
Uno dei più illuminanti scritti del cardinal Martini sulla necessità di conoscersi e accettarsi. Non è facile capire ciò che vogliamo nel profondo. Aspiriamo a troppe cose diverse, talvolta anche opposte e contraddittorie fra loro. Siamo frammentati e il nostro desiderare assomiglia a un coro disarmonico più che a una voce solista. Nella vita di ogni individuo dev'esserci un momento per fermarsi, trovare una pausa di silenzio e riflettere su chi siamo e sul senso del nostro agire quotidiano nel mondo. Ritrovare se stessi come "esseri pensanti" è la via privilegiata della spiritualità, una via che ci salva dal non-senso e che può essere praticata da tutti, anche da coloro che non si riconoscono in nessun Dio e in nessun Assoluto.
"Insieme a quello della vita, la fede è il più grande dono che una persona possa ricevere. Infatti l'uomo per vivere ha bisogno di ideali in cui credere e di obiettivi nobili da raggiungere. Ha bisogno di dare un senso alla sua giornata, che gli permetta di lottare contro tutte le difficoltà che incontra. L'esistenza umana è una lunga navigazione in un mare perennemente in tempesta. Non è possibile affrontarla senza una meta da raggiungere, che ricompensi delle fatiche affrontate. La fede cristiana è una luce divina che illumina la vita e che ne rivela la bellezza e la grandezza. È un dono che Dio offre a tutti i suoi figli, così come fa risplendere il sole su ogni angolo della terra. Con la luce degli occhi l'uomo può vedere le cose sensibili. Con quella dell'intelligenza risalire dal visibile all'invisibile. Con la luce della fede sciogliere l'enigma che lo riguarda e diventare capace di rispondere agli interrogativi che lo assillano. Questo libro si propone di aiutare a riscoprire la fede come cammino esistenziale. Il mondo oggi ha bisogno di uomini di fede, che aiutino l'umanità a trovare Dio e con lui il valore e la gioia della vita". (Padre Livio)
I giovani vivono una fase straordinaria in cui si confrontano con se stessi e col mondo, scoprendo il dono affascinante della loro libertà donata da Dio per affrontare le grandi domande della vita e intraprendere la missione affidata a ciascuno. Tuttavia la libertà non consiste nel mettere a repentaglio il viaggio, perdendosi o distruggendosi seguendo le false luci che offre il demonio o le false risposte con cui la mentalità materialista e relativista vuol mettere a tacere le questioni fondamentali dell'esistenza. Al contrario, la vera libertà illuminata dalla luce della fede ci aiuta a non perdere mai di vista la meta, accorgendosi a poco a poco che, seguendo il percorso tracciato da Dio, si diventa pienamente uomini: persone realizzate, soddisfatte, felici già in questa vita, perché fare il bene fa bene. In questo viaggio difficile, ma esaltante, non siamo soli. È Dio stesso a indicarci la via, se solo lo lasciamo parlare, se impariamo ad ascoltarlo, se lo incontriamo nel silenzio del nostro cuore.
Prefazione di padre George Cottier
Donna dotata di grande intelligenza e di profonda spiritualità Leletta d’Isola divenne ben presto punto di riferimento per un vasto numero di persone che accorrevano a lei per ricevere un orientamento nella propria vita. Madri di famiglia, giovani studentesse, ma anche religiosi e professionisti la scelsero come guida spirituale.
Per la prima volta esce una raccolta ragionata dei suoi scritti sui temi importanti per la fede cattolica quali l’amore di Dio, la figura di Maria, gli angeli, i santi, la preghiera personale e liturgica, le prove spirituali. Ma tratta anche di argomenti sempre attuali come la vecchiaia, la malattia e la morte.
Pagine di speranza piene di incoraggiamenti, consigli ed esortazioni per proseguire con maggiore entusiasmo il cammino dello Spirito.
La mente gioca un ruolo fondamentale (diventando decisiva nel determinare la nostra infelicità) sulle nostre fragilità: ansia, confusione, disordine, sentimenti di giudizio e di invidia, sensi di colpa e dipendenze, peccato, problemi generazionali, predisposizioni medianiche, insoddisfazione, ribellione alla sofferenza, problemi di relazione. L’Autore, con un linguaggio coinvolgente e accessibile, coniuga princìpi di psicologia applicativa a un ampio ventaglio di citazioni bibliche, con l’obiettivo di aiutare il Lettore a rileggere i propri atteggiamenti mentali, emotivi e comportamentali alla luce della parola di Dio. Il libro presenta uno stile schematico prestandosi ad essere uno strumento utile per l’organizzazione di seminari e di momenti formativi.
L' Autobiografia di Paisij Velikovskij (1722-1794) ripercorre le vicende dei primi vent'anni di vita di un santo senza frontiere. Ucraino di nascita, monaco al Monte Athos, riformatore del monachesimo in Moldavia, Paisij lascia trasparire dagli eventi quotidiani tutto quell'humus religioso su cui è potuto germinare e svilupparsi il suo profondo ideale monastico. Come eredità più prestigiosa lascia la versione slavonica della Filocalia, vero capolavoro cui intere generazioni di credenti d'oriente e d'occidente - sulla scia del famoso "pellegrino russo" - saranno tanto affezionate.
In un mondo segnato dalla violenza tra le persone, nei rapporti tra i popoli e le etnie, nei confronti dello stesso ambiente naturale, non serve a nulla fingere di ignorare il problema o attribuirlo genericamente a un'innata aggressività umana. Bisogna invece avere il coraggio di guardare in faccia l'origine di questo demone che alimenta una vera e propria cultura del male e contrastarlo con l'umiltà e la mitezza di cuore. L'autore del libro non si limita a esporre una dottrina, ma la espone con la conoscenza del cuore dell'uomo così da dare la possibilità a ciascun di trarre consigli per la propria vita spirituale.
Solo servendo l’evangelo nell’umile fatica quotidiana dell’amore si può andare incontro al fratello e diventare annunciatori della “parola della riconciliazione”. Per crucem ad lucem, dicevano i padri: nell’itinerario dall’ascolto della Parola alla conversione del cuore e a un amore più forte della morte risiede tutta la proposta di senso e di speranza che i cristiani possono offrire a questo mondo, un mondo che ha un urgente bisogno di uomini e di donne capaci di sperare.
Michel Van Parys (1942), priore e poi abate del monastero benedettino di Chevetogne (Belgio) dal 1971 al 1997, collaboratore della Congregazione per le Chiese Orientali, membro della commissione “Fede e Costituzione” del Consiglio ecumenico delle Chiese e di numerose commissioni di dialogo ecumenico, ha saputo incarnare la sapienza monastica e la passione per l’unità delle Chiese, trasmettendole ben al di là del suo monastero.
La nozione di gloria, essenziale alla rivelazione biblica più ancora che alla ragione pagana, è stata spesso trascurata a profitto di un'umiltà che sembra convenire più ai pusillanimi che non ai magnanimi. In queste pagine Fabrice Hadjadj cerca di ripensarla, muovendosi allegramente dalla gloria di Dio a quella del sasso, del pavone o della civetta, passando senza vergogna attraverso la sua personale gloria.