
Nessun autore spagnolo del Novecento ha mai stimolato tanti studi e tanti commenti come Jorge Luis Borges: a nemmeno vent'anni dalla sua morte è universalmente considerato un classico della grande letteratura. Queste pagine di Savater non sono un altro capitolo di studi letterari dedicati al maestro della duplicazione: «In queste pagine - dice l'autore - racconto l'effetto che Borges ha avuto su di me, uno dei suoi tanti lettori: come mi colpì ciò che lessi e seppi di lui, quali piaceri e quali riflessioni gli devo, qual è stato il mio Borges e in che senso sono stato trasfigurato dalla sua frequentazione, dal suo contagio». Queste pagine sono quasi un'agiografia, un atto di devozione in cui molto viene rivelato di Borges, ma molto anche di Savater.
Gli interventi di Asor Rosa, Bernardini, Borgna, Cassese, Garroni, Golino, Guarini, Lepschky, Nencioni, Sasso, Veltroni, Visalberghi, Vitali tratteggiano una sintesi realistica dei progetti e delle realizzazioni di Tullio De Mauro. Ne esce il ritratto di uno studioso e di un maestro che guarda con lo stesso acume ai problemi del linguaggio e della società, che non si sottrae alle sfide dell'uno e dell'altra, che anzi reputa un impegno morale e civile far seguire alla teoria progetti e applicazioni pratiche.
Questa biografia di Bismark non è solo il disegno dei "vizi" e delle "virtù" di uno statista, ma anche un fondamentale contributo interpretativo per comprendere la nascita della Germania moderna e un cinquantennio decisivo per la storia europea. L'idea costante di Bismark fu l'unità tedesca e, raggiunto lo scopo, la conservazione del rango di "grande potenza" della Germania nel contesto europeo. Espressione della borghesia conservatrice, non disdegnò accordi con i liberali al fine di istituire uno Stato costituzionale, in cui i poteri della monarchia e quelli del parlamento si bilanciassero, esaltando la funzione autonoma del cancelliere. Dotato di grande opportunismo, seppe cogliere le occasioni storiche più favorevoli.
Beveva perle dissolte nell'aceto e mangiava cibi cosparsi d'oro, con feroce crudeltà infieriva sui senatori romani, teneva un bordello nel proprio palazzo e non si asteneva dall'avere una relazione incestuosa con la sorella. Convinto di possedere natura sovraumana, impose ai suoi contemporanei di onorarlo come un dio. Gli storici antichi hanno dato a tutto questo una spiegazione: era pazzo. Ma le cose, spiega Aloys Winterling, ordinario di Storia antica e Antropologia storica all'università di Friburgo, sono molto più complicate.
Alessandro Barbero presenta una biografia di Carlo Magno. Nel giorno di Natale dell'anno 800 Carlo Magno viene incoronato imperatore. Un poeta rimasto anonimo saluta in lui "il padre dell'Europa". Oggi che i popoli del nostro continente sono avviati all'integrazione in un'Europa sovranazionale, la figura di Carlo Magno risulta di sorprendente attualità. Una biografia che unisce al rigore degli studi un'appassionante scrittura letteraria.
Chi nel corso dei secoli si è trovato a narrare la vita di Carlo V ha descritto le sue imprese con i toni dell'epopea. Oggi, ai nostri occhi, l'immagine romantica dell'imperatore ha ceduto il passo a quella dell'uomo comune. Studente mediocre, generale più fortunato che brillante, il pallido Carlo ci appare nel ritratto di Tiziano più rigido che maestoso. In effetti, alla costruzione del suo immenso impero contribuirono doti poco eroiche come la pazienza, di cui diede prova fino allo stoicismo, la prudenza, la tenacia fino alla testardaggine. Come mai allora un uomo per certi versi così normale fu tanto importante per la storia d'Europa?
La vita del Petrarca fu come un moto continuo, un continuo vagabondare, una ricerca sempre insoddisfatta della pace e del riposo. "Confronta i viaggi di Ulisse con i miei: a parte la celebrità del nome e delle imprese, egli non errò più a lungo di me". In questa ricca biografia del Petrarca, Dotti racconta le inquietudini di quei giorni, come sono nate le opere latine e la poesia volgare e come leggerle nella tradizione letteraria italiana ed europea del Trecento.
A vent'anni dalla morte, un ritratto vivace e appassionato di un protagonista indimenticabile della vita politica italiana: una stagione densa di avvenimenti nelle pagine di un giornalista che è anche un vero narratore. Giuseppe Fiore (1923-2003) è stato vicedirettore del Tg2 e direttore di "Paese Sera" oltre che senatore della Sinistra Indipendente.
Beffeggiato dai critici, sottovalutato dagli avversari ed eletto alla Casa Bianca con un verdetto della Corte Suprema, George W. Bush trova nella risposta agli attacchi di Al Qaeda dell'11 settembre 2001 la missione che trasforma la sua presidenza: combattere il terrorismo. Il libro racconta fatti, personaggi e retroscena di una scelta che ha scosso la comunità internazionale, ridisegnato la geopolitica del Medio Oriente e cambiato la vita di tutti noi.
"La definizione che abbiniamo a questo libro è: barocco. Fastoso e immaginifico, opulento e multiforme. Da consigliare a chi ama l'arte, la storia romanzata, il romanzo storico e il feuilleton". (L'Indice) "La vita del Bernini raccontata come un romanzo avvincente". (Lauretta Colonnelli, "Il Corriere della Sera") "Attraversare il ponte degli Angeli, sentire lo scrosciare della fontana a piazza Navona, percorrere il colonnato di San Pietro: sono le opere d'arte le protagoniste di questo bel saggio-biografia-romanzo". (Pasquale Chessa, "Panorama")
Nato a San Sebastián nel 1947, filosofo-scrittore, Fernando Savater è uno dei maggiori intellettuali spagnoli di oggi. In questo libro ricostruisce la sua vita, e i suoi "contrattempi": dalla scoperta della televisione a dodici anni alla battaglia contro la dittatura di Franco e l'autoritarismo in università, l'abilità dialettica della madre, la "nonnità" del padre, l'impegno civile contro il terrorismo basco, l'origine della bugia, l'insegnamento dei fumetti... Un racconto che ha il sapore di una confidenza in cui Savater parla dei suoi gusti, delle sue passioni, dei luoghi amati e delle persone care.
La dubbia fama di Nerone per due millenni è stata fondata su una serie di gesti pubblici stravaganti, in genere scandalosi, spesso repellenti. Assassinò sua madre, dopo esserci forse andato a letto, uccise in un accesso di rabbia la moglie incinta, castrò e sposò un giovane liberto che gliela ricordava, calcò le scene nei panni di un eroe impazzito e di una partoriente, suonò la cetra mentre Roma bruciava, trasformò i cristiani in fiaccole per illuminare la notte. Senza tentare di riabilitare il mostro che la storia ci ha consegnato, Edward Champlin, professore alla Princeton University, mette in luce la determinazione con cui Nerone plasmò la propria storia sui miti greci e romani, uomo di pubbliche relazioni in anticipo sul suo tempo.