
In occasione del primo millennio dalla nascita di Pier Damiani (1007-1072), il Centro studi e ricerche antica provincia ecclesiastica ravennate ha interamente dedicato il proprio 29° convegno alla figura del santo, vescovo e dottore della Chiesa.
La riforma monastica ed ecclesiastica del secolo XI, l'azione politica e spirituale, le relazioni di ampio respiro sono solo alcuni dei motivi che segnalano Pier Damiani fra gli intellettuali più raffinati e dinamici del tempo. Eremita, teologo, riformatore: questi i nuclei attorno a cui si sono mossi i vari contribuiti degli studiosi, che ben sintetizzano la complessità di una vita spesa "tra cielo e terra".
Il volume raccoglie gli studi di uno dei maggiori studiosi di Origene e di esegesi biblica nei Padri della Chiesa.
Ambrogio Autperto (†784), fecondo esegeta e abate di San Vincenzo al Volturno, redasse due sermoni in occasione della Purificazione (l’antica Presentazione del Signore al Tempio) e dell’Assunzione di Maria, primi scritti in ambito latino dedicati alle due festività mariane.
Pensati nella classica forma omiletica di un commento spirituale alla pericope di Lc 2,22-40 e al Magnificat, i due sermoni spaziano dalla speculazione dottrinale (anche controversa, come nel caso della questione di una «assunzione con il corpo» o meno) a una policroma lettura simbolica del testo sacro e liturgico. Dei due testi, pregevoli per sapienza esegetica e armonia retorica, si offrono l’edizione critica e la traduzione, assieme a un puntuale commento di taglio filologico, storico e liturgico. I sermoni mariani di Autperto rappresentano la cifra di una mariologia che si nutre abbondantemente dell’antica lezione dei Padri e dei Concili (Efeso e Calcedonia) e al tempo stesso intraprende sentieri teologici originali, dischiudendo quell’orizzonte, trapuntato di culto, affetto e devozione alla Vergine che costituisce una delle note più caratteristiche della spiritualità e della cultura del Medioevo occidentale.
Se si parte da Descartes per accedere alla questione dello statuto della metafisica, stabilirne la costituzione onto-teologica e rilevare lo scarto esistente con la teologia cristiana, è inevitabile tornare a sant'Agostino, punto di riferimento obbligatorio per tutto il XVII secolo. Marion legge e interpreta le "Confessioni" in modo decisamente non metafisico, facendo uso di concetti elaborati in una logica d'intento radicalmente fenomenologica. Il filosofo francese va al cuore della filosofia e della teologia di sant'Agostino, portandole nella nostra contemporaneità e mostrando come il pensiero agostiniano fu da subito prossimo al contemporaneo approccio fenomenologico. Sant'Agostino è l'interlocutore privilegiato e il giudice inevitabile dell'impresa dell'accesso a fenomeni non riducibili agli oggetti e agli enti della metafisica. La questione diventa allora quella di avvicinarsi al luogo in cui pensa sant'Agostino, per ritrovarvi ciò che egli cerca di pensare: l'itinerario di un approccio al luogo di sé, al luogo del sé, il più estraneo possibile per colui che si è o si crede di essere.
UNA NUOVA TRADUZIONE SUI TESTI ORIGINALI PRESENTATI IN EDIZIONE CRITICA. UNO STRUMENTO ADATTO PER ASSICURARE IL FONDAMENTO DELLA FEDE CRISTIANA. Viene offerta al lettore una nuova traduzione de il libro delle promesse e delle predizioni di dio condotta sui testi originali presentati in edizione critica. Solamente nella seconda meta del secolo xx questo scritto e`attribuito definitivamente a quodvultdeus, vescovoica dell'africa settentrional e. Il testo riprodotto si rivela come un'importante testimonianza di catechesi popolare in tempi particolarmente calamitosi: diffusione delle eresie e dissoluzione dell'im pero romano d'occidente sotto le spinte barbariche. L'auto re redige la sua opera quale strumento adatto per assicurare il fondamento della fede cristiana. L'argomentazione prend e l'avvio dalla lettura del p rimo testamento, quale figura che introduce e si realizza nella rivelazione del cristo, il quale a sua volta prolunga la sua azione nella chiesa. Si dimostra cosi`che le promesse divine, attuatesi nel passato, non devono far dubitare per la loro realizzazione nel presente e fino alla fine del mondo.
L'autrice, carmelitana, vuole offrire, senza pretesa di esaustivita, le indicazioni piu significative per una teologia spirituale cristiana, e cio grazie all'esempio delle principali figure carmelitane.
Un approfondito studio sull'esperienza spirituale carmelitana attraverso le figure dei suoi Santi e protagonisti. La collana Studi Carmelitani", diretta da Luigi Borriello, propone saggi che indagano a fondo sull'esperienza e sul pensiero carmelitano. "
Clero e formazione è un binomio difficile, che Antonio Gerace affronta indagandone le radici in età medievale, a partire dalla fondazione delle scholae. Centri di studio annessi alle cattedrali furono voluti dal Lateranense III (1179) e poi rafforzati nel Lateranense IV (1215) per affermare, per la prima volta, la necessità di un clero alfabetizzato. Le difficoltà contingenti nel raggiungere questo obiettivo determinarono una cospicua produzione di manuali. Fra questi, alcuni in particolare ebbero un lunghissimo successo editoriale. Il volume analizza in special modo quello che divenne un vero e proprio best seller e che fu tradotto in moltissime lingue: il Manipulus curatorum di Guy de Montrochen, capace di sopravvivere persino all'istituzione dei seminari nel 1563.
"Le cento e dieci divine considerazioni" è l'opera più rappresentativa e importante per conoscere la teologia e la spiritualità del XVI secolo. Lo spirito tollerante, l'originalità del pensiero, la capacità di comunicazione e di introspezione dell'animo e il fascino personale fecero l'immensa fortuna del Riformatore.