
Non c'è mai stato un solo modo di celebrare l'Eucaristia, anche se tutte le Chiese hanno posto l'Ultima cena come fondamento della loro celebrazione. L'autore si propone di cogliere proprio il nesso tra i dati rituali della cena del Signore e i più antichi testi eucaristici illustrando come quelli arcaici si siano trasformati nelle anafore delle varie Chiese. La ricerca si svolge soprattutto sulla struttura delle differenti paleoanafore e anafore, che consente di stabilire nessi precisi che arrivano fino ai riti odierni, come se si trattasse di un albero genealogico vero e proprio. Interessante è l'origine alessandrina del Canone Romano, qui puntualmente documentata, così come l'antica concezione tipologica dell'Eucaristia che spiega il fenomeno delle anafore senza il racconto dell'Ultima cena, fatto comune a tutte le tradizioni liturgiche.
Due versetti di Paolo - 1Corinti 15,3 e Romani 3,25 - sono al centro di questa ricerca di storia delle idee. Se legati assieme, essi affermano che Gesù è morto per i peccati degli uomini e che la sua morte fu sacrificio espiatorio. Queste frasi vanno lette all'interno dell'intero corpus paolino, dove emerge anche un'altra cristologia, basata sul rapporto di contrapposizione tra il primo Adamo e l'ultimo Adamo, che si caratterizza per la sua obbedienza. In altri termini, con il metodo storico-critico la morte di Cristo non fu sacrificale, né in remissione dei peccati, mentre ciò si può affermare con il metodo tipologico. Poiché Paolo non utilizzerà mai più la frase di 1Corinti 15,3 e Romani 3,25 non è altro che una trasposizione del linguaggio del sacrificio del kippur sul sangue di Cristo, ne segue che questi è come il Propiziatorio, per la giustificazione di tutti gli uomini.
Descrizione dell'opera
Quando si desidera conoscere una persona, la prima cosa che è indispensabile sapere è il suo nome. Così è anche per il Dio d'Israele: i suoi incontri con l'uomo sono avvenuti in tempi molto remoti e in situazioni assai diverse. E con il succedersi delle epoche, agli uomini è stato concesso il privilegio di discernere nuove caratteristiche nel volto dell'Altissimo: «Queste pietre miliari della storia della salvezza si sono distinte per il fatto che Dio ha rivelato se stesso sotto un nome nuovo».
I nomi del Dio d'Israele nell'Antico Testamento costituiscono il principio organizzatore dell'analisi dell'autore. La trattazione esegetica dei nomi più rappresentativi gli consente d'indagare l'idea di Dio e le concezioni teologiche a essi sottostanti. I nomi divini sono infatti simboli, che parlano di Dio, ma con categorie che appartengono al mondo dell'esperienza umana: essi consentono di trasporre l'Ineffabile a un livello che può essere percepito dalle creature.
Sommario
Prefazione. Prefazione alla traduzione italiana. I. I nomi divini: pietre miliari nella storia della salvezza. II. Il Dio che dice «IO SONO»: l'enigma del nome YHWH. III. Il Dio dei Padri: le designazioni divine nei racconti dei patriarchi. IV. Un retroterra: divinità e miti in Canaan. V. Il Dio vivente. VI. Il Signore come «re»: la divinità che combatte. VII. «Il Signore degli eserciti»: il Dio che regna. VIII. Dio come «redentore», «salvatore» e «creatore»: le designazioni divine usate dal Profeta della consolazione. IX. Giobbe e il suo Dio. X. Riflessioni conclusive. Glossario. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Tryggve N. Mettinger (1940), professore da 25 anni di Studi sull'Antico Testamento presso l'Università di Lund in Svezia, è autore di numerosi volumi su argomenti biblici. È visiting professor in diversi istituti in Europa, Stati Uniti, Israele e Sudafrica. È membro dell'Accademia reale di Svezia di lettere, storia e antichità di Stoccolma. Nel 2008 ha ricevuto il premio Thuréus per le sue importanti ricerche in campo umanistico.
Nell'Oriente ortodosso il primo tentativo di sistematizzazione dei sacramenti della Chiesa è stato il trattato di Dionigi Areopagita sulla gerarchia celeste, ma solo nel XVII secolo la dottrina entra dapprima nei «libri simbolici» e poi nei manuali di teologia in uso nei seminari. Solo alla fine del XIX e nel XX secolo la teologia ortodossa comincia a liberarsi dalla concezione del mondo latino medioevale e riconduce la riflessione sui sacramenti nell'alveo del pensiero dei Padri. Le azioni sacre in cui il fedele riceve la grazia dello Spirito Santo schiudono davanti alla persona la realtà di un altro mondo e contribuiscono alla sua rinascita spirituale. Come ha scritto Nicola Cabasilas, «attraverso i santi misteri, quasi finestre, il sole di giustizia entra in questo mondo tenebroso, mette a morte la vita secondo il mondo, e fa sorgere la vita sovramondana».Questo volume si sofferma su: battesimo, cresima e consacrazione del crisma; eucaristia; penitenza (confessione); ordinazione ai ministeri sacri (vescovo, sacerdote, diacono) e consacrazione per i servizi liturgici (lettore, suddiacono); estrema unzione; matrimonio; professione monastica; sepoltura (funerale) e altre forme di commemorazione dei defunti; consacrazione del tempio; benedizione dell'acqua; funzioni di supplica per varie necessità.
L’intento dello scritto è quello di presentare in maniera organica e motivata i sacramenti. Essi vengono proposti nei vari aspetti in termini brevi ed essenziali, con richiami schematici alla trama storica, rinviando, per ulteriori approfondimenti, alla bibliografia citata in apertura di ogni capitolo.
La scelta di sintetizzare tutti i sette sacramenti in un unico volume comporta certamente dei limiti, quanto allo sviluppo di una visuale analitica ampia, ma ha il vantaggio di offrire una visione unitaria e complessiva, agevolmente comprensibile nel suo insieme e nei suoi valori profondi. Il testo può quindi essere di reale utilità non solo negli Istituti superiori di scienze religiose e nei corsi istituzionali di teologia, ma anche per catechisti e operatori pastorali che avvertano l’esigenza di motivare il proprio vissuto religioso e rispondere agli inevitabili interrogativi di fede.
Sommario
Presentazione (G. Zenti). Introduzione. 1. I sacramenti dalla prassi alla teologia. 2. Quadro complessivo dei sacramenti. 3. Il battesimo. 4. La confermazione. 5. L’eucaristia. 6. Il sacramento della penitenza. 7. L’unzione degli infermi. 8. Il sacramento dell’ordine. 9. Il matrimonio cristiano.
Note sull'autore
Giacinto Padoin, sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto, dopo la specializzazione in teologia e filosofia alla Pontificia Università Lateranense, ha insegnato varie materie presso il seminario diocesano e, dal 1971, sacramentaria allo Studio teologico unito Treviso-Vittorio Veneto, affiliato alla Facoltà teologica di Milano; è stato preside per circa trent’anni della sezione Vittorio Veneto, in seguito a elezione per trienni successivi. Oltre a diversi articoli di taglio strettamente teologico, ha pubblicato: Il fine della creazione secondo S. Tommaso, Pontificia Università Lateranense 1959; Il pane che io darò. Il sacramento dell’eucaristia, Borla, Roma 1993 e Il pane che io darò. L’eucaristia mistero di fede e sorgente di vita, Borla, Roma 1998; Chi dite che io sia? Tracce di cristologia e di mariologia, Borla, Roma 2003.
Descrizione dell'opera
Con la costituzione dogmatica Dei Verbum, il concilio Vaticano II intendeva «proporre la genuina dottrina sulla divina Rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l’annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami» (n. 1). Sulla linea tracciata da queste parole redatte dai Padri conciliari, il manuale presenta e spiega alcuni concetti e metodi che stanno alla base della teologia, ma che talora vengono dati per scontati.
Nella prima parte prende in esame l’iniziativa salvifica di Dio, definita da secoli ‘divina Rivelazione”: come l’hanno compresa i due concili vaticani, come l’hanno elaborata i teologi, come il farsi della Rivelazione nella comunità credente dà origine alla Tradizione.
Nella seconda parte affronta la trasmissione della Rivelazione: il sacro deposito affidato alla Chiesa; gli aspetti che costituiscono la Bibbia in ‘Sacra’ Scrittura, diversa da ogni altro testo; i concetti di ispirazione e canonicità; infine la nozione di ermeneutica, che implica anche i riferimenti alla Tradizione e al magistero.
Sommario
Introduzione. 1. L’iniziativa salvifica di Dio. A. La Rivelazione divina. B. Modelli di rivelazione. C. La Parola di Dio diventa parola scritta e parola trasmessa. 2. «Un solo sacro deposito della Parola di Dio affidato alla Chiesa». D. La sacra Scrittura. E. La Tradizione. F. Mutua relazione tra la Tradizione e la sacra Scrittura. G. Il magistero vivo della Chiesa. Schemi. Indici.
Note sull'autore
Donath Hercsik, nato nel 1965, gesuita dal 1985, ha compiuto gli studi di filosofia e teologia a Monaco di Baviera, Francoforte e Parigi. Dal 2001 è professore di teologia fondamentale e moderatore del primo ciclo della Facoltà di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma. Oltre a numerosi saggi e articoli su riviste specializzate e su La Civiltà Cattolica, ha pubblicato i volumi: Jesus Christus als Mitte der Theologie von Henri de Lubac, Verlag Josef Knecht, Frankfurt a.M. 2001 e Die Grundlagen unseres Glaubens. Eine theologische Prinzipienlehre, LIT-Verlag, Münster 2005 e ha curato la sezione Rivelazione e Tradizione in: Teologia Fondamentale. vol. 2. Fondamenti. A cura di Giuseppe Lorizio, Città Nuova Ed., Roma 2005, 235-281.
Nell'affrontare i sacramenti del battesimo e della confermazione, lo studio li colloca all'interno di quel trittico che, assieme all'eucaristia, la tradizione denomina "sacramenti dell'iniziazione cristiana". Dal punto di vista metodologico, la riflessione si fonda su un'accurata indagine biblica e storica. La sintesi teologica si ispira a una visione storico-salvifica del mistero rivelato, avendo come punto centrale la Pasqua del Signore.
«L'esperienza e la competenza con cui don G. Padoin ci accompagna in questo cammino di riflessione teologico-pastorale fanno di quest'opera un prezioso strumento di studio e di approfondimento personale, ma anche un utile sussidio per l'azione pastorale. L'impegno di qualificare sempre di più la preparazione ai sacramenti del battesimo e della cresima potrà qui trovare significativo aiuto e interessanti prospettive» (dalla Presentazione).
Sommario
Presentazione (mons. C. Pizziolo). Introduzione. I. Il battesimo e la confermazione sacramenti dell'iniziazione cristiana. 1. L'iniziazione cristiana nella Chiesa antica. 2. Evoluzione dell'iniziazione cristiana dalla fine dell'età patristica al medioevo. 3. L'iniziazione cristiana nel concilio Vaticano II. 4. Significati teologici dell'iniziazione cristiana. II. Il battesimo nelle fonti bibliche. 1. Il segno del battesimo. 2. Gesù e il battesimo. 3. Il battesimo nelle Chiese apostoliche. 4. "Nascere dall'acqua e dallo Spirito" in s. Giovanni. 5. La Prima lettera di s. Pietro (1Pt 1,3- 4,11). 6. La teologia battesimale di s. Paolo. III.Il battesimo nella riflessione teologica dall'età patristica al concilio di Trento. 1. La catechesi e la teologia battesimale nell'età patristica. 2. Il battesimo nei teologi del medioevo e nella dottrina del concilio di Trento. IV. Teologia del battesimo. 1. La dimensione cristologia del battesimo. 2. Il battesimo e l'umanità redenta. 3."Battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo". 4. Il carattere segno del rapporto definitivo con Cristo e con la Chiesa. V. La confermazione. 1. Il sacramento della confermazione nella storia. 2. Teologia della confermazione. VI. Problemi teologico-pastorali. 1. La salvezza nel battesimo e altre vie di salvezza. 2. Il battesimo dei bambini. 3. Il battesimo nel dialogo ecumenico. 4. Problemi pastorali circa la confermazione. Bibliografia.
Note sull' autore
Giacinto Padoin, sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto, dal 1971 ha insegnato teologia dei sacramenti presso lo Studio teologico unito Treviso-Vittorio Veneto, affiliato alla Facoltà teologica di Milano; della sezione Vittorio Veneto è stato preside per circa trent'anni, in seguito a elezione per trienni successivi. Oltre a diversi articoli di taglio strettamente teologico, ha pubblicato: Il fine della creazione secondo S. Tommaso, Pontificia Università Lateranense, Città del Vaticano 1959; Il pane che io darò. Il sacramento dell'eucaristia, Borla, Roma 1993; Il pane che io darò. L'eucaristia mistero di fede e sorgente di vita, Borla, Roma 1998; Chi dite che io sia? Tracce di cristologia e di mariologia, Borla, Roma 2003; presso le EDB, «Molti altri segni fece Gesù...» (Gv 20,30). Sintesi di teologia dei sacramenti (2006).