
Con una sincerità che sorprende, Beatrice Fazi - la Melina di "Un medico in famiglia" - racconta il suo incontro con Gesù e la conversione religiosa che l'ha salvata da un profondo stato di disordine emotivo e alimentare, anche a seguito di un aborto praticato a vent'anni. Beatrice racconta del suo cuore diventato di pietra, incapace di provare sentimenti, e di quel pozzo senza fondo in cui era caduta, tormentata da una fame inestinguibile, fisica e psichica, che non riusciva a saziare in alcun modo. Dopo un periodo difficile in cui aveva persino iniziato a fare uso di stupefacenti, l'incontro casuale con una compagna di università la riavvicina a Dio. La catechesi sui Dieci Comandamenti, l'inserimento in una comunità del Cammino Neocatecumenale, un pellegrinaggio a Medjugorje e l'incontro con Pierpaolo, poi diventato suo marito, l'aiuteranno a recuperare un ritmo di vita regolare e un ordine nella quotidianità scandito dalla preghiera. In questi anni ha stretto legami con gli amici del Rinnovamento nello Spirito Santo, e si ritrova spesso nelle diocesi di tutta Italia per celebrazioni liturgiche e testimonianze. Il Presidente del Rinnovamento, Salvatore Martinez, l'ha soprannominata "Catecumena Rinnovata", con il compito di annunciare quella misericordia di Dio che abbraccia tutti coloro che tornano a Lui con cuore sincero. Prefazione di Franco Nembrini.
Per tutti era "la piccola matita di Dio". Per i cristiani un gigante della fede. Fu santa per acclamazione di popolo il giorno stesso della morte, quando per le strade di Calcutta schiere di indù, musulmani, buddisti e fedeli di ogni religione si inginocchiarono davanti ad altarini improvvisati, decorati con le sue foto, piangendo e pregando per lei. Oggi Madre Teresa è ufficialmente santa anche per la Chiesa cattolica, grazie al riconoscimento del secondo miracolo da parte di papa Francesco. La missionaria - che alla fine del Novecento divenne un'icona internazionale per le sue opere umanitarie in India ricevendo il Nobel per la pace - rilasciò per tutta la vita interviste e colloqui, discorsi e meditazioni pubbliche. Gli archivi dei suoi scritti sono stati inaccessibili per molto tempo, ma di recente è stata data l'autorizzazione alla pubblicazione - nel 2014 - di queste riflessioni spirituali che John Scally, docente del Trinity College e amico di Madre Teresa, raccolse in una serie di incontri personali avvenuti a Dublino nel 1993. Sono schegge di pensiero, folgoranti illuminazioni, sul grande mistero dell'Incarnazione di Dio e sul rapporto fra miseria e misericordia. Madre Teresa spiega come mettere in moto quella "speranza attiva" che non si lascia abbattere nelle situazioni più disperate, regalando uno spirito che non si indurisce, una mente che non si stanca, una mano che non smette di accarezzare. In questi inediti assoluti per l'Italia si resterà contagiati dalla forza di una donna, che non si arrese mai di fronte alla desolazione, alla sporcizia, alle carestie delle baraccopoli e che non si stancava di ripetere a tutti: «Allargate il vostro cuore, scoprirete che è infinito».
Con sguardo analitico don Luigi Ciotti racconta cosa sono diventate nel tempo le mafie, in Italia e a livello internazionale, alla luce della conoscenza acquisita sul campo in oltre vent'anni: dalla denuncia delle narcomafie alle prime campagne di sensibilizzazione in Sicilia, dopo le stragi Falcone e Borsellino, fino alla fondazione e diffusione di "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie". Ciotti ha accettato di violare la promessa che aveva fatto a se stesso - di non offrirsi mai a libri dal sapore autobiografico per parlare soprattutto dei tanti compagni di viaggio che in questi anni lo hanno sostenuto: giovani, uomini e donne di buona volontà, molti di loro parenti delle vittime di mafia. Lungo la narrazione don Luigi si lascia andare a ricordi commoventi e a tante rivelazioni, anche sulle minacce ricevute. Eppure, il suo sguardo è proiettato con speranza sul futuro. Per il sacerdote la mafia non è un destino ineluttabile a cui siamo condannati, c'è possibilità di scegliere. Fare cultura della legalità significa promuovere assunzione di responsabilità da parte di tutti: cittadini e istituzioni. La prima riforma da fare oggi è la "riforma delle coscienze".
Siamo come pesciolini. Ci agitiamo ansiosi nel mondo, divorati da ambizioni che una volta soddisfatte ci lasciano in balìa di una sete ancora più grande. Anthony De Mello - uno dei primi veri guru della mindfulness - torna con uno scritto sorprendente sul senso della vita, raccolto dagli allievi della sua scuola in occasione di uno degli ultimi seminari tenuti alla Fordham University. Il suo messaggio è un invito a riscoprire la "meditazione su di sé". Dobbiamo allenarci a scendere nel profondo della nostra anima per distinguere le "illusioni" dai "desideri": le illusioni sono superficiali, restano al livello della mente e, se le assecondiamo, ci annebbiano producendo attaccamento egoistico, bulimia e persistente scontentezza; i desideri profondi sono invece il nostro vero Sé, qualcosa che già possediamo, ma di cui abbiamo perso il contatto. Quando entriamo nella "dinamica del desiderio" a poco a poco sentiamo una sinfonia. È la musica della vita, del nostro posto nel mondo, della realizzazione piena del nostro destino. In alcuni attimi, la melodia ci fa toccare una consapevole felicità.
In questo piccolo manuale per imparare l'arte di ascoltare e parlare con Dio, il lettore troverà non solo un trattato di vita interiore, ma anche preziosi esercizi pratici per coltivare la spiritualità. Una lettura ispirata e ispirante, che affascinerà non solo i credenti, ma anche tutti coloro che ambiscono ad affinare la dimensione contemplativa della vita quotidiana.
Il processo di beatificazione sembrava su un binario morto, ma per espressa volontà di papa Francesco si è finalmente sbloccata una delle cause canoniche più lunghe e spinose della storia ecclesiastica. La Chiesa cattolica fa salire agli onori degli altari un martire simbolo per tutti i cristiani, come mostra l'attenzione della Chiesa anglicana, che ha posto la statua di Romero nella facciata della cattedrale di Westminster, accanto a quelle di Martin Luther King e Dietrich Bonhoeffer. Oscar Arnulfo Romero venne ucciso con un colpo di pistola il 24 marzo del 1980, a San Salvador, mentre celebrava la messa. Denunciando gli atti di disumana crudeltà perpetrati contro i campesinos dai gruppi estremisti della dittatura salvadoregna, si era messo contro gli "squadroni della morte", che decisero di eliminarlo dalla scena. In questo libro vengono presentati gli scritti più potenti del vescovo, tratti dalle dichiarazioni fatte ai microfoni della YSAX, l'emittente radiofonica dell'arcivescovado, insieme ad altri brani che attingono ai messaggi pastorali, alle lettere e alle omelie. Sono invettive coraggiose e profetiche, che - dal febbraio 1977 al marzo 1980 - denunciano lo scandalo dei desaparecidos, lo sfruttamento dei contadini, l'ingiustizia sociale ignorata dall'oligarchia, a cui monsignor Romero rivolse molti appelli, difendendo il diritto del popolo alla protesta e al sindacato.
Sarebbe un errore considerare l'umiltà una virtù di dettaglio, come se fosse un ornamento prezioso, ma non necessario. Eppure, nonostante sia una caratteristica fondamentale del Figlio di Dio, essa non gode la fama di altre virtù ritenute più eccellenti. In realtà è il terreno sul quale crescono tutte le altre, tanto da poter dire che l'umiltà è la misura della santità. Infatti, se è vero che la carità è la regina di tutte le virtù, è per la presenza dell'umiltà che essa "non si gonfia", rischiando di corrompere se stessa. Il direttore di Radio Maria rileva la messa ai margini di questa virtù da un contesto sociale che esalta l'arroganza e l'arrivismo, ma mette in guardia anche dalla "falsa umiltà", quella di coloro che fanno finta di sminuirsi per fare carriera, per compiacere il potente di turno, per piegarsi servilmente agli interessi altrui e ottenere guadagni personali. Le riflessioni che si snodano nei vari capitoli hanno come scopo quello di portare il lettore nel santuario della propria interiorità, per conoscerne miseria e grandezza, per giungere a uno sguardo di verità su se stessi. L'uomo non è mai così grande come quando riconosce di essere un peccatore, guardando se stesso e gli altri con lo sguardo della compassione. Ma non è mai così in pericolo come quando si crede superiore ai suoi simili e si indurisce nell'incapacità di chiedere perdono. Solo la virtù dell'umiltà è la medicina che consente all'uomo di liberarsi dalla tirannia dell'"io" e di gustare la pace del cuore.
La forza della preghiera per uscire da un lutto improvviso. Il miracolo di un bassorilievo di Cristo che inspiegabilmente suda lacrime e sangue. Un malato di Sla che ricomincia a camminare a Medjugorje. Una neonata che guarisce dalla spina bifida. Un bambino in coma che si risveglia dopo aver sognato Padre Pio.
Una mamma che muore felice.
Sono storie semplici di mamme e di papà, di nonni e di bambini, di famiglie colpite dalla notte del dolore, che – per una misteriosa trama soprannaturale – ritrovano la luce.
Con speciale garbo e delicatezza Safiria Leccese ha avvicinato uno per uno tutti i protagonisti che hanno deciso di aprirle il cuore. Le incredibili vicende narrate lasciano infatti grande spazio alla viva voce di chi le ha vissute e sono state riscontrate con cura raccogliendo documenti, testimonianze e un ampio dossier fotografico.
Un testo inedito del 1975, ritrovato fra le carte di Carlo Maria Martini. Un viaggio meditativo sulla vita dell'anima e la lotta spirituale, proposto dall'allora Rettore del Pontificio Istituto Biblico di Roma, che sarebbe poi diventato cardinale di Milano. In questo scritto - recuperato a seguito del lavoro di riordino e archiviazione a cura della Fondazione Martini - si rivela ancora una volta non solo il fine esegeta della Sacra Scrittura e il pastore che sarebbe stato poi grandemente ascoltato negli anni milanesi, ma anche il profondo scrutatore dell'animo umano capace di scandagliare le vanità e le debolezze dell'io nel costante combattimento fra l'opzione fondamentale per il bene e la resa di fronte alla fascinazione del male. Questa sorta di "manuale di vita interiore" aiuta a guardarsi dentro, a individuare le nostre inquietudini, a difendersi dal "morso dello spirito negativo" e ad affrontare quello stato di "desolazione spirituale" sempre in agguato sulla strada di chi vuole seguire il Vangelo; non manca un'instancabile esortazione alla fiducia, soprattutto quando si cade nei tentacoli delle forze oscure del maligno, perché come scrive Martini in queste pagine: "Tornerà il sereno. Dovremo solo attendere il riapparire del sole interiore, della luce dell'anima, con disposizione paziente, risoluta e coraggiosa". Prefazione di Enzo Bianchi.
«Ho scoperto che il male che accomuna un numero sempre crescente di persone è la solitudine. È il paradosso del mondo contemporaneo: la società della comunicazione è diventata una società della non-comunicazione. Persone che si sentono sole pur in mezzo a mille altre e con centinaia di "amici" sui social. La società del benessere è diventata la società del malessere: un mondo in cui si punta al denaro, al piacere, al successo, ma che sprofonda silenziosamente e vertiginosamente nell'inquietudine».
Chiara Amirante - che da anni tiene corsi di Arte di amare, conoscenza di sé e "spiritoterapia" - ci aiuta a riconoscere le ferite di chi non è stato amato, di chi ha paura di amare, di chi ha fame d'amore. I primi passi sul cammino della guarigione sono anzitutto introspettivi: chi sono io? Come posso individuare i miei punti di forza e lavorare sulle mie fragilità? Quali sono le principali trappole che mi impediscono di sperimentare la gioia piena che scaturisce dal donare e ricevere amore? Come riconoscere e rispondere ai bisogni più profondi della mia anima. I passi successivi sono quelli della consapevolezza: la società di oggi uccide lo spirito e ci spinge nel vortice dei pensieri negativi. Non dobbiamo permetterlo. Dobbiamo invece trovare un senso alle nostre sofferenze, trasformando difficoltà in opportunità, ogni prova in un "passaggio" di crescita che ci renda più liberi e capaci di costruire relazioni autentiche. «Una delle prime cose che impariamo da piccoli è che, se ci feriamo nel corpo, dobbiamo subito pulire, disinfettare, curare, altrimenti la ferita s'infetta e genera conseguenze dolorose per tutto il fisico. Eppure, nessuno ci dice come riconoscere e curare le ferite del cuore». Se è vero che la nostra mente racchiude tante potenzialità inespresse questo è tanto più vero per il nostro spirito. Tramite la Spiritheraphy Chiara propone un percorso concreto e pratico per scoprire e sviluppare le immense potenzialità spirituali presenti nel nostro spirito.
Da vescovo ausiliare ad arcivescovo di Milano. Chi è Mario Delpini? Papa Francesco lo ha scelto per essere il pastore della diocesi ambrosiana dopo i cardinali Martini, Tettamanzi e Scola, di cui è stato stretto collaboratore. Una nomina che ha colto molti di sorpresa, ma in linea con le ultime scelte del pontefice: figura non ascrivibile a nessuna cordata, sacerdote dedito alle famiglie e agli ultimi, vescovo mite e lontano dall'identikit del manager. Classe 1951, uomo dal temperamento cordiale, ottimo rapporto con i fedeli, Delpini è stato segretario della Conferenza episcopale lombarda e si è occupato a lungo di formazione del clero, ma negli anni si è rivelato anche un acuto osservatore del mondo che gravita attorno al campanile parrocchiale, alla canonica, all'oratorio con tutti i suoi attori e comprimari: giovani, anziani, poveri, volontari, catechiste, devoti zelanti e critici, suore e seminaristi... Un'umanità variegata, a tratti ferita, bisognosa di attenzione e cure. In un racconto denso di curiosità e particolari, il vaticanista Paolo Rodari ricostruisce il percorso umano e spirituale di quello che si preannuncia un "grande vescovo": affettuoso, informale, che non dimentica gli amici e i collaboratori che gli sono stati vicini. Lanciando uno sguardo sul futuro, il nuovo pastore di Milano pone i capisaldi della missione che lo attende: le sue idee sull'accoglienza agli immigrati, sul rapporto con le altre religioni e le altre confessioni cristiane, sulle prospettive della civiltà italiana e della Chiesa nei prossimi anni.
Per papa Francesco l'allegria è buona, rallegrarsi è buono, ma la gioia è molto di più: è uno stato dell'anima non generato da motivi congiunturali, da effimere evasioni di un momento, da soddisfazioni professionali passeggere. La gioia è un sentimento profondo, un dono che riempie l'interiorità, una dimensione dell'essere che si conquista giorno per giorno e che non ci abbandona anche quando si attraversa il dolore. La gioia è il segno distintivo della fiducia in se stessi e nella vita, sempre. Nel percorso di questa lunga riflessione, Francesco conduce il lettore dalla tristezza alla gioia, dal pianto al conforto, dalla solitudine all'amicizia, dalla paura al coraggio, dalla vuota lamentazione alla preghiera filiale, dall'offesa al perdono, dalla morte alla vita, trasmettendo la sua più certa e profonda convinzione: solo se ci terremo per mano potremo conoscere la vera felicità.