
A completamento del suo percorso nella dimensione dell'uomo davanti a Dio, don Giussani pone al centro i Salmi, testi cardine della preghiera dell'Antico Testamento e della tradizione cristiana. Dei 150 Salmi dell'intero Salterio, l'autore ne estrae 38 e li commenta a fronte. A questi si aggiungono brani di Isaia, Esodo e Geremia che si avvicinano per intensità e stile alle preghiere salmodiche. Il risultato è un libro di grande forza spirituale, innovativo nel linguaggio e per nulla scontato nella sua dimensione profondamente profetica.
Un classico della spiritualità cinquecentesca che nella sua semplicità e profondità si rivolge ai lettori di ogni tempo. Questa edizione è presentata in italiano corrente per renderne accessibile a chiunque la lettura. "Se vuoi conseguire l'altezza della perfezione e, accostandoti a Dio, diventare uno stesso spirito con lui, devi prima sapere in che cosa consiste la vera e perfetta vita spirituale. Essa non consiste in altro che nella conoscenza della bontà e della grandezza di Dio e della nostra nullità e inclinazione al male; nella sottomissione a lui e ad ogni creatura per amor suo; nella rinuncia a ogni nostro volere e nella totale rassegnazione al suo beneplacito; nel volere e fare tutto per la sua gloria, per il solo desiderio di piacere a lui. E poiché, aspirando a tale perfezione, devi fare continua violenza a te stesso, devi anche, con prontezza d'animo, prepararti a questa battaglia: infatti la corona non si dà se non a quelli che combattono valorosamente". "A ognuno che vuol congiungersi con la luce suprema e con la verità increata è necessaria la conoscenza di se stesso".
Lui è l'ateo, veste alla moda, frequenta le discoteche e non si capisce bene cosa ci faccia, in una comunità religiosa. Lei è la brava ragazza di chiesa, tutta studio, casa e tranquillità. Ma i ruoli non sono quelli di un copione: la storia d'amore di Luigi e Susanna è una storia vera. C'è l'innamoramento, poi il fidanzamento, infine il matrimonio e la nascita di due bambine. Con tutte le difficoltà e le gioie che tali momenti comportano. E vera è anche la malattia di Luigi: un meningioma al cervello che, nonostante i numerosi interventi e le terapie, si ripresenta puntualmente. In questo libro si ride tanto e si piange tanto, ci avvisa la prefazione. E solo a poco a poco ci accorgiamo che i ruoli che credevamo di conoscere stanno cambiando: è Luigi l'ateo, mentre il suo corpo lentamente si spegne, a capire che la sofferenza ha un senso quando è offerta, mentre sua moglie Susanna, brava ragazza di chiesa, scoprirà una fede molto diversa da quella che ha sempre dato per scontata.
José Tolentino Mendonça, tra i massimi esponenti della cultura portoghese, rilegge in maniera sorprendente l'episodio della peccatrice raccontato da Luca (7,36-50). Il testo nasce dall'incontro con il libro Vita di Gesù di Shusaku Endo. Comune ai due autori è la convinzione che la vicenda della peccatrice sia un momento centrale nel Vangelo di Luca, più efficace di molti altri nel trasmettere Gesù, anche più delle storie di miracoli, perché dà di Lui un'immagine viva, sorprendente e reale. Si tratta di uno degli episodi dei Vangeli di più difficile interpretazione, ma al tempo stesso è impossibile non ammirarne i personaggi, l'architettura narrativa, la vivacità. Un brano che illumina in modo inatteso la figura di Gesù, recuperando e gettando nuovamente i fili della sua identità, svelando e al tempo stesso addensando il mistero. Il saggio di José Tolentino Mendonça permette al lettore di approcciarsi al brano da un punto di vista innovativo e di cogliere appieno la sua bellezza e la grande misericordia di Cristo.
Una profonda riflessione sui testi della passione e morte di Gesù che conduce il lettore di fronte allo scandalo della fede. Con la consueta verve e il suo stile diretto e attuale Paolo Curtaz affronta il mistero della Morte di Cristo, prendendo le mosse dal Vangelo, dalle pagine che più hanno turbato, straziato, scosso l'anima del mondo. Tutto è compiuto, il "sì" è stato detto, Dio ha dato tutto. Il velo del tempio è squarciato: questo è il volto del Dio cercato dall'uomo. A noi, ora, di schierarci. Di cadere in ginocchio, sbigottiti, o, ancora, di versargli addosso l'amaro aceto dell'incredulità .
Il Concilio Vaticano II è stato un evento di grande creatività e fervore spirituale, una specie di moltiplicazione, o fermentazione, del pane della parola e dello Spirito. Terminata la celebrazione del cinquantesimo anniversario, è inevitabile che l’incalzare di eventi e problemi nuovi tenda a relegare il Concilio su uno sfondo sempre più lontano e sfuocato, mentre ci sono in esso delle “conquiste per sempre” che la Chiesa non dovrebbe mai più perdere di vista. Padre Cantalamessa in questo volume fa suo l’invito di Gesù agli apostoli dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, quando disse loro: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto» (Gv 6,12), e si sofferma non sulle implicazioni dottrinali e pastorali, le più note e dibattute, ma sui contenuti strettamente spirituali.
Perché Gesù parlava in parabole? È questa la domanda da cui muovono le riflessioni raccolte in questo volume. Il cardinale Carlo Maria Martini si interroga sulle parabole, sulla loro attualità in un?epoca come la nostra che ormai non ne fa più uso e in cui «il parlare di Dio è stentato, fiacco, oscillante». Immediato ma profondo, concreto ed evocativo, Martini si sofferma prima sullo stile comunicativo di Gesù, poi verso ciò che il dire in parabole significhi oggi per noi, per la nostra esistenza, per il nostro modo di parlare di e con Dio. Esse conferiscono alla nuda parola «la potenza di un ariete che demolisce il bersaglio attraverso il coinvolgimento e non con un colpo diretto». Nel ripercorrere le numerose parabole evangeliche, Martini invita il lettore a imparare a guardare il mondo come Cristo per imitarlo, per situarsi dal punto di vista della croce, per «guardare il mondo avendo capito qualcosa della misericordia seria del Padre».
Gli argomenti più importanti della fede cristiana (la Bibbia, la Trinità, la vita morale, ecc.) sono qui presentati per i devoti del mondo di lingua inglese con le stesse parole che il Santo usava nei suoi famosi «Sermoni». # In this book the Saint's own thoughts and words are used to explain the main topics of Christian faith.
Un libro rivolto a chi ha smarrito il suo rapporto con Dio e non sa come ritrovarlo, a chi per la sua sete cerca acqua in luoghi sbagliati, a chi si è allontanato dall'istituzione religiosa perché lì non riesce a "connettersi" con Dio? Nella prima parte viene proposta una riflessione sulla situazione attuale dell'evangelizzazione in Italia, sui nodi e sul perché "ancora non ci siamo". La seconda si fa annuncio di quel Dio rivelato da Gesù di Nazaret e che incontriamo nei Vangeli, mentre la terza parte del libro offre un accompagnamento personale a partire da tre "luoghi" abitati da Gesù: la Parola, l'eucarestia, i poveri.
Raccolta di saggi sulla compassione: ritrovare la forza di questo sentimento significa imparare ad accompagnare la sofferenza dell'altro, dar prova di tenerezza e accedere al proprio Sé.
Siamo in grado, anche sulla scia dei gesti e delle parole di papa Francesco, di guardare al mondo e all'istituzione ecclesiale con occhi amorevoli e critici, consapevoli e coraggiosi? Non si tratta certo di opporre Vangelo e istituzione ecclesiale, quanto piuttosto, come ha fatto Gesù, di mettere a confronto la radicalità del Vangelo e la tentazione diffusa di assolutizzare l'istituzione. Questa è la via percorsa da Barros in una luminosa meditazione biblica e teologica che lega la fede e la spiritualità, la Bibbia e la vita quotidiana, la storia e le sfide della chiesa nel mondo, con uno stile provocatorio e fuori dagli schemi dell'"ecclesialmente corretto".
La vulnerabilità è la base stessa della vita, è la condizione che appartiene a ogni individuo. Non è facile accettarci così. Ci vuole una vita intera per riconoscerci impotenti e vulnerabili. In questo libro l'autore suggerisce un cammino di ricerca e sperimentazione che riconosce nei legami il rimedio più efficace alla vulnerabilità: perché proveniamo da altri, grazie agli altri possiamo uscire da noi stessi, sopportare le nostre debolezze e cercare di alleggerire quelle altrui.

