
«Ogni aspetto della vita cristiana e della dottrina cattolica offre sempre una ricchezza inaspettata, una prospettiva che profuma di nuovo proprio nel suo sapersi riproporre con fedeltà una fierezza che non obbliga a dover correre in avanti né a guardarsi indietro rispetto al mondo, ma a gioire per l’eterna Verità che le è stata consegnata in Cristo».
Dall’Introduzione di don Diego Goso
Dialogando con don Diego Goso, monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-San Remo (diocesi di mare e di Festival), propone una serie di riflessioni sui temi oggi sensibili, per la Chiesa italiana e non solo, da un punto di vista privilegiato: quello di un vescovo che sta in trincea, fra il confine tra Italia e Francia, uno dei luoghi dove il tema dell’immigrazione è particolarmente sentito, ma da dove si ha uno sguardo complesso ed europeo anche su molti altri argomenti oggi al centro del dibattito ecclesiale e civile: il secolarismo, la vita dei sacerdoti, la questione etica, la riforma della Chiesa, il Pontificato di Francesco…
Balzato agli onori della cronaca per la presa di posizione in difesa dei migranti respinti al confine francese, negli anni il vescovo di Ventimiglia-San Remo ha elaborato un pensiero dialettico e attento alle varie sensibilità su questo tema, arrivando a denunciare, senza mai interrompere il suo aiuto concreto, i limiti di un’accoglienza non regolamentata che sono soliti sostenere coloro che, sui migranti, predicano senza criterio una carità scaricata sulle spalle degli altri.
In questo libro, lucido, onesto e capace di provocare la coscienza cattolica, questo vescovo “di confine” esprime per la prima volta in maniera piena e articolata il proprio pensiero, quello di un uomo, credente e pastore, che non smette di cercare una prospettiva non manichea per riflettere sui vari temi della vita ecclesiale e dell’etica sociale e cristiana.
Antonio Suetta, Diego Goso, Controcanto. La fierezza di essere ancora cattolici, Edizioni San Paolo 2020, pp. 160, euro 14,00
Monsignor Antonio Suetta (Loano, Savona, 1962). Ordinato presbitero il 4 ottobre 1986, è stato eletto alla sede vescovile di Ventimiglia-San Remo il 25 gennaio 2014 e ordinato vescovo il 1° marzo 2014.
Don Diego Goso (Torino, 1975). Sacerdote dell’arcidiocesi di Torino, è incaricato per l’Ufficio di Comunicazioni Sociali della Diocesi di Ventimiglia- San Remo ma il suo vero lavoro presso la Curia diocesana consiste nello svuotare il distributore di merendine.
Per comprendere quanto sta accadendo in momenti di crisi personale e sociale, occorre fare i conti con il mistero del male e del dolore innocente. Ma per affrontare e superare la pandemia e le sue conseguenze è necessario uno sguardo che giudichi adeguatamente i segni dei tempi e li interpreti nell'orizzonte della speranza cristiana. È quanto propongono in questi fitti dialoghi don Luigi Maria Epicoco, il più apprezzato autore di spiritualità degli ultimi anni, e lo scrittore Saverio Gaeta, noto per i suoi approfondimenti sulla mistica e sulle manifestazioni mariane. Senza negare nessuna delle grandi domande che credenti e non credenti si sono poste in questi mesi, Epicoco e Gaeta affrontano temi come quello del male innocente, delle rivelazioni e dei segreti, della fine dei tempi, della speranza cristiana; ma anche temi caldi come la partecipazione all'Eucarestia, il senso dell'eroismo quotidiano, il valore della fede e della preghiera, il senso della comunità e della modernità. Ne scaturisce una prospettiva di fede che offre spiragli di luce nell'apparente buio dei nostri giorni, un faro per quanti già vivono l'esperienza cristiana, ma anche una sfida in positivo per quanti ancora ne sono lontani.
Don Rocco Malatacca ha accettato una sfida non indifferente: quella di costruire un training di preghiera per giovani e adulti di oggi,; per usare le sue parole: per giovani e adulti che vivono oggi, che cercano, oggi, la vita. Sono quelli che faticano a capire il senso della preghiera, ma anche quelli che hanno sempre pregato un dio "che vale l'altro"; quelli che non hanno tempo per pregare, ma... "gli piacerebbe"; quelli che provano a pregare ma parlano con sé stessi; quelli che pregano anche senza credere in Dio e quelli che pur dicendo di credere in Dio non hanno nessuna voglia di pregarlo; quelli che cercano una tecnica di preghiera ma non la trovano (e quando l'hanno trovata la lasciano subito: e, comunque, una tecnica per pregare non esiste); quelli che hanno il desiderio di Dio, ma non sanno come trasformarlo in realtà.
Proprio questi ultimi sono coloro cui don Rocco offre un cammino possibile, affinché possano portare il loro cuore "altrove", là dove un'Altro offre un'esperienza di trasformazione. Poiché si può pregare soltanto vivendo e si può incontrare Dio solo dopo avere incontrato l'uomo.
Un percorso originale, sorprendente che ci immerge nella tradizione mistica delle Chiese; un training che darà vita a molte discussioni.
Rocco G. Malatacca è nato a Lucera il 23 aprile 1982 ed è sacerdote per la Diocesi di Lucera-Troia, parroco in San Nicola di Bari in Orsara di Puglia (Fg).
Ha conseguito la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico.
Ha collaborato per Tau Editrice con i titoli Vestirò la Croce (2015); Guy Pride (2015); Di luce e d'ombra (2016); #Touch (2018) e #RisorseInRete (2018).
Marco D'Agostino, che della formazione dei giovani ha fatto la sua "vocazione nella vocazione", ci invita in questo libro originalissimo (e dentro il quale molti ritroveranno cose antiche e nuove) ad affrontare il tema educativo da una prospettiva inedita: quella degli... album delle figurine dei calciatori che diventano, per l'occasione, veri e propri ricettacoli di saggezza e insegnamenti sulla "fede". Partendo dalla suggestione degli album, intrecciando la propria voce con quella di giovani amici calciatori, come Alessandro Bastoni (che autografa la prefazione), Francesco Lamanna (autore di una profonda postfazione) e altri ancora, l'autore ci trascina in una rilettura della vita e del vangelo proporzionata alla nostra passione calcistica, dove ogni momento (primo tempo, intervallo, tempi supplementari) e ogni sfida (rigori, arbitraggi, allenamenti) sono metafora del diventare adulti. L'autore non dimentica il calcio femminile, al quale il libro dedica pure un capitolo, né finge di non vedere il tempo "senza calcio" che dopo il Covid-19 ci ha portato a questi nostri giorni. Corredato da figurine, disegnate per questa edizione del libro da un giovane talento dell'illustrazione, Paolo Mazzini, questo libro è una vera perla nel marasma di testi che parlano del lavorare con i ragazzi e con i giovani. Sorpresa dopo sorpresa, completeremo forse il più improbabile ma il più originale dei nostri album di calciatori.
Amo ripetere a me stesso questa frase. Se non parli con l'uomo e la donna di oggi, ma ti ostini a parlare all'uomo e alla donna di ieri, stai diventando muto. Le tue parole sono logore. Chi ripete, non è fedele alla tradizione. Perché la tradizione si è continuamente incarnata, rinnovata, ricreata. Una Chiesa che non parla alle nuove generazioni è una Chiesa che non parla a nessuno. Chi non ascolta il grido che emerge dalla tragedia della pandemia non è fedele alla storia e non è un fedele al Dio della storia. Con questo piccolo libro, a partire dalla mia esperienza di malato di Covid e dalla mia vicinanza alla morte, ma soprattutto dalla voglia di rinascere, provo a offrirti alcuni spunti per guardare nuovamente con fiducia il futuro. Alla luce di quanto diceva Madeleine Delbrêl: "L'importante è nascere per bene in ogni morire". Prefazione di Matteo Zuppi.
Il volume, il primo di una trilogia, parla dell'esperienza del male e del peccato, a partire dal testo biblico di Genesi, ma calato nella condizione della modernità. Noi tutti viviamo non solo nel peccato, ma nella condizione di coloro che devono "scusarsi" per averlo commesso: il senso di colpa attanaglia le donne e gli uomini religiosi. E il nostro peccato si declina in forme che sconvolgono le nostre vite: ci sentiamo soli, inadeguati, cancellati; siamo insofferenti, infedeli, idolatri; ma viviamo anche nel dolore (siamo muti, ciechi, fuggiaschi) e, forse, è proprio Dio l'unico che ci guarda nella certezza che, a volere tutto questo, non siamo stati noi. Dio, paradossalmente, è l'unico che può condurci fuori dal senso di colpa, restituendoci la vista, la parola e un sentiero da camminare insieme.
Viviamo tempi di grandi cambiamenti e radicali trasformazioni. Il mondo e la Chiesa in cui siamo cresciuti è in evoluzione e, spesso, troppo spesso, l’esperienza di fede che abbiamo vissuto in un determinato contesto non è più significativa per le persone che oggi abbiamo attorno. E questo suscita sconcerto, scoraggiamento, inquietudine, in molti fra noi: in tutti coloro che non si accontentano di una fede ridotta ad appartenenza culturale, a riferimento sociale. I rapidi mutamenti che sperimentiamo interrogano coloro che, sul serio, pensano che Gesù Cristo sia il rivelatore del padre, il maestro che indica il senso della vita, e che desiderano fare esperienza di comunità. Molti si lamentano che le chiese si svuotano (ma di che cosa le avevamo riempite?). E che non riusciamo più a portare la gente in Chiesa (dobbiamo portarla a Cristo, non in Chiesa). con lo stile provocatorio e diretto che lo caratteristica, Paolo Curtaz affronta in profondità i grandi temi da cui dipende il futuro della nostra fede.
Questo libro mira ad essere un ausilio a quanti si trovano ad affrontare vissuti luttuosi e a quanti desiderano consolare amici o vicini che sono nel cordoglio. I temi trattati sono la consolazione nella malattia e nell'avvicinamento della morte. Il testo si snoda lungo quattro percorsi principali: nel primo si analizza il variegato paesaggio delle perdite umane, privilegiando l'attenzione al cordoglio anticipatorio, sperimentato in particolare dagli anziani e dai morenti. La seconda parte esplora il complesso mondo dei distacchi luttuosi focalizzando l'attenzione su quattro eventi concernenti: l'aborto procurato, il suicidio, l'omicidio e la perdita di un figlio. La terza parte esplora il modo di affrontare le perdite e si sofferma sull'importanza degli atteggiamenti, sui diversi linguaggi per canalizzare il cordoglio e sugli itinerari e le opzioni che agevolano l'elaborazione del lutto. La quarta parte esamina le forme di aiuto che si possono offrire a chi è in lutto partendo dalle istituzioni, evitando il rischio di essere "consolatori molesti" educandosi all'arte della consolazione.
Un libro al bivio: al bivio di una fede che si è misurata, in carcere e non solo, con il Covid e di una speranza che ha accettato il rischio della "culla vuota". Attraverso i momenti della professione di fede cristiana (che spesso solo i non cristiani sanno ancora apprezzare nella sua capacità di provocazione), don Marco provoca, approfondisce, scalfisce con parole che, nel tempo, si sono fatte acute come la sua persona e ci obbliga a rifare i conti con un "credo" che dobbiamo riascoltare come se fosse la prima volta, ora che, dopo la pandemia, credere non può essere più un optional, ma una messa in gioco nella nostra (e altrui) storia.
È una vicenda lunghissima quella del Natale cantato in poesia, una tradizione che gioca d'anticipo sull'evento storico della nascita di Gesù e che ancora oggi, a due millenni di distanza, non si è interrotta. Questa antologia vuole provare a muoversi su tre direttrici, che di frequente si articoleranno in snodi e scorciatoie. Troveremo le poesie dell'attesa, le poesie della festa e le poesie della nascita. Pur sentendosi fin d'ora autorizzato a sconfinare da una sezione all'altra, il lettore sappia che il percorso non è arbitrario. La concatenazione tra una poesia e l'altra è messa al servizio di un racconto nel quale ciascuno potrà riconoscere qualcosa di sé e della propria storia personale. Tra gli autori: Attilio Bertolucci William Blake, Mario Benedetti, Jorge Luis Borges, Giorgio Caproni, Dino Buzzati, Iosif Brodskij, Gilbert Keith Chesterton, Raffaele Crovi, Emily Dickinson, Danilo Dolci e ancora antiche liriche irlandesi, John Donne, Elio Fiore...
Il mondo in cui viviamo, già prima dell'avvento del Covid-19, ci invita a non fidarci di chi ci sta accanto. Secondo le rilevazioni ISTAT, solo il 20% delle persone dichiara di avere fiducia negli altri e anche la percentuale di persone soddisfatte delle loro relazioni familiari e amicali è sempre più bassa. Perché queste statistiche? Cosa è venuto meno nei rapporti tra le persone? Perché circola tutta questa diffidenza? È possibile porre rimedio a questa situazione? La fiducia è un valore fondamentale per lo sviluppo della persona, delle relazioni e della società e in queste pagine Salvo Noé riflette sul senso e l'importanza della fiducia in famiglia, a scuola, nelle amicizie e nel lavoro. Attraverso un percorso che intreccia tre risvolti psicologici - l'alpinismo psicologico, ossia il rapporto dell'uomo con la spiritualità; il surf psicologico che si occupa delle strategie pratiche e razionali del comportamento; la subacquea psicologica che tratta l'aspetto profondo e inconscio del nostro atteggiamento - Noé afferma il potere della fiducia e l'opportunità di coltivarla, sempre e comunque.
Il nuovo lavoro di Camisasca è una raccolta di meditazioni che si compone di tre parti: la prima raccoglie un testo a lungo meditato sulla Liturgia nella Chiesa e gli atteggiamenti che essa genera nel fedele. La seconda e la terza si compongono di meditazioni sui tempi liturgici "forti", cioè sull'Avvento, il Natale, la Quaresima e la Pasqua, fino alle solennità di Ascensione e Pentecoste.