
Come ridurre i costi di mantenimento degli anziani e degli altri membri improduttivi della nostra società? Il benessere sociale è una conquista che richiede sacrifici, per quanto estremi. Ecco il tema di un curioso colloquio in cui medici, politici, economisti e teologi membri del progetto USTAU (Ultimo Stadio della vita Umana) tentano di "pianificare in modo responsabile l'avvenire di milioni di persone", compreso il loro auspicabile decesso: "Tutti noi nasciamo alla stessa età, perché non dovremmo anche morire alla stessa età?". Una soluzione finale garbata, rispettosa del benessere comune ed economicamente efficiente, una vera "eutanasia sociale". Nelle parole di questi illuminati architetti sociali traspare un significativo ribaltamento nel rapporto tra istituzioni e individuo: se la "medicalizzazione" della società ha rifiutato la morte, questa "deve diventare di nuovo naturale". Il cittadino, assimilato biologicamente al "corpo" dello Stato, dovrà inserirsi docilmente nel ciclo di produzione e smaltimento che governa la società dei consumi. Il provocatorio cinismo di questa "modesta proposta", comparsa nel 1978, in pieno apogeo del modello sociale svedese, raccolse l'inevitabile scandalo dei benpensanti per la lucidità con cui riusciva a rovesciare l'ottimismo ecumenico del welfare state scandinavo in una distopia di inquietante attualità, che "precorre di decenni il nostro tempo", come scrive H.M. Enzensberger in occasione dell'adattamento teatrale dell'opera.
La dura frontiera tra università e lavoro e il ruolo dei "contrabbandieri". Un mondo del lavoro chiuso nella "fortezza dei garantiti". Una legislazione "mangiagiovani". La lunga attesa della rivoluzione del merito. Il peso delle bardature del sindacalismo all'italiana. Il deserto del mercato del lavoro e i giovani tuareg. Le opportunità delle "aziende a rete". Una concorrenza malata. Questi e molti altri sono gli spunti di un libro-miniera, dal quale il lettore può trovare nuovi filoni di pensiero, nuove opportunità, nuove scoperte. Un libro che aiuta ad "amare il lavoro".
II partito fondato dal PM di Mani Pulite rappresenta un fenomeno nuovo rispetto alla forma-partito così come è venuta a proporsi in Italia dai primi anni '90. A caratterizzarne il cammino vi è un vivere a metà tra l'istanza movimentista e l'ambizione di una forma-partito compiuta (con i caratteri propri di una visione generale ed un'aspirazione a fare sintesi degli interessi molteplici della società italiana). Ne viene fuori una forma-partito che, per l'attitudine mostrata di saper interagire con le comunità della Rete e con il nuovo atteggiarsi dei movimenti d'opinione, sta disegnando probabilmente una modalità nuova di produrre politica e rappresentanza sulla scena italiana.
È uno dei termini più controversi del nostro vocabolario, capace di suscitare allo stesso tempo attrazione e repulsione. Considerato uno dei più alti e raffinati momenti di strutturazione sociale dell'uomo, è accusato anche di essere stato la miccia che ha innescato terribili conflitti, o l'alibi dietro cui sono stati perpetrati orrendi crimini. Ma l'ideologia, scrive Freeden, è innanzitutto un quadro concettuale all'interno del quale l'uomo, animale sociale per eccellenza, organizza il proprio pensiero e le proprie azioni individuali e collettive. Michael Freeden offre una panoramica completa e chiara della letteratura, della storia e dei più importanti approcci teorici a tale argomento: a Machiavelli, Marx, Engels e i nazisti si affiancano così il 1984 di Orwell, la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti e l'Islam. Un libro per chi cerca un approccio alternativo rispetto ai trattati di teoria politica e sociale, ma anche un'introduzione per chi si avvicina per la prima volta a questi temi.
Il libro non è solo una fotografia delle elezioni americane più importanti degli ultimi quarant'anni. È anche, attraverso la cronaca di un processo elettorale durato venti mesi, una testimonianza in presa diretta delle dinamiche profonde che hanno trasformato una parola, "hope", speranza, in un dato politico di proporzioni epocali. L'affermazione di Barack Obama è senz'altro dovuta al suo straordinario talento personale. Ma l'America l'ha fortemente voluta perché ne aveva bisogno. Aveva bisogno di chiudere, dopo trent'anni, il ciclo liberista aperto da Ronald Reagan per aprirne uno nuovo, più aderente a quel dream che l'ha generata e che, nonostante tutto, continua a essere il tratto distintivo della sua stessa identità. Perché gli americani, tendenzialmente conservatori, hanno scelto di cambiare così radicalmente direzione? Per quale ragione un Paese ancora così profondamente razzista è riuscito a immedesimarsi in un nero, che per di più ha come secondo nome Hussein? Perché è successo oggi? Dalla contestualizzazione precisa dei discorsi e dei candidati, emerge l'America del cambiamento e le ragioni storiche che l'hanno determinato, a partire dal Discorso sul razzismo pronunciato da Obama a Filadelfia, degno della più alta tradizione politica dei grandi d'America, da Lincoln, a Franklin Delano Roosevelt. Parte da lì il nuovo ciclo americano, il New Deal di Barack Obama. Destinato a irradiarsi nel mondo. (Prefazione di Ferruccio de Bortoli)
"Questa vittoria non è il cambiamento ma la possibilità del cambiamento e se c'è ancora qualcuno che dubita che l'America sia un posto dove ogni cosa è possibile, dove si può realizzare il sogno dei nostri padri e dimostrare il potere della democrazia, questa notte la risposta è arrivata. L'hanno data le donne e gli uomini che sono stati in coda per ore per poter votare". (Barack Obama, 4 novembre 2008)
La parola "democrazia" evoca in tutto il mondo occidentale la forma di convivenza più civile tra quelle che l'umanità ha saputo inventare e sperimentare nel corso del tempo. Perché la democrazia non corrisponde soltanto a uno stile di governo efficace ma anche a un insieme di valori percepiti come eticamente indiscutibili in quanto garanti dell'uguaglianza, della salvaguardia dell'individuo e della giustizia. È per tutte queste ragioni che sorprende leggere in quale opinione Platone tenesse la democrazia. Dalla Repubblica al Politico, dalle Leggi al Gorgia, l'antologia dei brani nei quali il padre della filosofia concentra i suoi ragionamenti a dimostrazione dell'inaccettabilità della democrazia. Franco Ferrari raccoglie i principali testi antidemocratici di Platone offrendo una lettura determinante per la comprensione globale del pensiero del grande filosofo.
Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, pronti al decollo per portare Sua Eccellenza anche a una festa a Parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d'oro da scuderie di cavalli. Finanziamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dal referendum. "Rimborsi" elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più "virtuose" moltiplicati per tredici volte in venti anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila. Candidati "trombati" consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione con l'autoblu. La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l'intera società italiana. Storie stupefacenti, numeri da bancarotta, aneddoti nel reportage di due famosi giornalisti.
C'era una volta la politica, potente, arrogante, carnefice. Ma oggi è solo un'illusione ottica. "Politica Ground Zero" è il viaggio di un giovane manager tra le macerie della politica, in Italia e nel mondo. È un viaggio "sentimentale": dominato dall'amore verso la politica, dalla delusione per i suoi tradimenti, dal desiderio di un'altra politica. Ma per sognarla servono occhi nuovi. Quelli di Emma Bonino, Gabriella Giammanco, Linda Lanzillotta, Beatrice Lorenzin, Marianna Madìa, Giorgia Meloni, Alessia Mosca, Stefania Prestigiacomo: otto donne impegnate nella politica italiana che accompagnano l'autore nel suo viaggio, e lo rendono, per molti versi, unico.
Senza magistrati e senza forze dell'ordine con il senso del dovere, la sicurezza della persona e delle proprietà può solo degenerare nell'arbitrio dei violenti e della criminalità. Senza medici e personale sanitario con il senso del dovere, il diritto alla salute diventa una crudele finzione. Senza insegnanti con il senso del dovere, il diritto all'educazione e alla cultura rimane privilegio di pochi. Senza doveri, insomma, niente libertà. In un Paese in cui per molto tempo le battaglie sui diritti hanno offuscato la questione dei doveri e in cui sempre più spesso chi sceglie di opporsi alla discriminazione e all'individualismo politico e sociale viene bollato come "moralista", la vera sfida per tutti i cittadini, ma soprattutto per le élites politiche, imprenditoriali e intellettuali, è quella di battersi con forza per una rinascita civile a partire dalla fondamentale lezione sull'equilibrio tra diritti e doveri che ci viene dal Risorgimento, dalla Resistenza e dalla nostra Costituzione. In questo saggio ricco di esempi tratti dalla storia, dalla letteratura e dalla cronaca, Maurizio Viroli riflette non solo sulla bellezza e la dignità del senso del dovere, ma ci indica anche una strada, tanto difficile quanto necessaria, per riappropriarci di un valore dimenticato.
Rosaria Capacchione segue da oltre vent'anni le trame nascoste della criminalità organizzata campana e il loro intreccio con la società civile. Da tempo la camorra ha valicato i confini regionali per estendere la propria egemonia su tutta la Penisola. Il 9 giugno 2008 il gip del Tribunale di Napoli deposita la sentenza con la quale, per la prima volta, viene condannato un imprenditore del Nord per associazione camorristica. Aldo Bazzini è il consuocero di Pasquale "bin Laden" Zagaria, fratello di Michele "Capastorta" Zagaria, capo militare dei Casalesi e uno dei latitanti più pericolosi d'Italia. Sfruttando i suoi rapporti con faccendieri e intermediari, dal 1994 a oggi Bazzini ha favorito la penetrazione della camorra nei maggiori appalti pubblici del Paese. Seguendo questa vicenda giudiziaria, "L'oro della camorra" offre una ricostruzione di un mondo sommerso che non si caratterizza più solo per il sangue versato sulle strade ma che sta assumendo sempre più il controllo dell'imprenditoria italiana, per arrivare a permeare ogni aspetto della nostra economia.
Gianni Palagonia è un poliziotto antimafia, uno scomodo, uno che ha partecipato a importanti operazioni contro la criminalità organizzata e poi è dovuto fuggire dalla Sicilia con sua moglie e i suoi figli, per salvare la pelle di tutti. Ora è in una città del Nord, sotto copertura, e deve reinventarsi una vita. Si troverà coinvolto nelle indagini sulle infiltrazioni di Cosa Nostra e poi in prima linea nella più grande operazione antiterrorismo degli ultimi anni, quella che, dopo l’omicidio del professor Marco Biagi, porterà all’individuazione del nucleo delle nuove Brigate Rosse PCC. E mentre la sua vita di poliziotto si fa sempre più dura, frenetica, pericolosa e infida, la sua vita privata si sfalda un giorno dopo l’altro, nell’alienazione, nella solitudine, in una quotidianità impossibile in cui nulla pare avere un senso.