
Come accogliere la vita e accettare i propri limiti?
Vedere il cielo azzurro dietro l’orda di uccelli... Non mi focalizzo più sugli uccelli perché non restano: passano con un battito di ali. Mi concentro invece sugli angolini di cielo azzurro. Sono molto stupito di scorgere così tanto cielo azzurro nella mia vita. Cominciare una vita semplice significa domandarsi che cos’è centrale nella propria vita: i problemi, le irritazioni, le tensioni? E poi vivere, semplicemente. La semplicità è molto di più dell’accettazione di sé. Significa essere con se stessi, con infinita benevolenza.
Alexandre Jollien (1975), cerebroleso dalla nascita, dopo diciassette anni di permanenza in un centro specializzato per handicappati, è riuscito a frequentare un istituto commerciale e, successivamente, a intraprendere lo studio della filosofia all’Università di Friburgo. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Elogio della debolezza (2001) e Il mestiere di uomo (2003).
La serie sistematica dei Detti dei padri del deserto: prima traduzione italiana
All’origine dell’intera tradizione dei Detti vi sono le “parole” che gli anziani vissuti nel deserto egiziano tra il iv e il v secolo hanno rivolto, per lo più in lingua copta, ai loro discepoli per rispondere a domande concrete riguardanti la vita ascetica e spirituale. Queste parole nate in tale contesto concreto, nella maggior parte dei casi individuale ma anche comunitario, furono poi ricordate e tramandate dai discepoli e applicate a situazioni diverse da quelle originarie. Da questo insieme eterogeneo di documenti preesistenti furono composte, in greco, le due grandi collezioni giunte fino a noi attraverso la tradizione manoscritta: la collezione alfabetico-anonima e la collezione sistematica, che qui presentiamo per la prima volta in italiano.
Una profonda sapienza umana e un acuto discernimento spirituale emergono in modo vivido dai Detti dei padri del deserto: sono parole di “maestri” resi tali dall’esperienza del concreto vivere, parole trascritte dopo una lunga tradizione orale, in risposta a domande nate da discepoli nei quali è facile immedesimarsi. Brevi, incisive e dinamiche, queste “sentenze” non intendono tanto spiegare quanto piuttosto suggerire, rimandare a un’ulteriore ricerca, perché si giunga progressivamente alla capacità di un discernimento personale, a vivere “come fuoco ardente”.
La malattia continua a interrogare ciascuno di noi: "Perché a me? Per quanto tempo?". Sorge in modo imperioso il bisogno di trovare un senso, che sempre ci sfugge. La Bibbia può essere una guida preziosa per questo. Le guarigioni attuate da Cristo sono segni che il regno di Dio è già presente, regno che sarà manifestato in pienezza in "un cielo nuovo e una terra nuova", in cui non ci sarà "né lutto né lamento né affanno".
Dio, quale ci è stato narrato da Gesù Cristo, è amore senza limiti, che forza, scardina, abbatte ogni barriera entro cui cerchiamo di rinchiuderlo. È questa la sua vera onnipotenza, con cui crea e guida la storia e la vita di ogni uomo. Ma che cosa significa questo concretamente per la vita quotidiana di ciascuno di noi? È ciò che l'autore tenta di spiegare con semplicità in queste pagine, a partire dalle parole della Scrittura: la buona notizia rivolta a ogni uomo è l'amore infinito e gratuito che si apre davanti a noi.
Una “grammatica” essenziale dell’ispirazione profetica, gli ingredienti essenziali della profezia biblica nelle
sue diverse forme. E non tutto è già stato scritto, il libro è ancora aperto. I profeti ci aprono a una speranza:
la loro ultima parola non è la parola “fine” ma un avverbio di dubbio, di avvertimento e di incoraggiamento,
“forse”: vuol dire che non tutto è perduto, ma vuol anche dire che nulla è garantito.
Alberto Mello (Biella 1951), monaco di Bose e biblista, unisce alla conoscenza delle Scritture la passione per la sapienza di Israele. Presso le nostre edizioni ha curato la pubblicazione di alcuni classici della tradizione ebraica, ha redatto i commenti biblici a Geremia, ai Salmi e all’Evangelo secondo Matteo, e ha approfondito il messaggio profetico in La passione dei profeti, attingendo alle ricchezze della tradizione ebraica.
L’esperienza umana avviene all’interno e grazie alla dimensione della fiducia. Essa ha a che fare con la vita; investe l’ambito dell’esistenza quotidiana; serve a rassicurare, ma non è esente da rischi. La pratica di umanità di Gesù di Nazaret, che possiamo apprendere alla scuola del vangelo, è fonte di insegnamento e di ispirazione per una vita che, volendo umanizzarsi, non può che apprendere e mettere in pratica l’arte della fiducia.
Luciano Manicardi (Campagnola Emilia 1957), monaco di Bose e biblista, collabora alla rivista Parola, Spirito e Vita. Attento all’intrecciarsi dei dati biblici con le acquisizioni più recenti dell’antropologia, riesce a far emergere dalla Scrittura lo spessore esistenziale e la sapienza di vita di cui è portatrice. Presso le nostre edizioni ha pubblicato tra gli altri Il corpo (2005), Guida alla conoscenza della Bibbia (2009), La fatica della carità (2010).
Attraverso le vicende delle diverse fondazioni monastiche cristiane in Cina lungo la storia, questa originale ricerca fa emergere gli elementi che “dicono” il grado di disponibilità e di volontà all’incontro con il contesto culturale e spirituale cinese da parte dei monaci missionari e il grado di accoglienza della forma vitae monastica da parte dei fratelli cinesi. Particolare rilievo viene dato alla riflessione di alcuni “attori” diretti e indiretti della missione monastica in Cina riguardo alla possibilità della nascita di un monachesimo cristiano cinese.
Matteo Nicolini-Zani (Gattinara 1975), monaco di Bose e sinologo, conduce ricerche sulla storia e la letteratura cristiana cinese. Presso le nostre edizioni ha pubblicato La via radiosa per l’oriente (2006) e I nostri fratelli cinesi (2009).
L'uomo è un viandante sempre alla ricerca di frammenti di senso, in particolare oggi che è collocato in una società pluralista e in un tempo di crisi. "Uomo, dove sei in rapporto a Dio, in rapporto all'uomo, in rapporto al creato, in rapporto alla morte e in rapporto a te stesso?": nel rispondere a tali domande, l'autore ci conduce in un viaggio verso la scoperta della verità che abita ognuno di noi, nella ricerca di una strada per giungere alla nostra piena umanizzazione.
Nella sua Lettera d'oro, scritta intorno al 1144, Guglielmo di Saint-Thierry offre la sintesi del suo lungo cammino di uomo, di credente e di monaco. In maniera sintetica e pedagogica egli rivela una capacità di introspezione, una finezza di analisi interiore e una profondità teologica che ne fanno uno dei maggiori esponenti della spiritualità cristiana del medioevo. All'interno di questa opera, centrale appare l'idea che la vita cristiana è una chiamata a vivere pienamente la propria dimensione umana, è un cammino dalla dissomiglianza alla somiglianza con Dio.
Da molti anni sorella Maria aiuta con le sue meditazioni a penetrare in modo diretto al cuore del messaggio evangelico. Queste pagine costituiscono un dono prezioso per la loro capacità di immediatezza, per il loro saper cogliere il cuore di una parola di Gesù rimasta come brace ardente sotto la cenere che tutti noi contribuiamo ogni giorno ad accumulare.
Raccolta inedita, adatta anche ai non specialisti, dello studioso che ha innovato la teologia contemporanea con il concetto di stile.
Un'amplia raccolta delle parole e del grido di pace, dai primi martiri cristiani a oggi: attraverso san Francesco, Desmond Tutu, Óscar Romero, papa Francesco e molti altri. Nessun cristiano può trovare alibi per giustificare la violenza e la guerra.