
I cristiani paiono aver smarrito le loro parole più proprie, eppure l'Evangelo può ancora ridare senso alla ricerca dell'uomo di oggi, frastornato dalla crisi spirituale e smarrito tra intolleranza e indifferenza nel supermercato delle religioni.
Aderire all'Ac è una scelta di impegno, passione, coerenza che ciascun socio rinnova ogni anno. È il modo in cui tanti uomini, donne, bambini e ragazzi scelgono di vivere appieno la loro vocazione nella Chiesa, a servizio delle comunità e del territorio in cui si trovano. È una scelta che implica fatica e impegno, ma che fa crescere e sperimentare la bellezza del sentirsi a casa. La storia dell'associazione di cui ci si impegna a fare memoria, è, infatti, una storia di passione per il bene comune, per la Parola che parla alla vita, per l'impegno nella missione, per sensibilizzare il maggior numero di persone, per essere segno efficace nella Chiesa e nel tempo, dell'amore di Cristo per gli uomini. Il volumetto raccoglie le riflessioni sul ruolo dei laici che scelgono l'AC in questo tempo, sul senso dell'adesione e sui segni belli che l'associazione lascia nelle vite di ognuno. Perché ciascun socio riesca, sempre di più, a coinvolgere chi ha attorno nella straordinaria avventura dell'Azione cattolica.
Le autrici di questo libro entrano “in punta di piedi” nell’interiorità di Santa Maria De Mattias. Una donna carica di passione per il Signore Gesù Crocifisso, suo “sposo adorabile”. Una donna vissuta nel 1800: tempo di devozioni e di coraggio profetico nella Chiesa. Il Sangue della Croce e del Costato trafitto del Signore è la sorgente a cui la santa attinge e da essa si disseta con brama e dolcezza. Per lei ogni persona: povera o ricca, giovane o adulta, vicina o lontana vale il Sangue di Cristo. Per la loro salvezza è pronta a dare il sangue e la vita. A tale scopo fonda, nel 1834 in Acuto (FR), la famiglia religiosa delle Adoratrici del Sangue di Cristo, presenti oggi nel mondo intero. La perizia grafologica dei suoi manoscritti rivela una personalità non comune, grande equilibrio umano e dinamica fedeltà al volere di Dio. E’ stata canonizzata da Papa Giovanni Paolo II il 18 maggio dell’anno 2003.
In questo piccolo, ma prezioso libretto, l'Autore ci aiuta ad approfondire la conoscenza di san Michele Arcangelo. Partendo da una breve descrizione degli angeli nella Sacra Scrittura, mons. Marinelli, Arcivescovo di Urbino-Urgania-Sant'Angelo in Vado, pone particolare attenzione all'arcangelo Michele: raccontandone il culto nella Chiesa orientale, in Occidente e in Italia, ci consegna alcune preghiere che possono nutrire e rafforzare il nostro cammino spirituale.
Per i cristiani, una riflessione sul dolore porta a incontrarsi col mistero del Cristo Morto e Risorto, che per amore ha preso su di sè il nostro dolore e, la stessa nostra morte, per vincerla. A tale incontro, l'Autore sa condurci con linguaggio chiaro, semplice e insieme profondo.
In questo volume il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione si misura con questo tempo vertiginoso, in cui il nulla incombe così potentemente sulla vita di ciascuno, insinuando il sospetto sulla positività del vivere e sulla consistenza ultima della realtà, per cui tutto sembra finire in niente, anche noi stessi. Un contesto che, paradossalmente, fa emergere l'insopportabilità di vivere senza un senso e il desiderio indistruttibile di essere voluti e amati. Un paragone avvincente con gli avvenimenti presenti e con i tentativi insufficienti di sopravvivere, tra distrazione e dimenticanza. La ricerca di una risposta che sia all'altezza della sfida: un «tu» che accolga il grido della nostra umanità, ridestando un amore a noi stessi e alla nostra vita. L'incontro con una comunità cristiana viva che rende affascinante il cammino insieme. La testimonianza di una fede che entra nell'esperienza presente, generando una conoscenza e una affezione nuove, una fede capace di valorizzare tutto ciò che di vero, bello e buono incontra lungo la strada.
In questo volume il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione affronta una delle domande più diffuse in questo tempo dominato dall'incertezza: «C'è speranza?». L'impatto con la durezza della realtà ha fatto emergere tutto il proprio bisogno umano. Anche e forse ancora di più in questi tempi drammatici, il cuore di ciascuno non si accontenta di risposte parziali e grida il desiderio di qualcosa che sia veramente all'altezza della sfida. «Un imprevisto è la sola speranza», diceva Montale. Nella storia è risuonato l'annuncio di questo imprevisto che ha fatto sussultare i primi che incontrarono Gesù. Da allora il seme della speranza è entrato nel mondo e continua a mettere radici in persone incontrando le quali il cuore si riaccende e si rianima. Ci si trova addosso una «strana positività» e l'audacia di sfidare il male, il dolore e perfino la morte in forza di una esperienza presente.

