
La laicità della democrazia - sostiene Rusconi, confrontandosi con autori classici e contemporanei e con alcuni documenti ecclesiastici - coincide con lo spazio pubblico in cui tutti i cittadini, credenti e non credenti, confrontano i loro argomenti e seguono procedure consensuali di decisione senza far prevalere, in modo autoritativo, le proprie certezze o verità di fede. 'Come se Dio non ci fosse' è la formula per esprimere questa concezione radicale di laicità: il postulato dell'autonomia razionale dell'uomo e della donna. Ciò che conta in democrazia è la capacità di reciproca persuasione, non la presunzione di avere certezze assolute.
Parlare di istituzioni vuol dire riferirsi a famiglie, ambienti di lavoro, associazioni di ogni tipo, comunità di fede religiosa, amministrazioni pubbliche e private, mondo politico, organizzazioni internazionali. Che cosa le accomuna? Come pensano? Come agiscono? Sulla scia del famoso testo di Mary Douglas, How Institutions Think (Come pensano le istituzioni, Il Mulino, Bologna 1990), il saggio dell'autore tenta una risposta a queste domande, considerando la vita istituzionale nei suoi aspetti fondamentali e insieme ponendo al centro la persona umana, le sue motivazioni di fondo e il suo agire nelle istituzioni: «Tutti sappiamo che vivere nelle istituzioni è spesso impegnativo. Comprenderle è impresa ardua. Le istituzioni possono essere una casa felice oppure l'anticamera dell'inferno. Sapere qualcosa su come pensano e come agiscono può aiutare: per non soccombere, per renderle migliori» (dall'Introduzione).
Sommario
Introduzione. I. Le istituzioni a partire dalle persone. II. Le istituzioni in sé. III. Come capire le istituzioni. IV. Le istituzioni tra ordine e disordine. V. Le istituzioni in cerca di giustizia. VI. Cosa rende un'istituzione coerente. VII. Fidarsi delle istituzioni. VIII. Le istituzioni conferiscono identità. IX. Le istituzioni come porto sicuro. Conclusioni. Bibliografia. Indice dei nomi e dei concetti principali.
Note sull'autore
ROCCO D'AMBROSIO (Cassano delle Murge - BA, 1963) insegna filosofia politica presso la Facoltà di scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana di Roma e la Facoltà teologica pugliese di Bari. È docente invitato di etica politica presso la Scuola superiore dell'amministrazione del Ministero dell'Interno a Roma. Ha pubblicato diversi saggi tra cui: Padre Serafino Germinario e il Partito Popolare in terra di Bari (Bari 1993); Ordine, umanità e politica. Saggio su Eric Voegelin (Bari 1995); La vigna di Nabot. Saggio di etica politica (Bari 2001; Madrid 2005); Istituzioni persone e potere (Soveria M. 2004); Il grembiule e lo scettro. Appunti su Chiesa e politica (Molfetta 2005); Serafino Germinario un prete scomodo (Bari 2007); La malpolitica, con R. Pinto (Trapani 2009); Cercasi profeti. Appunti su cattolici e società italiana (Molfetta 2010). Con le EDB ha pubblicato Il potere e chi lo detiene (2008). Dirige il periodico di cultura e politica Cercasi un fine,promosso da alcune scuole pugliesi di formazione all'impegno sociale e politico.
Una selezione degli scritti politici di don Primo Mazzolari, composti tra il 1940 e il 1955. Il libro è introdotto da una premessa di don Virginio Colmegna ed è diviso in cinque parti. La prima parte raccoglie gli interventi più attuali e dirompenti: scritti negli anni Quaranta, rappresentano ancora oggi una provocazione morale e intellettuale. Le parti che seguono sono dedicate ai giovani, chiamati a riscoprire la passione politica dopo le delusioni della guerra; alla tolleranza; al mestiere dell'uomo, per rinnovare e ripulire la politica corrotta e clientelare; alla giustizia sociale sempre dalla parte degli ultimi. L'ultima parte ("Siamo tutti comunisti") presenta una riflessione di don Mazzolari sul comunismo non come dottrina politica o sistema di pensiero ma come stato d'animo, molto vicino all'ideale dell'impegno politico cristiano.
Ormai è raro che il potere venga conquistato attraverso un golpe militare o comunque con la forza. Quasi tutti i paesi tengono regolarmente elezioni. Le democrazie muoiono ancora, ma con altri mezzi. Dalla fine della Guerra Fredda a oggi, a determinare la morte di una democrazia non sono quasi mai generali e soldati, ma gli stessi governi eletti. Leader eletti hanno sovvertito le istituzioni democratiche in Venezuela, Georgia, Filippine, Nicaragua, Perù, Polonia, Russia, Sri Lanka, Turchia, Ucraina e Ungheria. Oggi il tracollo di una democrazia comincia nelle urne.
Steven Levitsky e Daniel Ziblatt attraversano la storia recente per identificare i passaggi cruciali e le condizioni che si ripropongono, seppure in diverse declinazioni, ogni volta che una democrazia viene gradualmente trasformata in regime autoritario da un leader eletto Un processo messo in atto dall’interno delle istituzioni e con mezzi legali.
Ormai è raro che il potere venga conquistato attraverso un golpe militare o comunque con la forza. Quasi tutti i paesi tengono regolarmente elezioni. Le democrazie muoiono ancora, ma con altri mezzi. Dalla fine della Guerra Fredda a oggi, a determinare la morte di una democrazia non sono quasi mai generali e soldati, ma gli stessi governi eletti. Leader eletti hanno sovvertito le istituzioni democratiche in Venezuela, Georgia, Filippine, Nicaragua, Perù, Polonia, Russia, Sri Lanka, Turchia, Ucraina e Ungheria. Oggi il tracollo di una democrazia comincia nelle urne. Steven Levitsky e Daniel Ziblatt attraversano la storia recente per identificare i passaggi cruciali e le condizioni che si ripropongono, seppure in diverse declinazioni, ogni volta che una democrazia viene gradualmente trasformata in regime autoritario da un leader eletto Un processo messo in atto dall'interno delle istituzioni e con mezzi legali. Introduzione di Sergio Fabbrini.
Nel Novecento la democrazia alterna successi e fallimenti: il periodo tra le due guerre sembra preludere alla sua crisi definitiva; la fine della Seconda guerra mondiale ne segna la rinascita; la conclusione della Guerra Fredda sospinge poi la forma democratica verso nuovi e imprevisti successi, con una diffusione che va ben al di là dell'area occidentale, dove è nata. Infatti, mentre nelle democrazie di lungo corso si moltiplicano i segnali di insoddisfazione, in molte altre regioni del mondo la democrazia non perde colpi e viene imitata in molti modi. Dagli anni Settanta a oggi, un processo più o meno intenso di democratizzazione ha investito quasi la metà degli Stati, dall'Europa meridionale e orientale all'America latina, all'Asia e all'Africa. In molti paesi le trasformazioni politiche portano alla nascita di democrazie consolidate, ma in altri il processo si interrompe, subisce battute d'arresto e anche vere e proprie inversioni di tendenza. Perché alcuni Stati si democratizzano prima e altri più tardi? E perché le cause e i percorsi che portano alla democrazia risultano così diversi? È possibile, infine, esportare la democrazia? Sono solo alcuni degli interrogativi posti da Grilli di Cortona di fronte alla diffusione globale del "governo del popolo".
L'Unione Europea è una realtà complessa, nel contempo progetto politico e organizzazione giuridica, caratterizzata dalla costante ricerca di un equilibrio tra elementi di sovranazionalismo e intergovernativismo. Questo manuale offre tutti gli strumenti teorici e pratici necessari a orientarsi e mettere ordine nella molteplicità di organismi e funzioni che la compongono. La prima parte del volume introduce e definisce il concetto di Unione Europea e ne passa in rassegna le principali istituzioni e i loro meccanismi interni: il Consiglio, la Commissione europea, il Parlamento, la Corte europea di giustizia e la Banca centrale. La seconda parte presenta i processi decisionali relativi ad alcune importanti politiche comunitarie, come la politica dell'allargamento, la politica estera e di sicurezza comune, la politica sociale, le politiche del cosiddetto "primo pilastro", l'Unione economica e monetaria, la politica della concorrenza e quella del commercio.
Ferruccio Parri, uno dei maggiori esponenti dell'antifascismo italiano e della Resistenza, è una vera e propria guida. I suoi scritti e i suoi discorsi ci conducono, ancora oggi, attraverso una ragnatela di parole chiave necessarie per contrastare il ritorno di retoriche e pratiche violente e identitarie. Che se fasciste non sono, al fascismo assomigliano molto. «Non vogliamo che su questa pagina della vita italiana, su questa carica morale si possa stendere un comodo lenzuolo di oblio. Questo no, compagni giovani. Ora tocca a voi.»
Come cambia la democrazia nella società liquida, nella riforma costituzionale, nelle istituzioni e nella partecipazione nei vari campi istituzionali e non: partito, sindacato, economia, giustizia, scuola, scienza, tecnologia... e da ultimo, ma non ultimo, come cambia la democrazia nella Chiesa.
Luciano Gallino non era un euroscettico. Considerava l'Unione Europea la più grande invenzione politica, civile ed economica degli ultimi due secoli. Ma vedeva con sofferenza questa Europa ridotta al servizio delle potenti lobbies della finanza e delle banche, portavoce delle maggiori élites europee a scapito dei diritti fondamentali della grande maggioranza dei cittadini e, cosa ancor più grave, culla di un'inarrestabile redistribuzione del reddito e della ricchezza dal basso verso l'alto, con la conseguente crescita delle disuguaglianze. Era sua convinzione che le politiche economiche e sociali dettate dai mercati finanziari hanno portato gli Stati a una cessione di sovranità in materia di spesa per protezione sociale, scuola, università, quota salari sul Pil, contratti di lavoro e molto altro ancora. L'euro si è così trasformato nello strumento della vittoria del neo-liberismo su ogni altra corrente di pensiero. A causa di un'errata interpretazione della recessione, il peso esorbitante del sistema finanziario non ha avuto un freno, le relazioni industriali sono arretrate, i sindacati sono stati ridimensionati, la mancanza di occupazione mostra il profilo di una catastrofe sociale. Prima che gli effetti del dissennato 'Patto fiscale' facciano scendere una cappa soffocante di miseria sulle prossime generazioni, Luciano Gallino elenca i modi concreti per uscire dall'euro, rimanendo l'Italia paese membro dell'Unione europea.
A partire dalla crisi economica cominciata nel 2008, la povertà è cresciuta enormemente in Italia ed è arrivata a toccare anche parti della società mai a rischio in precedenza. Un quadro che le pesanti conseguenze del Covid-19 rendono ancor più drammatico e preoccupante. Per lunghi decenni la politica italiana si era ostinatamente disinteressata dei più deboli. Mai si era andati oltre soluzioni residuali, come la Social card introdotta all'inizio della crisi. Poi lo scenario è cambiato: sono arrivati attenzione, fondi, rilievo politico e relative tensioni. Gli esiti sono stati l'introduzione del Reddito d'inclusione (Rei), la prima misura nazionale contro la povertà, e la sua sostituzione con il Reddito di cittadinanza. Il successivo irrompere del Covid-19 ha reso necessario predisporre ulteriori risposte. Cristiano Gori, studioso e 'lobbista dei poveri', è stato testimone diretto della definizione dei nuovi interventi di contrasto alla povertà. In questo libro guida il lettore in un viaggio lungo il percorso riformatore di anni insieme tormentati e fondativi per il nostro welfare.

