
Riflessioni al clero diocesano nell'Anno della Misericordia. Partendo dalla bolla di indizione del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco l'autore presenta, analizza e commenta il rapporto tra misericordia e giustizia nel pensiero cristiano. Le riflessioni di taglio spirituale e culturale si rivolgono in modo particolare al clero diocesano.
È interessante scoprire come molte delle nostre abitudini alimentari si ispirino al modello di vita comunitaria proposto dalla Regola di San Benedetto...
La Regola di san Benedetto fornisce indicazioni dettagliate sull’alimentazione e sul modo di comportarsi in refettorio, sulla disposizione dei monaci a tavola, sul loro servizio reciproco, sulla lettura e il silenzio, sui tempi dei pasti in comunità e sulle norme salutistiche. Questi precetti prendono il nome di galateo monastico e trovano la loro espressione artistica nella costruzione dei refettori monumentali e delle grandi cucine monastiche. Molte delle nostre abitudini alimentari si ispirano al modello di vita comunitaria proposto dalla Regola, che è ancora di grande attualità.
Un vero e proprio diario spirituale che riporta le emozioni suscitate e i passaggi di vita suggeriti dall'ascolto della Parola di Dio nel corso di un anno. Appaiono vivide le suggestioni smosse nel profondo dalla Parola, le interpretazioni, la lettura della voce di Dio calata nel proprio presente per rileggere il passato e guardare il futuro con occhi nuovi.
Fra i giorni dell'anno nessun altro assume un'aria di mistero come il 29 febbraio. C'è e non c'è, a tratti appare e a tratti scompare senza lasciare traccia. Così è anche nell'esperienza dell'amore: per tutti c'è un 29 febbraio del cuore. Il suo ricorrere ciclico ci può aiutare a fare una sorta di veri?ca, di bilancio e di inventario della vita di coppia, da rivalutare magari fra altri 4 anni. L'esserci e il non esserci di questa ventinovesima data ha per tutti ha un senso logico, educativo e terapeutico che vale la pena meditare.
"Mezzo secolo fa è avvenuto il primo sbarco sulla luna. Le porte dello spazio cominciavano finalmente ad aprirsi e l'uomo non era più destinato ad essere confinato sulla Terra. La scienza ci ha reso la Luna più vicina ma non ha reso meno intenso il fascino e la gioia che trasmette il suo benevolo sguardo. La sua luce rischiara ancora le nostre notti e scrittori, poeti ed innamorati continuano ad essere suoi devoti ammiratori. L'argomento di questo libro è la gioia, raccontata nei vari momenti e situazioni della vita. È una dimostrazione che la gioia, tanto necessaria ai nostri giorni, esiste, anche se talvolta non è così facile da trovare. Per rendere ancora più evidente questo fatto, ho raccolto nelle ultime pagine del libro una serie di testimonianze di persone, diverse per età ed esperienze, che descrivono le varie sfaccettature nelle quali la gioia si manifesta." (Mario)
La chiamata alla santità nella vita familiare assomiglia a quella creatività che bisogna avere quando tornando a casa dopo una giornata di lavoro si apre il proprio frigorifero e si cerca di preparare la migliore cena possibile a partire da ciò che c'è dentro. Solo quando si fa pace con ciò che c'è allora l'amore familiare diventa un luogo di santità. Diversamente si trasforma in un inferno domestico in cui ciò che si dovrebbe essere e non si è, diventa l'arma più contundente per ferire l'altro. In questo testo sono raccolte quattro meditazioni sulla vocazione familiare e sulle possibilità di farsi santi a partire da ciò che siamo.
Questo libro è scritto per chi sta elaborando un lutto, per chi fa i conti da una vita intera con le conseguenze dannose del disamore o viceversa dell'amore soffocante che ha ricevuto, per chi da sempre ha paura di non farcela, per chi è convinto di non valere nulla, per chi ha fatto del male alle persone che ama, per chi non sa a che santo votarsi per dare un'interpretazione al dolore assurdo che gli è capitato in sorte. Questo libro intende arditamente sostenere che c'è una sapienza che segue il decorso del dolore, che gli è collaterale e che può allargare la nostra capacità di amare e gli orizzonti della nostra speranza.
Le vie per raggiungere la verità rimangono molteplici; tuttavia, poiché la verità cristiana ha un valore salvifico, ciascuna di queste vie può essere percorsa purché conduca alla meta finale, ossia alla rivelazione di Gesù Cristo" (Fides et ratio, n. 38). Resta da chiedersi quale sia oggi il percorso più capace di articolare il delicato e sempre critico rapporto tra ragione e fede, se si tiene conto che "il razionalismo neoscolastico è fallito nel suo tentativo di voler ricostruire i praeambula fidei con una ragione del tutto indipendente dalla fede, con una certezza del tutto razionale; e tutti gli altri tentativi, che precedono su questa medesima strada, otterranno alla fine gli stessi risultati...". Una delle funzioni della fede, e non tra le più irrilevanti, è quella di offrire un risanamento alla ragione come ragione... Dobbiamo sforzarci di ottenere un dialogo nuovo tra fede e filosofia, perché esse hanno bisogno l'una dell'altra..." (J. Ratzinger, "La fede e la teologia ai giorni nostri" in "La Civiltà Cattolica", Quaderno 3515 [1996], p. 420).
Le nostri seti, le nostre sorgenti, sillaba l'alfabeto, elementare e complesso, delle nostre seti, passioni e desideri, del nostro essere di bisogno e di eccedenza. Il nostro corpo è un'orografia di seti molteplici, da quella fisiologica, più immediata e imperiosa, a quelle comunicative e culturali, affettive e cognitive, estetiche e politiche, religiose e tecnologiche... fino a quella più sottile e inogettivabile, dell'amore, che tutte le pervade, e le anima segretamente. Il flusso di discorsi che compongono questo libro nomina alcune di queste sorgive e di queste seti, intrecciando il lieto annuncio del vangelo con gli aneliti dei nostri corpi e del corpo del mondo.
"Le 'Armi' sono un opera singolare da considerarsi insieme diario, confessione, autobiografia e trattato. A ogni pagina traspare la partecipazione intensa dell'autrice che unisce saldamente la teoria con l'esperienza del cammino di fede. Il punto di partenza non è Caterina stessa ma è Dio, che già si è fatto vicino, Amico, Compagno della sua vita. Le tappe più significative nello sviluppo del trattato sono: prologo, presentazioni delle Armi principali; le tentazioni diaboliche nelle quali fu invischiata per cinque anni. Nel corpo centrale dell'opera si evince la dottrina cateriniana della perfezione; la via dell'obbedienza, la via della croce e la via della santa religione; le visioni e i doni straordinari che Caterina descrive con sapienti riflessioni per l'ammaestramento e il cammino del lettore." (Sorelle Clarisse del Corpus Domini di Bologna)
Una raccolta di racconti a servizio di un diverso modo di pensare la vita e la religione. Quello che qui si propone è un breve assaggio della teopoetica di Alves quanto mai adatta all'abitante della post-modernità. I racconti qui presentati sono apparsi ne "La pagina di Rubem Alves" sulla rivista CEM mondialità nelle ultime annate.