorientamenti? Un libro dove la domanda non è solo esigenza di risposta ma metodo adeguato alla vita, soprattutto alla vita della famiglia.
Ci troviamo dentro una vera e propria rivoluzione culturale. Immersi in una realtà "liquida" stiamo trasformando il nostro modo di vedere la realtà e i nostri rapporti. I bambini e gli adolescenti vivono come una "doppia vita" che influenza il processo di sviluppo e di individuazione: una reale dove fanno le esperienze comuni e si confrontano con il principio di realtà e una virtuale che consente altre esperienze e rapporti con se stessi e con gli altri. I "pollicini" cioè quelli che digitano solo con i pollici, altrimenti chiamati "nativi digitali", nati dalla fine degli anni Novanta in poi sono cresciuti con Internet e il nuovo modo di interagire. Comunicano, scrivono, parlano, hanno gesti e ritualità che le generazioni precedenti non conoscevano e che gli adulti di oggi, i "tardivi digitali", non comprendono. Riflettere su questi aspetti è una necessità. Perché è importante cercare di capire cosa sta accadendo a noi e ai nostri figli e interrogarci su cosa serve sapere e fare oggi dal momento che, per i nativi digitali, "on line" e "off line" non sono mondi separati e distinti come rette parallele ma realtà sovrapposte. Questo libro è pensato come una "guida" per i genitori di oggi spesso smarriti di fronte alle emergenze e ai fatti di cronaca. Essere Genitori 2.0 significa saper valorizzare le opportunità e le enormi potenzialità del mondo tecnologico ma soprattutto saperlo governare e non esserne governati. Serve anche per evitare che i nuovi "pollicini", lasciati soli da noi adulti nella scoperta di questi nuovi mondi e modi, si perdano nel bosco e si debbano arrangiare da soli ad uscirne o difendersi dai lupi. Se non ci siamo noi adulti e genitori alla guida di questo viaggio è partita persa per loro e per noi! Buon lavoro!
Tutti sanno cosa vuol dire avere un'ossessione, essere presi da una passione per un'attività, una relazione, un hobby, o avere un tic, una piccola mania, un'abitudine ripetitiva, come può essere un rituale per iniziare bene la giornata; in genere si tratta di aspetti comuni della vita quotidiana, che danno piacere e sicurezza, soprattutto quando si integrano con un interesse di tipo creativo, ad esempio di studio o di ricerca. Ma non sempre l'azione ripetitiva riveste le caratteristiche appena descritte: alcuni soggetti, infatti, sperimentano piuttosto di "non poter fare a meno- di compiere certi atti, o di ripetere certi pensieri, per cui soffrono di una patologia ossessiva, avvertita come una costrizione interiore eccessiva e incontrollabile. Per esperienza clinica e psicoterapeutica, si può dire che in questo ambito, come in molti altri aspetti della vita psichica, tra il normale e il patologico vi sia non già uno stacco netto, ma piuttosto una continuità di sfumature, ed è tale convinzione che spinge a ragionare in termini psicodinamici per trovare in ogni storia di vita il significato dei comportamenti ossessivo-compulsivi.
Da oltre un secolo la disciplina creata da Freud ha elaborato un modo di pensare la psiche umana che ha plasmato la nostra soggettività, diventando un sistema interpretativo generale alla cui luce l'uomo contemporaneo ha pensato se stesso, decifrato i propri desideri e comportamenti, illustrato i propri moventi e ragioni. Essa ha inoltre penetrato in profondità il sistema culturale e sociale, diventando parte integrante delle forme di vita dell'uomo contemporaneo. La psicoanalisi costituisce, insomma, l'orizzonte generale entro il quale tutti gli individui sono situati. Ciò, però, è probabilmente avvenuto innanzitutto perché la creazione di Freud aveva da subito assunto una posizione critica all'interno del contesto politico e culturale di un mondo avviato verso la catastrofe, funzionando da perpetuo principio d'inquietudine e problematizzazione, critica e contestazione rispetto alla società e alle forme di sapere dominanti. Ma che ne è stato di questa sua originaria vocazione sovversiva? In cosa si sono trasformati i suoi concetti, il suo discorso, il movimento cui aveva dato origine? Per rispondere a questi interrogativi Major e Talagrand ripercorrono le grandi tappe della scoperta freudiana, ricollocandole nelle fasi fondamentali dell'esperienza personale di Freud e nei momenti decisivi della storia del mondo che ha attraversato, offrendo un'introduzione d'insieme efficace e radicale.
Il testo si apre con uno sguardo sulla comunità scientifica internazionale, che non cessa di misurarsi con il tema complesso della terapia dei bambini abusati, senza desistere dal cercare strumenti sempre più efficaci. Una rassegna bibliografica sul tema costituisce l'introduzione al volume. Ci si concentra poi sul panorama nazionale, attingendo all'esperienza di terapeuti che si riconoscono nel CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia). Attraverso i tredici casi clinici riportati, gli autori, a partire da formazioni di base differenti (psicoanalitica, sistemica, cognitivista), illustrano diverse specificità dell'abuso sessuale sui bambini e descrivono nel dettaglio come hanno utilizzato nella terapia tecniche e competenze. Li accomuna il fatto che tutti hanno completato le risorse di base per adeguarle alle specificità del funzionamento post-traumatico di questo gruppo di pazienti, arrivando a una confortante convergenza di scelte terapeutiche, in un percorso che non nasconde ostacoli, fallimenti e risonanze personali.
Per molto tempo, l'attenzione degli operatori nel campo dell'abuso sessuale all'infanzia è stata concentrata soprattutto sulla diagnosi. Era in primo piano la necessità di accertare una verità il più delle volte taciuta o negata dalle stesse vittime. Oggi infatti sono disponibili diversi metodi di diagnosi psicologica, che hanno trovato riscontro in numerosi casi. E' invece molto più confuso il panorama delle tecniche di intervento, successive alla diagnosi, nei confronti del bambino abusato. A questo tema specifico è dedicato il volume che intende proporre linee-guida per il trattamento, veri e propri modelli di lavoro.
Il testo rappresenta il manuale del sistema di codifica del Lausanne Trilogue Play clinico, un metodo di osservazione diretta delle relazioni familiari che ha l'obiettivo di operazionalizzare i criteri di valutazione relazionali quando il clinico deve esprimere una diagnosi e formulare un progetto di sostegno alla genitorialità. Ancorato a costrutti teorici su cui convergono molte ricerche sulla famiglia, il sistema di codifica che viene proposto si basa su indicatori comportamentali che differenziano le famiglie funzionali da quelle disfunzionali in termini di "alleanze familiari".
Espropriazione, delega, burocratizzazione degli affetti, infantilizzazione e patologizzazione degli ex coniugi, prevalere dei criteri di vittoria e sconfitta, di colpa e punizione: questi ed altri fenomeni connotano con esiti distruttivi l'esperienza della separazione per molti genitori, con evidenti e gravi danni per i figli. Quali sono allora i percorsi che le famiglie in via di separazione possono intraprendere per affrontare in modo "costruttivo" una esperienza comunque destrutturante? E, soprattutto, quali gli interventi che gli operatori socio-sanitari e della giustizia (giudici ed avvocati) devono effettuare a sostegno delle trasformazioni in atto in tali famiglie? Questo libro vuole fornire un orientamento per superare tali difficoltà.