
«Il 9 dicembre 2019, papa Francesco ha ricevuto in udienza il Seminario Regionale di Bologna, che celebrava i suoi cent'anni. Il Papa, dopo aver salutato i presenti e ringraziato il cardinale Zuppi per il suo discorso, ha voluto ricordare monsignor Bettazzi, "quasi coetaneo del Seminario". In realtà, sono nato nel 1923, ed ero stato alunno di quel seminario dal 1938 al 1942, insegnante dal 1950 al 1963. Ho approfittato dell'incontro per offrire al Santo Padre una copia del mio ultimo libro Il mio concilio Vaticano II, essendo rimasto io l'ultimo Padre conciliare italiano vivente. Un vescovo importante del Vaticano ha commentato con una battuta sorridente: "Sarà una delle sue solite eresie!". L'ho presa bene, pensando che la parola "eresia" originariamente, dal greco, significa "scelta, preferenza"».
«Tutto è iniziato quasi per caso. Durante il lockdown ogni sera recitavo la compieta camminando sul terrazzo che dà sul sagrato della mia chiesa; una vera fortuna in quei giorni. Una sera mi sono accorto che c'era un uomo che stava ritto, davanti al cancello del sagrato, con le mani levate in preghiera, guardando il portale della chiesa. Proprio in quel momento recitavo il salmo che dice: "Voi che state nella casa del Signore, durante le notti. Alzate le mani verso il tempio e benedite il Signore (Sal 134,1-2)". C'è una preghiera che avviene fuori dal tempio, o sulla sua soglia, ogni sera; una preghiera di uomini e donne sconosciuti, ma che levano le loro mani verso il Signore».
Il senso di colpa mette allo scoperto la paura viscerale che ci ossessiona, quella di non essere amati e riconosciuti, di non valere, di essere giudicati ed esclusi. Ci sentiamo continuamente colpevoli di qualcosa, ma quale colpa abbiamo veramente commesso? Per far tacere dentro di noi l'assillo dei rimorsi, ci pieghiamo a giochi di ruolo per pacificare la nostra coscienza e piacere a coloro che ci giudicano senza pietà. Questa commedia contribuisce soltanto a privarci del diritto a essere noi stessi e camuffa agli sguardi inquisitori - o che immaginiamo tali - la nostra autentica personalità. Preso sul serio e individuato nel dialogo con persone competenti, il senso di colpa può diventare un'occasione di crescita e maturazione. Facendo cadere le maschere, eludendo i comportamenti ipocriti e mettendo in luce i traumi dell'infanzia, permette di discernere il vero e il falso senso di colpa. Questa distinzione si rivela capitale se vogliamo uscire dalla confusione per dare un nome, identificare e combattere la vera causa dei nostri malesseri.
Se la vita è una valle di lacrime è anche a motivo di molti dolori inutili di cui si potrebbe fare a meno. Sono infatti numerosi gli atteggiamenti altrui da cui ci lasciamo troppo a lungo ferire, così come le cattiverie che infliggiamo agli altri, magari anche nella convinzione di far loro del bene. Lasciandosi guidare dalla semplicità delle cose è possibile non vergognarsi di stare a proprio agio in questo mondo e imparare a lasciarsi dietro le spalle molti motivi per cui inutilmente struggersi e soffrire. L'autrice accompagna col suo libro in un cammino di liberazione.
Pachacamac è un agglomerato di baracche, alla periferia di Lima che, con modalità e tempi diversi, gli autori hanno 'incontrato'. A entrambi è nata l'idea di raccogliere emozioni e fatti di quella realtà, di prestare la parola ai suoi abitanti, piccoli e poveri del Regno, e consegnarli al lettore italiano. "Pachacamac guarderà a Roma come si guarda agli estremi confini della terra bisognosi di redenzione". Infatti le persone di Pachacamac, con le loro storie di vita, rendono nuove in Gesù Cristo le speranze di cieli nuovi e terre nuove, le stesse che quel giorno attraversarono la vita dell'uomo che "scendeva da Gerusalemme a Gerico" (Lc 10,30), e di cui il buon samaritano si prese cura
Il prossimo Giubileo indica tre tematiche che richiedono tre livelli di riflessione: il pellegrinaggio, la speranza, i segni del giubileo. Il volume raccoglie materiali di lavoro e di riflessione per ciascuno di questi temi, per approfondire in gruppo o da soli questo tempo propizio per il proprio cammino spirituale.
Libro agile che offre a credenti e non credenti una riflessione profonda a partire dalle principali domande che nascono dalla forza del desiderio e che aprono al mistero di Dio. La base di partenza è il Vangelo di Giovanni, un testo privilegiato per andare alla ricerca di Gesù e in cui trova anche eco quella domanda che da sempre Dio rivolge a ognuno di noi: «Adamo, dove sei?» (Gen 3,9).
Compassione, condividere la passione. Misericordia, cordialità per i miseri. Dalla tarda latinità attraverso il Medioevo cristiano e su per i secoli seguendo i percorsi della religiosità evangelica e laica, della benevolenza e della filantropia, le compassionevoli opere di misericordia, enunciate nel Vangelo di Matteo sono giunte fino ai nostri giorni. Oggi il contesto sociale è profondamente mutato e il senso di quelle categorie morali può anche tradursi in comportamenti nuovi e per così dire "rovesciati" rispetto alle opere contemplate dall'etica caritativa della tradizione cristiana: così il dar da mangiare agli affamati può ribaltarsi nell'esigenza di sottoalimentare gli obesi, l'alloggiare i pellegrini nel non respingere gli immigrati, o il visitare gli ammalati può problematizzarsi nel non perdere il dialogo con i pazienti. Una diversa lezione misericordiosa per le nuove povertà e fragilità di oggi.
Segnato dalla velocità, dalla fretta, dalla concitazione dei gesti, dal rapido susseguirsi degli eventi, il nostro sembra essere un tempo inospitale per la pratica della pazienza. Eppure tutta la vicenda umana è un lento esercizio di pazienza, come quello dell'uomo per costruire, del bambino per crescere, degli amanti per incontrarsi, dei vecchi per morire, della natura per dare frutto, della parola per prendere forma. Forse allora, nell'età dell'impazienza, da qualità della durata la pazienza può trasformarsi in qualità morale alla quale si può dare il nome di "cura": verso l'altro, verso le cose, verso se stessi.
Se è vero che l'uomo è un essere che crea visioni e non semplicemente un animale che fabbrica utensili, possiamo dire che il termine spiritualità, al di là delle appartenenze religiose o dei contesti storici, esprime l'idea che la vita umana vada oltre la biologia. È la nostra natura di esseri umani a farci ricercare non solo la soddisfazione materiale o il primato intellettuale, ma un livello più profondo di significato e di realizzazione. Nell'attuale declino delle forme di religione tradizionali, il libro si propone di indagare l'importanza delle pratiche spirituali per la "fioritura umana".
Nato in Borgogna all'inizio del XII secolo l'ordine cistercense ha promosso la fondazione di numerose abbazie in tutta l'Europa cristiana. Nel nostro paese ha trovato un terreno privilegiato, che ha favorito la costruzione di complessi monastici di grande bellezza, annoverati fra i vertici dell'arte e dell'architettura medievali. Ma ai cistercensi dobbiamo anche una grande opera di valorizzazione del paesaggio così come lo sviluppo e la bonifica di molti territori. Dal Piemonte alla Sicilia l'itinerario tocca i maggiori centri cistercensi in Italia: il primo, a Tiglieto vicino a Ovada, e molti altri fra cui Chiaravalle Milanese, San Galgano, Chiaravalle di Fiastra, San Martino al Cimino, per finire con l'abbazia palermitana di Santo Spinto.