
Don Divo Barsotti ci parla di uno dei temi fondamentali non solo del pensiero umano, ma soprattutto della vita religiosa, in modo particolare del Cristianesimo. La vita del cristiano quaggiù in che modo può essere veramente piena libertà, assoluta libertà? L'assoluta libertà per l'uomo non è propria soltanto della vita futura? Don Divo medita su questo tema, per approfondirlo, e ci offre nozioni che ci aiutano a comprendere meglio la condizione umana quaggiù, la condizione dell'uomo nei confronti di Dio, i rapporti dell'uomo riguardo a Dio nel Cristianesimo e... finalmente nella vita del Cielo.
«Tutti dovranno conoscere la mia storia». È questa la consegna che Manuel Foderà ha lasciato a sua mamma Enza, poco prima di spiccare il volo per il Cielo a soli 9 anni. Aggredito da un tumore a soli 4 anni, ha affrontato la battaglia quotidiana con il coraggio di un "piccolo guerriero della Luce", come si definiva per sottolineare il suo desiderio di dare una mano all'amico Gesù a sciogliere "i cuori induriti".
«Non ci sono più gli adulti di una volta!». È una battuta fin troppo scontata, ma che nasconde una scomoda verità, di una... "razza in via di estinzione". Lo rilevano gli "addetti ai lavori" come pedagogisti ed educatori e i figli di oggi. In una recente inchiesta, il 30% dei 14-19enni alla domanda «Quale atteggiamento dei tuoi genitori ti dà più fastidio?» ha risposto: «Vederli fare a tutti i costi i nostri amici». Come a dire che i ragazzi vogliono adulti "asimmetrici" che non li scimmiottino e abbiano il coraggio di educarli seriamente alla vita. Dei limiti dei moderni adulti e delle inevitabili e urgenti contromisure per una sua rinnovata e migliorata "edizione" parla il pedagogista di "lungo corso" Pino Pellegrino con la sua originale ironia e profonda conoscenza della persona umana.
Una ricca carrellata di citazioni, riflessioni e aforismi pungenti che stimolano il ragionamento, fino a provocare un cambiamento di rotta. Un'inversione di marcia dell'apatia del vivere.
Don Giuseppe Sacino offre delle meditazioni per tutti i giorni del Tempo di Natale; si fa compagno di viaggio di quanti celebrano il mistero della manifestazione del Signore Gesù nel tempo e nella storia. L'autore ci fa toccare con mano questa manifestazione che continua ad attuarsi nella liturgia e ci fa comprendere come colui che Dio consacrò in Spirito Santo e potenza continui a passare tra gli uomini beneficando e sanando coloro che lo cercano.
Vi sono offerti brevi "messaggi" quaresimali. L'autore ha accolto l'invito di uno dei suoi destinatari: «I tuoi messaggini wz del mattino, per me e per tanti miei amici a cui li inoltro, sono come un caffè ristoratore che dà la carica per affrontare i problemi di ogni giorno. Tanta ricchezza spirituale, per favore, non vada perduta; raccogli tutto in forma cartacea che non si perde facilmente e si può leggere sempre, appena c'è un momento di pace, o un bisogno profondo di verità e di amore». Con essi si può percorrere ben sorretti il cammino quaresimale ed arrivare preparati alla celebrazione della Pasqua di risurrezione.
Viene qui considerato il monachesimo nel suo aspetto storico, nelle sue motivazioni spirituali, nella sua ispirazione più profonda per comprenderne il senso e il valore... Il contemptus mundi di cui danno prova i martiri nella loro rinuncia ai beni terreni e nella loro testimonianza di fede fino all'eroica oblazione di sé, diventa per i monaci l'esempio vivo che ispira la loro esistenza. L'insieme di tutte queste componenti ha permesso la creazione di uno stile di vita, che è riuscito a sfidare i secoli e ancora oggi attrae uomini e donne di tutto il mondo e costituisce il richiamo sempre più pressante e urgente a lasciare le pastoie della vita materiale...
In questo terzo libro dedicato all'Ottocentenario francescano, dopo Il presepe di Greccio e Le stimmate di san Francesco, frate Orazio Renzetti guarda le Creature, in esse vede Dio e vede sé stesso, le tappe del suo cammino; il creato è impresso nel cuore di Francesco, ha segnato la sua storia, e l'autore ce lo descrive con pennellate leggere. I versi del Cantico si espandono, si dilatano nel tempo e nello spazio e coprono i vari momenti dell'esistenza del serafico Padre.
Oggi il cristiano che vive nel mondo e vuol essere coerente con il Vangelo, un vero missionario, deve liberarsi da alcuni mali che non permettono di ascoltare e vivere la parola di Dio: la superficialità spirituale, l'individualismo, l'attivismo, il razionalismo, la frattura tra Parola e vita.
Questo testo è un piccolo strumento per i giovanissimi e per chi ha voglia di cercare Gesù che nasce a Betlemme. Esso nel suo procedere ha come scopo di provocare un percorso di maturazione umano-spirituale attraverso l'esperienza di Pinocchio, che sembra possa incrociare le nostre vite e provocarle a un serio cammino di discernimento in grado di aprire orizzonti che permettono di realizzare la nostra esistenza non come fi glia del caos ma proveniente dall'amore di Dio rivelatosi in Gesù Cristo e continuamente presente nel suo spirito alla nostra coscienza.
Dalla penna profonda dell'autrice Valeria Coghi, un testo di meditazione sul volto del Signore, Signore appunto della nostra vita e dell'universo, al quale ogni cristiano non smette di anelare. L'autrice, in un forte percorso di preghiera e riflessione, consegna questi scritti che si leggono di seguito o a pezzi, per vivere o rivivere di volta in volta le tematiche più importanti dei valori cristiani.
«Le cose di prima sono passate, ne sono nate di nuove: ospedale, parrocchia e territorio in dialogo sinodale per chi soffre». Con questo titolo vogliamo declinare un'istanza urgente della Chiesa del nostro tempo. Si tratta di un autentico cammino da percorrere insieme, trovando il coraggio di superare vecchi schemi e ricercando instancabilmente una novità pastorale. Tutto ciò è richiesto particolarmente a noi, assistenti spirituali, (cappellani, religiosi e religiose), operatori sanitari e volontari della pastorale della salute. A noi che siamo stati particolarmente colpiti e feriti dall'esperienza della pandemia, a noi che abbiamo visto saltare tutti i nostri modelli pastorali, tutto quello che eravamo abituati a fare quotidianamente nei luoghi di cura. La sfida pertanto non è quella di tornare indietro, riproponendo vecchi schemi ormai superati, ma quella di procedere con novità e coraggio, esprimendo un modo nuovo di essere e servire. Questo è ciò che il Signore oggi, attraverso la sua Chiesa, ci chiede per continuare a fare di bene in meglio, quello che da sempre cerchiamo di realizzare accanto ai malati, alle famiglie, ai curanti. L'invito, quindi, è quello di proseguire il cammino mostrando al prossimo sofferente il volto di un Dio che fa nuove tutte le cose.