
A partire dalla sua autobiografia, il volume ricostruisce la vita di don Dolindo Ruotolo, sacerdote napoletano ricco di carismi. Di sé stesso dice: «Fui chiamato Dolindo, che significa dolore...» e il dolore è la nota costante della sua vita, ma è un dolore sempre illuminato dall'amore di Dio e sempre accolto come una grazia. In un mondo come il nostro, in cui il dolore si fugge e si nasconde, don Dolindo insegna il valore profondo che la sofferenza acquista per l'anima; insegna il valore dell'obbedienza e del silenzio, in nome di un amore più grande. «Quando vedi che le cose si complicano, di' con gli occhi dell'anima chiusi: "Gesù, pensaci tu!"». Questo lui ha fatto per tutta la sua vita e questo ci invita a fare. Il libro contiene l'atto di abbandono.
Dio è buono!
Nessun sospetto ci colga che il nostro padre Adamo
abbia peccato per volere di lui.
Piuttosto pensiamo rettamente del Signore
e cerchiamolo con cuore semplice.
La volontà di Dio e L’onnipotenza di Dio sono due brevi scritti sul male, il peccato e la redenzione che segnano gli albori della riflessione di Ruperto, abate del monastero benedettino di Deutz all’inizio del xii secolo. Intervenendo per confutare l’idea di una volontà di male presente nel Creatore, Ruperto difende appassionatamente la bontà e l’amore di Dio: il male è solo la persistente deviazione verso la morte da parte di una creatura mutevole e fragile che fatica ad aderire nella fede a un Dio d’amore. Ma la disputa teologica è in realtà il riflesso di un’esperienza umana di rara profondità e modernità: è dal confronto tra i moti del cuore umano e l’unica e ultima autorità infallibile, la parola di Dio, che si schiude davanti a ogni uomo un autentico cammino di speranza. Sì, poiché “Dio è buono”, è lecito continuare a sperare per tutti!
Il discernimento è una realtà relazionale, imparare a decifrare come Dio mi si comunica e mi salva. I maestri spirituali distinguono due tappe del discernimento: una prima di purificazione, che porta ad un’autentica conoscenza di sé in Dio e di Dio nella propria storia, e una seconda in cui il discernimento diviene una attitudine continua.
Il libro è l'edizione congiunta dei due volumi dello stesso autore sul discernimento.
Indice: Prima parte: Dove si colloca il discernimento * Che cos’è il discernimento * Le dinamiche della prima fase del discernimento.
Seconda parte: Il principio e il fondamento del discernimento * Le tentazioni * Le verifiche della nostra adesione a Cristo * Esercitarsi nel discernimento * La vocazione * Il discernimento comunitario.
Le pareti degli edifici religiosi sono sempre stati il telo sul quale la Chiesa ha dipinto il suo autoritratto. Tuttavia, oggi non è affatto scontato il rapporto tra l'arte, progressivamente sganciata dal concetto di bellezza, e la spiritualità, sempre più intesa in modo svincolato dallo Spirito Santo. Se il presbiterio - osserva Rupnik - "è praticamente l'unica cosa religiosa che ci è rimasta", la possibilità che si delinea è aprirlo agli artisti perché diventi non un generico luogo di espressione, ma lo spazio di un'arte purificata per una Chiesa capace di non escludere nessuno.
Questo libro svolge i temi dell'antropologia a partire da una logica relazionale. Il metodo, vicino a quello ad esempio descritto nella "Vita di Mosè" di Gregorio di Nissa, che evoca piuttosto una salita, aiuta a capire anche il contenuto: non si tratta di parlare delle cose di Dio, ma di parlare "con" Dio della persona-uomo, delle Persone Divine. All'esperienza spirituale rimanda infatti continuamente questo libro, fitto di idee, di intuizioni, di luce. Rupnik si rifà spesso agli autori russi, ai quali somiglia anche per la capacità di fondere insieme la tradizione e l'attualità, conoscenze tanto varie, culture diverse e una formazione tologica che respira già con due polmoni.
"Il figlio partì per un paese lontano..." Tutta la Scrittura e la vita personale di ciascuno è praticamente racchiusa nella parabola del nostro allontanarsi dal Signore, dell'incamminarci in una direzione sbagliata fino a quando, incapaci di personalizzare le cose, ridotti da padroni a servi delle cose, nasce la nostalgia del soggetto, della relazione. Si apre così il ritorno alla casa del Padre, dove, nella relazione ritrovata, le cose di prima ci parlano della persona amata e dunque diventano una festa.
La vita spirituale non è un tranquillante né qualcosa di staccato dalla vita; non si imprigiona in fredde regole e pratiche intellettuali, né si confonde con lo psicologismo. Nessun dualismo lacerante, ma un'unità profonda e liberante della persona, che "vive immersa nello Spirito Santo", e la cui vita "è illuminata in tutte le dimensioni, intellettuale, affettiva, sentimentale". Credere in Dio è infatti per i cristiani riconoscere Dio Amore e coltivare questa relazione. Ed è così che le cose, gli oggetti e gli eventi si accendono davanti a noi, come il roveto ardente di Mosè nel deserto.
Indice: Chiarificazioni sulla vita spirituale * Che cosa è lo spirituale e la vita spirituale * Alcuni criteri di verifica della vita spirituale * Paternità spirituale: un cammino regale per l'integrazione personale.
L'uomo della riconciliazione è un battezzato adulto, maturo, con un gusto ormai inconfondibile di Dio. L'esame generale di coscienza ha la sua funzione proprio nel custodire questa realtà e nel garantire un ambiente spirituale dell'agire cristiano: le opzioni che il cristiano intraprende e il suo agire morale nascono così nell'ambito di questa nuova vita nella quale tutte le cose cominciano a parlare di Dio, portano il suo profumo e coinvolgono anche l'ambiente circostante in questa nuova direzione. Uno strumento della Tradizione che ci aiuta a prendere coscienza della vita divina in noi, di dove ancora esistono in noi i blocchi oscuri impenetrabili dell'individualismo, dell'autosalvezza, del volontarismo, e dove la nostra persona è già entrata nella relazione con Dio e in questa relazione coglie anche le novità suggerite dallo Spirito.
Il libro è una catechesi sui mosaici della rampa e della cripta della chiesa di san Pio a san Giovanni Rotondo.
La prima parte riguarda le immagini dei mosaici nella discesa che porta alla cripta dove è custodito il corpo di padre Pio. Il percorso verso la cripta è ideato come un cammino spirituale che aiuta a prendere atto che la vita che viviamo non è semplicemente quella trasmessaci dai genitori, che finisce nella tomba, ma la vita che Dio vuole concedere all’uomo e che noi riceviamo nel battesimo, affinché la sviluppiamo e la maturiamo in pienezza assorbendo nell’immortalità anche la vita naturale. Tale cammino non è un intimismo soggettivistico tra il fedele e un suo presunto Dio, ma si compie all’interno della memoria della tradizione della Chiesa. Perciò è accompagnato dalla comunione dei due santi particolarmente significativi per questo luogo: Francesco e padre Pio. Scene della loro vita, messe “a contrappunto”, aiutano a cogliere i tratti di questa vita nuova.
La seconda parte riguarda i mosaici della cripta. La storia dell’umanità viene raggiunta dall’amore di Dio con l’incarnazione del Verbo. Cristo, da un lato, assume la storia dell’umanità, dall’altro si lascia plasmare da essa. Così la nostra storia comincia a trasfigurarsi nella storia della salvezza. Attraverso la pasqua, Cristo ritorna alla gloria del Padre come la vita senza tramonto, coinvolgendo anche noi nel suo passaggio. La cripta che accoglie il corpo di san Pio è uno spazio della luce di Cristo, luce della santità e della fedeltà perenne di Dio, che vorrebbe richiamare alla memoria di ogni battezzato la sua vera patria: il cielo. A partire dalla tomba vuota e dal soffio che Cristo trasmette agli apostoli, le immagini della cripta, accompagnate da brevi commenti teologico-spirituali e citazioni patristiche e liturgiche, ci introducono a contemplare il mistero della nostra vita in Cristo.
Tante cose sono accadute a Betania. Anzitutto la risurrezione di Lazzaro, segno di un destino più generale che coinvolge chi è convocato intorno a questa tavola. Gesù chiama Lazzaro fuori dalla tomba. Ma Lazzaro risuscitato è il segno di quanto accade anche alle sorelle Marta e Maria. Marta infatti riconosce nell'amico il Signore della vita. E dal momento che la risurrezione è credere in Gesù, perché chi vive e crede in Lui non muore in eterno (cf Gv 11,26), la "confessione di fede" di Marta è anche la risurrezione delle due sorelle. Betania è dove talvolta si è voluto dare una fondazione alla distinzione degli stati di vita nella Chiesa. Ma una lettura attenta del vangelo scombussola i nostri schemi: delle due sorelle, è Marta, l'attiva, che per prima riconosce esplicitamente nell'amico, nel rabbi, il Figlio di Dio. Marta è cioè anch'essa contemplativa, riesce a vedere in una realtà un'altra più profonda, pur se in un modo diverso dalla sorella. Betania è anche il luogo dove si consuma una sostituzione tra Lazzaro e Cristo: Lazzaro esce dalla tomba perché Cristo vi entra al suo posto. Una lectio che offre tanto materiale per comprendere la vocazione come cammino di risurrezione, l'amicizia come relazione personale nell'amore, basata sull'amicizia di Cristo per noi e sul nostro riconoscimento radicale di Lui, la contemplazione come capacità di saper vedere trasparire il Signore dagli eventi della nostra storia e da quella di tutta l'umanità.
Sono già tanti anni che ho conosciuto il monaco Boguljub – veramente “caro a Dio”, come dice il suo nome. Ricordo che mi diceva: “Dagli incontri, dai colloqui e dalle lettere rimangono alcune immagini, alcune parole che il tempo non riesce a cancellare. Chiedono di essere tessute nella riflessione, nella fede e nella vita spirituale di te che le porti. Alla fine formano una tale unità che non sai se sono queste immagini a rivelare i contenuti della fede o se sono le riflessioni spirituali a fondersi con le immagini della vita. Così, in ogni mio racconto, c’è un nucleo che appartiene alla vita di una persona concreta, che è diventato ispirazione, pensiero e vissuto della mia vita spirituale. Dicendo questo, parlo dell’amore”...
Che cosa è la preghiera incessante? Come si nutre il ricordo di Dio? Come certi gesti, certe parole, certi sapori riescono ad avere un gusto spirituale e fanno cogliere un po’ della luce di Dio, anche quando sono intrisi della sofferenza e del buio del mondo? Questo libro non lo spiega con dei ragionamenti. Attraverso alcuni episodi del monaco Boguljub, si viene introdotti nel suo mondo interiore fino a cogliere quel velo di mistero che avvolge il monaco e che ci fa percepire un po’ di quella presenza che Boguljub avverte dappertutto.
Indice: Introduzione (card. T. Spidlík) * 1. L'oro dell'icona * 2. Fiori d'autunno * 3. La nevicata * 4. L'impasse del pensiero * 5. Le fragole e il ghiaccio * 6. Pentimento e pace * 7. Liturgia di casa.